GOTTHOLD EPHRAIM LESSING
NATHAN IL SAGGIO
TRADUZIONE DI ANDREA CASALEGNO
PERSONAGGI
IL
SULTANO SALADINO
SITTAH, sua
sorella
NATHAN, ricco
ebreo di Gerusalemme
RECHA, sua
figlia adottiva
DAJA, cristiana
che vive in casa di Nathan come dama di
compagnia
di Recha
UN
GIOVANE TEMPLARE
UN
DERVISCIO
IL
PATRIARCA DI GERUSALEMME
UN FRATE
UN EMIRO
Alcuni
mamelucchi del Saladino
La
scena a Gerusalemme.
ATTO I
Scena
I
Il
cortile della casa di Nathan. Arriva Nathan, di ritorno da un viaggio. Daja gli
va incontro.
DAJA
lui!
Nathan! - Grazie a Dio in eterno!
Finalmente
siete di ritorno.
NATHAN
S, Daja;
grazie a Dio. Ma perch finalmente?
Volevo
forse ritornare prima?
E come
avrei potuto? Babilonia
dista da
Gerusalemme, deviando
a destra e
a sinistra, come spesso
dovetti
fare, duecento buone miglia;
e
riscuotere crediti un negozio
che non
accelera la via, che non si lascia
sbrigare
troppo in fretta.
DAJA
Oh,
Nathan,
quale
sventura poteva nel frattempo
colpirvi
proprio qui! Casa vostra...
NATHAN
bruciata.
L'ho gi
sentito dire. - Voglia Iddio
che non
abbia nient'altro da sentire!
DAJA
Per poco
non bruci da cima a fondo.
NATHAN
Allora,
Daja, ne avremmo costruita
una nuova,
pi comoda.
DAJA
S,
certo. -
Ma per un
soffio non bruci anche
Recha.
NATHAN
Chi?
Recha? La mia Recha? Lei? -
Questo non
lo sapevo. - Allora non avrei
pi avuto
bisogno di una casa. -
Non bruci
per un soffio! - Ah! Certo bruciata!
bruciata
davvero! - Dimmi tutto!
Dimmelo! -
Uccidimi e non torturarmi
pi cos. -
S, bruciata.
DAJA
Se
lo fosse,
lo udreste
forse dalla mia bocca?
NATHAN
Perch mi
spaventi allora? - Oh, Recha!
Recha mia!
DAJA
Vostra?
Recha vostra?
NATHAN
Di nuovo? E
non dovrei chiamare
pi mia mia
figlia?
DAJA
Con
lo stesso
diritto
chiamate vostro tutto ci
che
possedete?
NATHAN
Nulla
con maggior diritto.
Tutto il
resto l'ho avuto dalla natura
e dalla
sorte. Lei sola ho guadagnato
con la virt.
DAJA
Ma
quanto cara a me
fate
pagare, Nathan, la vostra bont!
Se la bont
con simili intenzioni
si pu dire
bont.
NATHAN
Con
simili intenzioni?
E quali?
DAJA
La
mia coscienza...
NATHAN
Daja,
lascia
che ti dica
piuttosto delle cose...
DAJA
La
mia
coscienza,
voglio dire...
NATHAN
Delle
belle stoffe
che per te
ho comperato a Babilonia.
Stoffe
ricche, ma fatte con gusto.
Per Recha
non ne ho prese di pi belle.
DAJA
A che pro?
La mia coscienza, ormai sono costretta
a dirvelo,
non pu pi tacere.
NATHAN
Vedrai, ti
piaceranno gli orecchini,
i
bracciali, l'anello e la collana
che ho
cercato per te a Damasco.
Non vuoi
vederli?
DAJA
Ecco
come siete.
Voi pensate
soltanto a regalare!
NATHAN
Tu prendi
di buon grado come io dono - e taci.
DAJA
Taci! - Chi
dubita, Nathan, che voi siate
l'onest,
la generosit in persona?
Eppure...
NATHAN
Eppure
sono solo un ebreo. -
questo
che vuoi dire?
DAJA
Quello
che voglio dire
lo sapete
benissimo.
NATHAN
Allora
taci!
DAJA
Io
taccio.
Ma
l'affronto a Dio commesso qui,
che non
posso impedire n cambiare,
non posso -
ricada su di voi!
NATHAN
Ricada
su di me. -
Ma dov'
lei adesso? Dove se n' rimasta? -
Daja, se tu
m'inganni! - E lei lo sa
che sono
giunto?
DAJA
A
voi lo chiedo.
Il terrore
le trema ancora in ogni nervo,
e la sua
fantasia dipinge fiamme
su tutto ci
che vede. La sua mente
veglia nel
sonno e dorme nella veglia; ora sembra
quasi una
bestia, ora pi di un angelo.
NATHAN
Povera
bambina!
Cosa siamo
noi uomini!
DAJA
Stamane
stette a
lungo distesa ad occhi chiusi,
come morta.
Poi di colpo drizzandosi grid:
Ascolta!
Arrivano i cammelli di mio padre!
Ascolta!
la sua voce dolce! - Poi
l'occhio si
appann di nuovo e il capo,
non pi
sostenuto dal suo braccio,
ricadde sul
cuscino. - Io corro al portone
e, guarda,
voi state arrivando! -
Ma non c'
da stupirsene. Tutta la sua anima
era con voi
- e lui - per tutto il tempo.
NATHAN
Lui?
Quale lui?
DAJA
Colui
che l'ha salvata
dalle
fiamme.
NATHAN
Chi
stato? Chi? - Dov'?
Chi mi ha
salvato la mia Recha? Chi?
DAJA
Un giovane
templare, qui condotto
prigioniero
pochi giorni or sono,
e graziato
poi da Saladino.
NATHAN
Come?
Un
templare? E Saladino gli lasci
la vita?
Solo un simile miracolo
pot
salvare Recha? Dio!
DAJA
Senza
di lui,
che mise
lietamente a repentaglio
l'insperato
guadagno, era perduta.
NATHAN
E dov',
Daja, questo uomo nobile? -
Dov'?
Conducimi ai suoi piedi.
E gli deste
per prima cosa tutti
i tesori da
me lasciati? Gli deste tutto?
Gli
prometteste molto di pi?
DAJA
Come
avremmo potuto?
NATHAN
No? No?
DAJA
Nessuno
sa da dove sia venuto,
nessuno sa
dove se ne sia andato. - Nessuno
della casa
lo chiam. Guidato dal suo orecchio,
si gett
ardito, col mantello aperto,
tra fumo e
fiamme, verso quella voce
che ci
chiedeva aiuto. Noi lo credevamo
gi
perduto; ma a un tratto, dal fumo e dalle fiamme,
ci fu
davanti, e sulle forti braccia
teneva lei.
Freddo e indifferente
ai nostri
grazie, alla nostra esultanza,
depone la
sua preda, si fa largo tra il popolo -
e sparisce!
NATHAN
Non
per sempre, spero.
DAJA
I primi
giorni, dopo, lo vedemmo
vagare
avanti e indietro tra le palme
che danno
ombra alla tomba del Risorto.
Mi
avvicinai, felice, a ringraziarlo,
lo
implorai, lo scongiurai che ritornasse
anche una
volta sola dalla dolce creatura
che non ha
pace se non pu dirgli grazie
in lacrime
ai suoi piedi.
NATHAN
Ebbene?
DAJA
Invano! Era
sordo alle nostre preghiere;
e
soprattutto con me cos mordace...
NATHAN
Che tu ne
fosti scoraggiata...
DAJA
Niente
affatto!
Ogni giorno
ritornavo a cercarlo,
ogni giorno
mi lasciavo deridere.
Che cosa
non mi son lasciata dire! Cosa
non avrei
sopportato! - Ma da un pezzo
non si fa
pi vedere tra le palme
che danno
ombra alla tomba del Risorto.
Nessuno sa
dove sia. - Siete sorpreso?
Pensieroso?
NATHAN
Sto
pensando all'effetto
che deve
fare tutto ci su un'anima
come quella
di Recha. Vedersi disprezzata
da chi si
sente costretta ad ammirare;
sentirsi
cos respinta, eppure
cos
attratta; vedrai, la testa e il cuore
litigheranno
a lungo, non sapendo
se far
vincere l'odio o la tristezza.
Nessuno
vince, spesso; e la fantasia,
entrando
nella lite, fa sognare
dei sogni
in cui la testa fa la parte
del cuore,
e il cuore della testa. -
Pessimo
scambio. - Se la conosco bene,
Recha fa
questo; sta sognando.
DAJA
Sogni
cos pii,
cos teneri.
NATHAN
Sono
sempre sogni!
DAJA
Soprattutto
un - capriccio, se volete,
le molto
caro. Ecco; il suo templare
non una
creatura della terra.
Il suo
piccolo cuore di bambina
amava
credersi affidato a un angelo,
e
quell'angelo in veste di templare
usc ad un
tratto dalla nube in cui
sempre,
invisibile, le era stato accanto;
anche nel
fuoco. - Non ridete! - Chi sa?
O
lasciatele almeno un'illusione
in cui
l'ebreo, il cristiano e il musulmano
s'incontrano.
Una dolce illusione!
NATHAN
Dolce anche
per me. - Vai, brava Daja,
guarda che
cosa fa, e se posso parlarle. -
Subito dopo
cercher il selvatico,
ombroso
angelo custode. E se gli piace
ancora
trattenersi gi fra noi
e fare il
cavaliere con tanta scortesia,
lo trover
di certo, e lo porter
cost.
DAJA
Ardua
impresa.
NATHAN
Allora
quella dolce
illusione
far posto ad una verit
pi dolce.
- Perch credi, Daja, un uomo
amer
sempre un uomo pi di un angelo -
Ma tu non
te la prenderai con me,
se guarir
la sognatrice d'angeli?
DAJA
Voi siete
cos buono - e cos perfido!
Vado! - Ma,
sentite! Guardate! Ecco lei stessa.
Scena
II
Recha
e i precedenti.
RECHA
Siete voi
tutto intero padre mio?
Credevo che
vi avesse preceduto
solo la
voce. Dove indugiate? Quali monti,
quali
deserti e fiumi ci separano
ancora?
Respirate muro a muro
dalla
vostra Recha e non correte ad abbracciarla?
La povera
Recha, che stava per bruciare! -
Quasi! Solo
quasi, non rabbrividite!
Oh, che
morte orribile bruciare.
NATHAN
Bambina!
Cara bambina mia!
RECHA
Voi
dovevate
passare
l'Eufrate, il Tigri, il Giordano
- e chi sa
quanti altri fiumi. - Quante volte
ho tremato
per voi, prima che il fuoco
mi
sfiorasse! Ma da quando il fuoco
mi ha
sfiorato, morire in mezzo all'acqua
mi sembra
un sollievo, una salvezza. -
Ma voi non
siete annegato e io non sono
bruciata.
Rallegriamoci e rendiamone
lode a Dio!
Lui port voi e la barca
sulle ali
di angeli invisibili
oltre quei
fiumi infidi, lui ingiunse
al mio
angelo di rendersi visibile
e di
portarmi sulle sue bianche ali
attraverso
le fiamme -
NATHAN
(Bianche
ali?
Ah, s! Il
bianco mantello aperto
del
templare).
RECHA
Visibile,
visibile
mi port
tra le fiamme, allontanate
dalle sue
ali. - E dunque io ho fissato
in volto un
angelo; il mio
angelo.
NATHAN
Recha
l'avrebbe meritato;
e non
avrebbe visto in lui cosa pi bella
di lui in
lei.
RECHA (sorridendo)
Chi
lusingate, padre?
L'angelo o
voi stesso?
NATHAN
Anche
se solo un uomo -
un uomo
come la natura ne fa ogni giorno -
avesse
fatto questo, per te egli sarebbe,
non
potrebbe essere che un angelo.
RECHA
No, non un
angelo cos! Uno vero.
Era un
angelo vero! - Non mi avete insegnato
voi stesso
che possibile che gli angeli
esistano, e
che Dio per fare il bene
di chi lo
ama pu fare miracoli?
Io lo amo.
NATHAN
Anche
lui; e ogni ora fa miracoli
per te e
per quelli come te.
dall'eternit che fa miracoli
per voi.
RECHA
Belle
parole.
NATHAN
Come?
Solo perch
suonerebbe
del tutto naturale
e
quotidiano se ti avesse salvato
solo un
templare, questo non sarebbe
un
miracolo? - Il miracolo supremo
che i
veri, autentici miracoli
possano,
debbano essere quotidiani.
Senza
questo miracolo comune
nessun
saggio avrebbe mai usato
la parola
miracolo, se non con i bambini,
che
inseguono a occhi spalancati
solo il
nuovo e l'insolito.
DAJA (a
Nathan)
Volete
offuscare
del tutto il suo cervello,
gi troppo
teso anche cos, con queste
sottigliezze?
NATHAN
Lasciami
dire. - Per la mia Recha
non
miracolo che basti esser salvata
da un uomo,
che un non piccolo miracolo
gi dovette
salvare? Non piccolo miracolo!
Perch chi
sent mai che Saladino
risparmiasse
un templare? Che un templare
abbia mai
chiesto o sperato grazia
da lui? Che
in cambio della libert
offrisse
mai pi della cintura
che gli
regge la spada, o il suo pugnale?
RECHA
Questo mi d
ragione, padre. - Appunto:
sembrava un
templare e non lo era.
Se nessun
templare prigioniero
viene a
Gerusalemme se non a morte certa,
se qui
nessun templare libero di muoversi,
come poteva
un templare quella notte
salvarmi di
sua volont?
NATHAN
Eppure
un senso c'.
Daja, parla. Mi hai detto
che qui
arrivato prigioniero.
Senza dubbio
ne sai di pi.
DAJA
Infatti. -
Cos dicono. E dicono,
poi, che il
Saladino lo ha graziato
perch il
templare molto somigliante
a un suo
fratello, da lui molto amato.
Ma da pi
di vent'anni quel fratello
non vive pi
- come si chiamasse,
non so; non
so dove sia finito; -
tutto suona
cos... cos incredibile,
che certo
non vi nulla di vero.
NATHAN
Ah, Daja! E
perch sarebbe poi
tanto
incredibile? Forse - come succede spesso -
perch si
vuole credere a una cosa
ancora pi
incredibile? Perch mai Saladino,
che ama
tanto i fratelli e le sorelle,
non ne
avrebbe amato in giovent
uno pi di
ogni altro? - Non possono due volti
assomigliarsi?
- Un'impressione antica
per
questo perduta? - La medesima causa
non produce
i medesimi effetti?
Da quando?
- Dov' qui l'incredibile?
Ma allora,
saggia Daja, non sarebbe
pi un
miracolo; e solo i tuoi miracoli
han biso...
voglio dire, meritano fede.
DAJA
Vi burlate
di me.
NATHAN
E
tu di me. -
Anche cos
la tua salvezza, Recha,
resta un miracolo,
che pu solo colui
che dirige
col filo pi sottile
i severi
decreti e gli inflessibili piani dei re
come
trastulli - se non come zimbelli.
RECHA
Padre
mio,
se sbaglio,
lo sapete, non lo faccio
volentieri.
NATHAN
Volentieri
anzi ti lasci
correggere.
- Pensa! Una certa curvatura
della
fronte, un naso con un certo
profilo,
sopracciglia che si piegano,
seguendo un
osso pi o meno pronunciato,
in un modo
o in un altro, un angolo, una linea,
una ruga,
una piega, un segno, un nulla
sul volto
di un barbaro europeo: -
e tu in
Asia scampi dalle fiamme!
Non un
miracolo, amiche dei miracoli?
Perch
volete scomodare un angelo?
DAJA
Che male c'
- se posso dirlo - Nathan,
a preferire
l'idea che il salvatore
non sia un
uomo ma un angelo?
Non ci si
sente molto pi vicini
alla causa
prima e incomprensibile
della
salvezza?
NATHAN
orgoglio. Solo orgoglio.
Il vaso di
ferro vorrebbe essere tolto
dalla
fornace con pinze d'argento
per
credersi un vaso d'argento. - Bah! -
Che male c',
chiedi? Che male c'?
A che
serve, piuttosto, potrei domandarvi. -
Il tuo sentirsi
molto pi vicini a Dio
solo
assurdit, o bestemmia. -
Ebbene s,
c' male, e molto male. -
Ascoltatemi
dunque. - La creatura
che ti salv
- fosse angelo o uomo -
non la
vorreste forse ricambiare,
tu
soprattutto, facendole del bene? -
Non cos?
- Ma a un angelo che bene,
che grande
bene mai potreste fare?
Potete
ringraziarlo, sospirare,
pregare,
sciogliervi in estasi per lui,
potete
digiunare alla sua festa,
ed offrire
elemosine. - A che pro? -
Mi sembra
che voi stesse e i vostri cari
ne avreste
ben maggiore beneficio.
Il vostro
digiuno non lo far pi grasso,
n pi
ricco le vostre offerte, n pi splendido
la vostra
estasi, n la vostra fiducia
pi
potente. Non cos? Ma un uomo!
DAJA
Avremmo
certo avuto pi occasioni
di fare
qualche cosa per un uomo.
E lo sa
Iddio quanto avremmo voluto!
Ma non
voleva nulla, non aveva
alcun
bisogno; era cos appagato
in s e di
s, come soltanto gli angeli
sono e
possono essere.
RECHA
E
poi quando spar...
NATHAN
Spar? Come
spar? Non si pi fatto
vedere tra
le palme? - Tutto qui?
O avete
continuato le ricerche?
DAJA
No, questo
no.
NATHAN
No,
Daja? - Vedi adesso
che male c'?
- Crudeli sognatrici! -
E se
quell'angelo - si fosse ammalato!...
RECHA
Ammalato!
DAJA
Ammalato!
No di certo!
RECHA
Che
freddo brivido
mi afferra!
- Daja! - La mia fronte, sempre
cos calda,
ad un tratto di ghiaccio.
NATHAN
un franco,
non avvezzo
a questo clima; giovane,
non avvezzo
ai duri compiti dell'Ordine,
alla fame,
alle veglie.
RECHA
Malato!
Lui malato!
DAJA
Nathan ha
detto solo che possibile.
NATHAN
A letto,
senza amici, n denaro
per
comprarsi un amico.
RECHA
Ah,
padre mio!
NATHAN
A letto
senza cure, n consiglio o conforto,
in balia
del dolore e della morte.
RECHA
Dove? Dove?
NATHAN
Lui
che si gett nel fuoco
per una
donna mai vista, per una sconosciuta -
Era un essere
umano, e gli bast...
DAJA
Nathan,
risparmiatela!
NATHAN
Che non
volle conoscere, non volle rivedere
la donna
che salv - per risparmiarle
i
ringraziamenti...
DAJA
Nathan,
risparmiatela!
NATHAN
Del
resto
non fu pi
cercato - a meno che
non dovesse
salvarla un'altra volta -
Ma basta,
solo un uomo...
DAJA
Smettetela,
guardate!
NATHAN
Che,
morendo, per unico conforto
ha la
coscienza del suo gesto.
DAJA
Basta!
La
ucciderete.
NATHAN
E
tu hai ucciso lui! -
Avresti
potuto ucciderlo. - Recha, Recha!
Non un
veleno questo che ti ho dato,
un
rimedio. vivo! - Torna in te! -
Non
malato!
RECHA
Non
morto? Non malato?
NATHAN
Certo no.
Anche quaggi Dio ricompensa
il bene
fatto. - Vai! - Ma ora comprendi
quanto pi
facile fare sogni pii
che buone
azioni? Quanto ama i sogni pii
anche
l'uomo pi inetto, pur - talvolta
forse,
senza esserne cosciente -
di non
dover fare buone azioni?
RECHA
Ah,
padre, non
lasciate mai pi sola
la vostra
Recha! - Pu essere soltanto
partito,
non vero?
NATHAN
S.
Andate! - Ma laggi
io vedo un
musulmano che rimira
incuriosito
i miei cammelli carichi.
Lo
conoscete?
DAJA
Ah,
il vostro derviscio.
NATHAN
Chi?
DAJA
Il
derviscio, il compagno di scacchi.
NATHAN
Al-Hafi?
Quello Al-Hafi?
DAJA
Adesso
tesoriere
del
sultano.
NATHAN
Chi?
Al-Hafi? Sogni nuovamente? -
Ma lui -
lui davvero! - Viene verso di noi.
Entrate,
presto! - Cosa mi toccher sentire!
Scena
III
Nathan
e il derviscio.
DERVISCIO
Aprite gli
occhi quanto pi potete!
NATHAN
Sei tu o
non sei tu? - In tanta pompa,
un
derviscio!...
DERVISCIO
Perch
no? Da un derviscio
non si pu
cavar niente, proprio niente?
NATHAN
Tutt'altro!
- Ma ho sempre pensato
che un
derviscio - uno vero - non volesse
far cavar
niente da se stesso.
DERVISCIO
Per
il profeta!
Allora non
sar un vero derviscio.
Ma quando
si costretti...
NATHAN
Costretto?
Un derviscio?
Nessun uomo
costretto, e un derviscio lo ?
Costretto a
che?
DERVISCIO
A
soddisfare una preghiera giusta,
che
riconosce buona; a questo egli costretto.
NATHAN
Per il
nostro Dio! Tu dici il vero. - Lascia
che io
t'abbracci, uomo. - Mi sei ancora amico?
DERVISCIO
E non
chiedete prima chi sono adesso?
NATHAN
Chiunque tu
sia!
DERVISCIO
Se
fossi un grande
uomo di
Stato, non potrei come amico
mettervi in
imbarazzo?
NATHAN
Se
il tuo cuore
rimasto
derviscio, a lui mi affido.
L'uomo di
Stato solo il tuo vestito.
DERVISCIO
Anch'esso
va onorato.
- Allora? Indovinate! -
Alla vostra
corte cosa sarei?
NATHAN
Solo
un derviscio.
O forse
anche - un cuoco.
DERVISCIO
Ma
davvero!
Da voi
perderei l'arte. - Un cuoco!
Perch non
cantiniere? - Ammettetelo,
il Saladino
mi conosce meglio. -
Sono il suo
tesoriere.
NATHAN
Proprio
tu?
DERVISCIO
Intendiamoci:
del piccolo
tesoro - il grande lo amministra
ancora il
padre - del tesoro di casa.
NATHAN
Ed una
grande casa.
DERVISCIO
Pi
di quanto pensiate;
perch la
casa di ogni mendicante.
NATHAN
Ma egli
odia tanto i mendicanti...
DERVISCIO
Che si
proposto di estirparli tutti,
- dovesse
ridursi a mendicante
in questa
impresa.
NATHAN
Bravo!
- Era il mio pensiero.
DERVISCIO
E lo gi,
mio malgrado. - Il suo tesoro
tutte le
sere vuoto pi del vuoto.
Per quanto
alta entri la marea
al mattino,
da un pezzo a mezzod
si
prosciugata...
NATHAN
Perch
in gran parte
la
inghiottono canali che impossibile
sia
colmare, sia ostruire.
DERVISCIO
Appunto.
NATHAN
Lo so, lo
so.
DERVISCIO
un guaio quando i prncipi
sono come
avvoltoi fra le carogne.
Ma quando
sono come le carogne
fra gli
avvoltoi dieci volte peggio.
NATHAN
No,
derviscio,
no davvero!
DERVISCIO
facile parlare! - Su,
quanto mi
date? Il mio posto lo cedo
a voi.
NATHAN
Quanto
ti rende?
DERVISCIO
A
me? Non molto.
Ma a voi
render certo una fortuna.
Se - come
al solito - c' bassa marea
nel tesoro,
aprite voi le cateratte,
e fissate
gli interessi che volete.
NATHAN
E
l'interesse sugli interessi?
DERVISCIO
Certo!
NATHAN
Cos
il mio
capitale sar tutto interessi.
DERVISCIO
Non vi
attira? - Allora dite addio
alla nostra
amicizia. In verit,
contavo
molto su di voi.
NATHAN
Davvero?
Come mai?
DERVISCIO
Per
aiutarmi a far fronte
con onore
all'ufficio e avere sempre
cassa
aperta presso di voi. - Scuotete
il capo?
NATHAN
Vediamo
di capirci bene.
Qui bisogna
distinguere. - Tu? Perch no?
