PORTALE DI RODONI.CH


LA MOSTRA NACKTE MÄNNER
(UOMINI NUDI) A VIENNA



MALLANAGA VATSYAYANA

KAMASUTRA

CODICE INDIANO DELL'AMORE

TESTO INTEGRALE IN ITALIANO

INTRODUZIONE WIKIPEDIA





PARTE PRIMA

I. SALUTO A DHARMA, ARTHA E KAMA

Dall'inizio il Signore degli Esseri creò gli uomini e le donne, e, sotto forma di comandamenti, stabilì in centomila capitoli le regole della loro vita in rapporto a Dharma [1], Artha [2] e Kama [3]. Alcuni di questi comandamenti furono scritti separatamente da Swayambhù Manù, che tracciò quelli che trattano del Dharma, mentre quelli riguardanti Artha furono compilati da Brihaspati, e quelli riferentisi a Kama furono dettati in mille capitoli da Nandi, discepolo di Mahadeva.
In seguito questi Kamasutra (Aforismi sull'Amore) scritti da Nandi in mille capitoli, furono riprodotti da Shvetaketu, figlio di Uddvalaka, sotto forma di riassunto, in cinquecento capitoli, e sotto forma ancora più concisa, in centocinquanta capitoli, da Babhravya, della regione Punsciala (a sud di Delhi). Questi centocinquanta capitoli sono raggruppati sotto i sette titoli seguenti:

1) Sadharna (problemi generali).
2) Samprayogira (amplessi, ecc.).
3) Kanya Sampayuktaka (unione tra il maschio e la femmina).
4) Bharyadhikarika (della propria sposa).
5) Paradarika (delle mogli altrui).
6) Vaisika (delle cortigiane).
7) Opamishadika (delle arti della seduzione, delle medicine toniche, ecc.).

La sesta parte di quest'opera fu pubblicata separatamente da Dattaka su richiesta delle donne pubbliche di Pataliputra (Patna), e così anche la prima parte di Sciarayana. Le altre parti furono separatamente dettate da:
Suvarnanabha (seconda parte). Ghotakamukha (terza parte). Gonardiya (quarta parte). Gonikaputra (quinta parte). Kusciumara (settima parte).
Pubblicata così in parti separate e da autori diversi, è quasi impossibile ritrovare l'opera intera: e poiché le parti edite da Dattaka e dagli altri trattavano ciascuna un determinato soggetto, e d'altra parte l'opera originale di Babhravya era difficile da studiare per l'eccessiva mole, Vatsyayana compose quest'opera di modeste proporzioni, quale riassunto di tutti i lavori dei suddetti autori.

II. DELLA CONQUISTA DI DHARMA, ARTHA E KAMA

L'uomo, la cui vita dura cento anni, deve praticare Dharma, Artha e Kama in differenti tempi, e in modo tale che essi possano armonizzare fra loro senza il più piccolo disaccordo. Nell'infanzia deve prima d'ogni altra cosa istruirsi; durante la gioventù e l'età matura si occuperà di Artha e di Kama, e in vecchiaia tenterà di conquistare Dharma, sforzandosi in tal modo di guadagnare Moksha, con cui si evita un'ulteriore trasmigrazione. Ed essendo molto incerta la vita, tali tre cose dovrà praticarle nei periodi che gli saranno specificati.
Una sola cosa è da notare particolarmente, ed è che fino a quando non abbia terminato la sua educazione deve condurre la vita di uno studente religioso.
Dharma è l'obbedienza ai comandamenti dei Shastra, che sono la Sacra Scrittura degli Indù; è l'obbligo di compiere alcune cose, quali ad esempio certi sacrifici, che in generale si trascurano perché non appartenenti a questo mondo e non d'effetto visibile; ed è anche l'obbligo di non compierne altre, per esempio mangiare carne, ciò che invece si fa spesso, perché è di questo mondo ed ha un effetto visibile.
Dharma è insegnato dallo Shruti (Sacra Scrittura) e da coloro che lo spiegano.
Artha è la conquista delle arti, dell'oro, della terra, del bestiame, della ricchezza, della servitù e degli amici. Consiste, inoltre, anche nella protezione di tutto ciò che si è conquistato, e nell'accrescimento di ciò che si possiede.
Artha è insegnato dagli ufficiali del Re, e dai negozianti dediti al commercio.
Kama è il godimento mediante i cinque sensi, udito, tatto, vista, gusto, odorato o olfatto, assistiti dallo spirito in unione con l'anima. La parte essenziale di tutto ciò consiste in un contatto speciale fra l'organo del senso e l'oggetto e la coscienza del piacere che ne risulta si chiama Kama.
Kama è insegnato dai Kamasutra (Aforismi d'amore) e dalla pratica dei cittadini.
Quando tutti e tre, Dharma, Artha e Kama, sono riuniti in una persona, cioè Dharma è migliore di Artha, e Artha è migliore di Kama. Ma Artha deve sempre prevalere per il re, perché solo da Artha dipende la vita del popolo. Così le donne pubbliche debbono preferire Kama alle due altre qualità, poiché di Kama formano la loro unica occupazione. E queste sono le eccezioni alla regola generale.
Obiezione. Molti uomini sapienti affermano che, poiché Dharma concerne tutte le cose che non sono di questo mondo, esso può essere perfettamente esposto in un libro; e così pure Artha; osservando specialmente che la pratica di queste due qualità è solo possibile con l'applicazione di determinati metodi, di cui non si può aver conoscenza altro che per mezzo dello studio e dei libri. Invece per Kama, che è una cosa praticata anche dalla creazione bruta e che si osserva ovunque, non v'è per nulla bisogno di un libro per insegnarla.
Risposta. Non è vero. Essendo i rapporti sessuali un fatto dipendente dall'uomo e dalla donna, essi richiedono l'applicazione di alcune regole insegnate dai Kamasutra. La non applicazione di tali regole che osserviamo nella natura bruta è dovuta al fatto che gli animali non conoscono nessun freno; che le loro femmine sono pronte ai rapporti sessuali solo in determinate stagioni, senza eccezione; e infine al fatto che l'unione degli animali non è mai preceduta dal più lieve sintomo di pensiero.
Seconda obiezione. I Lokayatikas [4] affermano: "I comandamenti religiosi non debbono essere osservati in quanto non si sa che frutto daranno. Chi sarà mai così pazzo da abbandonare nelle mani di un altro ciò che ha nelle proprie? D'altra parte è preferibile avere un piccione oggi che un pavone domani; e una moneta di rame, di cui si abbia la certezza del possesso, è migliore di una moneta d'oro di cui il possesso è dubbio.
Risposta. Ma questo non è giusto:
1) La Sacra Scrittura, che comanda la pratica di Dharma, non permette nessun dubbio.
2) I sacrifici che si compiono per la distruzione dei nemici o per far cadere la pioggia, hanno un effetto visibile.
3) Il sole, la luna, le stelle, i pianeti e gli altri corpi celesti, ci fanno supporre che operino intenzionalmente per il bene del mondo
4) L'esistenza del mondo è accertata dall'osservazione delle regole riguardanti le quattro caste [5] degli uomini, e i quattro periodi della loro vita.
5) Noi osserviamo che si semina il grano nella terra con la speranza di un futuro raccolto.
Vatsyayana pensa dunque che occorre ubbidire ai comandamenti della religione.
Terza obiezione. Coloro che credono che il destino sia la causa prima di tutte le cose affermano: "Non dobbiamo affannarci a conquistare la ricchezza, perché mentre spesso non vi riusciamo nonostante i nostri sforzi, altre volte essa giunge a noi senza averla cercata. Quindi ogni cosa è in potere del destino che è padrone del guadagno e della perdita, del buon successo e della disgrazia, del piacere e della sofferenza. Così noi abbiamo veduto Bali [6] innalzato dal destino al trono di Indra e poi rovesciato dalla stessa potenza; e solamente il destino può restaurare il suo regno."
Risposta. Questo ragionamento non è giusto. Come il possesso di qualsiasi oggetto presuppone in ogni caso un determinato sforzo da parte dell'uomo, l'uso dei mezzi opportuni può essere considerata la causa di tutte le nostre conquiste, e poiché è necessario questo uso di mezzi convenienti (anche nel caso che una cosa debba fatalmente avvenire), la conseguenza è che chi non fa niente non riceverà nessuna felicità.
Quarta obiezione. Coloro i quali sono inclini a pensare che Artha sia la prima qualità da conquistare, ragionano in tal modo: "Non occorre ricercare i piaceri, perché essi sono di ostacolo alla pratica di Dharma e di Artha, superiori ai piaceri stessi, e perché sono disprezzati da tutte le persone sagge. I piaceri conducono l'uomo alla miseria e lo mettono in contatto con gente volgare; l'inducono a commettere atti illeciti e lo rendono impuro, imprevidente, dissipato e leggero. È noto, d'altronde, che un gran numero d'uomini dediti ai piaceri si sono perduti insieme alle loro famiglie e ai loro amici. Così il re Dandakya della dinastia Rhola, che aveva con cattive intenzioni rapito la figlia di una bramino, fu ben presto rovinato e perse il suo regno. Indra, il quale aveva violato la casta Ahalaya, fu severamente punito. E così il potente Kisciaka il quale aveva tentato di sedurre Dropadi, e così Ravana, il quale aveva voluto abusare di Sita, furono puniti per i loro delitti. Questi uomini, come molti altri, furono vittime dei loro piaceri.
Risposta. Questa obiezione non può reggere, perché i piaceri sono necessari all'esistenza e al benessere del corpo al pari del nutrimento, e perciò sono legittimi. Non solo: essi sono il risultato di Dharma e di Artha. Però bisogna godere i piaceri con moderazione e con prudenza.
Dunque un uomo che pratichi Dharma, Artha e Kama, gode la felicità sia in questo mondo sia nel mondo futuro, e la gente per bene compie solo azioni per le quali non ha nessun timore per la vita futura e che non presentano nessun pericolo per il loro benessere. Ogni atto che porti alla pratica di Dharma, Artha e Kama, congiunti, o di due di essi, o anche di uno solo, deve essere eseguito; ma occorre astenersi da ogni atto che conduca alla pratica di una sola ditali doti a scapito delle altre due.

