CARTEGGIO

ARRIGO SERATO - FERRUCCIO BUSONI


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Arrigo Serato, violinista, (Bologna, 7-11-1877 - Roma, 27-XII-1948), figlio di Francesco, violoncellista. Studiò con F. Sarti dall'età di 6 anni (diplomandosi nel 1894) e a 17 esordì in pubblico intraprendendo una brillante carriera con tournées all'estero fra cui Berlino (1895), ove fu in contatto con Joachim e con Busoni, e Vienna; fu poi (1914) in America. Rientrato in patria nel 1915, ebbe la cattedra di violino al Conservatorio di S. Cecilia a Roma e nel 1926 quella di perfezionamento. Nel 1925 suonò in trio con Pizzetti (pianoforte) e Mainardi (violoncello) e fino al 1930 col «Trio Italiano» (Lorenzoni, pianoforte e Bonucci, violoncello). Lasciato il concertismo nel 1932, tenne i corsi estivi di perfezionamento all'Accademia Musicale Chigiana di Siena. [DEUMM]
1. SERATO A BUSONI
Berlino, Wihnersdorf (?), 7 - 2 - 911

Mio caro Ferruccio
Prima di tutto devi perdonarmi questo mio lungo silenzio, cagionato non dalla pigrizia, ma fortunatamente dal molto lavoro che ho avuto nel mese passato. Notizie della vita musicale di qui ne avrai già avute più recenti delle mie: l’unico avvenimento è stato lo scarso successo del Cavaliere della Rosa che qua come scherzo chiamano già "Hosen Kavalier" e che è destinato alla fine delle sorelle Salomè ed Elettra: ora l’opera si rappresenta a Monaco dove, trovandomi per un concerto, spero di assistervi, a Milano pure a giorni la daranno alla Scala, pel resto la vita musicale Berlinese si segue come il solito, senza nessun avvenimento importante.
Il mio concerto del 7 febbraio dove ho eseguito i concerti di Bach mi maggiore, Beethoven e Brahms è riuscito molto bene e ho avuto la soddisfazione morale di vedere nel pubblico un interesse tanto grande, che per la prima volta a Berlino ho provato la gioia del «Ausverkauft» ma a parte questo piacevole incidente, il risultato artistico è stato per me di molta soddisfazione ed anzi mi permetto di inviarti le critiche avute, e se tra un tuo viaggio vorrai leggerle, sono certo che mi compiangerai! Ti dico ciò perché conosco le tue idee su i critici Berlinesi, ma ritornando a una cosa seria e che mi interessa molto, e ricordando sempre la tua bontà per me, ho scritto al tuo impresario signor Hanson inviandole [sic] diverse mie critiche, come tu mi consigliasti; e accennandole che tu le avresti parlato di me e credi mio caro Ferruccio, una tua buona parola sarà per me il più valido degli appoggi e questa buona parola in mio favore, io spero che tu la vorrai dire, che oltre al bene materiale che può farmi, sarà per me una vera soddisfazione morale, perdonami però questo disturbo che mi permetto di darti ricordando la tua buona e cara promessa. Se un momento di tempo ti permetterà di ricordarti di me con una sola riga, te ne sarò tanto grato. Inutile dirti che la signora Malatesta e figliuole, ti ricordano sempre e desiderano essere a te e a Gerda rammentate.
Ti abbraccio con affetto unitamente alla cara Gerda.
Tuo
Arrigo Serato
Sächsischestrasse 44
Wihnersdorf - Berlin

2. SERATO A BUSONI
6 aprile 1912
Telegramma a Gerda Busoni
Hotel Esplanade
Hamburg

Prier telegraphier quelle heure repetition generale [dell'opera «Die Brautwahl»]
Saluti Serato
3. SERATO A BUSONI
Illustre Maestro
Ferruccio Busoni
Victoria Luise Platz (sic)
Berlin W
(Busta del Grand Hôtel et d’Italie Bologna)
[forse 7 luglio 1912, timbro postale non chiaro]