Per tutto
ci che posso Al-Hafi
il
derviscio sempre il benvenuto. -
Ma Al-Hafi
defterdar del Saladino,
a lui...
DERVISCIO
Lo
immaginavo. Voi siete sempre buono
quanto
accorto, e accorto quanto saggio. -
Siate
paziente! I due aspetti che ora distinguete
in me
saranno presto separati. - Guardate
quest'abito
che ho avuto dal sultano:
prima che
sia logoro e ridotto
agli
stracci che coprono i dervisci,
star a
Gerusalemme appeso a un chiodo,
e io sul
Gange con i miei maestri,
leggero e
scalzo sulla sabbia ardente.
NATHAN
Pi simile
a te stesso.
DERVISCIO
A
giocare a scacchi.
NATHAN
Tuo massimo
piacere.
DERVISCIO
Lo
sapete
che cosa mi
ha sedotto? Non dover mendicare?
Poter
giocare al ricco fra i pezzenti?
Trasformare
il pi ricco dei pezzenti,
d'un colpo,
nel pi povero dei ricchi?
NATHAN
Questo di
certo no.
DERVISCIO
Una
cosa pi sciocca!
Per la
prima volta, mi sentii lusingato:
dalla
follia benigna del sultano -
NATHAN
Follia?
DERVISCIO
Solo
un mendicante disse,
capisce i
mendicanti, e ha imparato
a fare
l'elemosina con garbo.
Quanto era
freddo il tuo predecessore,
quanto era
brusco! Donava con disprezzo,
se donava.
E prima si informava brutalmente
sul
bisognoso; e non si accontentava
della
miseria, pretendeva di conoscerne
le cause, e
in base a quelle soppesava
spilorcio
l'elemosina. Al-Hafi
non far
mai cos! In lui la carit
del
Saladino non sembrer un'offesa!
Al-Hafi non
sar come un canale ingombro,
che fa
uscire torbida e schiumosa
l'acqua
limpida e calma che riceve.
Al-Hafi
pensa e sente come me -
L'uccellatore
suonava cos dolce,
che
l'allocco gli cadde nella rete. -
Pazzo che
sono! Pazzo di un pazzo!
NATHAN
Adagio,
derviscio,
adagio!
DERVISCIO
Non
forse pazzia
opprimere
gli uomini a migliaia,
affamarli,
spogliarli, massacrarli,
e, presi a
uno a uno, atteggiarsi a filantropo?
Non forse
pazzia scimmiottar la clemenza
dell'Altissimo,
che cade senza scelta
sui buoni e
sui malvagi, sui campi
e sui
deserti, col sole e con la pioggia,
senza avere
le mani sempre colme
dell'Altissimo?
Non forse pazzia...
NATHAN
Basta
adesso, finiscila!
DERVISCIO
Permettete
soltanto
che vi
parli anche della mia pazzia. -
Non forse
pazzia sentire, dopo tutto,
il lato
buono in simili pazzie,
e a causa
di questo lato buono
prendere
parte a questa sua pazzia?
Non cos?
NATHAN
Al-Hafi,
torna presto
nel tuo
deserto, perch fra gli uomini
potresti
disimparare, temo,
a essere
uomo.
DERVISCIO
S,
lo temo anch'io.
Addio!
NATHAN
Che
fretta! - Aspetta un po', Al-Hafi.
Il deserto
non scappa. - Aspetta un po'!
Ma guarda
se mi sente! - Ehi, Al-Hafi! -
gi
lontano. Peccato. Avrei voluto
domandargli
qualcosa del nostro templare.
Magari lo
conosce.
Scena
IV
Daja
si avvicina in fretta. Nathan.
DAJA
Nathan,
Nathan!
NATHAN
Ebbene?
Che
succede?
DAJA
Si
mostrato di nuovo!
Si
mostrato di nuovo!
NATHAN
Chi,
Daja, chi?
DAJA
Lui!
Lui!
NATHAN
Lui? - Lui non era mai scomparso! - Ma per
voi
lui
soltanto il vostro lui. - E non dovrebbe.
Nemmeno se
fosse un angelo davvero.
DAJA
Va su e gi
di nuovo tra le palme;
e ogni
tanto se ne stacca un dattero.
NATHAN
E lo
mangia? - Come un templare?
DAJA
Perch
mi
tormentate? - L'occhio ansioso di Recha
lo scorse
tra le fitte palme, e
non l'ha pi
lasciato. Lei vi prega,
vi
scongiura di raggiungerlo subito.
Dalla
finestra lei vi far cenno
se si
avvicina o se ne va lontano.
Correte!
NATHAN
Cos,
appena sceso dal cammello? -
Non
creanza. - Vai, corri da lui,
digli che
sono ritornato. Quel brav'uomo,
vedrai,
solo per via della mia assenza
non
voluto entrare in casa mia;
non verr
malvolentieri se lo invita
il padre
stesso. Vai, digli che lo prego
con tutto
il cuore...
DAJA
inutile. Da voi
non verr.
- Non va in casa di un ebreo.
NATHAN
Allora vai
almeno a trattenerlo;
o a
seguirlo con gli occhi, se non altro. -
Adesso vai,
ti verr dietro subito.
Nathan
entra, Daja esce di corsa.
Scena
V
Una
radura con palme, fra le quali il templare cammina avanti e indietro. Un frate
lo segue a una certa distanza, da una parte, come se esitasse ad attaccare
discorso.
TEMPLARE
un pezzo
che mi sta seguendo. - Vedi,
come si
guarda le mani. - Buon fratello,
posso
chiamarvi padre, non vero?
FRATE
Solo
fratello - frate laico; per servirvi.
TEMPLARE
S, buon
frate; vorrei aver qualcosa -
ma, per
Dio, non ho niente -
FRATE
Fa
lo stesso,
grazie di
cuore. Iddio vi renda
mille volte
quel che mi avreste dato.
La volont,
non l'obolo fa il dono. -
E poi non
sono stato mandato per la questua
da vostra
signoria.
TEMPLARE
Siete
stato mandato?
FRATE
S, dal
convento.
TEMPLARE
Dove
poco fa speravo
di ricevere
il parco rancio del pellegrino?
FRATE
Non c'era
posto ai tavoli; ma adesso
vogliate
ritornare con me.
TEMPLARE
A
che scopo?
vero che
da un po' non mangio carne;
ma non fa
niente, sono maturi i datteri.
FRATE
Il signore
si guardi da quei frutti.
Mangiarne
troppi non fa bene, pesano
sulla milza
e danno la malinconia.
TEMPLARE
E se io
amassi la malinconia? -
Ma non sar
per questo avvertimento
che vi
hanno mandato?
FRATE
Oh,
no. - Io devo
solo
informarmi su di voi, tastarvi
un po' il
polso.
TEMPLARE
E
lo dite voi stesso?
FRATE
Perch no?
TEMPLARE
(Un
frate molto scaltro!). -
Il convento
ne ha molti come voi?
FRATE
Non
so.
Io devo
obbedire, signor mio.
TEMPLARE
E
obbedite
senza
sottilizzare troppo?
FRATE
Se no,
signore, non sarebbe obbedire.
TEMPLARE
(L'ingenuit
ha sempre
l'ultima parola). - E potete
confidarmi
allora chi vorrebbe
conoscermi
pi da vicino? Giurerei
che non
siete voi.
FRATE
Per
me sarebbe
giusto? E
opportuno?
TEMPLARE
Questa
curiosit
per chi
dunque giusta e opportuna?
FRATE
Per il
patriarca, devo credere. - Perch
lui che
mi ha mandato.
TEMPLARE
Il
patriarca?
La croce
rossa sul mantello bianco
non la
conosce?
FRATE
La
conosco anch'io.
TEMPLARE
Dunque,
fratello? -
Io sono un templare prigioniero. -
Aggiungo;
preso a Tebnin, la fortezza
che, prima
dello scadere della tregua,
avremmo
voluto prendere d'assalto,
per
aggredire subito Sidone. -
Fra venti
prigionieri io sono il solo
graziato
dal sultano. Il patriarca
adesso sa
quanto gli occorre; - e anche
di pi.
FRATE
Difficilmente
pi di quanto
gi non
sappia. - Vorrebbe anche sapere
come mai
Saladino ha graziato
soltanto
voi.
TEMPLARE
Forse
che io lo so? -
Nudo il
collo, stavo aspettando il colpo
in
ginocchio sul mio mantello, quando
il Saladino
mi guarda fisso, balza
vicino a
me, fa un cenno. Vengo alzato,
slegato;
vorrei dirgli grazie; vedo
che ha le
lacrime agli occhi; tace; anch'io;
lui se ne
va, io resto. - La chiave dell'enigma
la trovi il
patriarca.
FRATE
Egli
ha concluso
che Dio vi
salv per consacrarvi
a
grandissime imprese.
TEMPLARE
Grandissime
davvero!
Salvare
dalle fiamme una fanciulla ebrea,
scortare in
cima al Sinai pellegrini
curiosi, e
via dicendo.
FRATE
Le
imprese poi
verranno. -
Per adesso non c' male. -
Forse per
il signore il patriarca
ha in serbo
cose molto pi importanti.
TEMPLARE
Lo credete,
fratello? - E vi ha gi fatto
capire
qualche cosa?
FRATE
Oh,
s. Dovrei soltanto
sondare
vostra signoria, verificare
se l'uomo
adatto.
TEMPLARE
E
sondatemi, dunque!
(Vorrei
vedere come lo fa). - Allora?
FRATE
La via pi
breve dire chiaro e tondo
alla
signoria vostra il desiderio
del
patriarca.
TEMPLARE
Certo.
FRATE
Egli
vorrebbe
che
recapitaste una letterina.
TEMPLARE
Io?
Non sono un
portalettere. - Sono queste le gesta
ben pi
gloriose che strappare al fuoco
fanciulle
ebree?
FRATE
Sicuro.
Perch - dice
il
patriarca - da quella letterina
dipendono
le sorti della cristianit.
In cielo
Dio ricompenser
con una
gran corona - dice il patriarca -
il recapito
di quella letterina.
E di quella
corona - dice il patriarca -
nessuno
pi degno del signore.
TEMPLARE
Di
me?
FRATE
Nessuno
pi adatto a guadagnare
quella
corona - dice il patriarca -
di vostra
signoria.
TEMPLARE
Di
me?
FRATE
Qui
siete
libero;
potete guardarvi intorno dappertutto;
sapete come
si assale e come si difende
una citt;
potete - dice il patriarca -
valutare
meglio di ogni altro
forza e
difetti del secondo muro,
il muro
interno eretto dal sultano,
e
descriverlo - dice il patriarca -
ai soldati
di Dio.
TEMPLARE
Buon
frate, dovrei
saperne di
pi su questa letterina.
FRATE
Ecco - io
di questo non so molto.
So per che
diretta a re Filippo.
Il
patriarca... mi meraviglio spesso
come un
sant'uomo, che vive tutto in cielo,
possa
degnarsi di esser cos esperto
anche delle
cose di questo mondo.
Dev'essere
un'improba fatica.
TEMPLARE
Insomma, il
patriarca?
FRATE
Sa
per certo
esattamente
dove, come, quando,
da quale
parte attaccher il sultano,
se la
guerra divamper di nuovo
violenta.
TEMPLARE
Sa
tutto questo?
FRATE
E
volentieri
lo farebbe
sapere a re Filippo,
affinch
egli possa valutare
quanto
grande il pericolo, e se occorre
ripristinare,
costi quel che costi,
la tregua
d'armi con il Saladino,
che il
vostro ordine tanto audacemente
ha gi
rotto.
TEMPLARE
E
bravo il patriarca! -
Il
galantuomo non vuole che io sia
un corriere
qualunque - ma una spia. -
Dite al
vostro patriarca, buon fratello,
che, per
quanto mi poteste sondare,
non cosa
per me. - Io debbo, ditegli,
considerarmi
sempre prigioniero;
e il solo
mestiere dei templari
andare
all'attacco con la spada,
non spiare.
FRATE
Era
quel che pensavo. -
E non ce
l'ho con vostra signoria. -
Ma adesso
viene il meglio. - Il patriarca
ha da poco
scoperto il nome e il luogo
in cui
sorge, nel Libano, la rocca
che
custodisce le somme sterminate
con cui
l'accorto padre del sultano
paga le
truppe e fa fronte alle spese
della
guerra. Per vie poco battute
il Saladino
si reca alla fortezza
di tanto in
tanto, con esigua scorta. -
Cominciate
a capire?
TEMPLARE
Niente
affatto.
FRATE
Catturare
il Saladino
e poi fargli la festa
sarebbe
facilissimo. - Voi rabbrividite? -
Alcuni
maroniti timorati di Dio,
se guidati
da un uomo di coraggio,
si sono gi
offerti di tentare
questa
prodezza.
TEMPLARE
E
l'uomo di coraggio
secondo il
patriarca dovrei essere
proprio io?
FRATE
Egli
ritiene che da Tolemaide
possa
venire un aiuto efficacissimo
anche da re
Filippo.
TEMPLARE
A
me, fratello? A me?
Non avete
inteso proprio adesso
della
riconoscenza che mi lega
al
Saladino?
FRATE
L'ho
inteso, certo.
TEMPLARE
E
dunque?
FRATE
S - dice
il patriarca - questo vero:
ma Dio e
l'Ordine...
TEMPLARE
Non
fanno differenza.
Non possono
chiedermi un'infamia.
FRATE
No
di certo.
Ma - dice
il patriarca - c' un'infamia
davanti
all'uomo e non davanti a Dio.
TEMPLARE
Io che
debbo la vita al Saladino
lo
ucciderei a tradimento?
FRATE
orribile. - Ma - pensa
il
patriarca - Saladino un nemico
della
cristianit, e non ha alcun diritto
alla vostra
amicizia.
TEMPLARE
Amicizia?
Soltanto
per non essere un ribaldo?
Un ribaldo
e un ingrato?
FRATE
proprio vero. -
Ma - pensa
il patriarca - non c' obbligo
di
gratitudine davanti all'uomo, e a Dio,
se il bene
ricevuto non fu per amor nostro.
E si
mormora - dice il patriarca -
che il
Saladino vi grazi soltanto
perch nel
vostro viso o nell'aspetto
credette di
vedere un che di suo fratello...
TEMPLARE
Anche
questo sa il patriarca! E allora?
Ah, se
fosse certo! Ah, Saladino!
Potrebbe la
natura avere impresso
anche un
solo tratto, in me, di tuo fratello,
senza
lasciarne traccia nel mio animo?
E questa
traccia potrei soffocarla
per
compiacere a un patriarca? - No,
natura, tu
non menti cos. Iddio non contraddice
se stesso
in ci che fa. - Andate,
fratello,
andate! - Non destate la mia collera!
FRATE
Me ne vado,
e molto pi contento
di quando
sono venuto. Perdonatemi.
Noi frati
dobbiamo obbedire ai superiori.
Scena
VI
Il
templare. Daja, che da un po' lo stava osservando da lontano, gli si avvicina.
DAJA
Il frate
non l'ha lasciato, a quanto sembra,
di buon
umore. - Ma devo provare
a fare
l'ambasciata.
TEMPLARE
Magnifico!
- Il proverbio
ha torto a
dire che le donne e i frati
sono i due
artigli del demonio?
Oggi mi
getta dall'uno all'altro.
DAJA
Che cosa
vedo? - Voi, nobile cavaliere? -
Grazie a
Dio mille volte! - E dove siete stato
per tutto
questo tempo? - Siete stato forse
ammalato?
TEMPLARE
No.
DAJA
Sano,
allora?
TEMPLARE
S.
DAJA
Noi eravamo
molto preoccupate
per voi.
TEMPLARE
Davvero?
DAJA
Siete
stato via?
TEMPLARE
Indovinato!
DAJA
E
siete tornato oggi?
TEMPLARE
Ieri.
DAJA
Anche il
padre di Recha giunto oggi.
Adesso
Recha pu sperare?
TEMPLARE
Cosa?
DAJA
Ci di cui
vi fece pregare cos spesso.
Anche suo
padre vi prega di recarvi
subito da
lui. Viene da Babilonia,
con venti
cammelli pieni zeppi
di tutto
ci che di pi prezioso
offrono -
gemme, nobili spezie, stoffe -
l'India, la
Persia, la Siria, la Cina
addirittura.
TEMPLARE
Io
non compero niente.
DAJA
Il suo
popolo lo onora come un principe.
E tuttavia
- spesso questo mi ha stupito -
lo chiama
Nathan il Saggio e non
Nathan il
Ricco.
TEMPLARE
Forse
per il suo popolo
saggio e
ricco sono la stessa cosa.
DAJA
Soprattutto
il Buono
dovrebbero chiamarlo.
Non potete
immaginare come buono.
Quando
seppe quanto vi deve Recha,
in quel
momento per voi avrebbe fatto,
vi avrebbe
dato qualunque cosa!
TEMPLARE
Oh!
DAJA
Provate, e
vedrete.
TEMPLARE
Per
vedere come
passa
presto un momento?
DAJA
Se
non fosse
cos buono,
mi sarei adattata
a vivere da
lui per tanto tempo?
Credete che
non senta il mio valore
di
cristiana? Non mi fu predetto in culla
che avrei
seguito il mio sposo in Palestina
solo per
diventare istitutrice
di una
fanciulla ebrea. Il mio diletto sposo
era un nobile
fante dell'esercito
dell'imperatore
Federico.
TEMPLARE
Che,
svizzero
di nascita,
ebbe l'onore e il privilegio
di annegare
in un fiume con la sua
imperiale
maest. - Donna! Quante volte
me l'avete
gi raccontato?
Non
smetterete mai di perseguitarmi?
DAJA
Perseguitarvi!
Buon Dio!
TEMPLARE
S,
perseguitarmi.
Una volta
per tutte; non voglio pi vedervi
n
sentirvi. Non voglio che mi rammentiate
continuamente
un gesto che io feci
senza
riflettere; e che, se ci rifletto,
un enigma
anche per me stesso.
E non
vorrei rimpiangerlo. Badate,
sar colpa
vostra se in un caso simile
sar meno
rapido ad agire,
se prima
m'informer - e lascer bruciare
quel che
brucia.
DAJA
Dio
non voglia!
TEMPLARE
Almeno
da oggi in
avanti fatemi il piacere
di non
conoscermi. Ve ne prego. E toglietemi
di torno il
padre. Un ebreo un ebreo,
io sono un
rozzo svevo. Da un pezzo ormai il viso
della
fanciulla non l'ho pi in mente,
se mai l'ho
avuto.
DAJA
Ma
lei ha in mente il vostro.
TEMPLARE
E questo
che vuol dire?
DAJA
Chi
sa?
L'uomo non
sempre ci che sembra.
TEMPLARE
Ma di rado
migliore. (Si avvia.)
DAJA
Aspettate!
Perch
correte via?
TEMPLARE
Donna,
non rendetemi odiose
le palme
fra cui amo vagare.
DAJA
Vai pure,
orso tedesco, va'! - Eppure
non devo
perdere le tracce della belva.
Lo
segue da lontano.
ATTO
II
Scena
I
Il
palazzo del sultano. Saladino e Sittah giocano a scacchi.
SITTAH
Dove sei,
Saladino? Oggi come giochi?
SALADINO
Male? Non
l'avrei detto.
SITTAH
Bene
per me, se mai.
Ritira
quella mossa.
SALADINO
Perch?
SITTAH
Scopri
il cavallo.
SALADINO
vero. Cos allora!
SITTAH
Cos
scacco
doppio.
SALADINO
Vero
anche questo. - Allora scacco!
SITTAH
A che ti
serve? Io mi difendo, e tu
sei al
punto di prima.
SALADINO
Da
questa trappola,
a quanto
vedo, non si esce senza scotto.
E sia!
Prendi il cavallo.
SITTAH
Non
lo voglio.
Vado avanti.
SALADINO
Non
mi regali niente.
Tu tieni
alla manovra, pi che al cavallo.
SITTAH
Pu essere.
SALADINO
Tuttavia
non fare i conti
senza
l'oste. Guarda! Non avevi pensato
a questa
mossa?
SITTAH
No
di certo. Potevo
pensare che
tu fossi cos stanco
della tua
regina?
SALADINO
Della
mia regina?
SITTAH
Ho gi
capito che oggi vincer
i miei
mille dinari e non un soldo in pi.
SALADINO
Che vuoi
dire?
SITTAH
E
lo domandi! - Perch fai
di tutto
per perdere a ogni costo. - E questo
non mi
conviene. A parte che giocare
in questo
modo poco divertente,
con te non
guadagno sempre assai di pi
quando
perdo? Non mi hai sempre regalato
per
consolarmi il doppio della posta,
ogni volta
che ho perso una partita?
SALADINO
Ma guarda!
Quando perdevi allora, sorellina,
eri tu che
perdevi a bella posta?
SITTAH
Per lo
meno, mio caro fratellino,
se io non
ho imparato a giocar meglio,
la colpa
della tua munificenza.
SALADINO
Dimentichiamo
il gioco. Su, falla finita!
SITTAH
Ah s?
Allora, scacco! Scacco doppio.
SALADINO
Gi; non
avevo previsto quello scacco
di
scoperta, che mi porta via
anche la
regina.
SITTAH
Forse
c' un rimedio;
fa' vedere.
SALADINO
No,
no; prendi la regina.
Con questo
pezzo non ho mai fortuna.
SITTAH
Solo con
questo pezzo?
SALADINO
Prendila!
- Che importa?
Adesso di
nuovo tutto quanto
protetto.
SITTAH
Troppo
bene mio fratello
mi ha
insegnato a trattare le regine
con
cortesia. (Non la tocca.)
SALADINO
Che
tu la prenda o no,
io non l'ho
pi.
SITTAH
A
quale scopo prenderla?
Scacco! -
Scacco!
SALADINO
Avanti!
SITTAH
Scacco!
- Scacco! - Scacco!
SALADINO
E matto!
SITTAH
Non
del tutto; puoi ancora
parare col
cavallo; o come preferisci.
Ma
inutile.
SALADINO
Giustissimo.
- Hai vinto,
e Al-Hafi
pagher. - Fatelo subito
chiamare. -
Non avevi torto, Sittah,
non pensavo
del tutto al gioco, ero distratto.
E poi, chi
ci d sempre queste pietre lisce,
che non
ricordano, non indicano niente?
Sto forse
giocando con l'imam? -
Ma che
dico? Chi perde cerca scuse.
Non sono
state le pietre informi, Sittah,
ma la tua
arte, il tuo occhio rapido
e sicuro a
farmi perdere...
SITTAH
Cos
vuoi soltanto
addolcirti la disfatta.
Eri solo
distratto; e pi di me.
SALADINO
Di te? E tu
perch lo eri?
SITTAH
Non
a causa
della tua
distrazione. - Oh, Saladino,
quando
giocheremo di nuovo con impegno?
SALADINO
In compenso
giochiamo con passione. -
Ah, pensi
alla ripresa della guerra? -
E sia! -
Non ho sguainato io per primo;
avrei
prolungato la tregua volentieri;
e avrei
dato anche volentieri
un buon
marito alla mia Sittah. Certo
il fratello
di Riccardo deve esserlo,
se suo
fratello.
SITTAH
Purch
solo tu possa
lodare
sempre il tuo Riccardo.
SALADINO
Se
poi nostro fratello
Melek
avesse sposato sua sorella,
quale
famiglia ne sarebbe uscita!
Tra le
prime del mondo, la migliore. -
Vedi che
sono prodigo di lodi
anche a me.
Mi ritengo degno dei miei amici. -
Quali
uomini avremmo generato!
SITTAH
Ma io non
risi subito del tuo bel sogno? Tu
non conosci
i cristiani, e non vuoi conoscerli.
Il loro
orgoglio essere cristiani e non uomini.
Anche ci
che per merito del loro fondatore
rende umana
quella superstizione
non amato
da loro perch umano,
ma perch
Cristo lo insegn e lo fece. -
Buon per
loro che fosse cos buono.
Buon per
loro che possano imitare
a occhi
chiusi le sue virt. - Ma quali
virt? -
Non le virt ma il nome
deve essere
diffuso in ogni parte,
deve
oltraggiare e oscurare i nomi
di tutti i
buoni. Il nome, solo il nome
sta loro a
cuore.