III. DELLE ARTI E DELLE SCIENZE DA STUDIARE

L'uomo deve studiare i Kamasutra e le arti e le scienze che a questi si riferiscono, ma contemporaneamente anche le scienze e le arti che si riferiscono a Dharma e Artha.
Le stesse ragazze debbono studiare i Kama Sutra, e tutte le arti e le scienze accessorie, prima del matrimonio, e in seguito proseguire questi studi col consenso del marito.
Vi sono tuttavia dei sapienti i quali in proposito affermano che le donne, a cui è proibito lo studio di ogni scienza, non debbono studiare neppure i Kamasutra. Ma Vatsyayana è del parere che tale obiezione non regga, perché le donne conoscono già la pratica dei Kamasutra, che deriva dai Kama Shastra, o dalla medesima scienza di Kama. Inoltre, non soltanto in questo particolare, ma anche in molti altri casi, avviene che, benché sia a tutti nota la pratica della scienza, solamente qualcuno conosce le regole e le leggi su cui la scienza è basata. Così gli Yadnikas, o sacrificatori, pur essendo spesso ignoranti della grammatica, sono in grado di usare parole bene appropriate, quando si dirigono alle varie Divinità, anche se non sanno neppure come si scrivono quelle parole. Così, ancora, altre persone compiono i loro doveri nel tale o nel tal altro giorno propizio fissato dall'astrologia, senza essere iniziati per nulla alla scienza astrologica.
E ancora i conducenti di cavalli e di elefanti guidano questi animali senza conoscere la scienza di guidare, ma unicamente per pratica. E così ancora il popolo delle province più lontane obbedisce alle leggi del regno per abitudine e perché hanno un re sopra di loro e non per altro. E noi sappiamo pure per esperienza che alcune donne, come le figlie dei principi e dei loro ministri, e le donne pubbliche, hanno veramente una particolare attitudine per i Kama Shastra.
Ne consegue che una donna deve imparare i Kama Shastra, o per lo meno una parte, studiandone la pratica sotto la direzione di qualche intima amica. Ella dovrà studiare da sé sola, nelle sue stanze private, le sessantaquattro pratiche appartenenti ai Kama Shastra. La sua istitutrice sarà una delle seguenti persone: la figlia della nutrice che sia cresciuta con lei e sia già sposata, un'amica degna della sua ampia confidenza, la sorella di sua madre, una vecchia domestica, una mendicante che abbia vissuto precedentemente nella famiglia, o la propria sorella, alla quale sempre potrà confidarsi.
Dovrà così studiare le seguenti arti, procedendo di pari passo coi Kamasutra:

1) Il canto.
2) La musica strumentale.
3) La danza.
4) L'unione del canto, della danza e della musica strumentale.
5) La scrittura e il disegno.
6) Il tatuaggio.
7) L'abbigliamento e l'adornamento di un idolo con piante di riso e fiori.
8) La disposizione e la preparazione dei letti di fiori, cioè l'arte di stendere i fiori sul suolo.
9) La colorazione dei denti, degli abiti, dei capelli, delle unghie e del corpo; cioè la loro tintura, il colore e il modo di dipingerli.
10) La disposizione con arte degli oggetti colorati.
11) L'arte di approntare i letti e di stendere i tappeti e i cuscini per riposare.
12) L'arte di suonare con bicchieri pieni di acqua.
13) L'immagazzinamento e l'accumulazione dell'acqua negli acquedotti, nelle cisterne e nelle riserve.
14) La pittura e la decorazione.
15) La confezione di rosari, collane, ghirlande e corone.
16) La fabbricazione di turbanti e cappelli, di pennacchi, e di guarnizioni coi fiori.
17) La rappresentazione scenica e l'arte teatrale.
18) La fabbricazione di orecchini.
19) La preparazione dei profumi.
20) L'abile disposizione decorativa dei gioielli, e l'arte di sapersi adornare abbigliandosi.
21) La magia o stregoneria.
22) L'agilità o abilità della mano.
23) L'arte culinaria.
24) La preparazione di limonate, di sorbetti, bibite acidule e di estratti spiritosi con profumi e con colori convenienti.
25) La fabbricazione di fiori, pennacchi, ghiande, nodi, ecc. di lana o di filo.
27) La soluzione di enigmi, anagrammi, parole a doppio senso, giochi di parole, e giochi enigmistici.
28) Un gioco consistente nei ripetere dei versi: allorché una persona ha terminato, un'altra deve subito subentrare cominciando con un verso di cui la prima lettera sia uguale all'ultima con cui ha finito la persona precedente; chi non sia capace di trovare il suo verso, è considerato perdente ed obbligato a pagare una posta stabilita.
29) L'arte mimica o dell'imitazione.
30) La lettura, che riguarda anche il canto e l'intonazione.
31) Gli scioglilingua con parole di difficile pronuncia. È un esercizio che costituisce un divertimento specialmente per le donne e i bambini; perché capita spesso che, essendo una data frase difficile da ripetersi, nel parlare velocemente le parole vengono mal pronunziate o trasposte.
32) L'uso della spada, del bastone, del bastone di difesa, dell'arco e delle frecce.
33) L'arte di fare deduzioni.
34) I lavori in legno, o l'arte del falegname.
35) L'architettura, o l'arte del costruire.
36) La conoscenza delle monete d'oro e d'argento, dei gioielli, e delle pietre preziose.
37) La chimica e la mineralogia.
38) I riflessi e i colori delle pietre preziose, dei gioielli e delle perle.
39) La conoscenza delle miniere e delle cave.
40) L'arte del giardiniere; l'arte di curare le malattie degli alberi e in generale delle piante; l'arte di saper mantenere bene le piante stesse e di saperne riconoscere l'età.
41) Le regole dei combattimenti dei galli, delle quaglie e dei montoni.
42) L'arte di insegnare a parlare ai pappagalli e agli stornelli.
43) L'arte di spargere unguenti profumati sul corpo, d'impregnare i capelli di pomate e profumi e di raccoglierli in trecce
44) L'arte di decifrare le scritture private e le varie scritture delle parole.
45) L'arte di parlare alterando la forma delle parole. Questo gioco si fa in varie maniere. Alcuni cambiano il principio con la fine delle parole; altri intercalano delle lettere tra le sillabe di una parola, ecc.
46) La conoscenza delle lingue e dei dialetti provinciali.
47) L'arte di preparare carri di fiori.
48) L'arte di disegnare diagrammi mistici o di preparare incantesimi, o d'intrecciare braccialetti.
49) Gli esercizi d'invenzione poetica, come completare strofe o versetti di cui si conosca una sola parte; o di creare uno, due o tre versi, da far seguire ad altri scelti a caso da differenti poesie, in modo che il tutto risulti una poesia compiuta e con un significato reale; o di ricostruire le parole di una poesia che sia stata scritta irregolarmente, avendo separato le vocali dalle consonanti; oppure di mettere in prosa i versi delle frasi rappresentate con segni o con simboli. In tal modo si può avere un'infinità di simili esercizi.
50) La composizione di poemi.
51) La conoscenza dei dizionari e dei vocabolari.
52) L'arte di mutare e di mascherare l'aspetto di una persona.
53) L'arte di cambiare l'aspetto delle cose, come di far credere seta il cotone e oggetti fini e rari gli oggetti comuni e volgari.
54) Le differenti specie di giochi.
55) L'arte di conquistare l'altrui proprietà per mezzo del muntras o incantesimo.
56) L'agilità negli esercizi giovanili.
57) La conoscenza degli usi di società, e l'arte di ossequiare e far complimenti.
58) La scienza della guerra, delle armi, degli eserciti, ecc.
59) L'arte della ginnastica.
60) L'arte di indovinare il carattere di un uomo dalla fisionomia.
61) L'arte di scandire o di costruire dei versi.
62) I giochi aritmetici.
63) La fabbricazione di fiori artificiali.
64) La fabbricazione di figure e immagini con l'argilla.

Una donna pubblica, dotata di buone disposizioni, la quale alla bellezza aggiunga altre attrattive, e sia inoltre pratica nelle arti sunnominate, assume il nome di ganika, o donna pubblica di alta qualità; ed ha diritto, in una società di uomini, ad un posto d'onore. Sarà sempre rispettata dal re e lodata dai letterati, mentre tutti ne cercheranno i favori, divenendo così un oggetto di considerazione universale.
Ed anche la figlia di un re, o di un ministro, se possederà le doti di cui abbiamo ora parlato, potrà assicurarsi la preferenza del suo sposo anche se questi avesse migliaia di mogli. S'aggiunga a tutto ciò che qualora una donna si separi da suo marito o cada in miseria potrebbe comodamente guadagnarsi la vita, anche all'estero, con la sola conoscenza di tali arti.
Soltanto il conoscerle costituisce per una donna un'attrattiva, per quanto sia possibile metterle in pratica unicamente in determinate circostanze. Un uomo che conosca queste arti, e che sappia parlare gentilmente e con galanteria, conquista il cuore delle donne anche dopo una brevissima relazione.