Carissimo Ferruccio
Grazie della tua lettera, mi occuperò di ogni cosa con grande piacere. Ferrari desidera molto avere la traduzione Italiana della «Sposa sorteggiata», ed anche la partitura per la quale con ho potuto conferire col Gutman [impresario di Busoni], come debbo regolarmi con questa?
La città del debutto potrebbe essere Torino.
Per la villa debbo vederne due in questi giorni; vorresti dirmi approssimativamente la spesa? Ho parlato con diverse persone di questo tuo progetto. Bologna sarebbe fiera di ospitarti nei suoi splendidi dintorni e tutti si augurano che il progetto tuo si realizzi. Ed ora un’ultima cosa e ti lascio tranquillo. Ferrari [Rodolfo] dirigerà il primo Dicembre prossimo un concerto all’Augusteo di Roma, nel quale vorrebbe eseguire Turandot; come posso fare avere la partitura a Ferrari? Desidera molto vederla e studiarla.
Con grande affetto ti saluto
tuo
Arrigo Serato
4. SERATO A BUSONI
All’Illustre
Ferruccio Busoni
Corso Magenta 88
Milano

4 maggio*
(*anno non specificato, illeggibile sulla busta, probabilmente 1912, ma allora la lettera precedente?)

Carissimo Ferruccio
È vero o non è vero?
Di qua a leggere i giornali che parlano della tua accettazione o rifiuto alla direzione del Liceo di Bologna, ci si perde il latino, perciò mi sono detto che forse il mezzo migliore per sapere qualche cosa di concreto è di scrivere a te direttamente.
Se la tua accettazione è già un fatto compiuto, per noi tutti qua tuoi amici e ammiratori è un grande e grosso dispiacere tanto più, come credo, questo ti terrà lontano da Berlino e così ci priverà anche delle care e sempre interessanti ore che si passeranno da te.
Dopo l’ultima smentita nei giornali di Berlino non è più comparso nulla oggi, solo il Corriere della Sera ritorna sulla notizia, che dopo vive pressioni, hai accettato.
L’unica speranza è che la direzione del Liceo di Bologna tu la tenga per corrispondenza dalla Victoria Luise Pl[atz] perché mi pare una cosa mostruosa che tu ti rinchiuda a Bologna. Se vorrai darmi un cenno di risposta mi sarà cosa molto grata.
Intanto un affettuosissimo saluto dal tuo
Arrigo Serato
5. SERATO A BUSONI
Illustre Maestro
Ferruccio Busoni
Liceo Musicale Bologna
(Lettera dalla Germania)

Timbro postale 14 maggio 1914

Infinite grazie per il manoscritto della cadenza per il concerto di Brahms. Ho aggiunto un paio di legature alle bozze di stampa e mandato saluto al Simrok [editore berlinese].
Abbiti ancora tutta la mia riconoscenza per il grande piacere che mi hai procurato col giro di concerti ora eseguito in Italia sotto la tua direzione, così pure per il beneficio artistico che io riporto ogni qual volta ho la grande fortuna di fare musica assieme a te. E tu sai quanto conto io ne faccia di ogni più piccola osservazione.
Quando potrò rivederti a Berlino? Mi auguro molto presto e forse colla gradita sorpresa di un piccolo abbozzo per il nuovo pezzo di violino! Perdona la mia insistenza ma tu puoi immaginare quanto me mi sta a cuore.
Vivissimi rallegramenti per l’acquisto così billig! del Brunet, oggi vale da 250 a 300 fr.
Un affettuosissimo saluto dal tuo Arrigo Serato
6. BUSONI A SERATO
Zurigo, 7 Ottobre 1915.