SALADINO
Vuoi
dire; perch esigere
altrimenti
che anche voi, tu e Melek,
adottaste
il nome di cristiani,
per amare
come sposi due cristiani?
SITTAH
S! Come se
solo nei cristiani,
come
cristiani, esistesse l'amore
che Dio
infuse nell'uomo e nella donna.
SALADINO
A ben altre
miserie credono i cristiani,
per non
credere a queste che tu dici.
Eppure
sbagli. - La colpa dei templari,
non dei
cristiani; come templari,
non come
cristiani. Solo per colpa loro
la cosa
andata a monte. A nessun costo
vogliono
lasciare Acri, che Riccardo
doveva dare
a Melek come dote
di sua
sorella. Cos per non trovarsi
a mal
partito come cavalieri,
fanno i
monaci ottusi. E, giudicando
che di
sorpresa un buon colpo di mano
possa
riuscire, neppure lo scadere della tregua
hanno
atteso. - Allegria! Continuate, signori,
continuate
cos! - Per me va bene! -
Se tutto il
resto andasse come dovrebbe.
SITTAH
Come?
Quale altra
ragione pu turbarti?
Farti
perdere la calma?
SALADINO
La
ragione
per cui
l'ho sempre persa. - Sono stato in Libano
da nostro
padre, oppresso come sempre
dalle
preoccupazioni...
SITTAH
Oh,
mi dispiace.
SALADINO
Non ce la
fa; intoppi dappertutto; manca
ora qui,
ora l...
SITTAH
Quali
intoppi? Cosa manca?
SALADINO
Cosa, se
non ci che detesto nominare?
Ci che mi
sembra superfluo se ne ho
e
indispensabile quando non ne ho? -
Ma Al-Hafi
dov'? Non andato nessuno
a
chiamarlo? - I meschini, i maledetti soldi! -
Al-Hafi,
arrivi a tempo.
Scena
II
Il
derviscio Al-Hafi, Saladino e Sittah.
AL-HAFI
Certamente
sono
arrivati i soldi dall'Egitto.
Purch sian
molti.
SALADINO
Ne
sai qualcosa?
AL-HAFI
Io?
Io no.
Suppongo che dovr prenderli qui
in
consegna.
SALADINO
Paga
a Sittah mille
denari! (Va
avanti e indietro, assorto nei suoi pensieri.)
AL-HAFI
Paga!
Altro che consegna. Bene!
Come
gruzzolo meno del niente. -
A Sittah? -
Di nuovo a Sittah? - Avete perso
a scacchi
un'altra volta? - Ah, la partita
ancora
qua.
SITTAH
E
mi concederai
la mia
vincita?
AL-HAFI (osservando
la partita)
Concedervela?
Se - ma lo sapete.
SITTAH (facendogli
un cenno)
Al-Hafi,
sst!
AL-HAFI (sempre
intento alla partita)
Prima
guadagnatevela.
SITTAH
Al-Hafi,
sst!
AL-HAFI (a
Sittah)
I
vostri erano i bianchi?
Date
scacco?
SITTAH
Per
fortuna lui non ha sentito.
AL-HAFI
Adesso
tocca a lui?
SITTAH (avvicinandosi)
Su,
dimmi che posso
prelevare i
miei soldi.
AL-HAFI (senza
staccarsi dalla partita)
Certamente;
prelevarli
come tutte le altre volte.
SITTAH
Sei matto?
Cosa dici?
AL-HAFI
Il
gioco ancora aperto.
Non avete
ancora perso, Saladino.
SALADINO
(ascoltandolo appena)
Ma s che
ho perso. Paga!
AL-HAFI
Paga!
Paga!
Ma qui c'
la regina.
SALADINO
(come sopra)
No,
non vale.
Non pi
in gioco.
SITTAH
Dimmi,
insomma,
che posso
ritirare il mio denaro.
AL-HAFI (sempre
assorto nella partita)
Si capisce,
come sempre. - E tuttavia,
anche se la
regina fuori gioco,
non per
questo matto.
SALADINO
(si avvicina e rovescia i pezzi)
S
che lo ; voglio
che lo sia.
AL-HAFI
Ah,
cos! - Il gioco come la vincita.
Come si
vinto, cos si paga.
SALADINO
(a Sittah)
Cosa
sta dicendo?
SITTAH (facendo
ogni tanto dei cenni a Al-Hafi)
Tu lo
conosci. Gli piace impuntarsi,
farsi
pregare; anche un po' invidioso. -
SALADINO
Non di te!
Non di mia sorella! -
Cosa sento,
Al-Hafi? Tu invidioso?
AL-HAFI
Pu
darsi. -
Mi
piacerebbe avere il suo cervello;
ed essere
altrettanto buono.
SITTAH
Tuttavia
poi ha
sempre pagato puntualmente.
Anche oggi
pagher. Lascialo stare! -
Vai pure,
Al-Hafi, vai! Mander poi
a prendere
il denaro.
AL-HAFI
No,
non ci sto pi
a recitare
la commedia. Prima o poi
dovr pur
saperlo.
SALADINO
Chi?
Cosa?
SITTAH
Al-Hafi!
cos che
prometti? cos che mantieni
la tua
parola?
AL-HAFI
Non
credevo di andare
tanto
avanti.
SALADINO
Posso
sapere, insomma?
SITTAH
Tieni il
segreto, Al-Hafi; te ne prego.
SALADINO
straordinario! Cosa avr da chiedere
con tanta
solennit, tanto calore,
Sittah a un
estraneo, a un derviscio,
e non a me,
a suo fratello? Al-Hafi,
ora te lo
ordino. - Parla, derviscio!
SITTAH
Fratello,
non dare a questa inezia
maggior
peso di quello che le spetta.
Pi volte,
come sai, ti ho vinto a scacchi
la stessa
somma. E poich il denaro
adesso non
mi serve, e nelle casse
di Al-Hafi
invece non abbonda,
ho lasciato
le poste dove stavano.
Ma non ti
preoccupare. Non intendo
regalartele,
fratello, n donarle
a Al-Hafi o
alla cassa.
AL-HAFI
S,
come se
fosse solo questo!
SITTAH
Pi
o meno. -
Qualche
altra somma che mi avevi dato
rimasta
nelle tue casse; solo
da poche
lune, non di pi.
AL-HAFI
Non
ancora
tutto.
SALADINO
Non
ancora? - Insomma, vuoi parlare?
AL-HAFI
Da quando
aspettiamo le somme dall'Egitto,
lei...
SITTAH (a
Saladino)
Ma
perch lo ascolti?
AL-HAFI
Non
soltanto
non ha
preso niente...
SALADINO
Buona
fanciulla! - Per di pi
ci ha messo
del suo, vero?
AL-HAFI
Ha
mantenuto
tutta la
corte; lei sola ha sostenuto
le vostre
spese.
SALADINO
Ah!
Questa mia sorella! (La abbraccia.)
SITTAH
Chi se non
tu, fratello, mi ha arricchito
tanto da
poterlo fare?
AL-HAFI
Per
farla poi
ritornare
pi povera di prima,
come se
stesso.
SALADINO
Io
povero? Suo fratello povero?
Ho avuto
mai di pi? Ho avuto mai di meno?
Una veste,
una spada, un cavallo - e un solo Dio!
Che mi
serve di pi? Potrebbero mancarmi?
Eppure,
Al-Hafi, potrei rimproverarti.
SITTAH
Non lo
fare, fratello. Potessi anche
alleviare i
crucci a nostro padre!
SALADINO
Ah, di
colpo uccidi la mia gioia
di nuovo! -
A me non manca nulla,
e nulla pu
mancare. Ma a lui manca,
e in lui a
tutti noi. - Ditemi, dunque,
che cosa
devo fare? - Forse dall'Egitto
non verr
nulla per un pezzo. Come mai,
lo sa
Iddio. Laggi, pure, tutto calmo. -
A diminuire
le spese, a risparmiare
mi adatto
volentieri, se io solo
ne sono colpito
e nessun altro
ne soffre.
- Ma a che serve? Una veste,
una spada,
un cavallo devo averli.
N al mio
Dio posso sottrarre nulla.
Si
accontenta gi di cos poco;
del mio
cuore. - Era sull'avanzo
della tua
cassa, Al-Hafi, era su quello
che contavo.
AL-HAFI
Avanzo?
- Dite invece
che mi
avreste fatto impalare, o almeno
strangolare,
se mi aveste colto
in avanzo.
Avrei rischiato meno
con un
peculato.
SALADINO
Ad
ogni modo,
cosa
facciamo? - E poi tu non potevi
prendere a
prestito da altri, prima
che da
Sittah?
SITTAH
Credi
che di questo privilegio
mi sarei
lasciata defraudare?
E voglio
conservarlo. Non sono poi ancora
del tutto a
secco.
SALADINO
Solo
non del tutto!
Ci
mancherebbe! - Al-Hafi, datti subito da fare!
Incassa da
chi puoi e come puoi.
Chiedi,
prometti. - Ma non chiedere prestiti
a coloro
che io ho fatto ricchi.
Ad essi
sarebbe richiedere il donato.
Vai dai pi
avari; saranno i pi disposti.
Sanno bene
che nelle mie mani
l'usura
ingrasser i loro denari.
AL-HAFI
Non ne
conosco.
SITTAH
Ah,
mi viene in mente
di aver
udito che il tuo amico, Al-Hafi,
ritornato.
AL-HAFI (confuso)
Amico?
Quale amico?
Chi
sarebbe?
SITTAH
L'ebreo
che lodi tanto.
AL-HAFI
Io lodare
un ebreo?
SITTAH
Al
quale Dio -
ricordo
esattamente le parole
che ne
dicesti allora - al quale Dio
diede fra
tutti i beni della terra
il pi
piccolo e il pi grande a piene
mani. -
AL-HAFI
Dissi
questo? - E che cosa
volevo
dire?
SITTAH
La
ricchezza; il pi piccolo.
La
saggezza: il pi grande.
AL-HAFI
Di
un ebreo?
Io avrei
detto questo di un ebreo?
SITTAH
Non hai
forse detto questo del tuo
Nathan?
AL-HAFI
Ah,
di Nathan! Di lui! - Non ci pensavo
affatto. -
Sul serio? ritornato
a casa,
finalmente? Allora forse
le cose non
gli vanno tanto male. -
vero: il
Saggio lo chiamava il popolo.
E anche il
Ricco.
SITTAH
E
lo chiama il Ricco
pi che
mai. Tutta la citt racconta
delle cose
di pregio e dei tesori
che ha
portato con s.
AL-HAFI
Se
di nuovo il Ricco,
sar di
nuovo anche il Saggio di certo.
SITTAH
Se andassi
da lui, Hafi? Che ne pensi?
AL-HAFI
Per fare
che? - Per ottenere credito? -
Allora non
lo conoscete. - Lui far credito! -
La sua
saggezza che non fa mai credito.
SITTAH
Eppure
tu allora
me ne avevi fatto un quadro
assai
diverso.
AL-HAFI
Se
proprio deve, vi prester merci.
Ma denaro?
Denaro mai. - un ebreo,
del resto,
come ce ne sono pochi.
intelligente, sa come si vive,
gioca bene
a scacchi. Eppure si distingue
nel male
non meno che nel bene
da tutti
gli altri ebrei. - No, su di lui,
davvero,
non contateci. - Coi poveri
generoso
quanto Saladino.
D, se non
altrettanto, con la sua stessa gioia,
senza
mettersi in mostra. Ebreo, cristiano,
musulmano e
parsi per lui sono
tutt'uno.
SITTAH
E
un uomo simile...
SALADINO
Possibile
che non
abbia mai sentito parlare di quest'uomo?
SITTAH
... non
vorrebbe prestare a Saladino?
A Saladino,
che ne ha bisogno solo
per gli
altri e non per s?
AL-HAFI
Qui
vedete di nuovo
l'ebreo, il
volgarissimo ebreo. - Credetemi! -
geloso,
invidioso della vostra
generosit!
Ogni Dio lo rimeriti
che si dice
al mondo lo vorrebbe
solo per
s. Non presta mai appunto
per poter
donare sempre. La sua legge
gli comanda
carit, non compiacenza;
per questo
la sua stessa carit
fa di lui
l'uomo meno compiacente
che ci sia.
Da qualche tempo, vero,
i nostri
rapporti sono un po' pi tesi;
ma non
dovete credere per questo
che io non
lo tratti con giustizia.
ottimo in
tutto; solo nel dare a credito
non vale
niente, proprio niente. Vado subito
a bussare
ad altre porte... In questo istante
mi sono
ricordato che conosco
un moro
ricco e avaro. - Corro da lui.
SITTAH
Perch
tanta fretta?
SALADINO
Lascialo
andare!
Scena
III
Sittah
e Saladino
SITTAH
Corre
come se
volesse sfuggirmi a ogni costo.
Che
significa? - Si davvero ingannato
su
quell'uomo, o non desidera piuttosto
ingannare
noi due?
SALADINO
A me lo
chiedi?
So a mala
pena di chi si parlato;
del vostro
ebreo, di questo vostro Nathan
sento oggi
per la prima volta.
SITTAH
mai possibile
che tu non
sappia di un uomo che, si dice,
scopr le
tombe di Salomone
e Davide, e
con una potente
formula
magica ne aperse i sigilli?
da esse
che di tanto in tanto
trarrebbe
le ricchezze sconfinate
che solo
una simile fonte pu fornire.
SALADINO
Se trae le
sue ricchezze dalle tombe,
non saranno
di certo n di Davide,
n di
Salomone. Solo degli stolti
vi
giacciono.
SITTAH
O
dei malvagi. - E poi la fonte
delle sue
ricchezze assai pi generosa,
pi
inesauribile di una tomba piena
di tesori.
SALADINO
un mercante, a quanto ho udito.
SITTAH
I suoi
cammelli percorrono ogni pista,
ogni
deserto, le sue navi approdano
in tutti i
porti. Al-Hafi me lo disse
allora;
aggiungendo con trasporto
che il suo
amico spendeva nobilmente
e con
larghezza quanto non stimava indegno
guadagnare
con solerzia e intelligenza;
che il suo
spirito era senza pregiudizi,
e il suo
cuore aperto a ogni virt,
capace di
capire ogni bellezza.
SALADINO
Eppure
adesso Al-Hafi ne ha parlato
in modo
ambiguo, freddo.
SITTAH
Non
freddo; imbarazzato.
Come se
giudicasse un rischio dirne bene,
ma non
volesse biasimarlo a torto. -
O forse
vero che neppure il migliore
del suo
popolo vince del tutto l'animo
del suo
popolo? E che davvero Al-Hafi
per questo
aspetto deve vergognarsi
del suo
amico? - Ma sia come sia. -
Quell'ebreo,
che sia pi o sia meno
di un
ebreo, ricco, e per noi basta.
SALADINO
Non vorrai
strappargli ci che suo
con la
violenza, sorella!
SITTAH
Cosa
intendi
per
violenza? Ferro e fuoco? No,
coi deboli
non serve la violenza,
basta la
loro debolezza. - Adesso
vieni con
me nel mio harem, ad ascoltare
il canto di
una schiava da me comprata ieri.
Intanto
forse maturer un'idea
che ho su
questo Nathan. - Vieni.
Scena
IV
Davanti
alla casa di Nathan, nel punto pi vicino alle palme. Escono Recha e Nathan.
Poi giunge Daja.
RECHA
Quanto
avete indugiato, padre mio.
Ormai sar
impossibile raggiungerlo.
NATHAN
Via,
via;
se non qui
fra le palme, in qualche posto
lo
raggiungeremo. - Ma calmati. - Guarda!
Non Daja
che viene verso di noi?
RECHA
Di
certo
l'avr
perso di vista.
NATHAN
No,
vedrai,
no.
RECHA
Altrimenti
verrebbe pi in fretta.
NATHAN
Forse non
ci ha ancora visti...
RECHA
Ecco,
ci ha
visti.
NATHAN
E
raddoppia il passo. Guarda! -
Calmati
dunque. Calmati!
RECHA
E
vorreste una figlia
che fosse
calma in un momento simile?
Indifferente
al benefattore
a cui deve
la vita? - Una vita che le cara
solo perch
la deve a voi.
NATHAN
Non ti
vorrei diversa da come sei;
neppure se
sapessi che ben altro
si desta
nel tuo cuore.
RECHA
Che
cosa,
padre?
NATHAN
Lo
chiedi a me? Con tanta timidezza?
Qualunque
cosa si agiti in te,
natura e
innocenza. Non ti preoccupare;
per questo
io non mi preoccupo.
Ma
promettimi che quando il tuo cuore
ti parler
pi chiaro, non mi nasconderai
nessuno dei
suoi desideri.
RECHA
Tremo
solo all'idea
di potervi
nascondere il mio cuore.
NATHAN
Non
parliamone pi. Siamo d'accordo
una volta
per tutte. - Ecco qua Daja. - Dunque?
DAJA
Passeggia
tra le palme, e fra un momento
spunter
dietro quel muro. - Eccolo,
guardate!
RECHA
Ah!
Sembra indeciso sulla via
da
prendere, andr avanti o indietro,
a destra o
a sinistra?
DAJA
No, no,
far ancora
pi volte
il giro del convento; poi dovr
passare qui
davanti. - Scommettiamo?
RECHA
vero. -
Gli hai
parlato? Oggi com'?
DAJA
Come
sempre.
NATHAN
Badate solo
che non vi veda qui.
Andate un
po' pi indietro. Anzi, rientrate
in casa.
RECHA
Solo
uno sguardo ancora. - Ah!
La siepe me
lo sottrae.
DAJA
Venite!
Vostro
padre ha ragione. Se vi vede,
c' rischio
che si volti sui due piedi.
RECHA
Ah,
la siepe!
NATHAN
E se ne
sbucasse all'improvviso,
vi vedrebbe
per forza. Su, rientrate,
presto!
DAJA
Venite!
Conosco una finestra
da cui
potremo scorgerli.
RECHA
Davvero?
Recha
e Daja entrano in casa.
Scena
V
Nathan
e subito dopo il templare.
NATHAN
Quell'uomo
strano quasi mi intimidisce.
La sua rude
virt mi fa esitare.
Che un uomo
possa tanto imbarazzare
un altro
uomo! - Ah, eccolo. - Per Dio!
Un giovane
che sembra un uomo fatto.
Mi piace
quello sguardo buono e fiero,
quel passo
teso. La scorza sar amara,
il frutto
no. - Dove ho visto un uomo simile? -
Perdonate,
nobile franco...
TEMPLARE
Cosa?
NATHAN
Consentitemi...
TEMPLARE
Che cosa,
ebreo?
NATHAN
L'ardire
di rivolgervi
una parola.
TEMPLARE
Posso
forse impedirlo?
Ma
sbrigatevi.
NATHAN
Non
affrettate il passo
cos
superbo e sprezzante davanti a un uomo
che avete
legato a voi per sempre.
TEMPLARE
E in che
modo? - Ah, capisco. Siete...
NATHAN
Mi chiamo
Nathan; sono il padre della ragazza
che
generosamente salvaste dalle fiamme;
e vengo...
TEMPLARE
A
ringraziarmi? Risparmiatevelo.
Per quella
piccolezza ho gi dovuto
sopportare
troppi ringraziamenti. -
Non mi
dovete nulla. Non sapevo
che la
ragazza fosse vostra figlia.
Accorrere
in aiuto di chiunque
sia veduto
in pericolo dovere
di ogni
templare. Inoltre in quel momento
la vita mi
pesava. Volentieri
approfittai
dell'opportunit
di metterla
in gioco contro un'altra
vita; una
qualunque - e fosse pure
solo la
vita di un'ebrea.
NATHAN
Grande!
Grande, e
orribile! - Ma si pu capire
perch. Per
fuggire l'ammirazione
la
grandezza modesta si rifugia
nell'orrore.
- Ebbene, se disprezza
tanto il
tributo dell'ammirazione,
quale
tributo essa disprezzer
di meno? -
Cavaliere, se qui
non foste
un forestiero e un prigioniero,
nelle mie
domande sarei meno sfacciato.
Ordinate;
in che posso servirvi?
TEMPLARE
In
nulla.
NATHAN
Sono
un uomo
ricco.
TEMPLARE
Per
me l'ebreo pi ricco
non fu mai
il migliore.
NATHAN
un buon motivo
per non
sfruttare la cosa migliore
che
possiede, cio la sua ricchezza?
TEMPLARE
Sta bene,
non mi opporr del tutto;
per amore
del mio mantello. Quando
sar
logoro, e non terranno pi
n toppe n
rammendi, verr a chiedervi
in prestito
la stoffa o il denaro
per un
mantello nuovo. - Non fate quella faccia
scura! Per
ora non correte rischi;
non
ancora a quel punto. Lo vedete,
in buono
stato. Solo questo lembo
ha una
brutta macchia; strinato.
Si fatta
quando attraversai le fiamme
con vostra
figlia.
NATHAN (afferrando
il lembo del mantello e guardandolo fisso)
strano che una simile
macchia,
una crudele bruciatura,
parli assai
meglio per quest'uomo
della sua
bocca. Vorrei baciarla, ora -
questa
macchia. - Scusate! - Non volevo.
TEMPLARE
Cosa?
NATHAN
Vi
caduta una lacrima.
TEMPLARE
Poco
male.
Si
bagnato altre volte. (Questo ebreo
incomincia
a confondermi).
NATHAN
Vorreste
essere cos
buono da mandare
il mantello
a mia figlia?
TEMPLARE
Perch
mai?
NATHAN
Perch
possa baciare questa macchia.
Poich
abbracciarvi lei stessa le ginocchia
deve
desiderarlo invano.
TEMPLARE
Ebbene,
ebreo -
Nathan vi
chiamate? - Ebbene, Nathan -
Avete
parole cos - cos efficaci -
e
penetranti - sono confuso - ecco - sarei...
NATHAN
Mascheratevi
pure come volete, io
vi
riconoscer. Voi foste troppo buono,
troppo
onesto per essere cortese. - Una fanciulla
troppo
sentimentale; una messaggera
troppo ben
disposta; ed il padre lontano. -
Vi
preoccupaste del suo buon nome, evitaste
di metterla
alla prova per non vincerla.
Anche di
questo vi ringrazio -
TEMPLARE
Devo
ammetterlo,
conoscete i
doveri di un templare.
NATHAN
Solo un
templare? E solo per dovere?
Solo perch
lo impongono le regole dell'Ordine?
So come si
comporta un uomo buono;
e so che
ogni paese ne possiede.
TEMPLARE
Per con
delle differenze.
NATHAN
Certo:
di colore,
di vesti e di fattezze.
TEMPLARE
Ma di buoni
ce n' di pi, o di meno.
NATHAN
Una
differenza che non va lontano.
All'uomo
grande occorre ovunque spazio;
molti
alberi piantati troppo fitti
si spezzano
i rami. Di mediocri invece,
come noi,
ce n' dappertutto.
Basta che
uno non disprezzi l'altro;
basta che
il nodo tolleri il vicino;
basta che
il ramoscello non pretenda
di essere
l'unico venuto gi dal cielo.
TEMPLARE
Ben detto!
- Ma conoscete il popolo
che
disprezz per primo gli altri? Quale,
Nathan, fu
quello che per primo
si proclam
popolo eletto?
E se io non
potessi non dico non odiare,
ma non
disprezzare questo popolo
a causa
della sua superbia? La superbia,
passata al
cristiano e al musulmano,
che solo il
proprio Dio sia il vero Dio. -
Vi
sorprende che un cristiano, un templare
parli cos!
Eppure quando e dove
la pia
follia di avere il Dio migliore,
e di
imporlo per questo al mondo intero,
ha mai
mostrato un volto pi feroce
di quello
che adesso mostra qui? Se dagli occhi
non cadono
le bende qui, adesso...
Ma chi
vuole esser cieco lo sia! - Dimenticate
quel che ho
detto, e lasciatemi. (Fa per allontanarsi.)
NATHAN
Al
contrario.
Vi star
vicino pi che mai. - Venite,
dobbiamo
essere amici. - Disprezzate
il mio
popolo, se volete. N voi
n io
abbiamo scelto il nostro popolo.
Noi siamo
il nostro popolo? Cosa vuol dire popolo?