IV. - LA VITA DI UN CITTADINO

Un uomo favorito dalla fortuna e possessore di beni acquistati per dono, conquista, operazioni di commercio, risparmi o eredità lasciata dagli antenati, deve diventare capo di famiglia e condurre vita da cittadino. Egli si sceglierà una casa in una città o in un grande villaggio, o nelle vicinanze di gente onesta, o in un luogo molto frequentato. Questa residenza dovrà essere situata vicino a un corso d'acqua e divisa in differenti reparti, destinati a vari usi. Sarà circondata da un giardino e conterrà due appartamenti, uno interno e l'altro esterno. Quello interno sarà occupato dalle donne; l'altro olezzante di profumi finissimi, conterrà un morbido letto, piacevole a vedersi, con sopra una coperta candida, ornato di ghirlande e fasci di fiori freschi, con un baldacchino e due guanciali, uno alla testa e l'altro ai piedi. Non mancherà neppure un divano o letto di riposo, e dietro ad esso un armadio ove saranno custoditi gli unguenti profumati per la notte, fiori, vasi di sostanze odorifere, le essenze necessarie per profumare la bocca e scorze di limone comune.
Vicino a questo divano, sul pavimento, occorre una sputacchiera, una cassetta di oggetti di abbigliamento, e un liuto appeso a un dente di elefante, una tavola da disegno, un vaso di profumi, qualche libro e ghirlande di amaranti gialli. Un po' più lontano dovrà esserci uno sgabello rotondo, un tavolino da gioco e un altro tavolino per giocare ai dadi; fuori dall'appartamento esterno vi saranno uccelliere e una sala separata per filare, scolpire in legno, e per altri simili divertimenti. Nel giardino vi saranno un'altalena girevole e una normale; poi un pergolato di rampicanti coperto di fiori, con un prato per sedersi.
Levatosi di buon mattino, il capo di famiglia, dopo aver soddisfatto le sue esigenze naturali, si laverà i denti, si cospargerà il corpo con moderate quantità di unguenti e profumi, metterà del collirio sulle palpebre e sugli occhi, colorirà le labbra con dell'alackatakat [7] e si guarderà allo specchio. Poi, dopo aver mangiato foglie di betel o di altra cosa che profumi la bocca, attenderà ai suoi soliti affari. Ogni giorno farà un bagno; ogni due giorni si ungerà il corpo con olio; ogni tre si stenderà sul corpo una sostanza che produca spuma [8]; si farà radere la testa, compreso il viso, ogni quattro giorni, e le altre parti del corpo ogni cinque o dieci giorni.
Tutto ciò deve essere puntualmente eseguito, e il cittadino avrà anche cura di far sparire il sudore dalle ascelle. Consumerà i suoi pasti del mattino, del pomeriggio e della sera, come prescrive Sciarayana. Dopo colazione si occuperà di insegnare a parlare a pappagalli e altri uccelli; poi assisterà a combattimenti di galli, quaglie e montoni. Un tempo limitato sarà occupato dai divertimenti con dei i: pitamada, dei vita e dei viduschaka [9]; in seguito farà la siesta del mezzogiorno. Poi il capo di casa, vestito dei suoi abiti e dei suoi ornamenti, trascorrerà il pomeriggio conversando coi suoi amici. La sera si canterà, e finalmente in compagnia di un amico, attenderà nella propria camera, appositamente decorata o profumata, la venuta della donna che può essersi innamorata di lui, che potrà anche inviargli una messaggera; nel qual caso andrà lui a farle visita. Al suo sopraggiungere, il capo di casa e l'amico le daranno il benvenuto e la riceveranno con argomenti piacevoli e simpatici. E questa sarà l'ultima occupazione della giornata.

Ecco poi i divertimenti e i passatempi che ogni tanto potrà prendersi:

1) Festino in onore delle diverse Divinità.
2) Riunioni di società dei due sessi.
3) Ricevimenti a base di liquori.
4) Pic‑nic.
5) Altri divertimenti di società.

FESTINO
In un certo giorno particolarmente propizio dei cittadini si raduneranno nel tempio della dea Saraswati [10]. Questa sarà una buona occasione di dar prova d'ingegno per i cantanti e gli altri artisti che saranno venuti nella città, e il giorno seguente senza dubbio vi sarà una premiazione. Si potrà anche trattenerli o licenziarli secondo che le loro esibizioni siano o no piaciute alla compagnia. I cittadini dovranno comportarsi allo stesso modo tanto in tempo di miseria quanto in tempo di prosperità, poiché è loro dovere offrire ospitalità agli stranieri che si troveranno tra di loro. E ciò si riferisce, s'intende, anche ad ogni altro genere di festino che possa venir celebrato in onore delle diverse divinità.

RIUNIONI DI SOCIETÀ
Quando alcuni uomini di pari età, di uguale ingegno e carattere, con medesimi gusti per quanto riguarda i divertimenti e tutti similmente educati, si riuniscono in compagnia di cortigiane [11] o in una compagnia di cittadini, o in casa di uno di loro, per tenervi una piacevole conversazione, ciò si chiama una riunione di società. Il divertimento preferito è di completare dei versi composti a metà da altri e di provare l'istruzione di ognuno nelle varie arti. Le donne molto belle, di gusti simili a quelli degli uomini, ma capaci di sedurli con le loro attrattive, sono altamente onorate in queste riunioni.

RICEVIMENTI A BASE DI LIQUORI
Uomini e donne devono alternativamente bere nella casa di ciascun membro della compagnia. E allora gli uomini faranno bere alle cortigiane, e berranno loro stessi, liquori come il madhu, l'ereya, il sara e l'asawa, che sono di sapore amaro, e poi altre bevande fatte con scorze di differenti alberi, con frutti e foglie selvatiche.

PASSEGGIATE NEI GIARDINI O PIC‑NIC
La mattina, dopo essersi vestiti, gli uomini cavalcheranno nei giardini, accompagnati da cortigiane e seguiti dai domestici. Si dedicheranno a convementi esercizi e a piacevoli distrazioni, quali i combattimenti di quaglie, di galli e di montoni, ed altri spettacoli; poi torneranno a casa nel pomeriggio, portando mazzi di fiori.
In estate andranno invece a bagnarsi in un corso di acqua dal quale saranno stati eliminati tutti gli animali nocivi e pericolosi, e che sarà stato fiancheggiato da ogni parte da argini di pietre.

ALTRI DIVERTIMENTI DI SOCIETÀ
Passare la notte giocando a dadi.
Passeggiare al chiaro di luna.
Celebrare una festa in onore della primavera.
Cogliere le gemme e i frutti dell'albero delle Indie.
Mangiare le spighe tenere del grano.
Fare passeggiate nei boschi quando gli alberi si rivestono di nuove fronde. L'Udakakshvedica, o esercizio nell'acqua.
Ornarsi a vicenda coi fiori di alcune piante.
Battersi coi fiori dell'albero kadamba.
Numerosi altri divertimenti ancora, noti in tutto il paese, o tipici di alcune province.
Questi ed altri simili divertimenti saranno sempre in uso presso i cittadini.
Saranno gustati particolarmente da un uomo che si diverta solo con una cortigiana, o anche da una cortigiana che si svaghi in compagnia delle domestiche o di cittadini.
Un Pithamarda è un uomo privo di beni, solo al mondo, e del quale l'unica proprietà consiste nel suo mallika [12], in qualche sostanza spumosa, e in un abito rosso. Viene da una bella regione, è abile in tutte le arti e, poiché le insegna, è ricevuto nella società dei cittadini e in casa delle cortigiane.
Un Vita è un uomo che sa godere dei vantaggi della fortuna, compatriota dei cittadini coi quali stringe amicizia, dotato della qualità di capo famiglia, ed è sposato. onorato dai cittadini e nelle case delle cortigiane, la cui assistenza gli procura da vivere.
Un Vidushaka (detto anche Vaihasaka) cioè che provoca il riso, è un uomo che conosce solo qualche arte ma è ben accetto dovunque perché sa divertire gli altri.
Tali differenti personaggi servono da intermediari nelle dispute e nelle riconciliazioni fra cittadini e cortigiane. Compito che hanno anche i mendicanti, le donne scacciate dalla propria casta, le donne adultere e le vecchie cortigiane abili in tutte le arti.
Così un cittadino che risieda nella propria città o nel proprio villaggio, rispettato da tutti, stringerà relazione e la conserverà con le persone della sua casta che meritino di essere frequentate. Terrà conversazione con loro e cercherà di rendersi gradito; farà loro anche dei piaceri, inducendoli in tal modo con l'esempio, a obbligarsi l'un l'altro. Vi è in proposito qualche versetto, di cui ecco il testo: "Un cittadino che in una società sappia conversaré di ogni cosa senza usare esclusivamente la lingua sanscrita o i dialetti del paese, viene rispettato da tutti. Il saggio non deve affiliarsi ad una società disprezzata dal pubblico, non governata da nessuna legge e che tende a distinguersi dalle altre leggi. Ma un uomo saggio affiliato ad una società di cui gli atti siano graditi al popolo e che ha per unico oggetto il piacere, è altamente rispettato nel mondo."