Carissimo Serato,
mi dispiace assai non poterti vedere prima della tua partenza, che Gerda mi dice esser definitiva. Mi sento ancora bastantemente riconvalescente da non azzardare le fatiche d’un viaggio, terribilmente complicato per le sconcerie delle frontiere. Quest’argomento si riferisce ad un mezzo appuntamento che aveva col Conte di San Martino per il 7, 8 o 9 Ottobre a Milano (Hotel Cavour).
Ma già il Vice Presidente Conte Blumenstihl (mi pare) mi fece intravedere in un colloquio, che il Conte San Martino contava su di me come professore di pianoforte a Roma, e non più oltre.
Io prontamente dichiarai la mia poca inclinazione a tal genere d’attività.
Si trattava poi di uno o due concerti all’Augusteo, che promisi di accettare. Al Conte Blumenstihl feci comprendere che un invito come direttore d’orchestra mi sarebbe stata cosa graditissima.
Finalmente tutto si tacque.
Ma la questione non è risolta, ed il Conte San Martino mi è ancora debitore d’una proposta formale, come io gli sono debitore dei concerti promessi. dei quali le date ed i programmi e le condizioni sono ancora da fissarsi.
Spero di avere esposto chiaramente la situazione.
Ti pregherei dunque di presentare anzitutto le mie scuse al Conte e di pregarlo di determinare ed accelerare le sue risoluzioni .
Qui son benissimo accolto ed appena arrivato, mi fu offerta un’attività abbastanza estesa come pianista. compositore e diretto-re d’orchestra, a Zurigo ed in altre città.
Prima d’accettare vorrei essere in chiaro con Roma, per non compromettere di nuovo le relazioni colà. Prega dunque il Conte di aver pazienza e d’informarmi quanto prima dei suoi progetti a mio riguardo (*).
Anche relativamente all’affitto d’una abitazione, etc., qui od al-trove, molto dipende dalle intenzioni del Conte; ma non mi con-viene di attendere più a lungo. Capirai che io non verrei a Roma per far ivi una parte secondaria e che sarebbe peccato di sopprimere le mie capacità e possibilità artistiche, che ora si trovano nel loro pieno sviluppo.
Se puoi, fa' in modo di vedere il Conte a Milano e di telegrafarmi senz’altro indugio.
Iersera il violinista suonò il Concerto di Brahms e mi fece pensare alla nostra esecuzione di Bologna!
Caro Arrigo, che differenza! Va là, ti auguro che tu goda tutte le soddisfazioni che meriti; ed augurerei a me di potervi assistere e di averti vicino!
Ma la mia vita è troncata e quando mi sarà concesso di ritrovare l’ordine e la ragione (ora smarriti) nel mondo, io sarò divenuto vecchio.
Quella mezz’ora di Iselle mi ha rivelato più, chè tutto ciò che mi riferirono i giornali in un anno! Lo spostamento di tutte le regole, di tutti i diritti, di tutte le relazioni fra uomini e uomini mi risultò chiaro in quel momento umiliante e socialmente indegno, brutale ed impuro.
Grazie a Dio, qui manca completamente il senso della guerra ed iersera, dopo il concerto, in colta assemblea, il..... si trovò isolato a difendere i «doveri verso la patria».
Ho proposto di farti venire qui e a Basilea, probabilmente ti scrittureranno ed io dirigerò. Furono contentissimi li saperti qui.
Ti abbraccio
Tuo aff.mo FERRUCCIO

(*) Qui Busoni comincia a manifestare il suo vivo desiderio di ottenere in Italia una posizione degna naturalmente del suo nome, disposto a tralasciare qualsiasi attività altrove. Questo desiderio lo accompagnerà e lo ritroveremo espresso nella maggior parte di queste lettere.
7. BUSONI A SERATO
11 ottobre 1915

Carissimo Arrigo,
grazie dei due telegrammi. L’ultimo mi ha sbigottito un pochino. Un viaggio a Roma non è una cosa tanto semplice. Siamo in cerca d’una abitazione ed io sto contrattando per dei Concerti.
Il direttore d’orchestra [Volkmar] Andreae ha l’intenzione di cedermi il suo posto per dopo capo d’anno, allorché sarà richiamato all’esercito come Maggiore e comandante di un battaglione. (È così in Isvizzera). Debb’io ora sospendere questi ed altri progetti, in favore di Roma? Per restar forse a mani vuote e senza alcun punto d’appoggio? E senza casa!
È da due mesi che non tocco l’istrumento, ed appunto stavo per rimettermi allo studio e riassumere le mie occupazioni.
Il Conte t’avrà ben accennato qualche cosa; di ciò potresti farmi parte in succinto e fornirmi d’una direzione più determinata.
Attendo dunque al più presto un altro tuo telegramma, per prendere una risoluzione.
Mi dispiace assai di seccarti, ma siamo in tempi di guerra, e ciò scusa molte cose.
Ti ringrazio di nuovo e ti saluto di tutto cuore.

Tuo aff.mo FERRUCCIO

Vuoi venire a Zurigo?