I cristiani
e gli ebrei sono cristiani
o ebrei
prima che uomini? Ah, se in voi trovassi
un altro
uomo al quale sufficiente
chiamarsi
uomo!
TEMPLARE
S,
per Dio! Eccolo, Nathan!
Eccolo! -
La vostra mano! - Mi vergogno
se prima vi
ho misconosciuto.
NATHAN
Io ne sono
fiero. Solo ci che volgare
di rado si
misconosce.
TEMPLARE
E
ci che raro
difficilmente
si dimentica. - S, Nathan:
dobbiamo
diventare amici.
NATHAN
Gi
lo siamo. -
Quale gioia
sar per la mia Recha! -
Giorni
lieti si aprono al mio sguardo
in
lontananza. - Conoscetela soltanto.
TEMPLARE
Non vedo
l'ora. - Ma chi si precipita
fuori da
casa vostra? Non la sua Daja?
NATHAN
S. Cos
spaventata?
TEMPLARE
Che
sia successo
qualcosa
alla nostra Recha?
Scena
VI
I
precedenti. Daja arriva di corsa.
DAJA
Nathan!
Nathan!
NATHAN
Ebbene?
DAJA
Perdonate,
nobile cavaliere,
devo
interrompervi.
NATHAN
Che
c' dunque?
TEMPLARE
Che
c'?
DAJA
Il sultano
vi cerca. Il sultano vuole
parlarvi.
Dio! Il sultano!
NATHAN
A
me? Il sultano?
Vorr
vedere quello che ho portato
con me di
nuovo. Rispondi che dei pacchi
quasi
nessuno stato ancora aperto.
DAJA
Non vuol
vedere nulla, vuol parlarvi
personalmente,
subito; al pi presto.
NATHAN
Andr da
lui allora. - Rientra adesso.
DAJA
Non
arrabbiatevi, illustre cavaliere -
Dio, siamo
cos in ansia! Che vorr
il sultano?
NATHAN
Si
vedr. Ma adesso vai.
Scena
VII
Nathan
e il templare.
TEMPLARE
Voi non lo
conoscete ancora? - Di persona
intendo.
NATHAN
Il
Saladino? Non ancora.
Non l'ho
mai evitato n cercato.
La fama ne
parlava troppo bene,
ho
preferito crederle piuttosto
che vedere.
Ma adesso - se cos -
egli
risparmiandovi la vita...
TEMPLARE
S,
cos. La
vita che io vivo
dono suo.
NATHAN
E
donandola a voi
a me ha
donato due, tre vite. Questo
cambia
tutto fra me e lui; questo ha creato
d'un tratto
un legame che mi vincola
a servirlo
per sempre. Non vedo l'ora
di sapere
cosa vorr ordinarmi;
adesso sono
pronto a fare ogni
cosa per
lui, e pronto a confessargli
che per
causa vostra che lo sono.
TEMPLARE
N io
stesso ho potuto ringraziarlo,
bench
l'abbia incontrato pi volte per la strada.
L'impressione
che gli feci allora
venne e
spar altrettanto fulminea.
Chiss se
addirittura si ricorda di me.
Ma dovr
ricordarsene almeno
una volta,
per decidere del tutto
il mio
destino. Non basta che io viva
grazie ad
un suo comando e con la sua
volont; da
lui devo sapere
secondo
quale volont ho da vivere.
NATHAN
vero; e
tanto pi voglio affrettarmi. -
Forse il
colloquio mi dar occasione
di parlare
di voi. - Adesso, perdonatemi -
vado di
corsa - quando vi vedremo
in casa
nostra?
TEMPLARE
Quando
potr.
NATHAN
Quando
vorrete.
TEMPLARE
Oggi
stesso.
NATHAN
Il
vostro nome, vi prego?
TEMPLARE
Il mio nome
era - Curd von Stauffen. - Curd.
NATHAN
Von
Stauffen? - Stauffen?
TEMPLARE
Perch
questo nome
vi
colpisce?
NATHAN
Von
Stauffen? - Una famiglia
da cui
molti certo...
TEMPLARE
S,
molti Stauffen
vennero e
sono gi sepolti qui.
Anche mio
zio - mio padre voglio dire -
Ma perch
il vostro sguardo mi scruta
sempre pi
attentamente?
NATHAN
Nulla,
nulla!
Come potrei
stancarmi di guardarvi?
TEMPLARE
Allora
vi lascer
per primo. Chi indaga trova spesso
pi di
quanto desidera; e io lo temo, Nathan.
Lasciate al
tempo, non alla curiosit,
di svelarci
l'un l'altro a poco a poco.
(Si
allontana.)
NATHAN (lo
segue stupito con lo sguardo)
Chi indaga
trova spesso pi di quanto
desidera
come se mi avesse letto
nel
pensiero. - Anche a me, infatti,
potrebbe
capitare. - Non solo ha la statura
ed il passo
di Wolf; ha anche la sua voce.
Cos Wolf
gettava indietro il capo,
appoggiava
sul braccio la sua spada
e sfiorava
le ciglia con la mano,
quasi a
nascondere il fuoco dello sguardo. -
Come a
volte un'immagine sepolta
pu dormire
dentro di noi, finch
una parola,
un suono non la desta. -
Von
Stauffen! - S, Filnek e Stauffen. -
Presto ne
sapr di pi; molto presto.
Prima,
per, dal Saladino. - Daja,
l, che mi
ascolta? - Daja, vieni qui.
Scena
VIII
Daja e
Nathan.
NATHAN
Che c'? Lo
so, quel che vi sta a cuore
ben altro
da ci che il Saladino
vuole da
me.
DAJA
Non
la disapprovate.
Quando
cominciaste a parlargli
con pi
confidenza, il messo del sultano
ci fece
lasciare la finestra.
NATHAN
E
tu
dille
soltanto che lo pu aspettare
da un
momento all'altro.
DAJA
vero?
NATHAN
Daja,
posso
fidarmi di te? Sii prudente,
te ne
prego. E non te ne pentirai.
Vedrai che
neppure la tua coscienza
ci
rimetter. Non guastare nulla
dei miei
progetti. Nei tuoi racconti
e nelle tue
domande sii discreta,
riservata...
DAJA
Che
bisogno c'
di
ricordarmelo? - Vado; e anche voi
andate!
Ecco un secondo messo
del
sultano; Al-Hafi, il derviscio. (Esce.)
Scena
IX
Nathan
e Al-Hafi.
AL-HAFI
Aha! Volevo
appunto riparlarvi.
NATHAN
Quanta
fretta! Che cosa vuole dunque
da me?
AL-HAFI
Chi?
NATHAN
Saladino.
- Arrivo, arrivo.
AL-HAFI
Dove? Dal
Saladino?
NATHAN
Non
lui
che ti
manda?
AL-HAFI
Me?
No. Vi ha forse gi cercato?
NATHAN
Certamente.
AL-HAFI
Ah,
di bene in meglio.
NATHAN
Quale
meglio?
AL-HAFI
Che...
Ma non colpa mia.
Dio sa che
non ne ho colpa. - Che cosa non ho detto
di voi,
quante bugie, per evitarvelo!
NATHAN
Evitarmi
che cosa? Che succede?
AL-HAFI
Che
adesso
siete voi
il defterdar. Vi compatisco.
Ma non
star certo qui a vedere.
Me ne vado,
e subito. Voi sapete gi
dove e per
quale via. - Se sulla mia strada
posso
servirvi, sono ai vostri ordini.
Purch non
sia un fardello pi ingombrante
di quel che
pu portare un uomo nudo.
Ordinate;
sto andando.
NATHAN
Aspetta,
Al-Hafi,
pensa che
non so ancora niente. Cosa
mi
racconti?
AL-HAFI
Ve
le portate dietro
subito le
borse?
NATHAN
Quali
borse?
AL-HAFI
Il
denaro
che dovrete
versare al Saladino!
NATHAN
Tutto qui?
AL-HAFI
Dovrei
forse assistere
a come vi
succhier giorno per giorno
fino al
midollo? E dovrei assistere
allo
sperpero che spilla, spilla, spilla
dai granai
che non furono mai vuoti
per una
savia carit, finch
persino i
topolini che ci vivono
moriranno
di fame? - O immaginate
che chi ha
bisogno del vostro denaro
seguir i
vostri consigli, se non altro? -
Lui seguire
consigli! - E quando Saladino
si lasci
consigliare? - Sentite, Nathan,
quel che mi
successo poco fa.
NATHAN
Racconta.
AL-HAFI
Quando vado
da lui, ha appena terminato
una partita
a scacchi con la sorella. Sittah
non gioca
male. Il gioco che il sultano
credeva e
aveva dato per perduto
era sulla
scacchiera. Do un'occhiata,
e vedo che
la partita non affatto
perduta.
NATHAN
Che
scoperta per te!
AL-HAFI
Infatti per
rispondere al suo scacco
bastava
avvicinare il re al pedone. -
Se potessi
mostrarvelo!
NATHAN
Oh,
mi fido.
AL-HAFI
Cos dava
spazio alla torre: e Sittah
avrebbe
perso. - Voglio farglielo vedere,
lo chiamo.
- Ma... pensate!
NATHAN
Non
del tuo parere?
AL-HAFI
Non mi
ascolta per nulla, e con disprezzo
butta tutto
per aria.
NATHAN
mai possibile?
AL-HAFI
Dicendo che
lui vuole che sia matto.
Vuole!
giocare questo?
NATHAN
Non
direi;
giocare
col gioco.
AL-HAFI
E
non c'erano mica
in gioco
spiccioli.
NATHAN
I
soldi vanno e vengono.
Questo il
meno. Ma non darti ascolto!
Su di un
punto cos fondamentale
non darti
neppure ascolto, n ammirare
il tuo
occhio di falco! Questo s,
questo
grida vendetta, non vero?
AL-HAFI
Ma no, ve
l'ho detto soltanto
per farvi
vedere come fatto.
Di lui,
insomma, non ne posso pi.
Corro da
tutti quei sudici mori
a domandare
chi vuol fargli credito.
Io che per
me non stesi mai la mano
debbo
chiedere prestiti per gli altri.
Cercare
credito non molto meglio
di
mendicare, e prestare a usura
non molto
meglio di rubare. Tra i miei parsi,
sul Gange,
non dovr pi fare
n una cosa
n l'altra, n esserne strumento.
Solo sul
Gange vivono veri uomini.
Qui solo
voi sareste un uomo degno
di vivere
sul Gange. - Volete accompagnarmi?
Lasciate a
lui tutti i grattacapi
che gli
tocca risolvere. Altrimenti a poco a poco
roviner
anche voi. Cos la finirebbe
una volta
per tutte. Vi procuro un delk.
Venite! Su,
venite!
NATHAN
Penso
che questo, Al-Hafi,
potremo
farlo in qualsiasi momento.
Vorrei
pensarci su. Aspetta...
AL-HAFI
Pensarci
su?
Qui non c'
niente da pensare.
NATHAN
Almeno
finch io
non sia stato dal sultano;
quando
l'avr lasciato...
AL-HAFI
Chi
ci pensa
cerca
ragioni per non potere.
Chi non sa
risolversi d'un tratto
a vivere
per s, vivr per sempre schiavo
degli
altri. - Come preferite. - Addio!
Come vi
pare. - Quella la mia via, questa la vostra.
NATHAN
Al-Hafi!
Non vuoi chiudere i tuoi conti,
prima di
andare?
AL-HAFI
Bazzecole!
Lo stato
della mia
cassa non richiede calcoli;
per me
siete garanti - voi o Sittah.
Addio! (Esce.)
NATHAN (seguendolo
con lo sguardo)
Garantir
per te! - Scontroso, buono, nobile -
come
chiamarlo? - Il vero mendicante
l'unico,
il solo vero re.
Esce
da un'altra parte.
ATTO
III
Scena
I
Nella
casa di Nathan. Recha e Daja.
RECHA
Quali
parole us mio padre, Daja?
Posso
aspettarlo da un momento all'altro?
Suonano -
vero? - come se dovesse
comparire
subito. - Ma quanti
momenti
sono gi passati! - Eppure,
chi pensa
ai momenti passati? - Voglio vivere
momento per
momento nel futuro.
Verr pur
quello che lo porter.
DAJA
Maledetta
ambasciata del sultano!
Se non era
per quella, certo Nathan
l'avrebbe
gi condotto qui.
RECHA
Ma
quando
quel
momento sar venuto, e il pi ardente,
il pi
intimo dei miei desideri
sar
esaudito; allora? - allora?
DAJA
Allora
verr
esaudito, spero, anche il pi ardente
dei miei
desideri.
RECHA
Che
cosa prender
il suo
posto nel mio petto, che non sa
pi
respirare se non per quello solo,
per il
desiderio di tutti i desideri? -
Nulla? Ah,
ho paura...
DAJA
Il
mio desiderio
allora
prender il suo posto, il mio.
Il mio
desiderio di saperti in Europa,
di saperti
in mani degne di te.
RECHA
Ti sbagli.
- Ci che fa tuo questo
desiderio
impedisce che possa
mai
diventare il mio. La tua patria
ti attira;
la mia non mi terrebbe qui?
L'immagine
dei tuoi, non ancora svanita
nella tua
anima, avrebbe pi potere
dei miei in
carne e ossa, che vedo, che ascolto
e posso
toccare?
DAJA
Chiuditi
fin che vuoi!
Le vie del
cielo sono le vie del cielo.
E se il Dio
di colui che ti ha salvato,
il Dio per
cui combatte, per sua mano
volesse
ricondurti a quella terra,
a quella
gente per cui sei nata?
RECHA
Daja!
Che cosa
dici di nuovo, cara Daja!
Le tue idee
sono davvero strane;
Il suo Dio
- il Dio per cui combatte!
A chi
appartiene Dio? Strano Dio,
che
appartiene a un uomo e che ha bisogno
si combatta
per lui. - Chi pu sapere
per quale
zolla di terra nato, se
non la
zolla sulla quale nato? -
Se mio
padre ti sentisse! - Cosa
ti ha
fatto, perch tu mi dipinga
la mia
felicit sempre lontana
da lui?
Perch tu unisca cos spesso
le erbe
soffocanti oppure i fiori
della tua
terra al seme della ragione, che
lui infuse
puro nella mia anima?
Lui, cara
Daja, non vuole sul mio suolo
i tuoi
fiori variopinti. - E io stessa,
debbo
dirtelo, sento che il mio suolo
consumato, snervato dai tuoi fiori,
che pure
sono un manto cos bello.
Sento che
il loro profumo dolce e acre
mi
stordisce, mi d le vertigini. -
La tua
mente vi pi abituata.
Non biasimo
per questo i nervi forti
che lo
sopportano. Ma non fa per me.
Gi il tuo
angelo non mi dette quasi
alla testa?
- Mi vergogno ancora
di fronte a
mio padre della farsa.
DAJA
Farsa!
-
Come se
solo qui abitasse la ragione!
Farsa! Se
potessi parlare!
RECHA
E
non puoi?
Non ti ho
sempre ascoltato docilmente,
quando mi
raccontavi degli eroi
della tua
fede? Non ho sempre ammirato
le loro
imprese? Non ho sempre pianto
le loro
sofferenze? Ma la loro fede
mi parve
sempre il lato meno eroico.
Assai pi
consolante era sapere
che la
devozione a Dio non dipende
in tutto e
per tutto dalle false
idee che
noi ne abbiamo. - Cara Daja,
quante
volte mio padre ce lo disse,
e quante
volte gli desti ragione;
perch
adesso da sola demolisci
quel che
con lui avevi costruito? -
Ma questa
discussione, cara Daja,
non
conveniente, nell'attesa
del nostro
amico. O forse lo per me.
A me sta
molto a cuore che anche lui...
Ascolta,
Daja! - C' qualcuno alla porta.
Se fosse
lui! Ascolta!
Scena
II
Recha,
Daja e il templare, al quale uno schiavo fuori scena apre la porta dicendo:
[SCHIAVO]
Ecco,
entrate qui!
RECHA (trasalisce,
si riprende e fa per gettarsi ai suoi piedi)
lui! - Il
mio salvatore, ah!
TEMPLARE
Per
evitare questo
ho tardato
tanto: e ora -
RECHA
Ai
piedi
di
quest'uomo orgoglioso desidero soltanto
ringraziare
di nuovo Dio, non l'uomo.
L'uomo non
vuole grazie; tanto poco
quanto le
vuole il secchio, cos docile
a prestarsi
per spegnere le fiamme -
che si
lasci riempire e si lasci vuotare
indifferente
a tutto: come l'uomo.
Anch'egli
capit per caso tra le fiamme;
gli caddi
pi o meno tra le braccia
e vi
rimasi, come una scintilla
caduta sul
mantello; e finalmente
qualcosa ci
gett fuori dal bracere. -
Cosa ci
sar mai da ringraziare? -
A ben altre
imprese si sospinti
in Europa
dal vino. - I templari del resto
devono
comportarsi cos, e riportare,
come cani
benissimo addestrati,
dalle
fiamme e dall'acqua, come capita.
TEMPLARE
(che per tutto il tempo fissa Recha sorpreso e imbarazzato)
O Daja,
Daja, se in momenti di tristezza
e di rabbia
ti ho fatto pesare
il mio
cattivo umore, perch le hai riferito
ogni
sciocchezza sfuggita alla mia bocca?
stata una
vendetta troppo crudele, Daja!
Purch tu
voglia d'ora in poi dipingermi
meglio ai
suoi occhi.
DAJA
Non
credo, cavaliere,
che le
piccole spine con cui punsi
il suo
cuore vi abbiano nuociuto
molto
presso di lei.
RECHA
Come?
Tristezza?
E di quella
tristezza foste pi
avaro che
della vita?
TEMPLARE
Buona,
cara fanciulla! -
La mia
anima contesa dagli occhi
e dalle
orecchie. - Non era questa, no,
non questa
la fanciulla che salvai
dal fuoco.
- Chi, vedendola, non l'avrebbe salvata
dalle
fiamme? Chi mi avrebbe atteso? -
Ma - il
viso sconvolto - lo spavento...
Pausa,
durante la quale si perde nella contemplazione di Recha.
RECHA
Io invece
vi trovo proprio uguale. -
Recha
fa la stessa cosa; poi continua, per strapparlo alla sua contemplazione.
Diteci,
cavaliere, dove siete stato
cos a
lungo? - Ma potrei quasi chiedervi:
dove siete
adesso?
TEMPLARE
Sono
- dove forse
non dovrei
essere.
RECHA
E
dove siete stato? -
Dove forse
non avreste dovuto?
Questo
male.
TEMPLARE
Sul
- sul - come si chiama il monte?
Sul Sinai.
RECHA
Sul
Sinai? - Magnifico!
Finalmente
sapr con sicurezza
se vero
che...
TEMPLARE
Se
vero che possibile
vedere il
luogo in cui Mos fu
davanti a
Dio quando...
RECHA
No,
non questo.
Dovunque
fosse era davanti a Dio.
Su questo
so quanto basta. - No,
da voi
vorrei sapere; proprio vero
che salire
su quel monte di gran lunga
meno
faticoso che discenderne? -
Perch,
vedete, su tutti quanti i monti
su cui sono
salita era il contrario. -
Ebbene,
cavaliere? - Mi voltate le spalle?
Non volete
guardarmi?
TEMPLARE
Perch
voglio ascoltarvi.
RECHA
O invece
non volete farmi scorgere
che
sorridete della mia ingenuit?
Che
sorridete perch non so rivolgervi
domande
meno futili di questa
sul pi
sacro dei monti?
TEMPLARE
In
questo modo
mi
costringete a guardarvi negli occhi. -
Come? Li
abbassate? Adesso soffocate
voi il
sorriso? Ma come potrei leggere
su un
volto, su un ambiguo volto,
ci che
sento, ci che voi mi dite -
- o tacete
- cos chiaro? - Ah, Recha! Aveva
ragione a
dirmi: Conoscetela soltanto!.
RECHA
Chi ve lo
disse? - Di chi?
TEMPLARE
Conoscetela
soltanto!
mi disse vostro padre;
e parlava
di voi.
DAJA
Non
ve lo dissi
anch'io?
Non ve lo dissi?
TEMPLARE
Ma
dov'
adesso
vostro padre? Forse ancora
presso il
sultano?
RECHA
Senza
dubbio.
TEMPLARE
Ancora?
Smemorato
che sono! No, difficilmente
ci sar
ancora. - Certamente mi aspetta
laggi, nei
pressi del convento. Infatti
cos
eravamo intesi. Permettetemi,
vado a
prenderlo...
DAJA
Questo
compito mio.
Restate,
cavaliere. Lo porter qui subito.
TEMPLARE
No, no!
Deve incontrare me,
non voi. E
poi forse potrebbe... Chi sa?...
Forse
presso il sultano... Voi non conoscete
il
sultano!... Potrebbe trovarsi facilmente
nei
pasticci. - Credetemi; se non vado io,
c'
pericolo...
RECHA
Come?
Quale pericolo?
TEMPLARE
Pericolo
per me, per voi, per lui,
se non vado
di corsa. (Esce.)
Scena
III
Recha
e Daja.
RECHA
Che
significa, Daja? -
Perch
tanta fretta? - Che avr in mente?
Chi gli
corre dietro?
DAJA
Oh,
lasciatelo.
Non credo
sia cattivo segno.
RECHA
Segno?
Di che?
DAJA
Di qualche
cosa che si muove dentro,
che bolle e
che non deve traboccare. Lasciatelo.
Adesso
tocca a voi.
RECHA
Che
cosa tocca a me?
Diventi,
come lui, incomprensibile.
DAJA
Potrete
molto presto
estituirgli
tutte le inquietudini
che vi ha
dato. Non siate tuttavia
troppo
severa, troppo vendicativa.
RECHA
Sai tu sola
di cosa stai parlando.
DAJA
E siete gi
tornata cos calma?
RECHA
S, sono
calma, vero...
DAJA
Almeno
confessate
che non vi
dispiace che sia inquieto;
e che
dovete alla sua inquietudine
questa
calma.
RECHA
Senza
rendermene conto.
Ti potrei
confessare, tutt'al pi,
che sono
stupita - sono stupita io stessa
che nel mio
cuore a una simile tempesta
sia seguita
di colpo tanta pace.
Vederlo da
vicino, le sue parole, il suono
della voce
mi ha...
DAJA
Gi
saziata?
RECHA
Saziata?
No, questo
non direi; no - niente affatto -
DAJA
Solo
calmato i morsi della fame.
RECHA
Forse,
se vuoi.
DAJA
Che
c'entro io?
RECHA
Mi
sar
sempre
caro; pi caro della vita;
anche se
adesso solo udirne il nome
non mi
accelera pi i battiti del polso,
e se il
cuore non batte pi rapido e pi forte
quando
penso a lui. - Ma quanto chiacchiero!
Vieni,
Daja, torniamo alla finestra
che guarda
sulle palme.
DAJA
I
morsi della fame
non sono
del tutto calmati, a quanto pare.
RECHA
Questa
volta vedr anche le palme,
non pi
soltanto lui.
DAJA
Questa
freddezza
sar
l'inizio di una nuova febbre.
RECHA
Fredda? Non
sono fredda. Uno sguardo tranquillo
per me non
uno sguardo meno lieto.
Scena
IV
Una
sala d'udienza nel palazzo del Saladino. Saladino e Sittah.
SALADINO
(entrando, rivolto verso la porta)
Fate
entrare l'ebreo appena arriva.
Sembra che
non abbia molta fretta.
SITTAH
Forse era
lontano; non l'avranno
trovato
subito.
SALADINO
Ah,
sorella!
SITTAH
Sembra
quasi
che tu sia
in attesa di un duello.
SALADINO
E
con armi
che non ho
imparato a maneggiare.
Dovr
fingere, dovr intimidire,
mettere
trappole, avanzare sul ghiaccio.
Cose che
non so fare, che non ho mai imparato
a fare. - E
tutto questo a quale scopo? -
Procurarmi
denaro. Del denaro!
Estorcerlo
a un ebreo con la paura!
A che
trucchi meschini son ridotto,
per
procurarmi la pi meschina
delle
meschinit!
SITTAH
Le
meschinit troppo
trascurate
si vendicano.