V. - DEI DIVERSI GENERI DI DONNE

Quando Kama è praticato dagli uomini delle quattro caste, secondo le regole della Sacra Scrittura (cioè con matrimonio legale) con vergini della propria casta, si ottiene così una posterità legale e una buona reputazione, e, soprattutto, ciò non è contrario alle consuetudini del mondo.
La pratica di Kama con tali donne non ha per scopo altro che il godimento.
Le Nayika appartengono dunque a tre specie: ragazze, donne due volte maritate, e cortigiane. Gonikaputra ritiene che esista una quarta specie di Nayika cioè la donna cui ci si rivolge in una determinata occasione, anche se è già sposata. Queste occasioni speciali si hanno quando un uomo può dire di lei:

a) Questa donna s'offre volontariamente ed è già stata di molti altri. Posso, perciò, considerarla come una cortigiana, anche se appartiene a una casta più elevata della mia. In questo modo non violo i comandamenti di Dharma.

b) Questa donna è due volte maritata ed altri prima di me l'hanno avuta. Nessuno m'impedisce di averla anch'io.

c) Questa donna ha guadagnato il cuore del suo grande e potente sposo, ed esercita l'influenza su lui, il quale è l'amico del mio nemico; se dunque risposata si lega a me, otterrà da suo marito che abbandoni il mio nemico.

d) Questa donna mi otterrà i favori di suo marito, il quale, essendo potentissimo, e in questo momento mal disposto verso di me, ha in mente di farmi del male.

e) Legandomi con questa donna, potrò uccidere suo marito e metter così le mani sulle sue immense ricchezze, da me tanto desiderate.

f) L'unione con questa donna non presenta nessun pericolo e mi procurerà una grande fortuna di cui ho bisogno, vista la mia povertà che è tale che non riesco a provvedere a me stesso. Costituirà dunque un mezzo per impossessarmi delle sue grandi ricchezze senza nessuna difficoltà.

g) Questa donna mi ama ardentemente e conosce le mie debolezze. Se rifiuto di unirmi con lei divulgherà in pubblico i miei difetti, mettendomi in cattiva luce e danneggiando la mia reputazione. O, anche, mi potrà accusare di qualche grave colpa senza che io possa dimostrare la mia innocenza, rimanendo così rovinato. O forse allontanerà da me suo marito che è potente e sul quale ha influenza, per farlo mettere dalla parte del mio nemico o lei stessa si alleerà con quest'ultimo.

h) Il marito di questa donna ha violato la castità delle mie mogli; mi vendicherò dunque seducendo le sue.

i) Con l'aiuto di questa donna riuscirò a uccidere un nemico del re che ha cercato asilo presso di lei e che il re mi ha ordinato di far morire.

l) La donna che io amo è sotto il dominio di quest'altra donna. Per mezzo di questa potrò farmi accogliere bene dalla prima.

m) Questa donna mi procurerà una ragazza ricca e bella, che è difficile avvicinare perché sotto l'influenza di un altro.

n) Il mio nemico è l'amico di questa donna. Io potrò farla mettere in relazione con lui e far così nascere causa di inimicizia fra suo marito e lui.

Per tutte queste ragioni ed altre simili, è permesso rivolgersi alle donne d'altri, ma resta inteso che è concesso solo per esse, non per la soddisfazione di un desiderio carnale.
Sciarayana è dell'opinione che, dopo quanto abbiamo detto, esista una quinta specie di Nayika: una donna mantenuta da un ministro, o alla quale costui fa visita di tanto in tanto; o una vedova che favorisca i disegni di un uomo da lei frequentato.
Suvarnanabha aggiunge che una vedova che viva in castità, può venir considerata come una sesta specie di Nayika.
Ghotakamuka afferma che la figlia di una cortigiana, o una domestica, ancora vergini, costituiscono una settima specie di Nayika.
Gonardiya pretende che ogni donna proveniente da buona famiglia, allorché sia in età, sia un'ottava specie di Nayika.
Ma queste quattro ultime specie non differiscono troppo dalle prime quattro, perché non esiste ragione speciale per andare con loro. Per conseguenza Vatsyayana non ne riconosce altro che quattro, le quali, come abbiamo visto, sono: la ragazza, la donna due volte sposata, la cortigiana e la donna verso la quale si è spinti da qualche ragione speciale.
Non si deve invece andare con le donne seguenti:
la lebbrosa;
la lunatica;
la donna scacciata dalla propria casta;
la donna che riveli dei segreti;
la donna che manifesta volgarmente il suo desiderio di rapporti sessuali;
la donna estremamente bianca; la donna estremamente nera;
la donna che abbia cattivo odore;
la donna che sia vostra parente prossima;
la donna con cui abbia legami di amicizia;
la donna che viva asceticamente.
E infine la moglie di un parente, di un amico, di un bramino letterato e del re.



I discepoli di Brabhavya affermano che è permesso di andare con una donna che sia già stata posseduta da cinque uomini; ma pure in questo caso Gonikaputra pensa che si debba eccettuarne le mogli di un parente, di un bramino letterato o di un re. Ecco ora le differenti specie di amici: chi ha giocato con voi nella polvere, cioè l'amico d'infanzia; chi vi è obbligato con qualche favore; chi ha le stesse vostre disposizioni e i vostri gusti; il vostro compagno di studi; chi è a conoscenza dei vostri segreti e dei vostri difetti, e del quale vi sono pure noti i difetti e i segreti; il figlio della vostra nutrice; chi è stato allevato con voi; chi costituisce per voi un amico ereditario. Questi amici debbono possedere le seguenti qualità: devono dire la verità; non devono cambiar di sentimento col tempo; devono favorire i vostri disegni; devono essere costanti; non devono essere avidi; devono essere incapaci di lasciarsi abbindolare da altri; non devono rivelare i vostri segreti. Sciarayana ci narra che i cittadini mantengono relazione coi lavandai, barbieri, mandriani, fiorai, droghieri, mercanti di foglie di betel, bettolieri, mendicanti, pithamarda, vita e vidushaka, come pure con le mogli di tutti costoro.
Un messaggero deve possedere le seguenti qualità: abilità; audacia; conoscenza delle intenzioni degli uomini dal loro aspetto esteriore; mancanza di confusione, cioè di timidezza; perfetta conoscenza di ciò che significano gli atti e le parole degli altri; buone maniere; conoscenze del luogo e del tempo opportuni per compiere differenti cose; lealtà negli affari; intelligenza vivace; rapida applicazione dei rimedi, ossia abbondanza e prontezza di espedienti.
Questa parte si conclude col seguente versetto:

"L'uomo ingegnoso e saggio, che ha vicino un amico e conosce le intenzioni degli altri, come anche il tempo e il luogo opportuni per fare ogni cosa, può assai facilmente trionfare, anche di una donna difficilissima da conquistare."


PARTE SECONDA

DELL'UNIONE SESSUALE


I. - DEI DIVERSI TIPI DI UNIONE SESSUALE

Gli uomini si dividono in tre classi, gli uomini lepre, gli uomini toro e gli uomini cavallo a seconda della grandezza del loro lingam. Anche la donna, secondo la profondità della sua yoni, è una cerva, una giumenta o un'elefantessa. Da ciò segue che vi sono tre unioni uguali, cioè tra persone che si corrispondono in dimensione, e sei unioni inuguali, quando al contrario le dimensioni non si corrispondono. Si tratta dunque di nove casi in tutto: Uguali: Lepre/ Cerva, Toro/Giumenta, Cavallo/Elefantessa; Inuguali: Lepre/Giumenta, Lepre/Elefantessa, Toro/Cerva, Toro/Elefantessa, Cavallo/Cerva, Cavallo/Giumenta.
Nelle unioni disuguali, allorché l'uomo supera la donna in dimensioni, la sua unione con la femmina che, da questo punto di vista, appartiene alla categoria immediatamente dopo di lui, si chiama alta unione ed è di due specie; mentre la sua unione con la donna più lontana da lui per le dimensioni, si chiama altissima unione ed è di una specie sola.
Ma quando è la donna a superare l'uomo, la sua unione con l'uomo che viene immediatamente dopo si chiama bassa unione ed è di due specie; mentre l'unione con l'uomo più lontano si chiama bassissima unione ed è di una specie sola.
In altre parole, il cavallo e la giumenta, il toro e la cerva costituiscono l'alta unione, mentre il cavallo e la cerva formano l'altissima unione. Nell'altro caso l'elefantessa e il toro, la giumenta e il lepre costituiscono la bassa unione, mentre l'elefantessa e il lepre formano la bassissima unione.
Esistono dunque nove specie di unioni secondo le dimensioni. Di queste unioni le migliori sono quelle uguali; quelle di grado superlativo, e cioè le altissime e le bassissime sono le peggiori, le altre sono di qualità media e fra esse le alte sono migliori delle basse.
Esistono poi nove specie di unioni secondo la forza della passione o del desiderio: Uomini/donne: Piccola/Piccola, Media/Media, Intensa/Intensa; Piccola/Media, Piccola/Intensa, Media/Piccola, Medial Intensa, Intensa/Piccola, Intensa/Media.
Qualcuno afferma che un uomo ha piccola forza di passione quando nel momento dell'unione sessuale il suo desiderio è poco vivo, il suo getto è scarso e non può sopportare gli appassionati abbracci della donna. Coloro che hanno un temperamento migliore sono chiamati uomini di passione media, e coloro che sono pieni di desiderio, uomini di passione intensa. E allo stesso modo si suppone che le donne siano suscettibili dei tre gradi di passione sopra elencati.
Infine, secondo il tempo impiegato, esistono tre categorie di uomini e di donne: coloro che impiegano poco tempo; coloro che impiegano un tempo moderato e coloro che impiegano un tempo assai lungo. Come sopra, da ciò risultano nove unioni differenti.
Ma su questo punto, e in merito alla donna, occorre constatare che le opinioni divergono.
Oddalika afferma: "Le donne non eiaculano come gli uomini. Gli uomini soddisfano semplicemente il loro desiderio, mentre le donne, nella percezione del prurito, risentono una specie di godimento che è loro gradito, ma allo stesso tempo non sanno spiegare di che genere di godimento si tratti. Un fatto che dimostra quanto dico è che, nel coito, gli uomini si arrestano spontaneamente dopo l'eiaculazione, mentre non avviene così per la donna."

