ATTO TERZO


 


 

Scena I
Piazza con veduta del tempio di Brama.
Axur, Arteneo

ARTENEO
Sire...

AXUR
Parla Arteneo; da me che brami?
(accenna alle sue guardie di allontanarsi)

ARTENEO
I popoli signor, d'un altro mondo
Questi lochi minacciano; da lungi
Il fulmine già fischia e già si vede
Superstizioso e stolto
Ire a' tempi de' Numi il popol folto.

AXUR
Ma ti pare Arteneo, che temer possa
D'uno stuol di pirati il regno mio?

ARTENEO
Più che il valor nemico,
De' tuoi popoli, o Sire,
La viltà mi spaventa: a noi conviene
Fra credere all'Indian, che il Cielo stesso
Regge i nostri disegni; a me la cura
Lascia d'insinuar al fanciulletto
Dagli auguri prescelto
Il nome di colui, che delle squadre
Condottiero essere deve;
Chi destini?

AXUR
Altamor.

ARTENEO
Il figlio mio?

AXUR
Lui stesso.
Io non gli rendo
Che una mercè dovuta.

ARTENEO
Ma chi farà d'Atar?

AXUR
E' morto.

ARETENEO
Morto!

AXUR
Si ordinai ch'egli mora.

ARTENEO
Nè temi... oh Dei!...

AXUR
Cosa temer! forse i rimorsi miei?

ARTENEO
Di tua milizia
Temi lo sdegno;
Temi di perdere
Corona, e regno,
Per te medesimo
Temi, o signor.
D'ogni trasporto
Capace fora,
Lo stuol terribile
Che Atar adora,
se il crede morto
Per tuo livor.

AXUR
Tranquillati, Arteneo: tutto previde
Questa testa politica:
Per un felice inganno Atar deluso,
Ricercando vendetta,
A se medesimo amai la morte affretta.
Tu fa che intanto uniscasi
Il popolo agitato,
Mostra che il cielo irato
E da' lamenti suoi,
Gli auguri informa, e poi
Con utile impostura
Di rinforzar procura
La nostra autorità.

(parte)

Scena II
Arteneo solo

ARTENEO
O divina prudenza! tu pur sei
L'anima delle cose! io per te tengo
Dello stato i secreti; io figlio mio
Fo duce all'armata, al tempio rendo
Il suo splendor, agli auguri la fama:
E un dì forse Altamor signor del mondo...

(parte)

Scena III
Atar solo poi Biscroma

ATAR
Da qual nuovo sciagura
Minacciato son io! sgombrate, o Numi,
Questa tetra caligine profonda,
Che l'alma mia circonda!
Stamane allor che incauto Irza pregai
Di rendersi ad Axur, terribil segno
Fe i miei sensi gelar... da qual sciagura
Minacciato son io! sgombrate, o Numi,
Questa tetra caligine profonda,
Che l'alma mia circonda!

Scena IV
Biscroma, Atar

BISCROMA
Riconoscimi, Atar.

ATAR
Biscroma!

BISCROMA
O grande!
O magnanimo eroe! la sorte mia
La mia felicità, la vita stessa
A te solo degg'io! Perchè non posso
Render a te quel ben che a me tu desti?

ATAR
Ah non parliam di questi
Rimoti avvenimenti... Aspasia sola...

BISCROMA
Aspasia... Aspasia... ah senti, e ti consola.
Tu nel mar la cara sposa
A cercar andresti invano.

ATAR
Giusti Dei! dov'è nascosta!

BISCROMA
Nel serraglio del Sultano.

ATAR
Dal Sultano!

BISCROMA
Il finto nome
D'Irza porta.

ATAR
Ah parla! come;
E chi fu che la rapi?

BISCROMA
Altamor!

ATAR
Perfido, indegno!

BISCROMA
Importuno or'è lo sdegno;
I giardini del serraglio
Tu sai dove bagna il mar:
Guarda ben, non prender sbaglio:
S'hai coraggio questa notte
Una serica scaletta
Lungo il muro andrò a calar.

