TEOFILO. Personaggio di una tradizione leggendaria medievale (v. Teofilo), la cui versione più antica è attribuita a Eutichiano, che sarebbe stato servo dello stesso Teofilo. Ripresa da Simeone Metafraste (v. Menologio) fu tradotta in latino da Paolo Diacono, fu trattato in Francia in un poemetto di Gautier de Coincy (v. Miracoli della Santa Vergine) e in un mistero di Rutebeuf (v. Miracolo di Teofilo); in Germania se ne ebbero rielaborazioni latine e tedesche fino al sec. XIV: ve ne furono anche tre versioni drammatiche in basso tedesco. Teofilo, adirato per essere stato trattato ingiustamente, si vende al diavolo con l'aiuto di un mago ebreo, ma poi si pente e, liberato dal peccato per intercessione di Maria, muore di santa morte: egli è dunque il protagonista di un tipico miracolo mariano, ed è espressione caratteristica di quel mondo teocentrico che domina la cultura medievale. Il tema del patto col diavolo ha indotto la critica a farne un precursore di Faust (v.), ma è una interpretazione erronea del significato di questa figura. Il dramma di Faust trova le sue radici nell'uomo, è essenzialmente umanistico, né sorge dalla leggenda agiografica. Teofilo impersonifica la voce della coscienza cristiana che cerca di fare i conti con Dio e sospira la redenzione. Nel poemetto di Rosvita Lapsus et conversio Teophili vicedomini (v. Poemetti agiografici), Teofilo diviene una potente figura drammatica; e nelle parole del pentimento di Teofilo si ritrovano i toni possenti del Dies Irae (v.): "Che dirò, io grande peccatore, al momento del giudizio, temuto persino dai santi?". Una certa libertà inventiva c'è nel Miracolo di Rutebeuf, che ne dà una versione più lirica che drammatica, i cui momenti salienti sono l'ingiuria iniziale di Teofilo a Dio, il suo monologo al pensiero della dannazione e infine la preghiera commovente e appassionata. Toni più freddi e dottrinali si trovano invece nel Discorso sulla fede, poemetto tedesco del Povero Hartman, poeta francone del principio del sec. XII, e in una delle poesie del Passionale (v.); opera francone della fine del sec. XIII. V.M.V.

1821

Termina il poema Kavkazsk:j plennik (Il prigioniero del

Caucaso, pubblicato nel 1822) e il poemetto Gavriiliada

(La Gabrieleide).

1822

Termina il poema Brat'ja razbojniki (I fratelli masna-dieri, pubblicato nel 1825). Scrive la fiaba Car' Nikita i sorok ego doterej (Lo zar Nikita e le sue quaranta figlie).

1823

In luglio viene trasferito a Odessa, al servizio di M.S. Voroncov, governatore generale di Novorossija. Termina il poema Bachlisarajskzj fontan (La fontana di Bachiisaraj, pubblicato nel 1824). Il 9 maggio inizia il romanzo in versi

64

Evgen:j Onegin, di cui nell'ottobre termina il primo capitolo (pubblicato nel 1825), e nel dicembre il secondo (pubblicato nel 1826).

1824

Nel luglio viene confinato nella tenuta materna di Michajlovskoe con il pretesto di una lettera intercettata in cui parlava di ateismo, ma anche per l'ostilità personale del suo superiore Voroncov.

In settembre scrive Razgovor knigoprodavca s poetom (Dialogo di un libraio con un poeta, che sarà pubblicato nel 1825 come introduzione al primo capitolo dell'Onegin). In ottobre termina il terzo capitolo dell'Onegin (pubblicato nel 1827) e il poema Cygany (Gli zingari, pubblicato nel 1827).

1825

In novembre conclude il Boris Godunov (pubblicato nel 1831). Nella notte fra il 13 e il 14 dicembre scrive Graf Nulin (Il conte Nulin, pubblicato nel 1827).

1826

L'8 settembre ha un'udienza con lo zar Nicola i il quale gli comunica che sarà lui il suo censore personale. In gennaio conclude il quarto capitolo dell'Onegin, in novembre termina il quinto (pubblicato nel 1828 insieme al quarto). In dicembre conclude il sesto capitolo dell'Onegin (pubblicato nel 1828).

1827

A maggio, per la prima volta dopo il confino di Michajlovskoe, torna a Pietroburgo. II 28 luglio muore la tata Arma Rodionovna. Scrive Arap Petra Velikovo (Il negro di Pietro il Grande, incompiuto, pubblicato postumo).

1828

Scrive il poema Poltava (pubblicato nel 1829). Termina

il settimo capitolo dell'Onegin (pubblicato nel 1830).

65
1829

In giugno assiste alla conquista di Arzrum da parte dell'armata del generale Pakevi.

Basandosi sui suoi appunti di viaggio scrive Puteìestvie v Arzrum vo vremja pochoda 1829 goda (Viaggio ad Arzrum durante la campagna del 1829, pubblicato integralmente nel 1835).

