ATTO SECONDO



 
 
 




SCENA PRIMA
Galleria.
AXUR E BISCROMA
AXUR
Non mi seccar Biscroma, l'ordine già sorti ;
E tu bestia da soma, va, togliti da qui.

BISCROMA
Ah mio signore parmi...

AXUR
Biscroma non seccarmi.

BISCROMA
Fategli grazia, o sire.

AXUR
E non la vuoi finire?

(a 2 :)
BISCROMA
Questo capo balzano ed insano
Sol col guardo spavento m'inspira,
Con quello ceffo, quel gesto, quell'ira,
O Biscroma, non è da scherzar.
AXUR
Se mi salta un capriccio bizzaro
Ti fo por come bue sotto un carro,
ti metto un capestro, ed un laccio,
E ti faccio così terminar.
E Altamor non ritorna ? Ah ch'io non posso
Frenar l'impazienza...
Vola Biscroma... che fai li.

(Biscroma sta un po' lontano)

BISCROMA
Signore ! Penso al misero Atar.

AXUR
Atar... Atar... Atar... e sempre Atar!
Cosa trova di buono in un nome si abbietto
Quel suo corpaccio impuro, ed imperfetto ?

BISCROMA
Il di che preda io fui dell'armi vostre, 
In fondo a un antro oscuro i giorni miei
Cercava di difendere, ma invano,
Da stuolo innumerabile, e inumano.
Coperto di sangue, languente, ed esangue
Sentami signore, vicino a spirar.
Atar mi sottragge da barbara morte,
Mio grado, mia sorte, e dono d'Atar.
Pietà del meschino...

AXUR
Pietà ! ti par che degno
Sia della mia pietà volgar soldato ?

BISCROMA
Nel torrente d'Arsacia, il suo valore
Vi salvò dalla morte, a lui voi deste
il governo dell'armi...

AXUR
E qual ragione ebbi poi di pentirmi ?
L'affettata modestia di questo sciagurato,
D'un popol'abbagliato il vil rispetto,
Le sue maniere... il nome...
ah che quest'uomo e un supplico per me!  Ma dove trova
La sua felicità ?

BISCROMA
Nel suo dovere.

AXUR
Sai se a me mancan donne !
Io credo avermi cento serragli pronti alle mie voglie,
Pur contento non sono:
Ei non ha che una mogie e felice si crede :
Ma già capiterà nelle mie mani
Questo de' voti suoi gradito oggetto,
Gemer vedrem, nel perderla, l'altero.

BISCROMA
Ei morrà.

AXUR
Tanto meglio.

BISCROMA
Egli è felice ;
Ei d'acquistare ardia
I cori che una volta erano miei,
Egli si rese, oh Dei !
Con sua finta virtù si accetto è grato
A un popol che l'adora,
Ed il delitto suo mi chiedi ancora ?

BISCROMA
E' ben ver quel nome amato
La delizia è d'ogni core,
Se si vede il mar turbato,
Se si copre il ciel d'orrore,
Tosto Atar gridar si sente.
Come fosse a questo nome riverente - e cielo e mar.

AXUR
Vuoi tu finir, vil feccia del serraglio
Lo sciocco panegirico ?
Dovria cane cristiano, alfin la morte...

BISCROMA
La morte, ognor la morte...
Sire, questo vocabolo mi secca.
Terminate una volta il mio destino,
E ritrovate poi chi vi consoli
nella noia, nell'ozio...


AXUR
Sciagurato, che dici ?

BISCROMA
Nulla sire ; Altamor chiede udienza.
SCENA II
I SUDETTI E ALTAMOR

AXUR
Appaga in pochi istanti
L'intolleranza mia.

ALTAMOR
Tutto è già fatto,
Nessuno sa nulla.

AXUR
Aspasia ?

ALTAMOR
E' in tuo poter...

AXUR
(con ansietà)
E la rapisti ?...

ALTAMOR
In braccio,
Come tu più bramasti, al caro amante.

AXUR
Presto tutto a me narra.

ALTAMOR
La metà della notte era già scorsa,
Quand'io, come ordinasti,
in grossa nave,
Con fido stuol di travestite genti
Tacito giunsi in sull'opposta riva
Ivi d'ambedue l'ali
Del giardino d'Atar, ove le piante
Formano quasi selva,
I soldati appiattai, l'ora aspettando
Opportuna al disegno : appena l'alba
Col primo raggio coloriva i monti
Che al solito, vedemmo
A respirar il mattutino fresco
Venir la bella Aspasia, e Atar con le i:
Allora parte de' miei
A destra corse, ed appiccò improvviso
Foco all'albergo,
Che allo scoppio e al lampo
Misto all'urlar degli spitanti schiavi,
Com'io pensato avea, trasse repente
A quella volta Atar, che lasciò intanto,
Quasi senza avvedersi, Aspasia sola.
Non era ancor lontano un tratto d'arco
Quando dal posto mio pronto sortendo,
Di propria man la sbigottita sposa
In un serico drappo
Avvolsi, alzai di peso, ed alla nave
tra le braccia recandola, al lido
Coll'aita de' remi a un tratto volsi.
Pochi momenti dopo Atar ved'io
Sulla prossima sponda
Smanioso, disperato...