SALADINO
vero. -
Ma se
questo ebreo fosse l'uomo buono,
l'uomo
saggio che allora il derviscio
ti
descrisse?
SITTAH
Ebbene?
Che potrebbe
succedere
di male? La trappola rivolta
solo
all'ebreo avaro, timoroso,
vile; non
all'uomo giusto e saggio.
L'uomo
giusto e saggio gi con noi
senza
trappole. E tu avrai il piacere
di
ascoltare come sapr trarsi d'impaccio
un uomo
simile, sia che laceri la rete
con
spavaldo vigore o preferisca
districarsi
con accorta prudenza
dalle sue
maglie; avrai questo piacere
in
sovrappi.
SALADINO
S,
questo vero. Certo,
questa idea
mi gradita.
SITTAH
Ebbene,
allora
nient'altro
pu confonderti. Infatti
se un
uomo come tanti, se un ebreo
come gli
altri, di fronte a un uomo simile
potresti
vergognarti di apparire
come lui
crede che ogni uomo sia?
Chi si
mostra migliore, anzi, ai suoi occhi
uno stolto
e un vanesio.
SALADINO
Dovrei
addirittura
agire male
perch l'uomo malvagio
non pensi
male di me?
SITTAH
S,
se agire male
usare di
ogni cosa secondo la sua specie.
SALADINO
Una mente
di donna sa abbellire
tutto ci
che ha pensato.
SITTAH
Abbellire!
SALADINO
Temo solo
che il fine stratagemma
nella mia
goffa mano non si spunti. -
Dovrei
portarlo a termine come stato ideato,
con astuzia
e destrezza. - E tuttavia
vedremo.
Baller come potr;
e
preferirei ballare peggio,
non meglio.
SITTAH
Non
ti sottovalutare!
Garantisco
per te. Purch tu voglia. -
Gli uomini
come te vorrebbero convincerci
che con la
spada, solo con la spada
giunsero
cos in alto. Il leone
si vergogna
a cacciare con la volpe:
si vergogna
- della volpe, non dell'astuzia.
SALADINO
E le donne
vorrebbero far cadere l'uomo
in basso,
accanto a s. - Ma adesso vai! -
Credo di
sapere la lezione.
SITTAH
Come? Debbo
andarmene?
SALADINO
Non vorrai
rimanere?
SITTAH
Se non
restare qui - davanti a voi -
nella
stanza accanto...
SALADINO
Ad
ascoltare?
No,
sorella, se vuoi che tenga duro. -
Vai! La
cortina fruscia, sta venendo. -
E non
fermarti l! Controller.
Mentre
Sittah esce da una porta, Nathan entra dall'altra. Saladino si seduto.
Scena
V
Saladino
e Nathan.
SALADINO
Avvicinati,
ebreo! - Ancora. - Pi vicino. -
Non temere.
NATHAN
Ti
tema il tuo nemico.
SALADINO
Ti chiami
Nathan?
NATHAN
S.
SALADINO
Nathan
il Saggio?
NATHAN
No.
SALADINO
Certo,
non tu; ti chiama cos il popolo.
NATHAN
Il popolo!
Pu essere.
SALADINO
E
credi che disprezzi
la voce del
popolo? - Da tempo, anzi, volevo
conoscere
l'uomo che il popolo chiama
il Saggio.
NATHAN
E
se lo chiamasse cos
per burla?
Se saggio per il popolo
fosse
soltanto il furbo, e furbo fosse
solo chi sa
capire il suo vantaggio?
SALADINO
Il suo vero
vantaggio: questo intendi?
NATHAN
Allora
certo l'uomo pi egoista
sarebbe il
pi furbo, e furbo e saggio
la stessa
cosa.
SALADINO
Ti
sento dimostrare
ci che
vuoi smentire. - Tu conosci il vero
vantaggio
dell'uomo, sconosciuto al popolo.
O almeno
hai cercato di conoscerlo,
hai
riflettuto su di esso; e tanto basta
a fare un
uomo saggio.
NATHAN
Ogni
uomo
crede di
essere saggio.
SALADINO
Basta
con la modestia!
noioso
incontrarla di continuo
dove si
cerca un'asciutta ragione.
Si
alza in piedi di scatto.
Veniamo al
punto. Ma sii onesto, ebreo,
sii onesto.
NATHAN
Sultano,
io ti servir
in modo da
conservarmi degno
di servirti
anche in avvenire.
SALADINO
Servirmi?
Come?
NATHAN
Tu
avrai il meglio
di ogni
cosa; e l'avrai al prezzo
pi basso.
SALADINO
Di
cosa parli? Non delle tue merci? -
A
contrattare con te ci penser
mia
sorella. (Se ascolta, eccola servita!). -
Il mercante
non mi riguarda affatto.
NATHAN
Vorrai
sapere allora, senza dubbio,
ci che nel
mio cammino vidi o seppi
del nemico,
che a dire il vero torna
a muoversi.
- Se posso essere franco...
SALADINO
No, neppure
di questo mi premeva
di parlare
con te. Su questo so
quanto mi
occorre. - In breve...
NATHAN
Ordina,
sultano.
SALADINO
Ci per cui
chiedo il tuo insegnamento
ben
altro, ben altro. - Tu che sei
cos saggio
dimmi, una volta per tutte -
qual la
fede, qual per te la legge
pi convincente di ogni altra?
NATHAN
Sultano,
io sono
ebreo.
SALADINO
E
io sono musulmano.
E fra noi
c' il cristiano. - Ma di queste
tre
religioni una sola pu esser vera. -
Un uomo
come te non resta immobile
dove l'ha
messo il caso della nascita:
o, se vi
resta, lo fa a ragion veduta,
per dei
motivi, perch ha scelto il meglio.
Allora di'
anche a me le tue ragioni!
Fammi
conoscere i motivi sui quali
io non ho
avuto il tempo di riflettere.
Rivelami -
s'intende, in confidenza -
la scelta
nata da quelle ragioni,
perch io
possa farla mia. - Ma come?
Tu esiti?
Mi soppesi con lo sguardo?
Pu essere
che io sia il primo sultano
che ha un
simile capriccio; tuttavia
a me non
sembra indegno di un sultano. -
Non vero?
- Parla dunque! Dimmi! -
O vuoi
forse un momento per riflettere?
E sia, te
lo concedo. - (Chi sa se mia sorella
in
ascolto... La coglier sul fatto,
e sentir
se ho condotto bene
la cosa). -
Rifletti, ma rapidamente!
Non tarder
a tornare.
Va
nella stanza vicina, dove si era recata Sittah.
Scena
VI
Nathan
solo.
NATHAN
Hm!
- Strano! - Cosa
pensarne? -
Cosa vuole il sultano? - Ero pronto
a dargli
del denaro, e vuole - la verit!
E la vuole
cos - cos spiccia e sonante -
come se
fosse una moneta. - E fosse almeno
la moneta
di un tempo, quella che si pesava! -
Ma la
moneta nuova, garantita
soltanto
dal suo conio, che sul banco
si pu solo
contare, non la verit.
La verit
si pigia nelle teste
come le
monete nei sacchi? Chi l'ebreo
qui? Lui o
io? - Ma... E se in realt
non
cercasse affatto la verit? - Certo,
il sospetto
che egli possa usare
la verit
come una trappola troppo
meschino. -
Troppo? - Ma per un potente
cosa
troppo meschino? - E con che furia
mi piomb
in casa! Chi viene come amico
prima bussa
e ascolta. - Devo muovermi
con
prudenza. - Ma come? - Fare l'ebreo
tutto d'un
pezzo non va bene. - Fare
come se non
lo fossi, ancora meno.
Se non lo
sono, potrebbe domandarmi,
perch non
sono musulmano? - Ecco!
Questo pu
salvarmi! - Non soltanto i bambini
si nutrono
di favole. - Sta venendo. Che venga!
Scena
VII
Saladino
e Nathan.
SALADINO
(Adesso il
campo libero). - Ritorno
forse
troppo presto? Il tempo per riflettere
agli
sgoccioli, ormai. - Parla, dunque!
Nessuno ci
ascolta.
NATHAN
Che
ci ascolti pure
il mondo
intero.
SALADINO
Fino
a tal punto Nathan
sicuro
del fatto suo? Ah, questo chiamo
essere
saggio! Mai nascondere la verit.
Mettere in
gioco ogni cosa per essa.
La libert
e la vita, i beni e il sangue.
NATHAN
S. Se
necessario e utile.
SALADINO
D'ora
in poi
io spero di
portare a buon diritto
il mio nome
di Riformatore
del mondo e
della legge.
NATHAN
Un
bel nome!
Ma, prima
di confidarmi interamente,
mi
consenti, sultano, di narrarti
una piccola
storia?
SALADINO
Perch
no?
Io ho
sempre amato le storie
raccontate
bene.
NATHAN
Raccontare
bene
non il
mio forte.
SALADINO
Ancora
cos modesto
e
orgoglioso? - Avanti, su, racconta!
NATHAN
Molti anni
or sono un uomo, in Oriente,
possedeva
un anello inestimabile,
un caro
dono. La sua pietra, un opale
dai cento
bei riflessi colorati,
ha un
potere segreto: rende grato
a Dio e
agli uomini chiunque
la porti
con fiducia. Pu stupire
se non se
lo toglieva mai dal dito,
e se
dispose in modo che restasse
per sempre
in casa sua? Egli lasci l'anello
al suo
figlio pi amato; e lasci scritto
che a sua
volta quel figlio lo lasciasse
al suo
figlio pi amato; e che ogni volta
il pi
amato dei figli diventasse,
senza
tenere conto della nascita
ma soltanto
per forza dell'anello,
il capo e
il signore del casato. -
Tu mi
segui, sultano?
SALADINO
Ti
seguo. Vai avanti.
NATHAN
E l'anello
cos, di figlio in figlio,
giunse alla
fine a un padre di tre figli.
Tutti e tre
gli ubbidivano ugualmente
ed egli,
non poteva farne a meno,
li amava
tutti nello stesso modo.
Solo di
tanto in tanto l'uno o l'altro
gli
sembrava il pi degno dell'anello -
quando era
con lui solo, e nessun altro
divideva
l'affetto del suo cuore.
Cos, con
affettuosa debolezza,
egli
promise l'anello a tutti e tre.
And avanti
cos finch pot. -
Ma, vicino
alla morte, quel buon padre
si trova in
imbarazzo. Offendere cos
due figli,
fiduciosi nella sua parola,
lo
rattrista. - Che cosa deve fare? -
Egli chiama
in segreto un gioielliere,
e gli
ordina due anelli in tutto uguali
al suo; e
con lui si raccomanda
che non
risparmi n soldi n fatica
perch
siano perfettamente uguali.
L'artista
ci riesce. Quando glieli porta,
nemmeno il
padre in grado di distinguere
l'anello
vero. Felice, chiama i figli
uno per
uno, impartisce a tutti e tre
la sua
benedizione, a tutti e tre
dona
l'anello - e muore. - Tu mi ascolti, sultano?
SALADINO
(il quale, colpito, aveva girato il viso)
Ascolto,
ascolto. Ma finisci presto
la tua
favola. - Ci sei?
NATHAN
Ho
gi finito.
Quel che
segue si capisce da s. -
Morto il
padre, ogni figlio si fa avanti
con il suo
anello, ogni figlio vuol essere
il signore
del casato. Si litiga, si indaga,
si accusa.
Invano. Impossibile provare
quale sia
l'anello vero -
(dopo
una pausa, durante la quale egli attende la risposta del sultano)
quasi
come per noi
provare
quale sia - la vera fede.
SALADINO
Come?
Questa la
tua risposta alla domanda?...
NATHAN
Valga
soltanto a
scusarmi, se non oso
cercare di
distinguere gli anelli
che il
padre fece fare appunto al fine
che fosse
impossibile distinguerli.
SALADINO
Gli anelli!
- Non burlarti di me! -
Le
religioni che ti ho nominato
si possono
distinguere persino
nelle
vesti, nei cibi, nelle bevande!
NATHAN
E tuttavia
non nei fondamenti. -
Non si
fondano tutte sulla storia,
scritta o
tramandata? E la storia
solo per
fede e per fedelt
dev'essere
accettata, non vero? -
E di quale
fede e fedelt dubiteremo
meno che di
ogni altra? Quella dei nostri avi,
sangue del
nostro sangue, quella di coloro
che
dall'infanzia ci diedero prova
del loro
amore, e che mai ci ingannarono,
se
l'inganno per noi non era salutare? -
Posso io
credere ai miei padri
meno che tu
ai tuoi? O viceversa? -
Posso forse
pretendere che tu,
per non
contraddire i miei padri, accusi i tuoi
di
menzogna? O viceversa? E la stessa cosa
vale per i
cristiani, non vero? -
SALADINO
(Per il Dio
vivente! Ha ragione.
Io devo
ammutolire).
NATHAN
Ma
torniamo
ai nostri
anelli. Come dicevo, i figli
si
accusarono in giudizio. E ciascuno
giur al
giudice di avere ricevuto
l'anello
dalla mano del padre (ed era vero),
e molto
tempo prima la promessa
dei
privilegi concessi dall'anello
(ed era
vero anche questo). - Il padre,
ognuno se
ne diceva certo, non poteva
averlo
ingannato; prima di sospettare
questo,
diceva, di un padre tanto buono,
non poteva
che accusare dell'inganno
i suoi
fratelli, di cui pure era sempre
stato
pronto a pensare tutto il bene;
e si diceva
sicuro di scoprire
i traditori
e pronto a vendicarsi.
SALADINO
E il
giudice? - Sono ansioso di ascoltare
che cosa
farai dire al giudice. Parla!
NATHAN
Il giudice
disse; Portate subito
qui vostro
padre, o vi scaccer
dal mio
cospetto. Pensate che stia qui
a risolvere
enigmi? O volete restare
finch
l'anello vero parler? -
Ma...
aspettate! Voi dite che l'anello vero
ha il
magico potere di rendere amati,
grati a Dio
e agli uomini. Sia questo
a decidere!
Gli anelli falsi non potranno.
Su, ditemi:
chi di voi il pi amato
dagli altri
due? - Avanti! Voi tacete?
L'effetto
degli anelli solo riflessivo,
non
transitivo? Ciascuno di voi ama
solo se
stesso? Allora tutti e tre
siete
truffatori truffati! I vostri anelli
sono falsi
tutti e tre. Probabilmente
l'anello
vero si perse, e vostro padre
ne fece
fare tre per celarne la perdita
e per
sostituirlo.
SALADINO
Magnifico!
Magnifico!
NATHAN
Se non
volete, prosegu il giudice,
il mio
consiglio e non una sentenza,
andatevene!
- Ma il mio consiglio questo:
accettate
le cose come stanno.
Ognuno ebbe
l'anello da suo padre:
ognuno sia
sicuro che esso autentico. -
Vostro
padre, forse, non era pi disposto
a tollerare
ancora in casa sua
la tirannia
di un solo anello. E certo
vi am
ugualmente tutti e tre.
Non volle,
infatti, umiliare due di voi
per
favorirne uno. - Ors! Sforzatevi
di imitare
il suo amore incorruttibile
e senza
pregiudizi. Ognuno faccia a gara
per
dimostrare alla luce del giorno
la virt
della pietra nel suo anello.
E aiuti la
sua virt con la dolcezza,
con
indomita pazienza e carit,
e con
profonda devozione a Dio.
Quando le
virt degli anelli appariranno
nei nipoti,
e nei nipoti dei nipoti,
io li
invito a tornare in tribunale,
fra mille e
mille anni. Sul mio seggio
sieder un
uomo pi saggio di me;
e parler.
Andate! - Cos disse
quel
giudice modesto.
SALADINO
Dio!
Dio!
NATHAN
Saladino,
se tu senti
di essere quel saggio
che il
giudice promise...
SALADINO
(precipitandosi verso di lui e afferrandogli la mano, che non lascer pi
fino alla fine)
Io
polvere? Io nulla?
O Dio!
NATHAN
Che
fai, sultano?
SALADINO
Nathan,
caro Nathan! -
I mille e
mille anni del tuo giudice
non sono
ancora passati. - Il suo seggio
non il
mio. - Va'! - Ma sii mio amico.
NATHAN
E Saladino
non deve parlarmi
di
null'altro?
SALADINO
No.
NATHAN
Nulla?
SALADINO
Proprio
nulla. - Perch?
NATHAN
Cercavo
l'occasione per rivolgerti
una
preghiera.
SALADINO
A
che serve l'occasione
per una
preghiera? - Parla!
NATHAN
Torno da un
lungo viaggio, e sono stato
pagato dai
miei debitori. - Adesso ho troppo
denaro
liquido. - Il momento di nuovo
preoccupante
- e non saprei dove
mettere al
sicuro queste somme. -
Cos ho
pensato che tu, forse - una guerra
imminente
richiede somme ingenti -
potessi in
parte utilizzarle.
SALADINO
(guardandolo fisso negli occhi)
Nathan!
-
Non voglio
domandare se Al-Hafi
gi stato
da te; - e neppure indagare
se sia un
sospetto che ti induce a farmi
spontaneamente
questa offerta...
NATHAN
Un
sospetto?
SALADINO
Meritato. -
Perdonami! - A che pro negare?
Poco manc
- devo confessartelo -
che io...
NATHAN
Che
tu mi chiedessi
la stessa
cosa?
SALADINO
Proprio
cos.
NATHAN
In
tal caso,
sar un
vantaggio per entrambi. - Se non posso
mandarti
tutto subito, per via
del giovane
templare. Sai chi .
A lui devo
pagare innanzitutto
una grossa
somma.
SALADINO
Un
templare? Non vorrai
aiutare con
le tue ricchezze
i miei pi
acerrimi nemici?
NATHAN
Parlo del
templare a cui donasti
la vita...
SALADINO
Ah,
che cosa mi rammenti! -
Di quel
giovane mi ero dimenticato
completamente.
- Lo conosci? - Dov'?
NATHAN
Come?
Non sai
quanta parte della tua clemenza
ricadde,
attraverso di lui, su di me?
Egli
rischi la vita appena ricevuta
per salvare
mia figlia dalle fiamme.
SALADINO
Ha fatto
questo? - L'aveva scritto in volto!
L'avrebbe
fatto anche mio fratello,
al quale
assomiglia tanto. - ancora qui?
Portalo da
me. - Tante volte ho parlato
a mia
sorella di quel suo fratello
che non ha
conosciuto, che non posso
non farle
vedere il suo ritratto. -
Va',
portalo qui. - Come da un'azione buona,
sia pure
nata solo per impulso,
discendono
tante altre azioni buone!
Va',
portalo qui.
NATHAN (lasciando
la mano del Saladino)
Subito.
E per il resto,
siamo
intesi. (Esce.)
SALADINO
Ah,
perch non ho lasciato
che mia
sorella ci ascoltasse! -
Come
narrarle ora tutto questo?
Esce
dalla parte opposta.
Scena
VIII
Sotto
le palme, nei pressi del convento. Il templare, in attesa di Nathan.
TEMPLARE
(cammina avanti e indietro, in lotta con se stesso; alla fine prorompe)
Qui,
sfinita, la vittima si ferma. -
Adesso
basta! Non voglio pi sapere
che cosa
avviene in me; non voglio prevedere
cosa
succeder. - Sono fuggito invano,
e basta. -
Ma non potevo fare altro
se non
fuggire. - Avvenga adesso quel che deve! -
Troppo
rapido stato, per schivarlo,
il colpo
che per tanto tempo avevo
cercato di
evitare. - Vedere lei,
che non
volevo vedere a nessun costo,
e decidere
che i miei occhi non dovranno
pi
lasciarla... Ma che dico? Decidere?
Decidere
un proposito, un'azione,
e io soffro
soltanto. - Vedere lei
e sentirmi
legato, unito a lei
fu
tutt'uno. - tutt'uno. - Vivere diviso
da lei mi
inconcepibile; sarebbe la mia morte -
e dovunque
si viva dopo la morte, sarebbe
morire
anche laggi. - Se questo amore,
ebbene, il
templare ama - il cristiano
ama la
fanciulla ebrea. - Che male c'? -
In terra
santa - e tanto pi per questo
essa sar
sempre santa per me -
ho gi
deposto molti pregiudizi.
E l'Ordine
che cosa pu pretendere?
Il templare
morto nell'istante
in cui
cadde in mano al Saladino.
La testa
che il Saladino mi ha donato
pu essere
la vecchia? - No, nuova,
e non sa
nulla di ci che imbottiva
e legava la
vecchia. - Ed migliore,
pi adatta
al cielo di mio padre.
Lo sento.
Solo essa ha cominciato
a pensare
come qui mio padre
doveva
pensare, se quello che mi dissero
di lui non
sono favole. - Favole? -
Assai
plausibili, e mai come adesso
che corro
il rischio di inciampare proprio
dove lui
cadde. - Cadde? Preferisco
cadere con
gli uomini che restare in piedi
con i
fanciulli. - Il suo esempio mi assicura
il suo
consenso. E di quale altro consenso
mi importa?
- Quello di Nathan? - Oh, il suo consenso,
anzi il suo
incitamento, tanto meno
mi
mancher. - Che ebreo! - E come
non vuol
sembrare null'altro che un ebreo!
Eccolo!
Viene di corsa, raggiante di gioia.
E chi non
lo sarebbe, lasciando Saladino? -
Ehi!
Nathan!
Scena
IX
Nathan
e il templare.
NATHAN
Siete
voi?
TEMPLARE
Vi
siete
trattenuto
a lungo dal sultano.
NATHAN
Non molto a
lungo. Avevo atteso troppo
ad andare
da lui. - S, Curd; quell'uomo
tiene testa
alla sua fama. La fama
solo la
sua ombra. - Ma lasciate
che vi dica
in fretta...
TEMPLARE
Cosa?
NATHAN
Vuole
parlarvi;
vuole che
andiate subito da lui.
Venite solo
con me a casa, prima
devo dare
degli ordini per lui;
dopo
andremo insieme.
TEMPLARE
Non
torner pi
in casa
vostra, Nathan, prima che...
NATHAN
Dunque
ci siete
gi stato? Avete gi
parlato con
lei? - Ebbene, ditemi:
Recha vi
piace?
TEMPLARE
Al
di l delle parole!
E tuttavia
- non la vedr mai pi!
Mai! Mai! -
Se non mi prometterete
qui, ora -
che potr rivederla
per sempre.
NATHAN
Come
devo intendere
queste
parole?
TEMPLARE
(dopo una breve pausa, gettandogli le braccia al collo)
Padre
mio!
NATHAN
Giovanotto...
TEMPLARE
(lasciandolo di colpo)
Non
figlio? -
Vi prego,
Nathan! -
NATHAN
Caro
giovanotto!
TEMPLARE
Non figlio?
- Vi prego, Nathan! - Vi scongiuro
per i
vincoli primi della natura! -
Non
anteponete ad essi altri vincoli,
venuti
dopo! - Vi basti essere uomo! -
Non
respingetemi! -
NATHAN
Caro
amico...
TEMPLARE
E
figlio?
Figlio no?
- Neppure se nel cuore
di vostra
figlia ormai la gratitudine
avesse
aperto la via all'amore? Se
l'una e
l'altro aspettassero soltanto
un vostro
cenno per fondersi? -
Tacete?
NATHAN
Mi
sorprendete, cavaliere.
TEMPLARE
Io vi
sorprendo? - Vi sorprendo, Nathan,
con i
vostri stessi pensieri? -
Nella mia
bocca non li riconoscete? -
Vi
sorprendo?
NATHAN
Ma
prima di sapere
a quale
ramo degli Stauffen apparteneva
vostro
padre...
TEMPLARE
Che
cosa dite, Nathan?
In un
momento simile provate
solo
curiosit?
NATHAN
Perch,
vedete,
io conobbi
uno Stauffen;
il suo nome
era Conrad.
TEMPLARE
Ebbene
- se mio padre
avesse
avuto lo stesso nome?
NATHAN
vero?
TEMPLARE
Porto
anch'io il nome di mio padre;
Curd
Conrad.
NATHAN
Eppure
- il mio Conrad
non pu
essere vostro padre: come voi,
era un
templare; e non si mai sposato.
TEMPLARE
E con ci?
NATHAN
Come?