8. BUSONI A SERATO
Zurigo, 17 Ottobre 1915.

Caro Arrigo,
attendo un tuo cenno da Roma per decidere intorno alla «scappata»; intanto la situazione qui ha assunto forme più definite.
Mi hanno offerto un ciclo di quattro serate di pianoforte a Zurigo, e lo stesso a Basilea. Altro ciclo di quattro concerti sinfonici a Zurigo come direttore d’orchestra, più tre scritture regolari come solista a Zurigo, Basilea e Berna: tutte in un fascio e formando una concatenazione di mie esecuzioni musicali. E quel che vale assai: il tutto fu risolto nel corso d’una mezz’ora! Queste quindici serate comprenderebbero uno spazio di tempo dal 15 gennaio a 4 d’aprile.
Io ho accettato in massima, riserbandomi la libertà di ritirarmi, qualora i progetti di Roma si rivelassero più importanti.
Fra il Conte Blumenstihl e me, a Milano, erano stati proposti, ed accettai, due Concerti, principalmente nella mia qualità di piani-sta. Di questi cosa ne è divenuto, e quali ne sarebbero le date?
Contemporaneamente al tuo «Expres» (Ti ringrazio della premu-ra!) una lettera del Casella mi raggiunse, ripercossa da Nuova York, dove era indirizzata. Egli si dimostra molto soddisfatto della sua nomina a S. Cecilia, dalla quale si ripromette un’attività propizia «al rinascimento musicale, di cui il nostro paese dà tante prove e dove è certo di essere ajutato potentemente da numerosi giovani, che con mi formeranno una lega compatta».
Confesso che, anche tenendo conto delle disillusioni alle quali il Casella forzatamente si troverà di fronte cammin facendo, pure mi addolora, di esser tenuto lontano da un movimento di cui, per le mie massime musicali, dovrei trovarmi alla testa; mi addolora di veder abbreviarsi di ora in ora il tempo, che la mia vita mi lascia a disposizione per un tal compito, e temo che si faccia tardi (*).
M’addolora e mi inacerbisce di assistere da molti anni al governo musicale degli stranieri nella capitale d’Italia, e di apprendere nuovamente, che un decrepito cosacco [Igor Strawinsky] sarà preferito (e maggiormente acclamato) ad un bravo italiano.
La piccola Svizzera, a cui mi credeva perfettamente estraneo, fece a gara per rendermi omaggio, appena mi seppe soggiornante dentro i suoi confini; ne sono sorpreso e riconoscente.
Ma l’Italia, teme essa di compromettersi, quando s’accinge a rendermi un po’ di giustizia, così, in parentesi?
Perdonami questo sfogo e del resto di esso fa pure parte a chi riguarda, nei limiti che a te sembrerà opportuno di tracciare.
Spero di vederti qui dopo capo d’anno.
Intanto t’abbraccio e mi dico

Tuo aff.mo FERRUCCIO

(*) Alfredo Casella fu nominato professore di pianoforte a S. Ce-cilia; posto analogo era stato già in precedenza offerto al B. ma egli non lo aveva accettato per la sua poca inclinazione a tal genere di attività e perché la sua personalità artistica aveva raggiunto un tal grado di sviluppo e di maturità incompatibile con la funzione di professore di pianoforte. Il «rinascimento musicale» che Casella si riprometteva era un proposito suo personale, che egli riuscì a sviluppare all’infuori e indipendentemente dalla qualifica di professore di pianoforte.
L’amarezza di Busoni per essere tenuto lontano da questo movimento appare un po’ ingiustificata giacché, ripeto, l’opera che Casella riuscì a sviluppare non fu che merito della sua volontà e della sua iniziativa.
Questa lettera Alfredo Casella ha parzialmente pubblicato ne «I Segreti della Giara÷, Sansoni, Firenze, 1939, pp. 171-72.

9. SERATO A BUSONI
Illustre Maestro
Ferruccio Busoni
Rigi Strasse 42
Zurigo VI

Timbro postale 24 novembre (???)

