È da notare anzitutto il fatto che all'Intermezzo scenico si contrappone a specchio un Intermezzo puramente musicale, la grande pagina sinfonica della Sarabanda: alla sospensione dell'azione sul piano scenico corrisponde dunque qui per contrasto una sospensione sul piano musicale, del massimo rilievo nell'arco drammatico dell'opera. La Sarabanda costituisce infatti non soltanto il punto di maggior calore e di massima concentrazione espressiva dell'intera opera, ma anche il momento in cui, dopo il quadro di Parma, si avvia la riconquista della coscienza e dell'interiorità da parte di Faust [...] verso un nuovo, sublime orizzonte di ideali, momento che poteva essere reso soltanto nella dimensione 'astratta'" della musica assoluta, come la intendeva Busoni. Ancor più sorprende che la Sarabanda sia potuta nascere come pezzo sinfonico autonomo prima che Busoni avesse chiaro il piano generale della partitura, e che poi essa si sia adattata a quello con aderenza perfetta. [...] Nonostante il chiaro riferimento a Bach nel titolo e la stessa intonazione di fondo del brano ("Molto sostenuto e gravemente", in ritmo 3/2), la Sarabanda, sintesi poderosa dei motivi metafisici e morali, magici e umani, che reggono l'intera opera, è una costruzione sinfonica basata sulla reminiscenza e sul ritorno del materiale tematico già udito per caratterizzare la vicenda mistica e mondana di Faust; un materiale che ora appare condensato nel tempo e sovrapposto nello spazio in un clima sonoro oggettivato e depurato ma inconfondibilmente post-romantico. La volontà costruttiva, l'autocontrollo e il distacco, l'esorcismo della forma polifonica e contrappuntistica di grandi dimensioni, la tecnica della variazione continua basata sull'incrocio di più linee melodiche "che si sostengono, procedono indipendenti e fanno scaturire l'armonia da se stesse", sono i contrappesi che mantengono la tensione dell'urgenza espressiva, quasi neoromantica, nei limiti di un equilibrio 'classico', armonicamente instabile. Tutta la Sarabanda oscilla in questo equilibrio instabile fra oggettività della forma e fervore espressivo. Ritroviamo qui, al massimo grado di intensità, quella struttura musicale 'polifonica-lineare' fondata sull'elemento melodico ("indispensabile portatore di contenuto") e quel dato stilistico inconfondibile del "quadro grafico delle note disposte piuttosto orizzontalmente che verticalmente" sui quali Busoni richiamava l'attenzione come uno dei caratteri specifici della partitura del 'Doktor Faust'. [SABLICH, pp. 238-239]