La macrostruttura dell'opera è un libero modello architettonico di figura circolare, costituito non da atti ma da parti chiuse e autosufficienti in organica successione fra loro: una Symphonia iniziale, due parti recitate in versi, poste all'inizio e alla fine del dramma, due Prologhi, due Intermezzi (uno scenico e uno musicale), l'Azione principale, due Quadri conclusivi. [...] La costruzione formale dell'opera è basata su un piano di correlazioni strettissime date dal ripresentarsi, per analogia o per contrasto, di situazioni, personaggi, simboli e forme disposti in simmetria, a specchio. I sette episodi dell'opera sono infatti organizzati in modo tale che al primo corrisponda l'ultimo, al secondo il sesto, al terzo il quinto. La figura da noi immaginata è un semicerchio, ma sarebbe più esatto rappresentarla come un cerchio completo in perpetua rotazione, aperto e chiuso dall'intervento 'esterno' del Prologo e dell'Epilogo recitati dal poeta allo spettatore. La Symphonia, sezione a se stante e in se compiuta, non entra a far parte della struttura ma ne rispecchia, su un piano inferiore, la stessa organizzazione formale circolare. Isolata, alla sommità della volta, si trova la scena alla corte di Parma, primo quadro dell'Azione principale, che per la stessa funzione nodale cui assolve nell'opera (sia drammaturgicamente sia musicalmente) non ha paralleli se non con se stessa, o viceversa con il tutto: fu questa, come sappiamo, la prima scena ideata e composta da Busoni, la chiave di volta che regge l'intero arco drammatico.
[
SABLICH, pp. 229 e 231.]