Sergio Sablich, «Busoni», Torino, EDT/MUSICA, Biblioteca di cultura musicale, Autori e opere, 1982. Questa fondamentale monografia è purtroppo esaurita. Si può sono quindi trovare soltanto in antiquariato.
Dai risvolti di copertina
Sergio Sablich è nato a Bolzano nel 1951 Si è laureato in Lettere presso l'Università di Firenze nel 1976 con una tesi di Storia della Musica sul teatro di Ferruccio Busoni e ha contemporaneamente frequentato il Conservatorio «L. Cherubini» di Firenze studiando Armonia e Contrappunto con Gaetano Giani Luporini, Lettura della partitura e Analisi con Romano Pezzati, Musica Corale e Direzione di Coro con Paolo Fragapane. Collabora con importanti teatri, istituzioni e riviste italiane e straniere, <fu> coordinatore del Comitato scientifico del «Centro Studi Musicali F. Busoni di Empoli», ha curato fra l'altro l'edizione italiana del «Dizionario dell'opera lirica» di Harold Rosenthal (Vallecchi, 1974) e la traduzione dello «Schubert» di Bernhard Paumgartner (Mondadori, 1981) <È stato> titolare della cattedra di Storia ed Estetica della Musica presso il Conservatorio di Rovigo. [Biografia aggiornata all'anno di pubblicazione del libro - 1982 - con modifiche.]
Introduzione al volume
Sommo pianista, trascrittore geniale, straordinario didatta, pensatore acutissimo, compositore versatile e fecondo, Busoni appare oggi il capofila di quella schiera di inattuali che in vita ottennero un riconoscimento soltanto parziale, ma che pure ebbero un grandissimo peso nella musica e nella cultura del loro tempo. Uomo e artista di frontiera, italiano di nascita e tedesco di adozione, esecutore e creatore, cultore appassionato della tradizione e tenace assertore del nuovo, Busoni sembrò già in vita figura inafferrabile e problematica, senza una ben definita identità. Questa immagine si perpetuò ancor più netta dopo la sua morte, ed è ancora oggi la sua immagine.
E tuttavia la sua presenza storica è imprescindibile per chi voglia rendersi conto, per cosiddire dall'interno di una carriera esemplare e sotto alcuni aspetti quasi tragica, dei problemi e delle tensioni che hanno caratterizzato la musica occidentale a cavallo tra Ottocento e Novecento. Giacché l'ombra di Busoní ha continuato ad esercitare la sua influenza, paradossalmente, in misura in versamente proporzionale al riconoscimento e all'acquisizione fattiva della sua figura reale di creatore.
Questo volume vuole anzitutto proporre una riflessione sul problema Busoni nella sua totalità, cercando di mettere a fuoco la sua figura e le sue opere in un quadro organico e il più possibile documentato. Articolando il lavoro in cinque capitoli, ognuno dei quali esaurisce in sé un nodo particolare dell'attività di Busoni, più un epilogo, al quale spetta avviare un'interpretazione finale della sua personalità nella musica del Novecento, l'Autore ha proceduto con criteri ad un tempo analitici e sintetici, nell'intento di ricomporre, dopo averla suddivisa e scandagliata, quell'unità inscindibile ed eterna dell'agire umano ed artistico che della polivalente e poliedrica opera di Busoni fu sempre credo assoluto.
Completano il volume un ampio apparato di appendici, tra le quali l'opuscolo di Hans Pfitzner, «Pericolo futurista», per la prima volta in traduzione italiana, e il catalogo riveduto [...] delle opere edite ed inedite, nonché delle revisioni, trascrizioni, cadenze ed elaborazioni su e da musiche altrui.
INDICE

1 Prefazione

PARTE PRIMA

p. 9 I. La vita

p. 74 II. Il pianista e il trascrittore

PARTE SECONDA

p. 111 III. Il pensiero estetico

p. 140 IV. Le composizioni pianistiche, sinfoniche e da camera

p. 187 V. Le opere teatrali

p. 245 Epilogo. Alla ricerca della parola

p. 255 Note al testo

APPENDICE

p. 279 Hans Pfitzner, «Pericolo futurista»

p. 303 Alfredo Casella, «Busoni pianista»

p. 308 Jakob Wassermann, «Ferruccio Busoni, in memoriam»

p. 321 Catalogo delle opere

p. 361 Bibliografia

p. 371 Indice dei nomi