Tale opinione tuttavia urta contro un'obiezione, ed è che se l'uomo fa durare a lungo l'atto, la donna ne riceve maggior piacere, mentre se lo fa terminare troppo presto la donna è malcontenta di lui. E questa circostanza proverebbe che anche la donna eiacula. Ma questa opinione non è fondata; poiché se occorre un lungo tempo per calmare il desiderio della donna, e se è vero che durante questo tempo lei prova un vivo godimento, è ben naturale che desideri che il coito duri a lungo. E a questo proposito esiste un versetto, di cui ecco il testo:

Il desiderio e la passione delle donne sono soddisfatti dall'unione con gli uomini e il godimento che ne provano viene chiamato loro soddisfazione.

I discepoli di Babhavya, d'altra parte, dicono che le donne eiaculano continuamente dal principio alla fine dell'unione sessuale; e dev'essere così perché se non vi fosse esistenza di liquido genitale nella donna, non si formerebbe embrione.
E qui si obietta: da principio la passione della donna è media, e fa fatica a sostenere i vigorosi assalti del suo amante; ma gradatamente la sua passione aumenta, finché non ha più coscienza del suo corpo, e soltanto allora sente il desiderio che il coito finisca.
Questa obiezione è tuttavia senza valore, perché anche per le cose ordinarie che si muovano con grande velocità, come una ruota di pentolaio o una trottola, il moto all'inizio è lento, ma a poco a poco diventa rapidissimo. Così avviene per la donna, la quale sente gradatamente aumentare la passione e prova il desiderio di terminare l'unione non appena tutto il liquido è emesso.
Vi è a questo proposito un versetto, di cui ecco il testo:

L'eiaculazione dello sperma dell'uomo avviene solamente alla fine del coito, mentre la donna lo emette continuamente; e quando lo sperma dell'uno e dell'altra è completamente emesso, allora essi provano il desiderio di por fine al coito.

E finalmente Vatsyayana è del parere che la donna emetta il suo fluido nello stesso modo dell'uomo.
Adesso qualcuno potrà chiedere: se l'uomo e la donna sono esseri della medesima specie e concorrono allo stesso risultato, perché ciascuno ha una funzione diversa?
Vatsya risponde che avviene così perché tanto il comportamento, quanto la coscienza del piacere, sono diversi nell'uomo e nella donna. La differenza nel comportamento, per il quale l'uomo è l'agente e la donna il paziente, è dovuto alla natura del maschio e della femmina, altrimenti l'agente potrebbe diventare qualche volta paziente e viceversa. E da questa differenza nella maniera di comportarsi, nasce una differenza nella coscienza del piacere, giacché l'uomo pensa: "Questa donna mi è unità", e la donna invece: "Io sono unita con quest'uomo."
Si può osservare: se il modo di comportarsi è diverso nell'uomo e nella donna, perché non esiste una differenza anche nel piacere medesimo che essi risentono, dato che questo è il risultato della maniera di operare?
Ma questa obiezione è senza fondamento, poiché essendo l'agente e il paziente due persone di diverso sesso, esiste in ciò una ragione per la quale agiscono differentemente, ma non esiste ragione per una qualsiasi differenza nel piacere che provano; perché il piacere deriva, naturalmente, per ambedue dall'atto che essi compiono.
Qualcuno potrebbe ancora aggiungere a questo proposito: quando differenti persone sono occupate nello stesso lavoro, vediamo che esse concorrono allo stesso fine od oggetto; mentre, al contrario, nell'unione dell'uomo e della donna, ciascuno persegue il proprio fine separatamente, ciò è illogico. Ma l'osservazione non è giusta, perché vediamo qualche volta due cose compiute nello stesso tempo, come nel combattimento dei montoni, nel quale i due montoni ricevono, ciascuno nello stesso tempo, un colpo sulla testa. Lo stesso accade quando due giocatori si lanciano una contro l'altra due palle. Se si osserva che, in questo caso, gli elementi impiegati sono della medesima specie, si risponderà che, nel caso dell'uomo e della donna, la natura delle due persone è ancora la stessa. E, poiché la differenza nella loro maniera di comportarsi deriva solo dalla loro differenza di conformazione, ne segue che gli uomini provano lo stesso genere di piacere delle donne.
Anche su questo argomento vi è un versetto di cui ecco il testo: "Gli uomini e le donne, essendo della stessa natura, provano lo stesso genere di piacere, ragione per la quale un uomo deve sposare una donna che possa amarlo sempre."
Essendo dunque provato che il godimento degli uomini e delle donne è dello stesso genere, ne segue che, in rapporto al tempo, si possono verificare nove specie di rapporto sessuale, come se ne verificano nove riguardo alla forza della passione.
E poiché esistono nove specie di unioni riguardo rispettivamente alle dimensioni, alla forza della passione e al tempo, le combinazioni di tutte queste specie ne produrrebbero innumerevoli altre. Deriva da ciò che in ciascuna di queste particolari unioni sessuali, gli uomini devono usare quei mezzi che essi giudicheranno più convenienti per l'occasione.
La prima volta che si verifica l'unione sessuale, la passione dell'uomo è intensa e il tempo impiegato è breve; ma nelle unioni seguenti della stessa giornata accade il contrario. Per la donna, al contrario, la prima volta la sua passione è debole e il tempo che impiega è lungo; ma nelle successive riprese della stessa giornata, la sua passione è intensa e il tempo breve fino a che sia pienamente soddisfatta.

DELLE DIFFERENTI SPECIE DI AMORE
Gli uomini dediti agli studi psicologici sono d'opinione che esistano quattro specie di amore:

1) Amore dovuto a un'abitudine continua.
2) Amore dovuto all'immaginazione.
3) Amore dovuto alla fede.
4) Amore dovuto alla percezione di oggetti esterni.

1. L'amore dovuto dalla costante e continua esecuzione di un qualsiasi atto è detto amore acquisito con la pratica e abitudine costanti; come ad esempio l'amore per i rapporti sessuali, l'amore per la caccia, per il bere, per il gioco, ecc.

2. L'amore che si sente per tutte quelle cose alle quali non si è abituati, e che trova del tutto la sua origine nel pensiero, è detto amore dovuto all'immaginazione; come ad esempio l'amore che certi uomini, donne ed eunuchi provano per l'amore orale, e quello che ogni persona prova per certi atti come l'abbraccio, il bacio, ecc.

3. L'amore reciproco, di cui non sia dubbia la sincerità, quando ciascuno vede nell'altro una metà di se stesso, si dice amore dovuto alla fede per esperienza.

4. L'amore dovuto dalla percezione di oggetti esterni è noto a tutti, poiché il piacere che procura è superiore al piacere degli altri generi di amore, i quali non esistono altro che astrattamente per loro stessi.

Ciò che abbiamo scritto in questo capitolo sull'unione sessuale è sufficiente per l'uomo dotto, ma per istruire l'ignorante occorre che questo stesso soggetto sia trattato più a lungo e con maggior ricchezza di particolari.


II. DELL'ABBRACCIO

Questa parte dei Kama Shastra che tratta dell'unione sessuale, è anche chiamata "Sessantaquattro" (Sciatushshashti). Alcuni antichi autori affermano che vien chiamata così perché contiene sessantaquattro capitoli. Secondo altri, invece, fu attribuito il nome di "Sessantaquattro" a questa parte, in onore ai Rig Veda, perché l'autore di questa parte stessa si chiamava Pansciala come l'attore che recitava la parte dei Rig Veda detta Dashatapa. Del resto i discepoli di Babhavya affermano che questa parte contiene i seguenti soggetti; l'abbraccio, il bacio, il graffio con le unghie e le dita, il morso, il piacere, la produzione di differenti suoni, la donna che fa la parte di uomo, e l'Oparishtaka o usanza di adoperare la bocca.
Dato che ciascuno di questi soggetti è suddiviso in otto capitoli, e otto per otto fa sessantaquattro, così questa parte venne chiamata "Sessantaquattro". Ma Vatsyayana afferma che solo per caso le fu attribuito questo nome di "Sessantaquattro" perché questa parte contiene anche altri soggetti, come: i colpi, i gridi, gli atti dell'uomo durante l'amplesso, le diverse specie di amplesso, ed altro ancora. E infatti si dice anche, per esempio: quest'albero è "Saptaparna" (con sette foglie); questa offerta di riso è «Pansiavarna», o dai cinque colori, anche se l'albero non ha sette foglie, né il riso cinque colori.
Qualunque ne sia la ragione, questa parte viene chiamata "Sessantaquattro" e noi ci occuperemo subito del primo soggetto; l'abbraccio.
In primo luogo, l'abbraccio, che indica un reciproco amore fra l'uomo e la donna, è di quattro specie: toccante; forante; strusciante; fremente.
L'azione, in ogni caso, è determinata dal senso della parola che la definisce.

1) Quando un uomo, con un qualsiasi pretesto, si mette davanti o di fianco a una donna in modo che il suo corpo tocchi il corpo di lei, si ha l'abbraccio toccante.

2) Quando una donna, in un luogo solitario, si china come per raccogliere qualcosa, e tocca, saremmo anzi per dire fora, un uomo sdraiato o in piedi, con la punta dei seni, di cui l'uomo subito si impadronisce, si ha l'abbraccio forante.

3) Quando due amanti, passeggiando insieme in un luogo qualsiasi, non importa se frequentato o appartato ma nell'oscurità, strusciano il corpo l'un contro l'altro si ha l'abbraccio strusciante

4) Quando, in una medesima situazione, uno di essi preme l'altro con forza contro un muro o un pilastro, si ha l'abbraccio premente.

Questi due ultimi abbracci sono propri a coloro che già conoscono le loro reciproche intenzioni.
Al momento dell'amplesso, sono usate quattro altre specie di abbraccio:

1) Jataveshitaka, o allacciamento del rettile.

2) Virkshadhirudhaka, o arrampicamento sull'albero.

3) Tila Tandukaka, o mescolanza del grano di sesamo e del grano di riso.

4) Kshiraniraka, o abbraccio latte e acqua.