TEMPLARE
Potrebbe
benissimo
essere mio padre.
NATHAN
Voi
scherzate.
TEMPLARE
E voi fate
troppo sul serio! -
Sarei
bastardo, o figlio naturale.
Lo stampo
non da disprezzare. - Risparmiatemi
per la
prova dei miei antenati;
io vi
risparmier quella dei vostri.
Non che io
nutra il minimo dubbio
sulla
vostra genealogia. Dio me ne guardi!
Potrete
certo risalire passo passo
fino ad
Abramo; e pi su la conosco
io stesso,
e sono pronto a giurarci.
NATHAN
Adesso
siete amaro. - Me lo merito? -
Vi ho forse
respinto? - Non voglio solo
prendervi
in parola sui due piedi. -
Tutto qui.
TEMPLARE
Davvero?
- Tutto qui?
Allora
perdonatemi!...
NATHAN
Venite
con me!
TEMPLARE
Dove?
-
Con voi in
casa vostra? - Questo no. -
L si
brucia! - Vi aspetto qui. Andate! -
Se potr
rivederla, la vedr
quante
volte vorr; altrimenti l'ho vista
gi anche
troppo...
NATHAN
Far
molto in fretta.
Scena
X
Il
templare e poco dopo Daja.
TEMPLARE
S, anche
troppo! - Il cervello umano
immensamente grande, eppure a volte
d'un tratto
pieno. Basta una minuzia,
ed pieno.
- Ma non importa, sia
pieno di
ci che vuole. - Su, pazienza! - Presto
l'anima
assimila ci che in lei fermenta,
si ricrea
spazio, tornano la luce
e l'ordine.
- Amo per la prima volta? -
Oppure ci
che io chiamavo amore
non lo era?
- Ed amore soltanto
ci che io
sento adesso?...
DAJA (che
da una parte si avvicinata di nascosto)
Cavaliere!
TEMPLARE
Chi chiama?
- Daja, voi?
DAJA
Sono
venuta
di nascosto
da lui. Ma l dove siete
potrebbe
vederci. - Perci venite qui,
pi vicino
a me, dietro quest'albero.
TEMPLARE
Che cosa
c'? Quanta segretezza...
DAJA
S, perch
un segreto che mi porta
qui da voi;
anzi, un doppio segreto.
Uno lo so
soltanto io, l'altro lo sapete
soltanto
voi. - Se facessimo uno scambio?
Confidatemi
il vostro e io vi confido
il mio.
TEMPLARE
Con
piacere. - Se sapessi
qual
secondo voi il mio segreto.
Ma questo
si capir dal vostro. - Cominciate
per prima.
DAJA
Guarda
un po'! - No, cavaliere;
prima voi;
io seguir. - Infatti siate certo
che il mio
segreto non vi serve a niente
se prima
non so il vostro. - Avanti, svelto! -
Se sar io
a domandare non farete
nessuna
confidenza, e allora il mio segreto
rester
mio, e il vostro segreto
l'avrete
perso. - Povero cavaliere! -
E voi
uomini credete di nasconderci
un simile
segreto?
TEMPLARE
Che
noi stessi
spesso non
sappiamo di avere
DAJA
S,
pu darsi.
Allora
dovr essere io per prima
cos buona
da rivelarvelo. - Ditemi:
perch di
punto in bianco ve la siete
svignata?
Perch piantarci in asso
in quel
modo? - Perch non siete ritornato
insieme a
Nathan? - Cos poco effetto
ha avuto
Recha su di voi? O troppo? -
Troppo!
Troppo! - Su, fatemi vedere
come si
dibatte il povero uccellino
nella
pania! - In breve: confessatemi subito
che
l'amate, l'amate alla follia,
e vi
dico...
TEMPLARE
Alla
follia? Davvero:
voi ve ne
intendete.
DAJA
Concedetemi
l'amore,
e la follia
la lascio tutta quanta
a voi.
TEMPLARE
Perch
in se stessa una follia?
Un templare
che ama una fanciulla ebrea!...
DAJA
Sembra
davvero senza senso. - Eppure,
talvolta in
una cosa c' pi senso
di quanto
sospettiamo: e se il Redentore
ci
attirasse a s per vie che l'uomo saggio
da solo non
saprebbe mai trovare,
sarebbe
cos inaudito?
TEMPLARE
Che
solennit! -
(Se non
avesse detto il Redentore
ma la
Provvidenza, per avrebbe
ragione). -
Mi rendete pi curioso
di quanto
io sia di solito.
DAJA
Oh,
questa
la terra
dei miracoli!
TEMPLARE
(-
E delle meraviglie.
Potrebbe
essere diverso? Tutto il mondo
si
raccoglie qui). - Cara Daja, diamo
per
confessato ci che mi chiedete:
che io
l'amo; che non posso pensare
di vivere
senza di lei; che...
DAJA
proprio
cos? - E allora, cavaliere,
giuratemi
di farla vostra; di salvarla;
di salvarla
qui ora, e lass per sempre.
TEMPLARE
E come
potrei? - Posso giurare
ci che non
in mio potere?
DAJA
Sar
in vostro
potere. Io ve lo dar,
con una
parola.
TEMPLARE
E
neppure suo padre
sar
contrario?
DAJA
Eh,
il padre, il padre!
Dovr fare
buon viso.
TEMPLARE
Dovr,
Daja? -
forse
prigioniero di banditi? -
Non dovr
per forza.
DAJA
Dovr
volerlo allora;
e dovr
esserne contento.
TEMPLARE
Dovr...
contento! -
E se vi
dicessi, Daja, che io stesso
ho cercato
di toccare questa corda
con lui?
DAJA
E
non ha dato il suo consenso?
TEMPLARE
Non ha
risposto a tono, e questo -
mi ha
offeso.
DAJA
Cosa
dite? - Gli accennaste
anche
soltanto l'ombra del vostro desiderio
di sposare
Recha, e lui non vi ha risposto
sobbalzando
di gioia? Si mostrato
freddo? Si
tirato indietro? Ha fatto
difficolt?
TEMPLARE
Pi
o meno.
DAJA
In
questo caso
non esiter
un attimo di pi - Pausa.
TEMPLARE
Tuttavia
esitate?
DAJA
In
tutto il resto
cos
buono! - E io gli devo tanto. -
Ma non
vuole ascoltare! - Lo sa Iddio
se mi
sanguina il cuore ad obbligarlo.
TEMPLARE
Vi prego,
Daja, una volta per tutte:
liberatemi
da questa incertezza.
Ma se voi
stessa siete incerta se
ci che
state per fare bene o male,
vergognoso
o lodevole - tacete! -
Io me ne
dimenticher.
DAJA
Queste
parole
mi spronano
anzich trattenermi. Sappiatelo;
Recha non
un'ebrea; Recha - cristiana.
TEMPLARE
(freddamente)
Congratulazioni!
E che parto difficile!
Non temete
le doglie! - Continuate
a popolare
il cielo, non potendo
popolare la
terra!
DAJA
Cavaliere,
ci che ho
detto merita il vostro scherno?
Voi
cristiano, voi templare, voi
che amate
Recha non siete felice
che sia
cristiana?
TEMPLARE
Certo,
e soprattutto
che sia
cristiana per opera vostra.
DAJA
No! Che
avete capito? Cos fosse! -
Vorrei
vedere chi saprebbe convertirla!
La sua
fortuna essere da sempre
ci che non
pu pi diventare.
TEMPLARE
Spiegatevi
- o andate via!
DAJA
Recha
cristiana; nata da cristiani;
battezzata...
TEMPLARE
(con precipitazione)
E
Nathan?
DAJA
Nathan
non suo
padre.
TEMPLARE
Nathan
non suo padre? -
Sapete ci
che dite?
DAJA
La
verit, che spesso
mi ha fatto
piangere lacrime di sangue. -
No, non
suo padre...
TEMPLARE
E
l'ha educata
come se
fosse sua figlia? Ha educato
presso di
s una figlia di cristiani
come
un'ebrea?
DAJA
Proprio
cos.
TEMPLARE
E
lei non sa
della sua
nascita? - Da lui Recha
non seppe
mai di non essere ebrea,
di essere
nata cristiana?
DAJA
Mai!
TEMPLARE
Non educ
soltanto la bambina
nell'ignoranza?
Lasci nell'ignoranza
anche la
fanciulla?
DAJA
Purtroppo!
TEMPLARE
Come?
- Nathan,
il saggio
Nathan, il buon Nathan,
avrebbe
osato contraffare cos
la voce
della natura? - Deviare lo slancio
di un cuore
che lasciato a se stesso
avrebbe
preso tutt'altra via? - Daja,
voi mi
avete confidato una cosa -
importante
- che pu avere conseguenze -
che mi
turba - e ora non saprei
che fare. -
Datemi tempo. - Andate!
Egli
ripasser di qui e potrebbe
sorprenderci.
DAJA
E
io ne morirei!
TEMPLARE
Adesso non
sarei affatto in grado
di
parlargli. Quando lo incontrerete,
ditegli
solo che ci ritroveremo
presso il
sultano.
DAJA
Ma
non lasciategli notare
nulla di
ostile. - Tutto questo deve
solo dare
l'ultima spinta, solo
togliervi
ogni scrupolo su Recha. -
Ma quando
la porterete via con voi
in Europa,
non mi lascerete qui,
vero?
TEMPLARE
Si
vedr. Ma adesso, andate!
ATTO
IV
Scena
I
Nel
chiostro del convento. Il frate e poco dopo il templare.
FRATE
S, ha
proprio ragione il patriarca!
Di tutte le
incombenze che mi aveva
affidato,
ben poco mi voluto
riuscire. -
Ma perch mi affida sempre
compiti
come questi? - A me non piace
fare il
sottile, convincere a parole,
mettere il
naso dappertutto e avere
la mano
dappertutto. - Ho lasciato
il mondo,
per quanto mi riguarda,
per essere
invischiato pi che mai
nel mondo a
pro degli altri?
TEMPLARE
(dirigendosi in fretta verso di lui)
Buon
fratello!
Eccovi
dunque! da un pezzo che io
vi sto
cercando.
FRATE
Me,
signore?
TEMPLARE
Non
mi riconoscete?
FRATE
Certo,
certo. Eppure io credevo
di non
veder mai pi il signore, per tutta
la vita.
Era una grazia che speravo
dal buon
Dio. - Il buon Dio sa quanto
fu penosa
per me quella proposta
che io
dovetti farvi. Il buon Dio sa
se ho mai
desiderato di trovarvi
ben
disposto; sa quale gioia, quale
profonda
gioia fu per me che rifiutaste
chiaro e
tondo, senza pensarci tanto,
ci che non
si addiceva a un cavaliere. -
Ma eccovi qui;
ha fatto effetto dopo!
TEMPLARE
Sapete gi
perch sono venuto?
Se non lo
so io stesso!
FRATE
Avete
riflettuto,
e trovato
che in fondo il patriarca
non ha poi
tutti i torti; soldi e onori
la sua
proposta pu portarne; e
un nemico
un nemico, anche se fosse
sette volte
il nostro angelo. Su questo
avete
meditato, e finalmente
venite a
offrirvi. - Ah, mio Dio!
TEMPLARE
Tranquillizzatevi,
caro e pio fratello.
Io non
vengo per questo, n di questo
parler al
patriarca. A quel proposito
io la penso
ancora come prima,
e non
vorrei per nulla al mondo perdere
la stima di
cui allora mi onor
un uomo
cos retto, cos caro
e cos pio.
- Io vengo soltanto
a chiedere
consiglio al patriarca
su una
cosa...
FRATE
Voi
al patriarca?
Un
cavaliere - a un prete? (Si guarda intorno timoroso.)
TEMPLARE
S;
- una cosa
da preti.
FRATE
Eppure
il prete non chiede mai consiglio
al
cavaliere, neppure nelle cose
da
cavalieri.
TEMPLARE
Perch
al prete concesso
di
sbagliare, privilegio che noi
non gli
invidiamo. - Certo, se dovessi
agire solo
per me, se dovessi
rendere
conto solo a me, a nulla
mi
servirebbe il vostro patriarca.
Ma certe
cose preferisco farle
male per
volere altrui anzich bene
per volere
mio. - E poi la religione,
ormai lo
vedo, anche un partito;
e anche chi
si crede del tutto imparziale
non fa
senza saperlo che tenere il sacco
al suo
partito. E poich cos,
sar giusto
cos.
FRATE
Su
questo preferisco
tacere. Non
capisco bene.
TEMPLARE
Eppure...
(In fondo,
che cosa sto cercando?
Una
sentenza o un consiglio? Un consiglio
o un parere
di dottrina?). - Fratello, vi ringrazio
per il buon
suggerimento. - Il patriarca? -
Siate voi
il mio patriarca! il cristiano
nel
patriarca pi che il patriarca
nel
cristiano che voglio interrogare. -
La cosa
...
FRATE
Basta
cos, signore!
inutile.
- Voi sbagliate persona. -
Chi sa
molto ha molte cure, e io mi sono
votato ad
una cura sola. - Oh, bene!
Per mia
fortuna, eccolo in persona.
Restate
pure qui. Vi ha gi veduto.
Scena
II
Il
patriarca, che si avvicina con gran pompa su un lato del chiostro, e i
precedenti.
TEMPLARE
Preferirei
sottrarmi. - Non proprio il mio tipo! -
Un grasso,
rosso, affabile prelato.
E quale
sfarzo!
FRATE
Dovreste
vederlo
quando si
reca a corte. Adesso viene solo
dal letto
di un malato.
TEMPLARE
Al
paragone,
Saladino
dovrebbe vergognarsi!
PATRIARCA
(avvicinandosi, chiama il frate con un cenno)
Vieni
qui! -
Quello certo il templare. Cosa
vuole?
FRATE
Non
so.
PATRIARCA
(avvicinandosi, mentre il frate e il seguito si
ritirano)
Cavaliere!
- Molto lieto
di
conoscere un valoroso giovane. - Davvero,
cos
giovane! - Ma, con l'aiuto di Dio,
qualcosa
pu venirne fuori.
TEMPLARE
Difficilmente
pi di ci
che sono, reverendo.
E forse
meno.
PATRIARCA
Spero
in ogni modo
che a onore
e gloria della cristianit
e della
causa di Dio un cavaliere
cos devoto
viva e splenda a lungo.
E sar cos
di certo, se l'audacia
giovanile
seguir di buon grado
il maturo
consiglio dell'et. -
Ma in che
posso servirvi?
TEMPLARE
Appunto
in ci che manca
alla mia
giovinezza: col consiglio.
PATRIARCA
Volentieri.
- Ma il consiglio va accettato.
TEMPLARE
Ciecamente?
PATRIARCA
Chi
lo dice? - Nessuno
deve
lasciare inerte la ragione
che Dio gli
ha dato - dove la ragione
al suo
posto. - Ma lo dappertutto? -
No davvero!
- Un esempio: se Dio stesso,
per mezzo
di uno dei suoi angeli -
cio un
ministro della sua parola -
si degna di
svelarci un mezzo straordinario
per
accrescere e rendere pi saldo
il
benessere della cristianit
e la salute
della Chiesa, chi
pu
esaminare con la sua ragione
l'arbitrio
di colui che ha creato
la ragione,
e vagliare con le regole
meschine di
un onore vanitoso
la legge
eterna della maest
dei cieli?
- Ma di questo basta. - Adesso
a quale
proposito, signore, richiedete
il nostro
consiglio?
TEMPLARE
Supponiamo,
padre reverendo,
che un
ebreo abbia un solo figlio -
che anzi
sia una figlia - e che la educhi
con tutte
le sue cure ad ogni bene,
che la ami
pi della sua anima
e che ne
sia devotamente amato.
E che a uno
di noi sia riferito
che lei non
sua figlia; che l'ebreo
la prese,
la rub, la compr - come
volete - da
bambina; che si sappia
che la
fanciulla era figlia di cristiani
e
battezzata, e che l'ebreo l'avrebbe
educata
come ebrea, continuando
a tenerla
come figlia e come ebrea. -
Ditemi,
padre reverendo, cosa
dovremmo
fare?
PATRIARCA
Orrore!
- Ma il signore
chiarisca
innanzitutto se si tratta
di un fatto
o di un'ipotesi. Insomma:
se il
signore si limita a inventare
tutto
questo, o se accaduto, e
continua ad
accadere.
TEMPLARE
Per
avere
la vostra
venerabile opinione
non la
stessa cosa?
PATRIARCA
Che?
- Vedete
quanto pu
errare nelle cose sacre
l'orgogliosa
ragione umana! - No!
Se il caso
fosse solo un mero gioco
di
fantasia, non varrebbe la pena
di
dedicargli una seria riflessione.
Consiglierei
al signore di ricorrere
al teatro,
dove simili pro e contro
si possono
trattare anche strappando
molti
applausi. - Se per il signore
non si
prende gioco di me con una farsa;
se il caso
fosse un fatto; se si fosse
verificato
nella nostra diocesi
addirittura,
o nella nostra cara
Gerusalemme,
allora...
TEMPLARE
Allora?
PATRIARCA
Allora a
questo ebreo andrebbe inflitta
subito la
pena che il diritto
del papa e
dell'impero hanno sancito
per il
misfatto, per il sacrilegio.
TEMPLARE
Ah!
PATRIARCA
Ecco la
pena, in base a quel diritto:
l'ebreo che
induca all'apostasia
un
cristiano sar bruciato vivo
sul rogo -
TEMPLARE
Ah!
PATRIARCA
E
tanto pi l'ebreo
che strappa
con la violenza al sacro vincolo
del
battesimo un povero fanciullo!
Ci che si
fa a un fanciullo non sempre
violenza? -
Voglio dire: eccetto ci
che fa la
Chiesa.
TEMPLARE
E
se per il bambino,
se l'ebreo
non ne aveva compassione,
era votato
a una misera fine?
PATRIARCA
E con ci?
L'ebreo sar bruciato! -
Meglio una
misera fine qui che essere
salvato in
questo modo, per dannarsi
in eterno.
- E poi perch l'ebreo
previene i
decreti di Dio? Dio se vuole
pu salvare
anche senza di lui.
TEMPLARE
E malgrado
l'ebreo, credo, redimere.
PATRIARCA
E con ci? L'ebreo
sar bruciato.
TEMPLARE
Questo
mi
addolora. Tanto pi che, dicono,
non educ
la ragazza alla sua fede,
ma
piuttosto a nessuna; e che su Dio
non le
insegn n di pi n di meno
di ci che
basta alla ragione.
PATRIARCA
E
con ci?
L'ebreo
sar bruciato... Solo per questo
meriterebbe
di essere bruciato
tre volte!
- Come? Allevare un bambino
senza una
fede? - Non insegnare affatto
a credere,
che il massimo dovere?
troppo!
Mi stupisco che voi stesso,
cavaliere...
TEMPLARE
Il
resto, padre reverendo,
in
confessione, se Dio vorr. (Fa per andarsene.)
PATRIARCA
Come?
Non volete
neppure darmi retta? -
N farmi il
nome dell'infame ebreo? -
N portarlo
qui? - Ma so ben io che fare!
Andr
immediatamente dal sultano. -
In base al
capitolare che ha giurato,
Saladino ci
deve protezione:
protezione
per tutti i diritti,
per tutte
le dottrine della nostra
religione
santissima! - E, Dio sia
lodato,
l'originale in mano nostra,
firmato di
suo pugno e col sigillo! -
Io gli far
capire facilmente
quanto sia
pericoloso per lo stato
non avere
alcuna fede. Ogni vincolo
civile
viene dissolto e lacerato
se si
consente all'uomo di non credere. -
Che questo
sacrilegio...
TEMPLARE
Peccato
che io non possa
ascoltare
il magnifico sermone
con pi
calma! Sono stato chiamato
dal
Saladino.
PATRIARCA
Ecco
- In tal caso - Certo -
TEMPLARE
Preparer
il sultano a ricevervi,
se cos
piace a vostra signoria.
PATRIARCA
Oh, lo so.
- Il signore ha avuto grazia
da
Saladino. - Ricordatemi a lui,
vi prego,
in buoni termini. - solo
zelo divino
quello che mi spinge.
Se esagero,
lo faccio per Dio. -
Vogliate
tenerne conto, cavaliere! -
E quanto al
caso dell'ebreo, signore,
era solo un
quesito, non vero? -
Cio -
TEMPLARE
Un
quesito. (Si allontana.)
PATRIARCA
(Di
cui dovr
per
cercare di arrivare al fondo.
Questo
potrebbe essere un incarico
per frate
Bonafides). - Qui, figliolo!
Si
allontana parlando con il frate.
Scena
III
Una
stanza nel palazzo del Saladino. Alcuni schiavi introducono un gran numero di
sacchetti, che vengono allineati sul pavimento. Saladino e poco dopo Sittah.
SALADINO
(entrando)
In verit,
non finiscono mai! -
Quanti ne
mancano?
UNO
SCHIAVO
Almeno
la met.
SALADINO
Allora
portate il resto a Sittah. -
E dov'
Al-Hafi? Tocca a lui ritirare
subito
questa roba. - E se io invece
la mandassi
a mio padre? Qui mi scivola
solo tra le
dita. - vero che alla fine
ci si
indurisce; d'ora in poi sar
molto
difficile cavarmi del denaro.
Finch non
saranno qui i tributi
dell'Egitto,
i poveri dovranno
cavarsela
da soli. - Purch non si interrompano
gli oboli
al Sepolcro, e i pellegrini
cristiani
non debbano andar via
a mani
vuote. E -
SITTAH
Che
vuol dire? Che ci fa
quel denaro
da me?
SALADINO
Ripagati
i tuoi crediti;
e se avanza
qualcosa, mettilo da parte.
SITTAH
Nathan
non
ancora qui con il templare?
SALADINO
Lo
sta
cercando
dappertutto.
SITTAH
Guarda
qui
che cosa ho
trovato rovistando
tra i miei
vecchi gioielli.
Gli fa
vedere un piccolo ritratto.
SALADINO
Ah!
Mio fratello!
lui,
lui. - Ahim, era lui. - Caro,
ardito
giovane, che cos presto
ho perduto.
Cosa non avrei fatto
insieme a
te, al tuo fianco! - Sittah,
lasciami
quel ritratto. Lo conosco:
lo diede
alla sua Lilla, tua sorella
maggiore,
che un mattino non voleva
lasciarlo
andare via dalle sue braccia.
Fu l'ultima
volta che usc a cavallo. -
Ah, lo
lasciai partire solo! - Lilla
ne mor di
dolore e non mi perdon
mai di
averlo lasciato andare solo. -
Non torn
pi.
SITTAH
Povero
fratello!
SALADINO
Dobbiamo
rassegnarci.
- Prima o poi tocca a noi tutti. -
Eppure -
chi sa? Non solo la morte
che pu sviare
dalla meta: un giovane
come lui ha
molti nemici, e spesso
il pi
forte cede al pi debole. -
Ma sia come
sia. - Devo confrontare
il ritratto
con il giovane templare,
e scoprire
se fu la fantasia
a
ingannarmi.
SITTAH
Per
questo l'ho portato.
Ma dammelo:
te lo dir io. In queste cose
meglio
l'occhio di una donna.
SALADINO
(a una guardia appena entrata)
Chi
? - Il
templare? - Venga avanti!
SITTAH
Per
non
disturbarvi e distrarlo con la mia
curiosit -
(Si siede da una parte su un divano, abbassando il velo sul viso.)
SALADINO
Va
bene. - (E la sua voce
come sar?
- La voce di Assad
dorme
dentro di me, da qualche parte).
Scena
IV
Il
templare e Saladino.
TEMPLARE
Sultano, il
tuo prigioniero...
SALADINO
Prigioniero?
Potrei
donare la vita e non donare
la libert?
TEMPLARE
Ci
che a te si addice
a me si
addice ascoltarlo, non
presupporlo.
Sultano - ringraziarti,
ringraziarti
per la mia vita, questo
non si
addice alla mia condizione,
n al mio
carattere. - La mia vita qui,
pronta a
servirti.
SALADINO
Non
usarla solo
contro di
me! - Due braccia in pi al nemico
io le
potrei concedere. Soltanto
concedergli
anche un cuore come il tuo
mi
peserebbe. - Su di te non mi sono
ingannato,
valoroso giovane.