1830

In aprile la proposta di matrimonio a Natal'ja Nikolaevna Gonarova (1812-1863) è accettata, ma in settembre il matrimonio viene rinviato. Un'epidemia di colera lo blocca nella tenuta paterna di Boldino: sarà questo il cosiddetto «autunno di Boldino», un periodo di grande fecondità artistica. Scrive infatti i racconti Vystrel (Il colpo di pistola), Metel' (La tormenta), Grobovik (Il fabbricante di bare), Stancionnyj smotritel' (Il mastro di posta), Baiyinja-krest'janka (La signorina-contadina), tutti pubblicati nell'ottobre dell'anno successivo con il titolo di Povesti Belkina (I racconti di Belkin), Istorija sela Gorjuchino (Storia del villaggio di Gorjuchino, pubblicato postumo) termina l'ottavo capitolo dell'Onegin (pubblicato nel 1832), il poemetto Domik v Kolomne (La casetta a Kolomna, pubblicato nel 1833), le piccole tragedie Skupoj rycar' (Il cavaliere avaro, pubblicate nel 1836), Mocart i Sahen (Mozart e Sahen, pubblicato nel 1831), Kamennyj gost' (Il convitato di pietra, pubblicato postumo), Pir vo vremja &my (Il festino in tempo di peste, pubblicato nel 1832), e le fiabe Skazka o pope i rabotnike ego Bal'de (Fiaba del pope e del suo bracciante Bal'da, pubblicata postuma), Skazka o medvediche (Fiaba sull'orsa, incompiuta, pubblicata postuma). Nello stesso anno scrive il poema Tazit (incompiuto, pubblicatp postumo).

1831

il 18 febbraio Pukin sposa a Mosca Natal'ja Nikolaevna Gonarova. In maggio ha il permesso di lavorare negli archivi per una storia di Pietro il Grande. Scrive la novella

66

Roslaviev (pubblicata nel 1836) e la fiaba Skazka o Care

Saltane (Fiaba dello zar Saltan,' pubblicata nel 1832).

1832

1119 maggio nasce la figlia Marija Aleksandrovna. Scrive la novella Dubrovskzj (incompiuta, pubblicata postuma), e lavora al dramma Rusalka (La rusalka, incompiuto, pubblicato postumo).

1833

Il 6 luglio nasce il figlio Aleksandr Aleksandrovië. In agosto parte per Orenburg e Kazan' per documentarsi sulla rivolta di Pugaev dilagata in quelle regioni nel 1773. In marzo pubblica la prima edizione completa dell'Evgenij Onegin. In dicembre gli viene conferito il rango di Kamerjunker. Scrive la novella Pikovaja dama (La dama di picche, pubblicata nel 1834), il poemetto Andelo (pubblicato nel 1834), il poema Mednyj vsadnik (Il cavaliere di bronzo, pubblicato postumo), Istorija Pug&evskogo bunta (La storia della rivolta di Pugacev, pubblicato nel 1834), le fiabe Skazka o mertvoj carevne (Fiaba della zarevna morta, pubblicata nel 1834) e Skazka o rybake i rybke (La favola del pescatore e del pesciolino, pubblicata nel 1835).

1834

Scrive la novella breve Kirdahi (pubblicata nel 1834) e

la fiaba Skazka o zolotom petuske (Fiaba del galletto d'oro,

pubbliàata nel 1835).

1835

Il 14 maggio nasce il figlio Grigorij Aleksandroviè. Scrive la novella Egipetskie noìi (Le notti egizie, pubblicata postuma) e il dramma Sceny iz rycarskich vremen (Scene dai tempi cavallereschi, incompiuto, pubblicato postumo).

1836

Ii 29 marzo muore sua madre. 11 23 maggio nasce la figlia Natal'ja Aleksandrovna. Il 4 novembre riceve la let-

67
tera anonima in cui viene dichiarato membro onorario e storiografo dell'ordine dei cornuti. Segue una sfida a duello a Georges d'Anthès, ritirata dopo il fidanzamento di questi con sua cognata Ekaterina Nikolaevna Gonarova. In aprile esce il primo numero del «Sovremennik» («II contemporaneo», trimestrale letterario da lui diretto). Termina il romanzo Kapitanskaja docka (La figlia del capitano, pubblicato lo stesso anno).

1837

Il 10 gennaio Georges d'Anthès sposa E.N. Gonarova. Il 26 Pukin scrive una lettera al barone Jakob van Heeckeren, il padre adottivo di d'Anthès, che si vede costretto a sfidare Pukin in duello. Nel pomeriggio del 27 gennaio, a (emaja Re&a, avviene il duello in cui Pukin è ferito da d'Anthès; ii 29 gennaio muore.

Esce, in gennaio, la seconda edizione completa dello Evgenzj Onegin, considerata la terza edizione tenendo conto delle precedenti edizioni parziali dei singoli capitoli.