1. Quando una donna, aggrappandosi a un uomo come un rettile all'albero, attira la sua testa verso la propria con l'intenzione di baciarlo, ed emettendo un leggero suono come "sutt, sutt", l'abbraccia guardandolo con amore, tale abbraccio si chiama l'allacciamento del rettile.

2. Quando una donna, posando un piede sul piede del suo amante, e l'altro su una coscia di lui, gli passa un braccio attorno alle reni e l'altro sulle spalle, canticchiando a mezza voce come se tubasse, e quasi cerca di arrampicarsi su lui per ottenerne un bacio, questo abbraccio si chiama arrampicamento sull'albero.

Questi due modi di abbracciare si verificano quando l'amante è in piedi.

3. Quando gli amanti sono stesi a letto e si abbracciano così strettamente in modo che le braccia e le cosce dell'uno sono allacciate dalle braccie e dalle cosce dell'altro, in una specie di sfregamento reciproco, questo abbraccio si chiama la mescolanza del grano di sesamo e del grano di riso.

4. Quando un uomo e una donna si amano con violenta passione e, senza preoccuparsi di farsi del male, si abbracciano quasi l'uno volesse penetrare nel corpo dell'altra, sia che i due amanti siano alzati e la donna sieda sulle ginocchia dell'uomo, sia che essi siano a letto, questo abbraccio si chiama mescolanza di latte e d'acqua.

Questi due modi di abbraccio si verificano al momento dell'unione sessuale.

Queste sono le otto specie di abbraccio che ci ha insegnato Babhravya.

Suvarnanabha ci insegna poi altre quattro maniere di abbracciare semplici parti di un corpo, ed esse sono:

1) Abbraccio delle cosce.

2) Abbraccio del jaghana, ossia della parte fra l'ombelico e le cosce.

3) Abbraccio dei seni.

4) Abbraccio del viso.

1. Quando uno dei due amanti preme con forza una delle cosce dell'altro o tutte due con la propria o le proprie, si verifica l'abbraccio delle cosce.

2. Quando l'uomo preme il jaghama, ossia la parte media del corpo della donna, contro il suo e monta su lei per graffiarla con le unghie o le dita, o morderla, o percuoterla, o baciarla, mentre la capigliatura della donna è sciolta e sparsa, si ha l'abbraccio del jaghana.

3. Quando un uomo applica il suo petto contro i seni della donna e li preme si ha l'abbraccio dei seni.

4. Quando uno degli amanti posa la bocca, gli occhi e la fronte, sulla bocca, sugli occhi e sulla fronte dell'altro si ha l'abbraccio del viso.

Secondo taluni, anche il massaggio è un abbraccio perché comporta il contatto di due corpi. Ma Vatsyayana pensa che, effettuandosi il massaggio in momenti e con scopo ben differenti, costituendo anche un contatto avente un diverso carattere, non possa essere compreso tra gli abbracci.
A tal proposito vi è qualche versetto, di cui ecco il testo:

"Il soggetto tutto dell'abbraccio è ditale natura che gli uomini che se ne formano un'idea o ne sentono parlare o ne parlano provano solo per questo un desiderio di godimento."

Alcuni abbracci non ricordati nei Kama Shastra debbono tuttavia essere praticati nel momento del godimento sessuale, se in un modo o nell'altro sono: tali da procurare un accrescimento dell'amore. Le regole dei Shastra possono venire applicate per tutto il tempo in cui la passione dell'uomo è media, ma non appena messa in moto la ruota dell'amore non valgono più né Shastra né regole.

III. IL BACIO

Qualcuno ritiene che non vi sia né ordine né tempo fissato per l'abbraccio, il bacio e la pressione o graffio con le unghie o le dita, ma che tutte queste cose debbono verificarsi prima dell'unione sessuale; mentre i colpi e l'emissione di suoni diversi generalmente accompagnano l'unione. Vatsyayana da parte sua pensa che ogni cosa è opportuna in qualsiasi momento, perché l'amore non si preoccupa né di ordine né di tempo.
Durante il primo amplesso è conveniente moderarsi nell'uso del bacio e di tutte le pratiche sino ad ora descritte, senza continuarle a lungo, e soprattutto occorre alternarle. Ma negli amplessi successivi bisogna regolarsi in modo del tutto contrario e la moderazione non è più necessaria; si può prolungare a piacimento ogni pratica, e, allo scopo di acuire il desiderio, talvolta conviene usarle anche tutte in una volta.
Il bacio sarà dato sulle seguenti parti: la fronte, gli occhi, le gote, la gola, il petto, i seni, le labbra e l'interno della bocca. Gli abitanti del paese di Lat baciano pure le seguenti parti: le natiche, le braccia e l'ombelico.
Ma Vatsyayana reputa che, se tali genti praticano in questo modo il bacio per eccesso di amore, conformandosi così ai costumi della loro provincia, non a tutti è conveniente imitarli.
Nel caso si tratti di una ragazza, sono in uso tre specie di baci:

1) Il bacio nominale.

2) Il bacio palpitante.

3) Il bacio toccante.

1. Quando la ragazza tocca semplicemente con la bocca la bocca dell'amante, ma senza far nient'altro, si ha il bacio nominale.

2. Quando la ragazza collocando un po' da parte il suo pudore, vuol toccare il labbro che preme la sua bocca, e a tale scopo muove il labbro ma non il superiore, si hail bacio palpitante.

3. Quando la ragazza tocca le labbra dell'amante con la lingua, e, chiudendo gli occhi, pone le mani in quelle di lui, si ha il bacio toccante.

Altri autori descrivono quattro modi di baciare.

1) Il bacio diretto.

2) Il bacio inclinato.

3) Il bacio rivolto.

4) Il bacio premuto.

1. Quando le labbra dei due amanti son direttamente e semplicemente a contatto, si ha il bacio diretto.

2. Quando le teste dei due amanti sono inclinate una verso l'altra e stando in questa posizione si scambiano un bacio, si ha il bacio inclinato.

3. Quando uno degli amanti fa voltare il viso dell'altro tenendogli la testa e il mento, e soltanto allora dà il bacio, si ha il bacio rivolto.

4. Quando infine il labbro inferiore è premuto con forza si ha il bacio premuto.

Esiste anche un quinto modo di baciare, che si chiama il bacio molto premuto. Si dà tenendo fra due dita il labbro inferiore dell'amante, poi, dopo averlo toccato con la lingua, si preme fortemente con le labbra.

In fatto di baci si può giocare a chi si impadronisce prima delle labbra dell'altro. Se la donna perde fingerà di piangere, allontanerà l'amante battendo le mani, gli volterà la schiena, quasi cercherà di iitigare chiedendo: "Dammi la rivincita." Se perde di nuovo si mostrerà ancora più afflitta, e quando l'amante sarà distratto o addormentato, lei si impadronirà del suo labbro inferiore mantenendolo fra i denti in modo che non possa sfuggirle, poi si metterà a ridere, farà gran chiasso, scherzerà con l'amante, girerà per la stanza ballando, e dirà ciò che le passerà per la testa aggrottando le ciglia e roteando gli occhi. Questi sono i giochi che accompagnano il bacio; ma questo si può anche unirlo alla pressione o graffio con le unghie o le dita, al morso, alla percussione. Tutte queste pratiche sono familiari soltanto alle persone di passione intensa.
Quando un uomo bacia il labbro inferiore di una donna e questa a sua volta risponde coi bacio dei labbro inferiore si ha il bacio del labbro superiore.
Quando uno degli amanti prende fra le sue labbra le labbra dell'altro si ha il bacio serrante. Ma questo bacio può esser dato da una donna soltanto a un uomo senza baffi. E se, durante questo bacio, uno degli amanti tocca con la lingua i denti, la lingua e il palato dell'altro, si ha ciò che si chiama il combattimento della lingua. Similmente può effettuarsi la pressione dei denti contro la bocca dell'altro.
Il bacio può essere di quattro specie: moderato, contratto, premuto e dolce secondo le varie parti del corpo su cui si depone, poiché ciascuna parte del corpo vuole un appropriato genere di bacio.
Quando una donna guarda il viso dell'amante che dorme e lo bacia per manifestare la sua intenzione o il suo desiderio, si ha ciò che si chiama il bacio che infiamma l'amore.
Quando una donna bacia l'amante che accudisca ai suoi affari, o stia facendole dei rimproveri, o guardi un qualsiasi oggetto, in modo da distrarre la sua attenzione, si ha ciò che si chiama il bacio che distrae.
Quando un amante, rientrando tardi la notte, bacia la donna addormentata nel letto, per manifestarle il suo desiderio, si ha il bacio che sveglia. In questa occasione la donna può far finta di dormire, quando entra l'amante, in modo da poter conoscere la sua intenzione e ottenere il suo rispetto.
Quando una persona bacia l'immagine della persona amata riflessa da uno specchio, dall'acqua, o sopra un muro, si ha il bacio che mostra l'intenzione.
Quando una persona bacia con intenzione un bambino seduto sulle sue ginocchia, o una pittura, o una immagine, o una figura, in presenza della persona amata, si ha il bacio trasferito.
Quando di notte, a teatro, o in una riunione di casta, un uomo andando incontro a una donna le bacia un dito della mano, se questa è in piedi, o l'alluce se è seduta, o quando una donna, facendo il massaggio al corpo del suo amante, mette il viso sulla sua coscia quasi volesse dormire, in modo da infiammarlo di passione, e gli bacia la coscia o l'alluce, si ha il bacio dimostrativo.
Su questo soggetto c'è un versetto, che dice così:

"Qualsiasi cosa uno degli amanti fa all'altro questi deve renderla; cioè se la donna bacia l'uomo, l'uomo deve baciarla a sua volta; se lei lo percuote, egli pure deve percuoterla."