23 ottobre (???) 1915

Mio caro Ferruccio.
Nulla di deciso posso comunicarti; il conte desidera sempre molto un abboccamento con te, ma io credo senza che lui sappia ancora come definire una posizione degna di te, l’unica cosa certa è che sono fissati per te tre concerti e cioè due come pianista e uno come direttore e che questi dovrebbero avere luogo nella seconda metà di Gennaio se a te così conviene.
Il Conte accennando all’eventuale colloquio con te mi diceva che forse insieme avreste trovato la soluzione per la tua stabilità a Roma. Vedi tu se in questo trovi uno stimolo per fare questa gita.
Io non mi azzardo consigliarti perché se poi le cose non si regolassero a tuo piacimento sarebbe un rimorso di avere in parte contribuito a questo viaggio.
L’ambiente musicale che qua si va formando, lo credo abbastanza buono ma si riuscirà a dare vita a tutte le buone intenzioni?
L’elemento estero direttoriale non predomina affatto all’Augusteo, l’italiano è il preferito.
Sono avvilito di non poterti dare una risposta risolutiva: forse che una tua venuta risolverà tutto, ed io me lo auguro di gran cuore e tu puoi credere con quale gioia e soddisfazione ti saremo noi tutti amorosamente devoti.
Un tuo cenno di risposta che potrai indirizzare all’Accademia di S. Cecilia, mi sarebbe tanto grato, pregandoti, se decidi la «scappata», d’avvertirli dell’ora d’arrivo.
Con grande affetto
Il tuo
Arrigo Serato

10. BUSONI A SERATO
Zurigo, 13 Novembre 1915.

Carissimo !
ho telegrafato al Conte chiedendo di suonare prima di Natale. Qui tutto si concentra sui tre primi mesi dell’anno nuovo. Sarei dunque disponibile appresso, verso la metà di aprile. Ora, anche per l’aprile la Spagna mi si offre per mezzo di due differenti im-presari.
L’uno è anzi un Italiano, certo Carlotti dell’ «Arte Lirica» a Mila-no. A lui, intanto, ti potresti rivolgere citando il mio nome e menzionando chi ti spinge ad indirizzarti al Carlotti (Via Berchet, 2).
Naturalmente io preferirei Roma a tutto il resto, ed in caso di importanza maggiore, mi sbarazzerei anche di alcuni impegni in Isvizzera.
Frattanto il Casella mi inviò alcuni suoi pezzi di Pianoforte, li ho letti, ma non sono ancor riuscito a ringraziarlo in iscritto. Presenta le mie scuse all’occasione.
Il fatto è, che ho un monte di lavoro fra le mani: si preparano nuove mie edizioni e la corrispondenza, che queste mi recano continuamente, assorbe un gran tempo.
Abbiamo messo su casa e fu un gran perditempo e disturbo anche questo. Da più di due mesi ero perfettamente girovago, sbandato e senza concentrazione. Mi rimisi assai lentamente da quel brutto attacco a cui tu assistesti a Milano. Qui si gode mia pace relativa ed una stabilità provvisoria. È come una riconvalescenza, che promette ma non assicura la guarigione.
Più o meno: l’esilio.
Sanctus, Sanctus, Dominus Deus Sabbaotti: questo benedetto Zebaotto è precisamente il Nume delle battaglie.
Con gran fracasso si scatenarono le lavine ed i temporali delle Alpi [Alpensimphonie] diretti dal Riccardo Struzzo [Richard Strauss]: a veder la partitura, si direbbe un’Edizione di Lusso della Sinfonia del Guglielmo Tell. (Buona anche questa! ti sento dire).
Un poemetto sinfonico (o scherzo) della mia penna si intitola Rondò Arlecchinesco, per l’apertura dei concerti sinfonici di Bergamo, patria del mio Eroe.
Vorrei farlo sentire alla Santa, tua Direttrice, se mai questi bene-detti progetti prenderanno forma e realtà.
Io son dunque propenso e pieno di buona volontà e d’aspettativa.
Ti abbraccio di cuore.
Tuo Ferruccio

Omaggi al Conte, saluti a Casella, Corti [Mario]...

