«Briefe Busonis an Hans Huber...», p. 18. Traduzione: «Su Boccioni avrei scritto ancora molte altre cose, ma non le avrebbero accettate per la pubblicazione. Siamo in un periodo in cui tutto funziona all’insegna delle museruole, 'dell’obbligo al silenzio' [chiaro riferimento alla censura che esisteva pure nella neutrale Svizzera]. Le persone non sono buone e nemmeno oneste. E proprio per questo ci si rallegra degli individui che sono appartati, soli, e che oggi si ritrovano del tutto isolati. Io La considero tra questi e Le sono perciò grato. Disperatamente mi aggrappo al lavoro.»
Nella lettera precedente del 4 settembre (ibi, p. 17) scriveva: «Hochverehrter Freund, wie lange habe ich Ihnen nicht geschrieben [dal 2 maggio del ‘16], und so vieles liegt dazwischen! Ein kleiner Lebenskreislauf mit Geburt und Tod. Geboren wurde mein Einakter Arlecchino und noch manches Geringere nebenei. Was den andern Endpunkt betrifft, so erlesen Sie ihn aus dem beigefügten Zeitungsausschnitt.» †raduzione: «Stimatissimo Amico, da quanto tempo non Le scrivo e quante cose sono capitate nel frattempo! Un breve ciclo della vita con nascita e morte. Il mio atto unico Arlecchino, con molte altre opere minori, si pone all’inizio di questo ciclo [la nascita]. Per quanto riguarda la sua fine [la morte], potrà capire ciò a cui faccio riferimento leggendo il ritaglio di giornale allegato.» Si tratta appunto della prima pagina della Neue Zürcher Zeitung del 31 agosto con l’articolo in memoria di Boccioni.