ATAR
Generoso amico mio...

BISCROMA
S'apre il tempio: addio, addio.

(parte)

ATAR
V'andrò tutto si tenti:
Ogni riparo è poco
Ad un furente foco,
A un disperato amor.
Penetrò i recessi
Dal tuo recinto infame,
Non sazierai tue brame
O perfido Avoltor.
In lei che viva o morta
Saprò strapparti ancor.
Nè deplorar mia sorte
Qualunque sia per me,
Merita ben la morte
Chi ha te la vita diè.

(parte)

Scena V
Arteneo, Axur, poi Elamir, sacerdoti, etc.

ARTENEO
D'una scelta importante oggi dobbiamo
Il Cielo consultar: Voi preparate
I sacri arredi, e l'ara,
Voi tra i fanciulli agli auguri commessi
Quallo sciegliete a cui più vivo il raggio
Di Brama scintillò, dandogli un core
Semplice, e pieno di divin candore.

UN SACERDOTE
Il giovane Elamir
Fu da noi destinato, egli a te viene.

ELAMIR
Padre mio...

ARTENEO
Caro figlio, avvicinatevi!
Qual di splende per voi! credete dunque
Ch'or vi favelli il Ciel per labbro mio?

ELAMIR
Si signor, lo cred'io.

ARTENEO
Per voi dal Cielo
Il vindice del regno oggi sia scelto:
Dite quel ch'ei vi spira: ah s'egli mai
Vi spirasse Altamor, saria per noi
La vittoria sicura,
E il regno a noi dovria la sua ventura.

ELAMIR
Tanto lo pregherò, che spero alfine
Ei me lo inspirerà.

ARTENEO
Anch'io lo spero:
Pregatelo con cor puro, e sincero.
(s'inginocchia il fanciullo)
Come ape ingegnosa
Sui lucidi albori
Dai teneri fiori
Cavare sa il mel;
Così tutto ottiene
Fanciullo innocente
Che innalza la mente,
Che supplica il Ciel.

ELAMIR
O Numi possenti,
Se voti sinceri
Di labbri innocenti
Pon tutto ottener;
Voi fate che scenda,
E puro a me splenda
Il vivido raggio
Del vostro saper.

Scena VI
I suddetti, Axur, Altamor, Arteneo, grandi dell'impero, popolo, etc.

ARTENEO
Tutto il popol o figlio, al sacro tempio
Ora vedi arrivar, pria ch'ei conosca
Il suo vendicatore
Arrossir lo farai del suo terrore.
Vicini ai nostri lidi
I Cristiani ei crede;
Tu l'assicura che un inganno è questo,
E prenda Brama poi cura del resto.
Re del persico mar, servi del tempio,
Abitanti d'Ormus, grandi del regno,
La nazion, l'armata
Attende un generale.

CORO
S'oda pur chi sceglie il cielo
Per la nostra sicurtà.

ARTENEO
D'ubbidire promettiamo,
A chi Brama sceglierà.

CORO
Su quest'ara a lui giuriamo
Obbedienza e fedeltà.

ARTENEO
Dio sublime nella calma,
Grande, e altier nella tempesta,
fa che sorta ormai da questa
Pura bocca ed innocente,
Tra lo stuol di questi eroi
Qual più vuoi, qual piace a te,
Ei sia caro a tutti noi,
Egli porti orrori, e morti
A un nemico senza fè.
Figlio, Figlio, il ciel ti spira.
(con caricata gravità)
Parle, dì l'eroe qual'è.

ELAMIR
Popoli mal accorti
(alzano il fanciulletto)
Dal terror traviati, e che può mai
Farvi temer il barbaro cristiano?
Voi paventate invano; ha forse il regno
Mancanza di sostegno? ah rimirate
Intorno Axur i difensori vostri... Atar...

CORO
Atar, Atar...
Brama per noi sarà.
Egli destina Atar,
Atar, Atar, Atar.

ALTAMOR
Olà calmate
quegli ardenti trasporti.

