Cfr. il seguente brano tratto da una lettera alla moglie:
«Quando si è finito un lavoro, si è compiuto con ciò un tale progresso, che il lavoro è già di nuovo superato - ammettendo nell'autore uno sviluppo continuo. Questo obbliga a cominciarne uno nuovo - e così si potrebbe continuare per sempre (come si può osservare in Michelangelo, Goethe, Verdi) senza aver mai detto tutto. [Zurigo, 15 aprile 1919]