Sei nel
corpo e nell'anima il mio Assad.
Dove ti sei
nascosto, potrei domandarti,
per tutto
questo tempo? In quale grotta
hai
dormito? Quale regno incantato
o quale
buona fata ha conservato intatto
questo
fiore? Potrei addirittura
rammentarti
le cose fatte insieme
in tanti
luoghi. E poi rimproverarti
perch un
segreto tu me l'hai taciuto,
un'avventura
tu me l'hai nascosta. -
S, vedi,
potrei fare tutto questo,
se vedessi
te solo e non me stesso. -
Suvvia! Di
questo dolce sogno almeno
una cosa
vera: nel mio autunno
fiorir un
nuovo Assad. - Sei disposto,
cavaliere?
TEMPLARE
Tutto
ci che mi viene
da te -
qualunque cosa sia - era gi
in me come
desiderio.
SALADINO
Proviamo
subito. -
Rimarresti accanto a me? -
Cristiano o
musulmano fa lo stesso!
Con il
mantello bianco o il caffettano,
il turbante
o il cappuccio, come vuoi.
Fa lo
stesso. Non ho mai preteso
che tutti
gli alberi avessero una scorza.
TEMPLARE
O non
saresti ci che sei; l'eroe
che
vorrebbe curare il giardino di Dio.
SALADINO
Se di me
non pensi peggio di cos,
saremmo gi
d'accordo per met?
TEMPLARE
Del
tutto!
SALADINO
(porgendogli la mano)
Una parola?
TEMPLARE
(stringendola)
Un
uomo! - Tuo corpo e anima! Ricevi
cos pi di
ci che potevi togliermi.
SALADINO
Troppo
guadagno per un giorno solo! -
Non con
te?
TEMPLARE
Chi?
SALADINO
Nathan.
TEMPLARE
(gelido)
No.
Sono venuto
solo.
SALADINO
Che
azione magnifica la tua!
E come
stata saggia la fortuna
a usarla
per il bene di un uomo come lui!
TEMPLARE
S, s.
SALADINO
Che
freddezza! - No, giovanotto!
Se Dio per
mezzo nostro fa del bene,
non bisogna
esser freddi. - N volerlo sembrare,
neppure per
modestia.
TEMPLARE
Eppure
al mondo
ogni cosa
ha molte facce. - E spesso
la mente
non riesce a farle andare
tutte
d'accordo.
SALADINO
E
tu tieniti sempre
stretto
alla migliore, e loda Dio.
Lui sa come
si accordano. - Per,
giovanotto,
se fai cos il difficile,
anch'io
dovr stare bene in guardia
davanti a
te? Purtroppo sono anch'io
una cosa a
molte facce, che sovente
non
sembrano affatto andar d'accordo.
TEMPLARE
Doloroso
rimprovero! - Eppure
la
diffidenza non un mio difetto -
SALADINO
Dimmi,
di chi
diffidi? - Di Nathan, si direbbe.
Tu diffidi
di Nathan? - Perch? Dammi
la prima
prova della tua fiducia.
TEMPLARE
Io non ho
nulla contro Nathan. Biasimo
solo me
stesso -
SALADINO
Perch?
TEMPLARE
Per
aver sognato
che un
ebreo possa dimenticare
di essere
ebreo; per averlo sognato
a occhi
aperti.
SALADINO
Raccontami
il tuo sogno.
TEMPLARE
Tu sai,
sultano, della figlia di Nathan.
Quel che ho
fatto per lei, l'ho fatto - perch l'ho fatto.
Troppo
orgoglioso per mietere grazie
non
seminate, sdegnai, giorno dopo giorno,
di
rivederla. Il padre era lontano.
Egli
ritorna, ascolta il fatto, mi cerca,
mi
ringrazia, vorrebbe che sua figlia
mi
piacesse, mi parla di speranze,
di giorni
lieti in lontananza. - Io mi lascio
incantare,
vado da lui, trovo una fanciulla
che... Ah,
sultano, che vergogna! -
SALADINO
Vergogna? -
Perch una fanciulla ebrea
ti ha
colpito? Non sar per questo!
TEMPLARE
Perch il
mio precipitoso cuore,
fidando
nelle amabili chiacchiere del padre,
ha opposto
cos poca resistenza. -
Di nuovo,
ingenuo, mi gettai nel fuoco. -
Fui io a
chiedere, e a essere respinto.
SALADINO
Respinto?
TEMPLARE
Oh, il
saggio padre non l'ha detto
chiaro e
tondo. Il saggio padre deve
prima
informarsi, deve prima riflettere.
Come no?
Non l'ho forse fatto anch'io?
Non mi sono
informato, non ho ben riflettuto,
quando lei
urlava tra le fiamme? -
Essere cos
saggi e riflessivi,
per Dio,
che bella cosa!
SALADINO
Via,
via.
Sii meno
impaziente con un vecchio.
Quanto
potr durare il suo rifiuto?
Certamente
non pretender
che tu ti
faccia prima ebreo.
TEMPLARE
Chi
sa!
SALADINO
Chi sa? -
Chi conosce meglio Nathan.
TEMPLARE
La
superstizione in cui siamo cresciuti
non perde
il suo potere su di noi
solo perch
riconosciuta. - Chi deride
le sue
catene non sempre libero.
SALADINO
Matura
osservazione. Eppure Nathan...
TEMPLARE
La peggiore
delle superstizioni
ritenere
la propria la pi innocua...
SALADINO
S,
pu essere.
Ma Nathan...
TEMPLARE
E
affidare
solo ad
essa la sciocca umanit,
finch non
si abitui alla luce troppo chiara
della
verit; solo ad essa...
SALADINO
S.
Ma Nathan! -
Questo non
da lui.
TEMPLARE
Cos
pensavo anch'io!...
Ma se
questo modello fra gli uomini
fosse
invece un volgare ebreo
che va in
cerca di bambini cristiani
per
allevarli come ebrei: - allora?
SALADINO
Chi ne dice
questo?
TEMPLARE
La
ragazza
con cui mi
adescava, con la speranza
della quale
sembrava ripagarmi
di un gesto
che lui crede interessato: -
quella
ragazza - non sua figlia;
una figlia
sperduta di cristiani.
SALADINO
E
lui
malgrado
questo non vorrebbe dartela?
TEMPLARE
(con violenza)
Che voglia
o che non voglia, smascherato!
Con le sue
chiacchiere sulla tolleranza!
Ma
scatener dietro al lupo ebreo
in
pelliccia di agnello filosofico
dei cani
che gliela sciuperanno!
SALADINO
(con voce seria)
Calmati,
cristiano!
TEMPLARE
Calmati,
cristiano? - Se l'ebreo
fa l'ebreo
e se il musulmano
fa il
musulmano, soltanto il cristiano
non potr?
SALADINO
(ancora pi serio)
Calmati,
cristiano!
TEMPLARE
(calmo)
Sento
in questa
parola tutto il peso
del
rimprovero di Saladino. Ah, se sapessi
come - come
avrebbe agito Assad
al posto
mio!
SALADINO
Oh,
non molto meglio. -
Probabilmente
con la stessa irruenza. -
Ma chi ti
ha insegnato a conquistarmi
con una
sola parola, come lui? -
Se tutto
come dici, non riesco
neppure io
a ritrovarmi in Nathan. -
Ma mio
amico, ed i miei amici
non devono
litigare tra di loro. -
Lasciati
guidare. Sii cauto, non abbandonarlo
subito alla
canea dei tuoi fanatici.
Taci ci
che il tuo clero mi imporrebbe
di
vendicare su di lui; non essere
cristiano
in danno dell'ebreo, in danno
del
musulmano.
TEMPLARE
Era
quasi troppo tardi.
Ma per la
crudelt del patriarca
mi ripugn
essere suo strumento.
SALADINO
Come?
Sei andato
dal patriarca prima che
da me?
TEMPLARE
Nel
tumulto dei sentimenti,
dell'indecisione!
- Perdonami! - Adesso,
temo, non
vorrai pi riconoscere
in me nulla
del tuo Assad.
SALADINO
Se
non
proprio
questo timore. Credo di sapere
da quali
vizi nasce la virt.
Continua a
coltivare questa, e quelli
davanti a
me ti nuoceranno poco. -
Vai! Cerca
Nathan, come lui
ti ha
cercato, e portalo qui.
Devo
mettervi d'accordo. - Se ci tieni
alla
ragazza, non temere: sar tua.
Nathan si
pentir di aver osato
allevare una
figlia di cristiani
senza carne
di porco.
Il
templare esce. Sittah si alza dal divano.
Scena
V
Saladino
e Sittah.
SITTAH
Straordinario!
SALADINO
Sittah, il
mio Assad non dev'essere stato
un giovane
bello e valoroso?
SITTAH
Se era cos,
e se per il ritratto
non ha
posato il templare al posto suo! -
Ma perch
hai dimenticato
di
interrogarlo sui suoi genitori?
SALADINO
E
soprattutto su sua madre, no?
Di
domandargli se non sia mai stata
da queste
parti, vero?
SITTAH
Addirittura!
SALADINO
Niente di
pi probabile! Assad era galante
con le
graziose nobili cristiane,
e cos bene
accetto che una volta
si disse
addirittura... Ma di questo
non parlo
volentieri. - Io l'ho di nuovo,
e tanto
basta. - Voglio averlo con tutti
i suoi
difetti, con tutti gli alti e bassi
di un cuore
troppo tenero. - Oh, Nathan
dovr
dargli la ragazza. Non credi?
SITTAH
Dargliela?
Lasciargliela!
SALADINO
S.
Quale diritto,
se non il
padre, ha Nathan su di lei?
Solo colui
che le salv la vita
subentra
nei diritti di colui
che le
diede la vita.
SITTAH
Allora,
Saladino,
perch non
prendi con te la ragazza?
Perch non
la sottrai al possessore
illegittimo?
SALADINO
necessario?
SITTAH
Necessario
no di
certo. - Solo un'affettuosa
curiosit
mi spinge a consigliartelo.
Infatti
alcuni uomini mi rendono
impaziente
di conoscere subito
la ragazza
che possono amare.
SALADINO
Allora
manda a
prenderla.
SITTAH
Posso
farlo, fratello?
SALADINO
Ma sii
cortese con Nathan. Egli non deve
credere che
vogliamo separarla
da lui con
la violenza.
SITTAH
Non
temere.
SALADINO
Intanto
io devo
cercare dov' Al-Hafi.
Scena
VI
Il
cortile della casa di Nathan, aperto da un lato sulle palme, come nella prima
scena del primo atto. Una parte delle preziose mercanzie sparsa tutto
intorno, e ad esse si riferiscono i personaggi. Nathan e Daja.
DAJA
Che
meraviglia! tutto cos bello!
- come
sono solo i vostri doni.
Dove hanno
ricamato questa veste d'argento
a fregi
d'oro? Quanto costa? - Un magnifico
abito da
sposa, che starebbe bene
a una
regina.
NATHAN
Perch
proprio da sposa?
DAJA
Oh,
certamente voi comprandolo
non ci
avete pensato. - Eppure, Nathan,
dev'essere
proprio questo e nessun altro! -
fatto
apposta. Il fondo bianco simbolo
dell'innocenza,
e questi fiumi d'oro
che vi
scorrono sopra da ogni parte
simbolo di
ricchezza. Delizioso!
NATHAN
Stai
scherzando? Di quale sposa parli,
sfoggiando
simboli cos sapientemente? -
Sei tu la
sposa?
DAJA
Io?
NATHAN
E
chi?
DAJA
Io?
- Bont divina!
NATHAN
Chi dunque?
Per chi l'abito di cui
mi parli? -
roba tua, di nessun altro.
DAJA
Mia? -
roba mia? - Non di Recha?
NATHAN
I regali
che ho portato per Recha
sono in un
altro pacco. Avanti, porta via
le tue
cianfrusaglie!
DAJA
Tentatore!
No, nemmeno
se fossero le cose pi preziose
del mondo
intero. Non le toccher,
se non
giurate, prima, di approfittare
di questa
occasione unica; il cielo
non ve ne
mander mai pi una uguale.
NATHAN
Approfittare
di che? - Quale occasione?
DAJA
Non fate
finta di niente! - In poche parole:
il templare
ama Recha, concedetegliela
e
finalmente il vostro peccato,
che non
posso pi tacere, avr fine.
Recha vivr
di nuovo fra cristiani,
torner ci
che , sar ci che era stata,
e voi, con
tutto il bene di cui mai
potremo
ringraziarvi abbastanza,
non avrete
ammucchiato sul vostro capo
carboni
ardenti.
NATHAN
Il
vecchio ritornello? -
Suonato
solo su una nuova corda,
che ho
paura sia stonata e fragile.
DAJA
Perch?
NATHAN
Il templare
mi andrebbe bene; a lui
darei Recha
pi che a ogni altro al mondo.
Tuttavia...
Abbi pazienza.
DAJA
Pazienza?
Eccolo il
vostro vecchio ritornello!
Pazienza!
NATHAN
Solo
per pochi giorni ancora!...
Guarda! -
Chi arriva? Un frate? Vai a chiedergli
che cosa
vuole.
DAJA
Che
cosa pu volere?
Va
verso di lui per interrogarlo.
NATHAN
Allora di
prima che chieda. - (Se potessi
scoprire
chi il templare, senza dirgli
la causa
della mia curiosit!
Perch se
gliela dico, e se il sospetto
infondato, avrei inutilmente
tolto di
mezzo il padre). - Cosa vuole?
DAJA
Vuole
parlarvi.
NATHAN
Fallo
venire qui;
e poi vai.
Scena
VII
Nathan
e il frate.
NATHAN
(E
io vorrei restare
padre di
Recha. - Ma non lo resterei
anche senza
chiamarmi pi cos? -
Per lei mi
chiamer padre per sempre,
se capir
quanto avrei voluto esserlo). -
In che posso
servirvi, pio frate?
FRATE
Non gran
che. - Sono lieto, signor Nathan,
di
rivedervi cos bene.
NATHAN
Voi
mi conoscete?
FRATE
E chi non
vi conosce? Il vostro nome
lo avete
scritto sulle mani a molti.
E anche
sulle mie, da molti anni.
NATHAN (tirando
fuori la borsa)
Venite, lo
rinfrescher.
FRATE
No,
grazie.
Ruberei ai
pi poveri di me. -
Vorrei, se
permettete, rinfrescare
a voi anche
il mio nome.
Infatti posso
vantarmi di
aver messo in vostra mano
qualcosa
anch'io; qualcosa che non era
da
disprezzare.
NATHAN
Perdonatemi!
- Io...
Ditemi,
quanto? - E come penitenza
accettate
sette volte il suo valore.
FRATE
Prima
sentite
come mai soltanto oggi
io mi sia
ricordato di quel pegno
che vi
affidai.
NATHAN
Mi
affidaste un pegno?
FRATE
Facevo
l'eremita a Quarantana,
presso
Gerico, non molto tempo fa.
Ma dei
briganti arabi distrussero
la mia
cappelletta e la mia cella,
e mi
rapirono. Per fortuna riuscii
a fuggire,
e venni qui dal patriarca,
per pregarlo
di trovarmi un altro posto
dove
servire Dio in solitudine
sino alla
beata fine dei miei giorni.
NATHAN
Buon frate,
sono sui carboni ardenti.
Siate
breve: il pegno a me affidato.
FRATE
Subito,
signor Nathan. - Il patriarca
mi promise
un eremo sul Tabor,
appena
fosse vacante, e mi trattenne
qui al
convento come frate laico;
e qui sono
tuttora, signor Nathan.
Rimpiango
il Tabor cento volte al giorno;
il
patriarca infatti mi fa fare
ogni sorta
di cose ripugnanti.
Per
esempio...
NATHAN
Vi
prego, al dunque!
FRATE
Arrivo.
-
Qualcuno
oggi gli ha messo nell'orecchio
che da
queste parti c' un ebreo
che alleva
una figlia di cristiani
come sua
figlia.
NATHAN (colpito)
Che?
FRATE
Lasciatemi
finire. -
Quando il
patriarca mi d il compito
di
rintracciare il pi presto possibile
l'ebreo,
furioso per il sacrilegio,
che gli
pare l'autentico peccato
contro lo
Spirito Santo, cio il peccato
che per noi
il peccato dei peccati -
bench, Dio
sia lodato, non sappiamo
poi bene in
che consista - la mia mente
tutto a un
tratto si desta, e mi ricordo:
forse io
stesso, molto tempo fa,
fui
occasione dell'imperdonabile
peccato. -
E ora dite: uno scudiero
non vi
port diciotto anni fa
una bambina
di poche settimane?
NATHAN
Come? - S
- effettivamente...
FRATE
Ebbene,
guardatemi!
- Sono io quello scudiero.
NATHAN
Voi?
FRATE
E
il signore da cui l'avevo avuta
si chiamava
von Filnek - se non sbaglio. -
Wolf von
Filnek!
NATHAN
vero!
FRATE
La
madre, infatti,
poco prima
era morta; e il padre - credo -
dovette
muovere su Gaza all'improvviso;
la piccina
non poteva seguirlo:
cos la
mand a voi. Non vi trovai
a Darun?
NATHAN
Proprio
cos.
FRATE
Non
sarebbe strano
se la
memoria mi ingannasse. Ho avuto
molti
valorosi padroni; e quel signore
lo servii
per breve tempo. Cadde
presso
Ascalona poco tempo dopo.
Era un
ottimo padrone.
NATHAN
Certo,
certo.
E quanto,
quanto gli devo anch'io! Pi volte
mi salv
dalla minaccia di una spada.
FRATE
Bravo!
Tanto pi sarete stato lieto
di tenere
presso di voi sua figlia.
NATHAN
Potete
immaginarlo.
FRATE
E
dov', adesso
la ragazza?
Non sar mica morta? -
Via, non
ditemi che morta. - Infatti,
se nessuno
sa niente della cosa,
tutto a
posto.
NATHAN
Tutto?
FRATE
Fidatevi
di me.
Vedete,
cos la penso io; se al bene
che vorrei
fare si avvicina troppo
un grande
male, allora preferisco
non fare
affatto il bene. Perch il male
noi sappiamo
benissimo qual ,
il bene
molto meno. - naturale;
per educare
nel modo migliore
la figlia
di cristiani, dovevate
educarla
come una vostra figlia. -
E se
l'avete fatto con amore,
con
fedelt, la vostra ricompensa
dovr
essere questa? Non capisco.
Sarebbe
stato, certo, pi prudente
affidare la
cristiana ad altre mani,
per farla
educare da cristiana;
ma in
questo modo non avreste amato
la figlia
del vostro amico. E a quell'et
l'amore,
anche l'amore di una fiera,
serve ai
bambini pi del cristianesimo.
Per il
cristianesimo c' tempo.
Se la
ragazza sotto i vostri occhi
crebbe sana
e pia, anche agli occhi
di Dio
rest quella che era.
Il
cristianesimo non si fonda tutto
sull'ebraismo?
Spesso mi indignai
e versai
molte lacrime, vedendo
come i
cristiani possano scordare
che anche
nostro Signore era un ebreo.
NATHAN
Voi, buon
frate, vorrei per difensore,
se contro
di me dovessero levarsi
l'odio e
l'ipocrisia - per un'azione -
un atto -
che solo voi conoscerete.
Ma
portatelo nella tomba con voi.
La vanit
finora non mi spinse
a
raccontarlo a nessun altro. Ma a voi
lo
racconter: lo racconto soltanto
alla pia
semplicit; essa sola pu capire
di quali
vittorie sia capace
l'uomo
devoto a Dio.
FRATE
Siete
commosso,
avete gli occhi
pieni di lacrime?
NATHAN
Mi
incontraste con la piccola a Darun.
Ma certo
non sapete che, pochi giorni prima,
a Gath i
cristiani sterminarono
tutti gli
ebrei, con le donne e i bambini,
e che fra
essi c'erano mia moglie
e sette
figli pieni di speranze:
nella casa
di mio fratello tutti,
l li avevo
portati per nasconderli,
morirono
bruciati.
FRATE
Giusto
Iddio!
NATHAN
Quando
giungeste,
per tre
giorni e tre notti, nella polvere,
avevo
pianto al cospetto di Dio. -
Pianto? Non
solo. Anche accusato Dio,
con rabbia,
con furore, e maledetto
me stesso e
il mondo, e giurato ai cristiani
un odio
inestinguibile...
FRATE
Ah,
vi credo!
NATHAN
Ma a poco a
poco la ragione torn.
E disse con
dolcezza: Ma Dio esiste!
E anche
questo fu per suo volere.
Metti in
pratica ci che da tanto tempo
hai
compreso; non sar pi difficile
di quanto
fu comprenderlo, purch tu lo voglia.
Alzati! -
Mi alzai. E gridai a Dio:
Lo voglio,
se tu vuoi che io voglia! - Ed ecco
voi
scendeste da cavallo e mi porgeste
la piccola
avvolta nel mantello.
Ci che
allora diceste, e io a voi,
l'ho
scordato. Ricordo solo questo:
la presi,
la portai con me baciandola,
caddi in
ginocchio e singhiozzai: Mio Dio!
Di sette,
eccone uno
FRATE
Nathan!
Nathan!
Siete
cristiano! - Per Dio! Siete cristiano!
Mai uno fu
migliore!
NATHAN
Buon
per noi.
Ci che mi
fa cristiano ai vostri occhi
fa voi
ebreo ai miei. - Ma su, smettiamo
d'intenerirci,
e diamoci da fare.
Anche se
l'amore per sette figli
mi lega a
questa fanciulla estranea,
e se il
pensiero di perdere con lei
per la
seconda volta sette figli
mi uccide:
- ebbene, se la Provvidenza
vuole che
la restituisca - obbedir.
FRATE
Un perfetto
cristiano! - S, era questo
che esitavo
tanto a consigliarvi;
e il vostro
buon genio lo ha gi fatto.
NATHAN
Purch il
primo venuto non pretenda
di
strapparmela.
FRATE
Certo.
NATHAN
Chi
non ha su di lei
un diritto
maggiore del mio,
lo abbia
almeno pi antico -
FRATE
Sicuro.
NATHAN
Un diritto
di natura e di sangue.
FRATE
Cos
la penso
anch'io.
NATHAN
Perci
ditemi, presto,
il nome di
un fratello, di uno zio,
di un
cugino, di un parente qualsiasi:
non gliela
negher - questa fanciulla
educata per
essere ornamento
di ogni
casa, di ogni religione. -
Spero che
ne sappiate pi di me
di quel
vostro padrone e della sua famiglia.
FRATE
Difficilmente,
caro Nathan. - Come
avete
sentito, fui per breve tempo
al suo
servizio.
NATHAN
E
non sapete almeno
di quale
famiglia fosse la madre
della
bambina? - Non era una Stauffen?
FRATE
Pu essere.
- S, mi pare.
NATHAN
E
suo fratello
Conrad von
Stauffen? - Un templare?
FRATE
Se non
m'inganno. Ma, aspettate! Adesso
ricordo! Di
quel beato padrone
conservo un
libriccino, che gli tolsi dal petto
quando lo
seppellimmo ad Ascalona.
NATHAN
S?
FRATE
un libro
di preghiere. Lo chiamiamo
breviario.
- Questo, pensai, pu ancora
servire a
un cristiano. - Certo non a me -
Io non so
leggere -
NATHAN
Fa
niente. - Andate avanti!
FRATE
In quel
libretto, al principio e al fondo,
il mio
padrone segn di propria mano,
da quanto
mi ero fatto dire, i nomi
dei parenti
suoi e di sua moglie.
NATHAN
Evviva!
Correte,
svelto! Portatemi il libretto.
Sono pronto
a comprarlo a peso d'oro,
e a
ringraziarvi all'infinito.
FRATE
Volentieri.
Ma le
parole scritte dal padrone
sono in
arabo. (Esce.)
NATHAN
Fa
lo stesso. Portatelo! -
Dio, se
potessi conservare
la
fanciulla, e acquistare al tempo stesso
un simile
genero! - Ma sar difficile. -
Sia quel
che sia! - Chi pu essere stato,
tuttavia, a
riferire al patriarca
tutto
questo? Devo ricordarmi
di
domandarlo. - E se fosse stata
Daja?