11. BUSONI A SERATO
Zurigo, 19 Novembre 1915.

Carissimo amico Arrigo,
son riuscito a distribuire le date in modo da non mancare a nessun invito.
Però, pel concerto d’orchestra di Roma non potrei arrivare prima di mercoledì sera, partendo direttamente dopo un concerto del martedì da Zurigo, e ciò mi dà a pensare abbastanza.
Sarebbe dunque meglio poter suonare il 21 febbraio ed il 2 di marzo, e dirigere il 5 marzo. Altrimenti non credo poter assumere con buona coscienza un compito così importante.
I dettagli seguiranno appena avrò una tua risposta.
Presenta i miei ossequj e ringraziamenti al Conte e credetemi vostro fedelissimo

FERRUCCIO BUSONI

12. SERATO A BUSONI
Roma, 21 novembre 1915

Mio caro Ferruccio.
Siamo in attesa di una tua risposta in riguardo delle date per i tuoi concerti qua a Roma. Grazie della tua cara lettera la quale mi procura doppio piacere per le notizie buone del tuo generale stato d’animo.
La famosa sinfonia di Riccardo Struzzo, doveva avere il suo battesimo qua all’Augusteo, ma...
Le cose sono molto cambiate ed ora si conta di avere la presenza del Rondò Arlecchinesco, sono certo che guadagneremo nel cambio.
L’inaugurazione dei concerti all’Augusteo ha avuto luogo domenica scorsa 14 con una esecuzione orchestrale diretta dal Maestro Mascheroni, ti accludo il programma, e da questo, condito d’una mediocre esecuzione, ti potrai rendere conto dell’importanza dell’avvenimento, il concorso pubblico invece ha sorpassato di molto ciò che si poteva sperare da un momento come l’attuale.
Ti sarei molto grato se tu potessi dirmi se io posso sperare di suonare in questa stagione a Zurigo e a Basilea, e nel caso affermativo, sapere approsimativamente in quale epoca.
La Società del quartetto di Milano mi scrisse per avere il tuo indirizzo che comunico subito.
In attesa di tue buone notizie e di una accettazione completa per Roma, ti abbraccio con affetto.
Tuo
Arrigo Serato

Dimmi se hai il materiale d’orchestra per la Turandot del Gozzi da applicarsi alla scena, ho un progetto già molto avanzato del quale non dubito più della riuscita, che ti comunicherò poi.

13. BUSONI A SERATO
[23-11] Zurigo 1915

Carissimo,
avrai ricevuto la mia lettera contemporaneamente all’arrivo della Tua, eccellentissima; cioè oggi il 23 Novembre.
L’inaugurazione dell’Augusteo non porta un’impronta solenne. Dopo il Mascheroni verrà la mia Mascherina, cioè quel simpaticone furbo ed ardito di Bergamo, a cui ho tentato innalzare un monumento grazioso e modesto; meno di stile e proporzioni da piazza pubblica, che piuttosto in quelli d’un giardino. Il guadagno nel cambio, contro il Montblanc dello struzzo [Richard Strauss], sarà certamente guadagno di tempo; il Rondò non dura più di buoni dieci minuti. Ti scrissi, e ti ripeto, che sarebbe propizio, che il concerto diretto da me fosse l’ultimo dei tre; non potendo io partire di qui prima di martedì sera, per arrivare forse mercoledì notte a Roma.
Ho ricevuto ed accettato in massima l’invito di Milano; solamente fui costretto a protestare contro il cachet offertomi, che equivarrebbe alla metà del mio usuale.
La tua venuta a Zurigo è decisa in tutta regola. I Concerti di Beethoven e di Brahms furono già suonati, ed il Maestro Concertatore ha scelto per suo conto il Tschajkowsky (che spero convertire in quello di Mendelssohn). Ora cosa proporresti tu? Siamo agli sgoccioli! Temo che Basilea non possa figurare nell’itinerario. Però, non nuocerebbe se tu avvertissi della tua visita in Isvizzera la «Società Musicale» di quel luogo, o direttamente il M.o Dr. Suter, (Via Enrico, 8). La data di Zurigo non la so ancora, ma è certo che cadrà in febbraio o marzo. Di questo credo che la «Società dell’aula dei suoni» Tonhalle ti farà parte essa medesima.
Intanto ti abbraccio e ringrazio.
Ossequj al Conte
TUO FERRUCCIO

N. B. - La notizia a proposito d’una rappresentazione della “Turandotte” è benvenuta. Sarà facile procurarsi il materiale. Porterò con me l’Indiana e l’Arlecchino, e speriamo che passino il confine.


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