PIETRO METASTASIO

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METASTASIO, pseudonimo di TRAPASSI PIETRO (Roma 1698-Vienna 1782)
Fu verseggiatore precocissimo.A sedici anni  sbalordì Gianbattista Vico improvvisando innanzi a lui quaranta ottave.Il suo pseudonimo fu suggerito dal suo maestro ,il poeta arcadico G.V.Gravina.
Stabilitosi a Napoli nel 1719,dove prese gli ordini minori,divenne amante di una celebrata cantante: Marianna Benti-Bulgarelli,detta la "Romanina" ,che lo spinse ad apprendere la musica con Porpora,per il quale scrisse successivamente diversi libretti.Il suo primo successo  fu la Didone abbandonata,musicata da Domenico  Sarro,andata in scena trionfalmente a Napoli nel 1724,naturalmente con la "Romanina" quale protagonista.
La Didone abbandonata fu musicata da settanta diversi compositori,questo a testimonianza dell'importanza di Metastasio nello sviluppo della librettistica.Succedette a Zeno come poeta di corte a Vienna,carica che mantenne fino alla morte.I suoi  libretti furono musicati dai maggiori musicisti del XVIII secolo e persino del primo ottocento.Metastasio,considerato il più grande poeta del suo tempo e successivamente criticato e ridimensionato dai romantici,completò il disegno di Zeno di riformare l'opera lirica secondo i principi del secolo dei lumi.Eliminò gli eccessi scenici e narrativi,le trame intricate ed illogiche,non facendo ricorso al soprannaturale,se non quando parte integrante delle azioni mitologiche narrate,bandì sopprattuto la commistione di serio e buffo,creando il concetto stesso di opera seria (fatto che determinò d'altro canto  lo sviluppo e il trionfo del genere buffo come creazione a se stante).Per contro utilizzò spesso il lieto fine per attenuare i sentimenti esasperati della tragedia,ma non solo per accondiscendere al gusto di un pubblico che voleva essere edificato e divertito ma non  turbato,quanto per la sua piena adesione alla concezione illuministica che un mondo basato su principi chiari e razionali non può condurre che al bene universale.Dai suoi 40 testi furono tratte almeno mille opere,600 delle quali in Italia e le rimanenti a Vienna.I soggetti sono fondamentalmente mitologici o storici.Dal punto di vista della struttura Metastasio canonizza la differenza tra "aria",che esprime un momento riflessivo,di manifestazione di sentimenti  (di ogni genere,dall'ira alla gioia,alla malinconia) e il "recitativo",in cui si svolge l'azione vera e propria.I suoi versi sono di grande bellezza,ma nonostante fossero a volte rappresentati anche senza musica,non vivono, senza questa,di vita propria.Le principali critiche rivolte a  Metastasio furono di aver creato un teatro astratto,veicolo di idee più che di personaggi reali e di azioni e di attribuire il medesimo linguaggio piacevolmente pastorale a dei,eroi,e personaggi umili.I suoi principali libretti furono:Siface (1723),Didone abbandonata (1724),Catone in Utica (1728),Semiramide (1729),Alessandro nelle Indie (1729), L'Olimpiade (1733),La clemenza di Tito (1734),Attilio Regolo (1740),da molti considerato il suo capolavoro,Romolo ed Ersilia (1765),Ruggiero (1771)
Molti di questi libretti furono rimaneggiati da altri librettisti per esigenze varie.
Vale al pena di riportare il giudizio di Carlo Goldoni(1707-1793)che nelle Memorie  da di Zeno e Metastasio:"L'Italia va debitrice a codesti due illustri autori della riforma dell'opera.Prima di loro non si vedevano in quegli armoniosi spettacoli altro che Dei e diavoli e macchine et elementi del meraviglioso.Zeno per primo credette che la tragedia si poteva rappresentar in versi lirici senza degradarla,che la si poteva cantare,senza indebolirla.Eseguì il suo progetto nel modo più gradevole per il pubblico,e nel pù glorioso per lui e la nazione sua.Nelle sue opere si vedono gli eroi come erano ,o per lo meno come ce li presentano gli storici,caratteri forti e sostenuti disegni sempre ben condotti;episodi sempre legati all'unità dell'azione:;stile maschio e robusto,le parole delle arie adatte alla musica del suo tempo.Se osassi fare dei confronti direi che il Metastasio ha imitato Racine nel suo stile,mentre Zeno ha imitato il vigore di Corneille.Il Metastasio che gli succedette,compì la perfezione di cui era capace la tragedia lirica:stile puro ed elegante,versi scorrevoli ed armoniosi,mirabile chiarezza nei sentimenti,un'apparente facilità che nasconde il duro lavoro della precisioneenergia commovente nel linguaggio delle passioni;ritratti,quadri,descizioni ridenti,morale dolce,filosofia insinuante,analisi del cuore umano,cognizioni sparse senza profusione e appicate con arte;arie,duetti o a dir meglio madrigali incomparabili,ora sul gusto di Pindaro,ora su quello di Anacreonte,che l'hanno fatto degno dell'ammirazione e gli son valsi la corona immortale che gli italiani gli hanno decretato e che gli stranieri non gli ricusano."