AXUR
Disperato ?
Al rango di Visir, Altamor, io t'innalzo.
Vola, Biscroma : io voglio
Che un superbo apparato
Della grandezza mia domani inebri
Il cor della mia bella.

BISCROMA
Ah troppo breve e' lo spazio, signor, non è possibile.

AXUR
Temerario, che dici ?
Possibile non è ?

BISCROMA
Possibilissimo.

AXUR
Senti, se manca nulla...

BISCROMA
Mancar ? e chi non sa
Come si dee servir sua maestà.
(Parte)
SCENA III
I Suddetti, Fiammetta, Schiavi del serraglio, Aspasia, coperta di un velo nero.

CORO DI SCHIAVI E SCHIAVE
Ne' più vagi soggiorni dell'Asia
Mette amor alle piante d'Aspasia
Tra il fulgor della regia grandezza
Le ricchezze e il perfetto piacer;
Quel piacer che nell'umile tetto,
Non risente magnanimo petto,
E beltà che ad un solio non giunge
Troppo a lunge dal vero poter.

AXUR
Ognun s'inchini, e la mia bella adori.

ASPASIA
O spaventosa sorte.
(Tutti s'inginocchiano)
Che me persegui cogli orrori tuoi:
Dal cupo seno di profonda notte
Qual mai nuova a me
sorge infausta luce?...
Dove son io? Palpito, gelo, e manco!

FIAMMETTA
Nella reggia d'Axur...

ASPASIA
Numi! che sento?

AXUR
(Biscroma, che portento?)

ASPASIA
Nella reggia d'Axur?

AXUR
Si d'Axur che t'adora.

ASPASIA
E' questa iniquo,
la mercede che rendi
Alla fede, al valor! egli la vita
A te salvò, tu gli rapisci.... O Brama...
(sviene)

BISCROMA
O che orrendo trasporto!
L'eccesso del dolore
Le pupille le chiuse.

UNO SCHIAVO
Ahi qual la copre
Tetro velo di morte!

AXUR
Sciagurato!
Tu parli di sua morte!
(uccide lo schiavo)
Mori tu pria di lei: e voi, vigliacchi,
O rendete la luce agli occhi suoi
O s'armeran, per questo serro il giuro
Se mai perdo costei,
Sopra tutto il serraglio
i sdegni miei.

CORO
Si vada subito,
Tutto si faccia,
Se Axur va in collera,
Se Axur minaccia,
Sappiam che il fulmine
Lontan non è.
Prima che scoppino
Suoi sdegni orribili
Seguiamo gli ordini
Del nostro Re.

(Tutti partono menando seco Aspasia)

Scena IV
Urson, Axur poi Atar

URSON
Signor, il prode Atar, quel gran guerriero
Del popol maraviglia!
Disperato, e fremente
Chiede udienza, e giustizia.

AXUR
Fremente, disperato?
(si rasserena un poco)

URSON
Ah tanta è la sua pena,
Che un uom in lui si riconosce appena.

AXUR
Digli ch'entrar gli lice:
Son compiuti i miei voti, egli è infelice.
(Atar entra e si ferma un poco)
Valoroso campion, parla che chiedi?

ATAR
Pietade, signore
Del misero Atar,
Di guerra la face
In grembo alla pace
Da un empio, da un perfido
Io vidi allumar.
Distrusse i miei campi,
I servi m'uccise,
Fe il tetto bruciar.
Pietade, signore,
Del misero Atar.

AXUR
Grazie o possenti Dei!
Sciolti già sono i giuramenti miei.
No non temer che invendicati io lasci,
Valoroso soldato, i torti tuoi,
Tutto sperar tu puoi
Da chi deve a te solo e vita, e reggia.

ATAR
La sua clemenza, o Sire,
Deve ogni alma adorar: tutti gli oltraggi,
E tutti i mali miei
Obbliar io potrei,
Ma il più grande, il più amaro
Obbliar non si può. La cara Aspasia
Il barbaro mi tolse.

AXUR
Altamor, chi è costei?