IV. DELLA PRESSIONE O SEGNO

Quando la passione diventa intensa è il caso di praticare la pressione o la graffiatura con le unghie, e questo si verifica nelle seguenti occasioni: al momento della prima visita; al momento di partire per un viaggio; al ritorno; in caso di riconciliazione con un amante irritato e, inoltre, quando la donna è ubriaca.
Ma la pressione con le unghie non è praticata altro che dagli amanti, animati da passione assai intensa. E molti, cui piace, uniscono ad essa anche il morso.
La pressione con le unghie può essere di otto specie, secondo la forma dei segni che ne derivano:

1) Sonora.
2) A mezza luna.
3) A cerchio.
4) A linea.
5) Ad artiglio di tigre.
6) A zampa di pavone.
7) A salto di lepre.
8) A foglia di loto azzurro.

Le parti dove si effettua la pressione con le unghie sono: la cavità delle ascelle, la gola, i seni, le labbra, i jaghana o parte media del corpo, e le cosce. Ma Swaruanabha pensa che se l'impeto della passione è forte non dobbiamo preoccuparci della parte ove premere.
Le qualità necessarie perché le unghie siano belle sono: che siano brillanti, bene incassate, pulite, interne, convesse. Possono essere di tre specie secondo la loro grandezza: piccole, medie, grandi.
Le unghie grandi, che danno grazia alle mani e attirano, col loro aspetto, il cuore delle donne, sono proprie degli abitanti del Bengala. I popoli delle province meridionali hanno unghie piccole, di cui ci si può servire in varie maniere, ma soltanto per dar piacere.
Le unghie medie, che raccolgono le proprietà delle due altre specie, le troviamo negli abitanti del Maharashtra.

1. Quando una persona preme il mento, i seni, il labbro inferiore o il jaghana di un'altra, così dolcemente da non lasciare il segno, ma solo da far rizzare il pelo nel punto del corpo venuto a contatto con le unghie, che nel frattempo fanno esse stesse un piccolo suono, si ha una pressione sonora con le unghie.
Questa pressione si usa con una ragazza, allorché l'amante le fa il massaggio, le solletica la testa e vuol turbarla o spaventarla.

2. Un segno ricurvo fatto con l'unghia sul collo o sui seni è detto a mezza luna.

3. Quando due mezze lune sono impresse una di fronte all'altra, si ottiene un cerchio. Questo segno s'imprime generalmente sull'ombelico, sulle fossette delle natiche, e alla giuntura delle cosce.

4. Un segno sotto forma di piccola linea che si può lasciare su qualsiasi parte del corpo è detto semplicemente linea.

5. La stessa linea, ma curva e tracciata sul petto, si dice artiglio di tigre.

6. Una linea curva tracciata sul petto con tutte e cinque le dita si dice zampa di pavone. Si fa questo segno quasi per vantarsene, giacché è difficile, e ci vuole abilità per riuscire ad eseguirlo con eleganza.

7. Se i cinque segni con le dita sono fatti intorno alla mammella, si ha il salto della lepre.

8. Un segno fatto sul petto o sulle anche sotto forma di foglia di loto azzurro si dice la foglia di loto azzurro.

Quando una persona, in procinto di partire per un viaggio, traccia uno di questi segni sulla coscia o sul petto si ha un segno di ricordo. Si usa, in questa occasione, tracciare tre o quattro linee una di seguito all'altra.
Così termina ciò che riguarda i segni con le unghie. Ma si possono anche far altri segni oltre i descritti, poiché dicono gli antichi autori che sono tanto innumerevoli i gradi di abilità nel far segni fra gli uomini che conoscono quest'arte, quanto innumerevoli sono i modi di tracciare questi segni. E poiché la pressione e il segno lasciato con l'unghia dipendono dall'amore, nessuno può dire con sicurezza quante differenti specie ne esistano. La ragione di questo, secondo Vatsyayana, consiste nel fatto che in amore è necessaria la varietà, perché l'amore deve esser prodotto dalla varietà dei mezzi. Ecco perché le cortigiane, che conoscono una grande varietà di mezzi, sono così desiderabili: e se tale varietà si ricerca in tutte le arti e in tutti i divertimenti, come nel tiro con l'arco e in altri esercizi, a più forte ragione deve ricercarsi in fatto di amore.
Anche a questo proposito abbiamo qualche versetto, di cui ecco il testo:

"L'amore di una donna che serba segni di unghia sulle parti segrete del suo corpo, pure se essi sono indeboliti e quasi scomparsi, si ravviva e si rinnova. Se manca il segno d'unghia per ricordare alla persona il passaggio dell'amore, questo diminuisce, come avviene quando per lungo tempo non v'è unione."

Quando uno straniero, sia pur da lontano, vede dei segni d'unghia sul seno di una donna, egli è preso da amore e da rispetto per lei.
Così pure un uomo che abbia dei segni di unghia e di denti su certe parti del corpo, riesce a influenzare lo spirito di una donna per quanto tale spirito sia forte. In breve, nulla vale meglio di un segno di unghia odi denti per aumentare l'amore.

V. DEL MORSO

Tutte le parti del corpo che è possibile baciare possono anche essere morse, ad eccezione del labbro superiore, l'interno della bocca e gli occhi.
Le qualità richieste per i denti sono: che siano uguali, di una lucentezza grata agli occhi, che siano suscettibili di essere colorati, di proporzioni opportune, intatti e fini all'estremità. Sono invece difettosi se appaiono spezzati, scalzati, deboli, grossi e mal piantati.
Ecco le differenti specie di morsi:

1) Il morso nascosto.
2) Il morso gonfiato.
3) Il punto.
4) La linea di punti.
5) Il corallo e il gioiello.
6) La linea di gioielli.
7) La nube spezzata.
8) Il morso del cinghiale.

1. Il morso che si rivela solo per l'eccessivo rossore della pelle morsa si chiama il morso nascosto.
2. Quando la pelle è depressa da ambedue le parti si ha il morso gonfiato.
3. Quando solo una piccola parte della pelle è morsa unicamente con due denti si ha il punto.
4. Quando piccole parti della pelle sono morse con tutti i denti si ha la linea di punti.
5. Quando il morso è dato coi denti e con le labbra insieme si dice il corallo e il gioiello. Le labbra sono il corallo, i denti sono il gioiello.
6. Quando lo stesso morso è dato con tutti i denti si ha la linea di gioielli.
7. Il morso i cui segni siano inuguali e a forma di cerchio, il che deriva dalla posizione dei denti, si dice nube spezzata. Si fa sui seni.
8.Il morso consistente in più file di segni, una dopo l'altra, separate da intervalli rossi, si dice morso del cinghiale. Si fa sui seni e sulle spalle. Questi due ultimi tipi di morso sono particolari delle persone animate da intensa passione.
Il morso nascosto, il morso gonfiato e il punto si dànno sul labbro inferiore. Il morso gonfiato si dà anche sulla gota, come il corallo e il gioiello.
Il bacio, la pressione con l'unghia e il morso costituiscono l'ornamento della gota sinistra, e da ora in avanti, parlandosi di gota, s'intenderà sempre la gota sinistra.
La linea di punti e la linea di gioielli vanno impressi sulla gota, sotto l'ascella e all'attacco delle cosce, ma la linea di punti sola va impressa sulla fronte e sulle cosce.
Se un uomo segna con le unghie o morde qualcuno degli oggetti seguenti: un ornamento della fronte, un ornamento dell'orecchio, un mazzo di fiori, una foglia di betel, o una foglia di tamala, portati da una donna amata o che le appartengano, ciò significa desiderio di godimento.
Qui terminano le diverse specie di morsi.
In fatto di amore un uomo deve studiarsi di compier sempre cose gradevoli alle donne dei vari paesi.
Le donne delle regioni centrali (cioè fra il Gange e il Djumnah) sono di carattere nobile e non abituate a pratiche spiacevoli; e sono quindi contrarie ai segni con le unghie ed ai morsi.
Le donne del paese di Baihika si lasciano conquistare da chi le percuote.
Le donne di Avantika amano piaceri grossolani e non sono di buoni costumi.
Alle donne di Maharashtra piace molto praticare le sessantaquattro arti; pronunciano parole volgari e spiacevoli, desiderano di udirne; sono assetate di godimenti.
Le donne di Pataliputra (cioè la moderna Patna) presentano lo stesso temperamento di quelle di Maharashtra, ma non mostrano il loro desiderio se non in segreto.
Le donne del paese di Dravida, per quanto possano essere toccate e premute nel momento del godimento sessuale, hanno un'emissione di liquido lentissima, cioè sono molto lente nel coito.
Le donne di Vanavasi sono moderatamente appassionate, gustano ogni specie di divertimento, coprono il loro corpo, rimproverano chi usa parlare villanamente e con parole volgari.
Le donne d'Avanti odiano il bacio, il segno con le unghie e il morso; ma desiderano vari modi di unione sessuale.
Alle donne di Maiwa piace l'abbraccio e il bacio, ma senza ferita, e si lasciano conquistare da chi le percuote.
Le donne di Abhira e quelle del paese fra l'Indo e le cinque rive (cioè il Pengiab) vanno pazze per l'Oparishtaka, ossia l'uso della bocca.
Le donne di Aparatika sono molto appassionate e fanno udire leggermente il suono di «sitt».
Le donne del paese di Lat sono ancor più violente nel desiderio e pure loro fanno udire il suono di «sitt».
Le donne di Stri Rajva e di Koshola (Udi) sono piene d'impetuosi desideri, hanno un'abbondante emissione e prendono anche droghe per facilitarle. Le donne del paese di Odra hanno morbido il corpo, son dedite ai divertimenti e ai piaceri dei sensi.
Le donne di Ganda sono di cuore tenero e parlano con molta dolcezza.
Ma a quanto afferma Suvarnanabka, le naturali caratteristiche di una persona qualsiasi sono improntate a qualcosa di più che agli usi generali del paese, per cui, in alcuni casi, non si devono seguire alla lettera gli usi. I diversi piaceri, i divertimenti, gli esercizi, e la moda di un paese finiscono con l'essere seguiti anche in un altro, e in tal caso si debbono considerare come originari del paese stesso.
Fra le pratiche sopra descritte, come il bacio, l'abbraccio, ecc. si deve ricorrere prima di tutto a quelle che servono ad eccitare la passione, e poi a quelle che tendono al solo scopo del divertimento e della varietà. Abbiamo a questo proposito, dei versetti di cui ecco il testo:

