"Le 'Ottave' che il Poeta rivolge al pubblico spiegano come il soggetto mi attraesse ma nel contempo mi intimidisse il monumento di Goethe, ragione per la quale sono risalito allo spettacolo di marionette . Lo seguo abbastanza fedelmente (ne ho rivisto qui una rappresentazione due mesi fa) nei due Prologhi e nella scena di Parma. (L'Intermezzo è di mia invenzione)." [BUSONI I, p. 426]

"Sempre, fin da bambino, sono stato attratto irresistibilmente da ogni fiaba nella quale avesse parte il diavolo; ciò che nel fanciullo è presentimento, diviene sapere nell'adulto, ma a nulla varrebbe il sapere se non si mutasse in azione, se l'emozione non sfociasse nella conoscenza e questa, a sua volta, non divenisse convinzione. Esiste latente nel bambino, come le forze racchiuse nel giovane germoglio, tutto l'impulso alle future creazioni dell'uomo.
La scena ci mostra riflesso il volto della vita, ma l'artificio è impresso sulla sua fronte: non da specchio deformante, essa deve agire, ma da puro e terso specchio magico. Nel riprodurre il vero non riuscirebbe che ad avvilirlo, mentre si presta perfettamente all'inverosimile. E se, in quanto a realtà, può sembrare ridicola, finisce per affascinare sul serio se considerata puramente come finzione.
Solo in questa forma lo spettacolo richiede l'ausilio dei suoni; la musica rifugge da tutto ciò che è volgare; la musica è fatta d'aria, il suo risuonare è ardore e anelito, esso si libra al di sopra di noi.... e il meraviglioso è sua patria. Ecco perché, guardandomi attorno, ho posato lo sguardo solo su quelle immagini che erano strettamente connesse col mondo delle meraviglie: buone o malvage, dannate o sante, tutte mi attirano con potere irresistibile. Dei tre personaggi diabolici che io conosco, uno è generato dal Maligno stesso che travolge la vergine come un turbine di tempesta; dal suo grembo sorge quindi Merlino; più tardi egli sfugge alle potenze infernali quando s'inchina dinanzi all'Altissimo; e l'onniscienza che ha ricevuto dal padre egli la usa per una vita di santità.
Nel secondo personaggio non esiste contraddizione; egli e là; è un uomo, e unico e solo il suo ardire si eleva fino al prodigioso e mille arti egli dedica al sesso. Dov'è la forza a cui cederebbe Don Giovanni? Questi mi sarebbe piaciuto come Eroe, ma a Maestro Wolfang e troppo ben riuscito. Per sempre egli ha cantato questo canto.
Il terzo della mia serie non è inferiore agli altri. Spirito audace, singolare anch'egli: un profondo erudito, un violatore dei segreti infernali; ambiguo spesso, ma più spesso un debole uomo, che i dubbi trascinano qua e là; e ciò malgrado un forte lottatore, un signore del pensiero, servo dell'istinto, che nella profonda conoscenza delle cose non riesce a trovare alcuna soluzione. La sua fine è terrore, ma il suo nome rimane, serbato dalla cronaca, trasformato dalla leggenda; la poesia l'accompagna, l'immortalità lo circonda. Senza fine si susseguono abbellimenti e imitazioni. Lo spettacolo di burattini di Faust seguita attraverso i tempi a destare stupore e commozione.
A Francoforte, un giorno, dinanzi alle porte della città, si trovò fra il popolo un mago che risolutamente afferrò le figure dello spettacolo e questo svanì come fosse nebbia o miraggio. Poco dopo, e seguendo da principio le antiche orme, egli inspirò a loro il senso della vita; ed esse crebbero in quell'atmosfera mistica, ora scagliate verso l'alto, ora sprofondate nell'abisso. E con le ultime parole, egli le lascia e si allontana.
Questa magica costruzione che da ogni parte attira a sé gli spiriti, presenta ogni figura nel suo aspetto definitivo; ed è la forma perfetta per il suo contenuto.
Che poteva dunque un maestro di musica in paragone di un Mago? Il canto umano svanisce di fronte a quello divino. In tal guisa ammonito, riconobbi qual era la mia mèta e mi rivolsi nuovamente... al teatro di burattini.
Osservai da presso le immagini rozzamente disegnate che apparivano più belle ora, a causa della grave età. Riverniciai, restaurai ciò che il tempo aveva guastato, ravvivando qualche colore, attenuandone qualche altro, finché dalla larva spiegò il volo una farfalla. Nell'antico tessuto ho intrecciato nuove maglie. La vecchia fiaba dimenticata vi sorprenderà ?
Così la mia commedia si presenta ben viva, ma resta palese la sua origine dal teatro di marionette."
[Traduzione di Oriana Previtali-Gui, riprodotta in G. GUERRINI, "Ferruccio Busoni. La vita, la figura, l'opera", Firenze, Monsalvato, 1944, pp. 315-316]