ALTAMOR
Se non m'inganna
Un fallace sospetto
Qualche schiava sarà di vago aspetto.

ATAR
Come? Aspasia una schiava?
Sire, perdona! a si odiosa idea
Non resiste quest'alma; Aspasia
Soave luce di Paradiso
Entro il bel viso
Brillava ognor.
Parean celesti
Li sguardi, e i gesti,
Il dolce suono
De' cari accenti
Piovea contenti
Dentro il mio cor.
Dove t'ascondi,
Tesoro amato?
Deh mi rispondi
Se vivi ancor?

AXUR
E puoi, prode guerrier, di molle pianto
Per donnesca beltà bagnare il volto
Se l'oggetto t'è tolto
Della tua fiamma, havvi un serraglio intero,
Che miglior t'offre impero;
E per una beltà, quando tu 'l vuoi,
Mille trovar ne puoi; ma non si trova mai
Quell'onor che si perde in pianti, e in lai!

ATAR
Ah signor!...

AXUR
Dove andò quel maschio ardire,
Che vantar solevi un dì?
Dove andò l'orgoglio, e l'ire,
Al cui lampo in marzial campo
Il nemico impallidì?
Tu che ha nuoto me traesti
Da spumoso ampio torrente,
Tu che intrepido facesti
Un macello d'ogni gente,
Né per foco, trage, e morte
mai spargesti un sol sospir,
Or quel cor, quel cor si forte,
Perchè perdi una vil serva
Lascierai così languir?
Dove andò l'orgoglio, e l'ire,
Dove andò quel maschio ardir?

ATAR
S'io ti salvai la vita,
Se il degni rammentar,
Lasciami vendicar
Il mio tesoro.
Soffri che in nave armata
Insegua il traditor;
Ch'io mora, o trovi ancor
Colei che adoro.

Scena V
Biscroma e i suddetti.

BISCROMA
Ah s'avvisare Atar...

AXUR
Biscroma, cosa brami? i detti tuoi
Sian da me solo intesi.

BISCROMA
Sire, la bella...

AXUR
Irza... la bella...

BISCROMA
Si... Irza...

AXUR
Ebben, che fa?

BISCROMA
Signor, ella rinvenne.

ATAR
Axur, la tua grand'alma
E' sensibile, il vedo; entro il tuo ciglio
La gioia scintillò; deh per quest'Irza
Per quest'Irza, o Sultano,
(s'inginocchia)
Sii pietoso, ed umano,
Concedi ai mali miei questo conforto.

AXUR
Atar, parla sincero:
Sei tu ben infelice,
Ma infelice davvero?

ATAR
Ah non ha forse
Uom di me più meschino il mondo intero!

AXUR
Prega che ai voti miei
La bella Irza si pieghi
E nulla sia che ai tuoi desir si nega.

ATAR
Irza bella, e chi ti arresta?
Non è tuo de' numi il figlio?
Fa ch'ei trovi nel tuo ciglio,
Pari fiamma a quella ond'ardì
Cò bei sguardi il suo gran cor:
Ah si rendilo felice...
Se farlo senza colpa a te pur lice.

(Biscroma furtivamente fa ad Atar de cenni contrari)

AXUR
Oria che la nuova aurora
Risorga in oriente:
Schiera d'armata gente
Sia pronta al suo voler.
De l'onde fra i perigli,
Fra l'inimico orgoglio
Tu segui, io così voglio,
Tu servi il mio guerrier.
(ad Altamor)
(Misero te, se mai
Lo torno a riveder.)

ALTAMOR
Sire a ubbidirti io volo:
Basta il mio braccio solo
Tuoi cenni ad eseguir;
Giuro di tua grand'anima
Ma speme prevenir.

ATAR
E questo serro anch'io
Giuro de non depor
Pria che dell'idol mio
Non trovi il rapitor,
Pria che dall'empie viscere
Io non gli svelga il cor.

AXUR
Tutta la forza senti
De' giuramenti suoi,
Vanne, e ritorna poi;
Il premio di tua fede
Spera dal tuo signor.


AXUR e ALTAMOR
Veggio abbassato, e vinto
Il fasto di costui,
Ed a tormenti suoi
Sento brillare il cor.

ATAR
Da quanti affetti mai
Sento straziarmi il petto
Tutto mi da sospetto,
Tutto mi fa terror.

BISCROMA
Ah chi mi dà consiglio,
Onde avvertir l'eroe!
Io sento al suo periglio
Tutto gelare il cor.
(Biscroma e sentito d'Axur alla parola periglio)
Periglio! e che periglio
Saria per Altamor,
Se non capisci bene
L'idee del mio signor.

(Partono)
FINE DELL'ATTO SECONDO


 

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