Quando un uomo morde fortemente una donna, lei deve rendere il morso con violenza doppia. Così per un punto, renderà una linea di punti, e per una linea di punti una nube spezzata; e se si trova per caso in stato di grande eccitazione, inizierà immediatamente una piccola disputa d'amore. Nel tempo stesso prenderà il suo amante per i capelli, gli farà chinare la testa, bacerà il suo labbro inferiore e, ardente di passione, chiudendo gli occhi, lo morderà in varie parti. E anche di giorno e in luogo frequentato quando il suo amante le mostra qualche segno che lei può aver lasciato sul suo corpo, sorriderà a quella vista e, voltandosi per rimproverano scherzosamente, anche lei gli mostrerà quei segni che lui le ha lasciato. Così, dunque, se uomini e donne sanno comportarsi in modo da rimanere soddisfatti gli uni degli altri, il loro amore non subirà diminuzioni, dovesse durare un secolo.

VI - DEI DIVERSI MODI DI GIACERE CON UNA DONNA

Nel caso di un'alta unione, la donna Mrigi (Cerva) dovrà stendersi in modo da allargare la sua yoni; mentre nel caso di una bassa unione, la donna Hastini (Elefantessa) si stenderà in modo da contraria. Ma in un'unione uguale si collocherà invece nella posizione naturale. E ciò che diciamo della Mrigi e della Hastini vale anche per la donna Vadawa (Giumenta). Nel caso di bassa unione, le donne potranno fare particolare uso di droghe perché il loro desiderio sia rapidamente soddisfatto.
Per la donna Mrigi esistono tre modi diversi di distendersi:

1) La posizione molto aperta.
2) La posizione spalancata.
3) La posizione della donna d'Indra.

1. Quando la donna getta indietro la testa, sollevando la parte media del corpo, si ha la posizione molto aperta. In questo caso occorre che l'uomo faccia uso di unguenti per facilitare la penetrazione.
2. Quando la donna alza le cosce tenendole interamente divaricate, si ha la posizione spalancata.
3. Quando al contrario porta le cosce sui lati con le gambe ripiegate sopra, e inizia l'unione in questa posizione si ha la posizione d'Indrani; soltanto la pratica può insegnarla, e tale posizione conviene anche nel caso di un'altissima unione. La posizione serrante è usata nella bassa unione e nella bassissima unione, insieme con la posizione premente, con la legante e con la posizione della giumenta.
Se le gambe dei due amanti sono stese le une contro le altre, e mantenute diritte, si ha la
posizione serrante, e può essere effettuata in due modi: di lato o di schiena, secondo il modo in cui i due amanti sono distesi. Nella posizione dilato l'uomo deve invariabilmente distendersi sul fianco sinistro e deve far distendere la donna sul fianco destro, regola che va osservata con qualsiasi tipo di donna.
Se, dopo aver iniziato l'amplesso nella posizione serrante, la donna preme l'amante con le cosce si ha la posizione premente.
Se, al contrario, la donna pone una delle sue cosce in modo da allacciare le cosce dell'amante si ha la posizione legante.
E quando una donna trattiene o costringe il lingam nella sua yoni, si ha la
posizione della giumenta. È questa una pratica che soltanto l'esperienza può insegnare, ed è conosciuta specialmente dalle donne del paese di Andra. Questi sono i modi di stendersi, insegnati da Banhrvya. Ma ve ne sono altri indicati da Suvarnanabha e che sono i seguenti:
Quando una donna alza tutte diritte le cosce, si ha la posizione alzante. Quando, alzate le gambe, le pone sulle spalle dell'amante, si ha la posizione spalancante.
Quando le gambe, piegate e contratte, vengono tenute così dall'amante davanti al suo petto, si ha la posizione compressa.
Quando una sola gamba è stesa, si ha la posizione semi-compressa.
Quando una donna metta una gamba sulla spalla del suo amante e stende l'altra, poi mette questa sulla spalla e distende la prima, e così di seguito, alternativamente, si ha ciò che si chiama la fessura del bambù.
Quando una gamba è messa sulla testa e l'altra rimane distesa, si ha ciò che si dice
piantare un chiodo. Solo la pratica può insegnarlo.
Quando le gambe della donna sono tenute contratte sul suo stomaco, si ha posizione del granchio.
Quando le cosce sono alzate e poste una sull'altra, si ha la posizione a fardello.
Quando le gambe sono messe una sull'altra, si ha la posizione in forma di loto.
E quando l'uomo, durante l'amplesso, si rotola senza lasciare la donna ma tenendola stretta alle reni, si ha la posizione girante e si impara solo con la pratica.
Secondo Suvarnanabha tutte queste posizioni, siano effettuate distesi, seduti o in piedi, possono essere praticate nell'acqua, riuscendo in tal modo più facili. Vatsyayana pensa invece che l'amplesso nell'acqua non sia conveniente, perché proibito dalla legge religiosa.
Quando un uomo e una donna si appoggiano uno al corpo dell'altro o contro un muro o contro un pilastro, e compiono l'amplesso stando così in piedi, si ha l'unione appoggiata.
Quando l'uomo si appoggia al muro, e la donna, sostenuta sulle mani dell'uomo riunite sotto di lei, gli passa le braccia intorno al collo, stringe le cosce attorno alla sua vita, si muove aiutandosi coi piedi appoggiati al muro contro il quale l'uomo pure si trova, si ha l'unione sospesa.
Quando una donna si pone sulle mani e sui piedi come un quadrupede, e l'uomo monta su lei come un toro, si ha l'unione della vacca. E in questo caso, vi è modo di praticare dalla parte del dorso tutto quel che generalmente si fa dalla parte del petto. Allo stesso modo si ha l'amplesso del cane, della capra, del cervo, il violento assalto dell'asino, l'amplesso del gatto, il salto della tigre, la pressione dell'elefante, lo strofinamento del cinghiale e l'assalto del cavallo. Questi amplessi consistono soltanto nell'imitazione del comportamento di ciascuno di questi animali.
Quando un uomo contemporaneamente gode due donne che l'amano ambedue di pari amore, si ha l'amplesso unito.
E quando un uomo gode contemporaneamente più donne, si ha l'amplesso di una mandria di vacche.
Nello stesso modo si può avere:
l'esercizio dell'acqua, o unione di un elefante con più elefantesse il quale, si dice, non può avvenire altro che nell'acqua, l'amplesso di una mandria di capre, di una mandria di cerbiatte, unioni tutte che si operano imitando i diversi animali.
A Gramaneri, parecchi giovani usano godere una sola donna, che può essere anche la moglie di uno di loro, e la godono sia uno dopo l'altro, sia tutti insieme in tal modo: uno la tiene, un altro la gode, un terzo s'impadronisce della bocca, un quarto del ventre, e in tal maniera godono alternativamente di ciascuna parte del corpo di lei. Ciò si può fare quando alcuni uomini si trovino in compagnia di una cortigiana. E anche le donne dell'harem del re possono fare altrettanto quando riescono, per caso, a mettere le mani su un uomo. Finisce qui la trattazione dei diversi amplessi e su questo argomento abbiamo due versetti, di cui ecco il testo:

Una persona ingegnosa deve saper moltiplicare le maniere di compiere l'amplesso, imitando qualsiasi animale o uccello, perché tali amplessi, seguendo gli usi dei diversi paesi e la fantasia personale, generano l'amore, l'amicizia e il rispetto nel cuore di una donna.



[1] Dharma è la conquista del merito religioso; è interamente descritto nel Cap. V. torno III, dell'»History of India» di Talboys Wheelers e negli «Editti di Asoka».

[2] Artha è la conquista della ricchezza, della proprietà, ecc.

[3] Kama è l'amore, il godimento, il piacere sessuale. Sono state conservate queste tre parole nella loro forma originale, come termini tecnici, e si possono definire con le parole «virtù, ricchezza e piacere», tre qualità di cui si parla continuamente nelle Leggi di Manù.

[4] Erano sicuramente dei materialisti che non credevano nell'aldilà.


[5] Presso gli Indù le quattro caste degli uomini sono: i Bramani o sacerdoti; gli Cshatry o guerrieri; i Vaisiy o agricoltori e mercanti; i Sudra o casta degli artigiani. I quattro periodi della vita sono: la vita dello studente religioso, la vita del capo famiglia, la vita dell'eremita e la vita del Sunyasi o devoto.

[6] Bali era un demonio che vinse Indra e ne occupò il trono; ma poi fu detronizzato da Visnù durante una sua nuova incarnazione.

[7] Colore derivato dalla lacca.



[8] Sostanza simile al sapone, allora sconosciuto in India.

[9] Personaggi che generalmente figurano nei drammi indù, le cui caratteristiche saranno spiegate più avanti.

[10] Protettrice delle arti, specialmente della musica e della retorica, paragonabile grosso modo a Minerva. Avrebbe inventato le lingue sanscrite.



[11] Presso gli antichi indù le cortigiane come le etere greche, erano donne di grande intelligenza e cultura, che potevano frequentare la società cosa che era proibita alle donne sposate.



[12] Specie di sedia a forma di T


KAMASUTRA II