I dizionari Baldini&Castoldi

Antigona di Tommaso Traetta (1727-1779)
libretto di Marco Coltellini

Tragedia per musica in tre atti

Prima:
Pietroburgo, Teatro imperiale, 11 novembre 1772

Personaggi:
Antigona (S); Ismene, sua sorella (S); Creonte, re di Tebe (T); Emone, figlio di Creonte (A); Adrasto



La tragedia classica approda dalle mani di Sofocle a uno dei titoli più innovativi dell’opera seria nel Settecento maturo, secondo frutto della collaborazione tra il compositore e il librettista Marco Coltellini.

I due fratelli di Antigona si sfidano a mortal tenzone. La ragazza e il suo amato, Emone, vorrebbero dare dignitosa sepoltura alle spoglie di entrambi, ma il re Creonte lo vieta; ciononostante decidono di persistere nel loro piano, firmando così la propria condanna a morte. Il tiranno opta alla fine, fortunatamente ma anche un po’ frettolosamente, per la clemenza, revocando il giudizio già emesso e concludendo il dramma in un fastoso divertissement .

Dopo la prima brillante prova dell’ Ifigenia in Tauride (Vienna 1763), il duo Traetta-Coltellini scrisse l’ Antigona alla corte della zarina Caterina II, durante i sette anni del soggiorno del compositore a Pietroburgo; ulteriore tappa lungo il cammino del rinnovamento dell’opera seria, il dramma apre largamente a forme francesi e a forti suggestioni gluckiane. La partitura offre infatti, aldilà di alcune cadute evidenti, una serie di gustosissime novità, antitetiche rispetto alla tradizione italiana: Traetta scandisce formalmente l’azione per blocchi compatti, aprendo ogni atto con una combinazione (francese e gluckiana) di danza pantomima, recitativo e coro; l’impianto delle tonalità contribuisce nettamente a fissare aree distinte nello svolgersi della vicenda; l’opera si chiude infine con la grandiosa esibizione del corpo di ballo, del coro (quello celebre della corte imperiale) e dell’orchestra in una monumentale ciaccona. Inoltre i brani d’insieme (in particolare i terzetti) sono frequenti, le arie più brevi e diversificate, i cori (raffinati nella loro scrittura polifonica) rivestono grande importanza, mentre il colore orchestrale è particolarmente ricco sul versante dei fiati (clarinetti e fagotti). Tematicamente l’interesse passa dalla classicità bonaria e stilizzata di origine metastasiana a una tragicità intensa, che inscena la solitaria, impari lotta dell’individuo contro il destino: come avviene nel luogo più celebrato dell’opera, che mostra Antigona – interpretata alla ‘prima’ dalla celebre Caterina Gabrielli – durante l’angosciosa lamentazione funebre notturna “Ombra cara e adorata”, in cui si avverte distintamente l’influsso dell’ Orfeo ed Euridice di Gluck.

r.m.

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