ARTENEO
Popoli, fu un sbaglio : il cielo, o figlio,
V’illumini la mente.

ELAMIR
Il Cielo, o padre,
Fu la cagion che pria
Uscisse Atar fuor della bocca mia.

CORO DEL POPOLO
Atar il giovinetto
Per condottier ci dà !
Egli è dal Cielo eletto,
Egli con noi verrà !

AXUR
Da un altro giuramento
E’ ritenuto Atar : il suo gran core
A una giusta vendetta or chiama amore.

ATAR
Adempirò signore, al doppio impegno
Di far vendetta, e di servire al regno.
Chi vuol la gloria
Alla vittoria
Voli con me.

CORO
A me, a me !

ATAR
Sudditi, schiavi
Su su alle navi
Coraggio, e fè.

CORO
A me, a me !

ATAR
L’armi scuotete,
Di sangue sete
Mostrar si dè.

CORO
A me, a me !
 

ATAR
Chi vuol la gloria
Alla vittoria
Voli con me.

CORO
A me, a me !

AXUR
Ah le strida importune
Più soffrir non degg’io
D’un popolaccio sordo al cenno moi.
(Vuol partir. Altamor lo ferma)

ALTAMOR
Non partir : la scelta è ingiusta,
E contraria ai dritti tuoi,
Deve forse a te, ed a noi
Leggi impor plebeo guerrier.

ATAR
La viltà de’ miei natali
Si perdè tra le vittorie,
E non vo dell’altrui glorie
Come tu superbo, e fier.

ALTAMOR
Sire…

AXUR
Taci…

ALTAMOR
Ah se non fosse
Che rispetto al Re degg’io
Vil cagion dell’odio moi,
Saprei farti ben pentir.

ATAR
Forse son l’onte, e l’offese
L’armi tue, rivale audace ?

ARTENEO
Sire…

AXUR
Taci…

ATAR
E quali imprese
Puoi vantar in guerra, o in pace ?
Qual torrente oltre passasti ?
Qual nemico superasti ?
Dove porti il sen piegato ?
Per cui l’arbitro di stato
Effer vuoi con vano ardir ?

ALTAMOR
Pria che appaghi il folle orgoglio
Qui fellon provar ti dei.
(Cava la spada con fuoco)

ARTENEO
Ah furor ! mio figlio…

ALTAMOR
Io voglio
Quel ribaldo ormai punir.

ATAR
Calma l’ira, o sciagurato :
Il guerrier quand’è sdegnato
E’ sicuro di perir
(Cava la spada placidamente)

ARTENEO
Giusti Numi, il vostro tempio
Forse è un campo di battaglia !

CORO
Ah impedisci il tristo esempio,
Grande Axur non lo soffri.

AXUR
(Avquietiam questa canaglia)
Arrestate
(ad Altamor ed Atar)

ATAR
Axur commanda :
Pronto io son ad ubbidir.
Io l’attendo alla gran valle
(prende Altamor per la mano placidamente)
Se l’usato ardir non langue
Nel mio cor ne braccio mio,
Io berrò quell’empio sangue
Rea cagion dè miei sospir.

AXUR
Ah di perderlo il momento
Era questo eterni Dei !
Ma del padre lo spavento
Venne il colpo ad impedir.

ALTAMOR
Ah qual Dio potrà salvarti
Dal furor di questa mano !
Vo per tutto seguitarti !
Gran vendetta vo eseguir.

ARTENEO
Quell’audacia, quel corragio
M’empie l’alma di sospetto,
E pel figlio il cor nel petto
Io mi sento interizzir.

(A strepit d’armi Axur rimete il baston di comando ad Atar, poi tutti partono)

CORO
O tu che tutto puoi,
Nume possente, e grande,
Difendi i figli tuoi
Col tuo divin favor :
Tu fa che l’oste cada,
Fa che furente , esangue,
Nuoti tra polve, e sangue,
E le spumanti labbia
Morda nel suo dolor.
(parte)

FINE DELL'ATTO TERZO

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