TESTO BASE
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[16] Per l'appunto Cublai gran Can dei Tartari e Catilina, entrambe musicate dal Salieri (la seconda risale al 1792) ma non rappresentate. Non sappiamo come il Casti giudicasse questi lavori, ma riferiamo invece il suo giudizio in merito ai due precedenti che rileva come La grotta di Trofonio «è riuscita sì bene che non solamente ha potuto reggere al paragone del Teodoro, ma presso molti ha ottenuto perfino le preferenze.» In questa prospettiva ricordiamo il positivo giudizio dell'Arteaga circa entrambe le opere e soprattutto in riferimento al genere nuovo al quale auspicava un consistente prosieguo. Da Ponte invece sosteneva che il «secondo atto» della Grotta «quanto alla poesia distruggeva interamente l'effetto del primo, del quale non era che una perfetta ripetizione» ma giudicava questa «opera assai più bella del Teodoro».

[17] A proposito di tale forma, per quanto attiene alla musica vocale, occorre precisare che i prototipi risalgono al genere cantatistico di Luigi Rossi e di Giacomo Carissimi che consistevano nella ripetizione di un breve andamento d'aria tra il recitativo e l'arioso, con funzione evidentemente connettiva. Nel mondo melodrammatico il rondò preparò gradatamente il rilievo enorme che doveva avere tra la fine del XVIII secolo e l'inizio del successivo. L'impiego non fu soltanto nelle arie solistiche ma anche nei finali dove anzi tale forma si rivelò particolarmente utile.

[18] Alessandro conte di Cagliostro, ovvero Giuseppe Balsamo, nato a Palermo nel 1743, è l'emblema massimo dell'interesse morboso per l'alchimia e le scienze occulte che animò gran parte del Settecento europeo. Celeberrimo in tutta Europa egli vi diffuse la carica enorme della sua personalità eccezionale, trascinante indubbiamente per le sue facoltà superiori più che per il vantato possesso di segreti quali l'acqua di giovinezza e la pietra filosofale. Grande risonanza ebbe, proprio nel 1786, l'affare della «collana» che io fece espellere dalla Francia. Rifugiatosi a Roma nel 1789 fu imprigionato quale eretico e condannato al carcere perpetuo. Morì sei anni più tardi, nel 1795 a San Leo.

[19] Interessante è leggere il giudizio di Salieri stesso sulla musica della Grotta. « Questa musica - affermava - è di stile insolito, come il libretto richiedeva. Ottenne in Vienna straordinario successo; fu la prima opera stampata in partitura». Stile insolito: in questo senso possiamo appunto ritenere fondamentale la ricerca di fusione tra lo stile che diciamo mozartiano e quello di Gluck, entrambi però svolti con l'indubbio esercitarsi della naturale inventiva melica italianeggiante di Salieri. Ai fini dell'inquadramento storico soggiungiamo che Mozart non aveva ancora composto, all'epoca della Grotta di Trofonio, le Nozze di Figaro che andarono in scena sempre al Burgtheater l'anno successivo, esattamente il 1° maggio 1786. Il riferimento a Mozart, che per noi naturalmente comprende anche quest'opera e le altre successive, deve invece puntare soprattutto sul Mozart italiano dell'Idomeneo (1781) e sul Morzart tedesco dell'Entführung aus dem Serail (1782).

[20] A. VON HERMANN, Antonio Salieri. Eine Studie zur Geschichte seines künstlerischen Wirkens, Vienna, 1897.