Scena
VIII
Daja e
Nathan.
DAJA (arrivando
di corsa, imbarazzata)
Pensate,
Nathan!
NATHAN
Che
succede?
DAJA
Che
spavento per la povera bambina!
Per
ordine...
NATHAN
Del
patriarca?
DAJA
Della
principessa
Sittah,
sorella del sultano...
NATHAN
Non
del patriarca?
DAJA
No, di
Sittah. - Non sentite? - Vengono
a prenderla
per ordine di Sittah.
NATHAN
Chi?
Recha? -
Sittah
manda a prenderla? - Comunque,
se Sittah
che la manda a prendere,
e non il
patriarca...
DAJA
Perch
pensate a lui?
NATHAN
Ma tu non
l'hai sentito di recente?
Davvero?
Non gli hai detto nulla?
DAJA
Al
patriarca?
NATHAN
Dove sono i
messi?
DAJA
Laggi.
NATHAN
Per
prudenza
parler io
con loro. Vieni! - Purch
dietro non
si nasconda il patriarca. (Esce.)
DAJA
Io invece -
io temo ben altro.
L'unica,
presunta figlia di un ebreo
cos ricco
non sarebbe un buon partito
anche per
un musulmano? - E allora
il templare
la perde. A meno che
io non
arrischi anche il secondo passo,
e non
riveli chi anche a lei stessa. -
Su, animo!
Devo approfittare
del primo
istante in cui l'avr da sola.
E sar -
forse proprio adesso,
mentre
l'accompagno. In ogni caso
un primo
accenno per via non guaster.
S, s, ho
deciso. S, ora o mai pi (Segue Nathan.)
ATTO V
Scena
I
La
stanza del palazzo di Saladino, nella quale erano stati portati i sacchetti con
il denaro, che sono ancora l. Saladino, poi diversi mamelucchi.
SALADINO
(entrando)
Il denaro
ancora qui. E nessuno
sa trovare
il derviscio, che probabilmente
se ne sta
chiss dove davanti a una scacchiera,
dove si
scorda anche di se stesso -
figurarsi
di me. - Pazienza! Cosa c'?
PRIMO
MAMELUCCO
Buone
nuove, sultano! Gioia a te!...
La carovana
del Cairo sta arrivando
felicemente,
con sette anni di tributi
del ricco
Nilo.
SALADINO
Bravo,
Ibrahim!
Tu sei
davvero un messo benvenuto. -
Finalmente!
Finalmente! - Ti ringrazio
della buona
notizia.
PRIMO
MAMELUCCO (in attesa)
(E
allora? - Forza!).
SALADINO
Che cosa
aspetti? - Vai pure.
PRIMO
MAMELUCCO
E
niente altro
per il
benvenuto?
SALADINO
Che
altro?
PRIMO
MAMELUCCO
Per
il fausto messaggero
nessun
regalo? - Io sarei il primo
che
Saladino ha imparato a ripagare
con le
parole? - Diventer famoso! -
Il primo
con cui fu spilorcio.
SALADINO
Allora
prendi
uno di
questi sacchetti.
PRIMO
MAMELUCCO
No,
ora no, neppure
se me li
regalassi tutti.
SALADINO
Testardo!
-
Vieni,
prendine due. - Sul serio? Se ne va?
Mi vince in
nobilt? - Perch di certo
costa pi a
lui rifiutare che a me dare. -
Ibrahim! -
Perch mi venuto in mente
di voler
essere un altro tutto a un tratto,
quando mi
resta cos poco da vivere? -
Se non
voglio morire come Saladino,
non dovevo
vivere come Saladino.
SECONDO
MAMELUCCO
Sultano...
SALADINO
Se
sei venuto a dirmi...
SECONDO
MAMELUCCO
La carovana
dell'Egitto qui!
SALADINO
Lo so gi.
SECONDO
MAMELUCCO
Arrivo
troppo tardi.
SALADINO
Perch
troppo
tardi? - Per la tua buona volont
prendi uno
o due di quei sacchetti.
SECONDO
MAMELUCCO
Che
fa tre.
SALADINO
S, visto
che sai contare, prenditeli.
SECONDO
MAMELUCCO
Arriver
anche un terzo messaggero -
ammesso che
ci riesca.
SALADINO
Come?
SECONDO
MAMELUCCO
Be',
dev'essersi
rotto il collo. Non appena
noi tre
fummo sicuri dell'arrivo
del carico,
ci lanciammo a spron battuto.
Il primo
cadde da cavallo; io passai
in testa, e
ci restai fino in citt;
ma in citt
Ibrahim, quel briccone,
conosce
meglio i vicoli.
SALADINO
E
il caduto?
E il
caduto, amico? - Vagli incontro.
SECONDO
MAMELUCCO
Certo che
lo far. - E, se non morto,
met di
questi soldi sono suoi. (Esce.)
SALADINO
Ma guarda
anche questo che brav'uomo! -
Chi ha dei
mamelucchi come i miei?
Non ho
forse il diritto di pensare
che sia
anche un po' per il mio esempio? -
Bando
all'idea di abituarli, adesso,
a un
esempio diverso!...
TERZO
MAMELUCCO
Sultano,...
SALADINO
Sei tu il
caduto?
TERZO
MAMELUCCO
No,
io annuncio che l'emiro
Mansor, il
capo della carovana,
sta
smontando da cavallo...
SALADINO
Introducilo
subito. -
Ma eccolo.
-
Scena
II
L'emiro
Mansor e Saladino.
SALADINO
Benvenuto,
emiro!
Com'
andata? - Mansor, Mansor, ma quanto
ci hai
fatto aspettare!
MANSOR
Questa
lettera
riferisce
che il tuo Abulkassem
ha dovuto
domare una rivolta
nella
Tebaide prima che potessimo
partire.
Dopo affrettai la marcia
il pi
possibile.
SALADINO
Ti
credo, emiro. - Adesso,
buon
Mansor, prendi immediatamente,
se sei
disposto a farlo volentieri,
una scorta
fresca. Devi proseguire,
e portare
la maggior parte del denaro
in Libano,
a mio padre.
MANSOR
Lo
far
volentieri.
SALADINO
E
prenditi una scorta
non troppo
debole. Le zone intorno al Libano
non sono
pi sicure. L'hai saputo?
I templari
sono di nuovo in armi.
Stai bene
in guardia. - Vieni. Dov'
la
carovana? Voglio vederla e dare gli ordini.-
Dite a
Sittah che dopo andr da lei.
Scena
III
Le
palme davanti alla casa di Nathan. Il templare cammina avanti e indietro.
TEMPLARE
In casa non
voglio entrare. - Presto o tardi
si far pur
vedere. - Ah, come venivo
notato
subito e volentieri prima! -
E ora forse
mi vieter persino
di farmi
vedere troppo spesso
davanti a
casa sua. - Hm! - Sono davvero
suscettibile.
- Perch accanirmi tanto
contro di
lui? - Dopo tutto mi disse
che non era
un rifiuto. E Saladino
si
impegnato a strappare il suo consenso. -
Il
cristiano sarebbe forse in me
pi
ostinato che in lui l'ebreo? -
Chi conosce
se stesso? Altrimenti,
perch mai
non dovrei concedergli
il piccolo
ratto che ha commesso
sostituendosi
a un cristiano? - O meglio:
non
piccolo, con una simile creatura! -
Creatura?
Ma di chi? - Non dello schiavo
che gett
nel deserto della vita
il blocco e
poi scomparve. Assai pi
dell'artista
che scolp nel blocco
gettato via
l'immagine divina
che aveva
concepito. - Ah, il vero padre
di Recha, a
dispetto del cristiano
che la
gener, sar sempre l'ebreo. -
Se penso a
lei come a una cristiana
qualunque,
senza tutto ci che solo
un ebreo
come lui poteva darle: -
dimmi,
cuore, ti piacerebbe ancora?
Poco o
nulla. Neppure il suo sorriso,
se fosse
solo un bel guizzare di muscoli,
se
sorridesse di una cosa indegna
del fascino
che ha su quella bocca,
mi
piacerebbe. Ne ho visti prodigare
anche di
pi belli a beneficio
di cose
sciocche e futili, dagli adulatori,
dagli
amanti. - Mi hanno forse incantato?
Ho forse
mai desiderato vivere
per sempre
alla luce di quel sole? -
Non direi.
E adesso sar ingrato
all'uomo
che le ha dato il suo valore?
Come
possibile? - Non merito il biasimo
con cui
Saladino mi conged? gi grave
che
Saladino abbia potuto credermi.
E come gli
sar parso meschino,
spregevole.
- E tutto per una ragazza? -
Curd, Curd,
cos non va. Ritorna in te!
E se tutte
le chiacchiere di Daja
fossero
solo voci senza prove? - Ecco,
sta uscendo
dalla casa, finalmente,
immerso in
un colloquio. - Ah! Con chi! -
Con lui?
Con il mio frate? - Ah! Allora
di certo sa
gi tutto. E l'avranno
ormai
tradito al patriarca. - Ah!
Pazzo! Che
cosa ho fatto! - mai possibile
che una
sola scintilla di passione
ci bruci
tanta parte del cervello? -
E adesso
che farai? Decidi in fretta!
Lo
aspetter qui, da una parte;
il frate
forse se ne andr.
Scena
IV
Nathan
e il frate.
NATHAN (avvicinandosi)
Ancora
molte grazie, buon fratello!
FRATE
Ed a voi
altrettante.
NATHAN
A
me? Da voi? Di che?
Della mia
ostinazione nell'offrirvi
ci che a
voi non serve? - Aveste almeno
ceduto,
senza dimostrarmi con la forza
quanto
siete pi ricco di me.
FRATE
Questo
libro
non mi
appartiene; apparteneva gi
a sua
figlia; ed in fondo tutta
l'eredit
che il padre le ha lasciato. -
Ma lei ha
voi, vero. - Voglia solo
Iddio che
non dobbiate mai pentirvi
di quanto
avete fatto per lei.
NATHAN
Potrei
pentirmene?
Mai e poi
mai, non preoccupatevi.
FRATE
Ma
i
patriarchi, e i templari...
NATHAN
Non
potranno mai farmi tanto male
da farmi
pentire di alcunch:
tanto meno
di questo. - Ma siete ben sicuro
che sia
stato un templare a istigare
il vostro
patriarca?
FRATE
Non
pu essere stato
nessun
altro. Un templare gli parl
poco prima;
e ci che udii seguiva
le sue
parole.
NATHAN
Ma
a Gerusalemme
di templari
ora ce n' uno solo.
E questo lo
conosco ed mio amico,
un
giovane nobile e sincero.
FRATE
Giustissimo;
proprio
lui. - Ma ci che siamo e ci che
nel mondo
siamo costretti a essere non sempre
si
accordano.
NATHAN
Purtroppo.
- Ma faccia ognuno,
chiunque
sia, del suo meglio o del suo peggio.
Col vostro
libro, fratello, sfido tutti,
e posso
andare dritto dal sultano.
FRATE
Buona
fortuna! Io vi lascio qui.
NATHAN
Ma non
l'avete neppure vista! Ritornate
presto, e
spesso. - Purch oggi il patriarca
non sappia
ancora niente. - Ma che dico?
Ditegli
anche oggi stesso ci che volete.
FRATE
Io
no.
Addio! (Se
ne va.)
NATHAN
Non
dimenticateci, fratello! -
Dio, non
poter cadere qui in ginocchio,
adesso, a
cielo aperto! Ecco che il nodo
che tante
volte mi fece tremare
si
sciolto ora da s. - Come mi sento
leggero,
ora che non ho pi nulla
al mondo da
nascondere, ora che
davanti
agli uomini posso andare libero
come
davanti a te, Dio, che non hai bisogno
di
giudicare l'uomo dalle opere,
che cos
raramente sono sue. -
Scena
V
Nathan
e il templare, che si avvicina da una parte.
TEMPLARE
Aspettate,
Nathan! Vengo con voi.
NATHAN
Chi
chiama? -
Siete voi,
cavaliere? - E dove siete stato,
che non vi
abbiamo visto dal sultano?
TEMPLARE
Non ci
siamo incontrati. Non abbiatevene
a male.
NATHAN
Io
no; ma Saladino...
TEMPLARE
Eravate
appena andato via...
NATHAN
Dunque
gli
parlaste? Benissimo.
TEMPLARE
Ma
egli vuol parlare
a noi due
insieme.
NATHAN
Tanto
meglio. Venite
con me.
Stavo recandomi da lui. -
TEMPLARE
Posso farvi
una domanda, Nathan?
Chi vi ha
lasciato?
NATHAN
Non
lo conoscete?
TEMPLARE
Non era
quel buon diavolo del frate,
che il
patriarca usa volentieri
come
segugio?
NATHAN
Pu
essere. Comunque
al suo
servizio.
TEMPLARE
L'idea
non malvagia:
l'ingenuit
che fa da messaggera
alla
ribalderia.
NATHAN
Se
sciocca - non se pia.
TEMPLARE
Se pia il
patriarca non ci crede.
NATHAN
Per
quel frate
garantisco
io. Non aiuter mai
il
patriarca in azioni indegne.
TEMPLARE
Cos per lo
meno d a vedere. -
Ma non vi
disse nulla di me?
NATHAN
Di
voi?
Di voi
nulla. - E difficilmente
sapr il
vostro nome.
TEMPLARE
Gi,
difficilmente.
NATHAN
Mi ha
parlato, vero, di un templare
che...
TEMPLARE
Cosa
ha detto?
NATHAN
Una
volta per tutte:
non poteva
riferirsi a voi.
TEMPLARE
Chi sa?
Sentiamo un po'.
NATHAN
Un
templare
mi
accuserebbe presso il patriarca...
TEMPLARE
Accusarvi?
- Questa, con sua licenza -
una
menzogna. - Nathan, ascoltatemi! -
Non sono
uomo capace di mentire.
Quel che ho
fatto l'ho fatto; non lo nego.
Neppure
sono uomo da difendere
come ben
fatto tutto ci che ha fatto.
Perch
vergognarmi di un errore,
se sono ben
deciso a ripararlo?
E non so
forse quanto pu in un uomo
un simile
proposito? - Nathan, ascoltatemi! -
Il templare
che secondo il frate
vi avrebbe
accusato sono io. -
E sapete
ci che mi irrit,
anzi, mi
fece ribollire il sangue?
Con tutto
il cuore, ingenuo, ero venuto
a gettarmi
fra le vostre braccia;
voi mi
accoglieste - cos freddo - anzi,
cos
tiepido - che ancora peggio.
Scantonaste,
misurando le parole;
faceste
solo finta di rispondere,
con domande
campate in aria. Ah,
nemmeno ora
posso ripensarci,
se devo
restar calmo. - Nathan, ascoltatemi! -
Ero
sconvolto, e Daja di soppiatto
si avvicin
e mi gett in faccia
il suo
segreto, che mi sembr svelare
l'enigma
del vostro contegno.
NATHAN
E
come?
TEMPLARE
Ascoltate!
- Pensai che non voleste
perdere a
favore di un cristiano
ci che una
volta avevate tolto
a un
cristiano. Cos mi venne in mente
di mettervi
per bene il coltello
alla gola.
NATHAN
Per
bene? - Dove sta
qui il
bene?
TEMPLARE
Ascoltatemi!
- vero;
ho fatto
male. - Voi non avete colpa. -
Daja,
quell'esaltata, non sa che cosa dice -
ce l'ha con
voi - e cerca di irretirvi
in una
brutta storia - s, pu essere. -
Io non sono
che un giovane immaturo,
che sogna e
oscilla sempre tra due estremi;
ora fa
troppo, ora fa troppo poco -
pu essere
anche questo. Perdonatemi!
NATHAN
Se
mi prendete
da questo lato...
TEMPLARE
S,
dal patriarca
ci sono
andato. - Ma non ho fatto il vostro nome.
Questa,
come ho detto, una menzogna!
Ho
raccontato solo il caso in s,
per sapere
che cosa ne pensava. -
Potevo
risparmiarmelo, vero. -
Non lo
sapevo gi che il patriarca
un
furfante? Non potevo chieder conto
direttamente
a voi? - Dovevo esporre
la povera
ragazza al pericolo
di perdere
un padre come voi? -
Ma la
ribalderia del patriarca,
che resta
sempre identica a se stessa,
mi ha fatto
rinsavire per la via
pi breve.
- Infatti, Nathan, ascoltatemi!
Anche
ammesso che sappia il vostro nome,
che pu
succedere? - Pu strapparvi Recha
solo se
vostra e di nessun altro.
Solo da
casa vostra pu sottrarla,
per
chiuderla in convento. - Perci - datemela!
Datela a
me, e lasciatelo venire.
Ah! Dovr
ben rinunciare a strapparmi
la mia
donna! - Datemela, presto! -
Che sia
vostra figlia o non lo sia,
che sia
cristiana, ebrea o nessuna
delle due!
Non fa nessuna differenza.
N adesso
n mai, in tutta la mia vita,
ve lo
domander. Sia come sia!
NATHAN
Pensate
che per me
sia indispensabile nascondere
la verit?
TEMPLARE
Sia
come sia!
NATHAN
Eppure
io non ho
mai negato, n con voi
n con
altri che avessero diritto
di saperlo,
che Recha sia cristiana,
e mia
figlia adottiva. - Se non l'ho svelato
ancora a
lei, devo giustificarmene
solo con
lei.
TEMPLARE
Ma
non necessario. -
Concedetele
di non guardarvi mai
con altri
occhi, Nathan! - Risparmiatele
questa
scoperta! - A voi spetta, a voi solo,
decidere
per lei. Datela a me!
Datemela,
Nathan, ve ne prego.
Io solo
posso - e voglio salvarvela
per la
seconda volta.
NATHAN
Potevate.
Ora non
pi. Adesso troppo tardi.
TEMPLARE
Troppo
tardi! Perch?
NATHAN
Grazie
al patriarca...
TEMPLARE
Al
patriarca? Grazie a lui? Perch?
Noi
dovremmo esser grati al patriarca?
Perch?
NATHAN
Perch
adesso conosciamo
i parenti
di Recha e sappiamo a quali mani
sicure pu
essere affidata.
TEMPLARE
Lo ringrazi
- chi ha da ringraziarlo!
NATHAN
Da quelle
mani ormai dovete averla,
non pi
dalle mie.
TEMPLARE
Povera
Recha!
Povera
Recha, cosa ti cade addosso!
Quel che
per altri orfani sarebbe una fortuna
sar la tua
sventura. - E dove sono
questi
parenti, Nathan?
NATHAN
Dove
sono?
TEMPLARE
Chi
sono?
NATHAN
Si
trovato, innanzitutto, un fratello;
a lui
dovrete chiederla.
TEMPLARE
Un
fratello?
E chi
questo fratello? Un soldato?
Un
religioso? - Fatemi sapere
cosa devo
aspettarmi.
NATHAN
Nessuno
dei due,
credo - o
tutti e due. Non lo conosco
ancora
bene.
TEMPLARE
E
poi?
NATHAN
una brava persona,
presso la
quale Recha non si trover
affatto
male.
TEMPLARE
Ma
un cristiano! - A volte
non so cosa
pensare di voi, Nathan. -
Non
abbiatevene a male. - Fra i cristiani
non dovr
fare la parte di cristiana?
Dopo aver
fatto a lungo la cristiana,
non lo
diventer? E le erbacce, alla fine,
non
soffocheranno il grano schietto
seminato da
voi? - Non ve ne importa?
E, a parte
questo, voi, proprio voi dite
che dal
fratello non si trover
affatto
male?
NATHAN
Lo
penso, e lo spero. -
Ma se con
lui qualcosa le mancasse,
non avr
sempre voi e me? -
TEMPLARE
Oh!
Con lui
cosa potr
mancarle? Il fratellino
fornir la
sorellina in abbondanza
di cibi e
di vestiti, di leccornie
e di
fronzoli. E poi che cosa serve
a una
sorella? - Ah, naturalmente;
anche un
marito! - E anche a quello, anche a quello
provveder
a suo tempo il fratellino.
Basta
cercarlo. E quanto pi sar
cristiano,
tanto meglio. - Nathan, Nathan!
Voi avevate
dato forma a un angelo,
e adesso
gli altri ve lo guasteranno.
NATHAN
Non
detto. Quell'angelo sar
sempre
degno del nostro amore.
TEMPLARE
Non
lo dite!
Del mio
amore non ditelo! Il mio amore
non si
lascer rubare nulla,
per piccolo
che sia. Neppure il nome. -
Ma, un
momento! - Recha sospetta gi
ci che la
attende?
NATHAN
Forse;
ma non so
da quale
fonte.
TEMPLARE
Fa
lo stesso; comunque
voglio -
devo essere il primo a rivelarle
ci che il
destino le minaccia. Il mio proposito
di non
vederla pi, di non parlarle
finch non
la potr chiamare mia
viene a
cadere. Corro...
NATHAN
Fermo!
Dove?
TEMPLARE
Da
lei.
Per vedere
se una fanciulla ha l'animo
tanto
virile da decidere nel solo
modo degno
di lei.
NATHAN
E
quale?
TEMPLARE
Questo:
non fare
altre domande, su di voi
o suo
fratello -
NATHAN
E?
TEMPLARE
E
seguirmi; -
anche se
dovesse andare sposa
a un
musulmano.
NATHAN
Non
la trovereste.
da
Sittah, sorella del sultano.
TEMPLARE
Da quando?
Perch mai?
NATHAN
E
se volete
incontrare
anche il fratello, accompagnatemi.
TEMPLARE
Quale
fratello? Di Sittah o di Recha?
NATHAN
Entrambi,
forse. Venite, ve ne prego.
Lo
conduce via.
Scena
VI
Nell'harem
di Sittah. Sittah e Recha in conversazione.
SITTAH
Che gioia
averti qui, cara fanciulla. -
E non aver
paura, non essere timida. -
Su,
allegra! Confidati con me.
RECHA
Principessa...
SITTAH
No,
non principessa.
Chiamami
Sittah - tua amica - tua sorella.
Chiamami
mamma - potrei quasi esserlo. -
Come sei
giovane! E cos saggia e buona.
E quante
cose sai, quante cose devi
aver letto.
RECHA
Letto,
io? - Sittah,
ti burli
della sciocca sorellina?
So appena
leggere.
SITTAH
Non
sai leggere? Bugiarda!
RECHA
Leggo un
po' la scrittura di mio padre. -
Credevo che
intendessi i libri.
SITTAH
Certo,
i libri.
RECHA
I libri li
leggo con difficolt.
SITTAH
Sul serio?
RECHA
In
tutta seriet. Mio padre
non ama la
fredda erudizione
dei libri,
che si imprime nella mente
con segni
morti.
SITTAH
Cosa
dici! - Eppure,
non ha poi
tutti i torti. - Insomma, quello
che sai...
RECHA
Lo
so dalla sua bocca;
e quasi di
ogni cosa potrei dirti
come,
quando, perch me la insegn.
SITTAH
Cos
tutto si
collega meglio, e tutta l'anima
impara in
una volta sola.
RECHA
Certo
anche
Sittah ha letto poco o niente.
SITTAH
Come? - Non
sono fiera del contrario. -
Ma perch pensi
questo? Parla con franchezza.
RECHA
Sittah
schietta, priva di artifici,
sempre
uguale a se stessa...
SITTAH
E
allora?
RECHA
I
libri,
dice mio
padre, raramente ci lasciano
essere
cos.
SITTAH
Che
uomo straordinario
tuo
padre!
RECHA
Non
vero?
SITTAH
Come
va sempre diritto
al
bersaglio.
RECHA
Non
vero? - E questo padre -
SITTAH
Che hai,
cara?
RECHA
Questo
padre -
SITTAH
Dio!
Tu piangi?
RECHA
Questo
padre - Ah, non posso
tacerlo! Il
mio cuore vuole sfogo, sfogo...
Vinta
dalle lacrime, si getta ai piedi di Sittah.
SITTAH
Recha,
bambina,
che hai?
RECHA
Questo
padre devo -
devo
perderlo!
SITTAH
Tu?
Perderlo? Come? -
Stai
tranquilla, non sar mai. - Alzati!
RECHA
Ma la tua
offerta di essere un'amica,
una
sorella, non pu essere vana!
SITTAH
Lo sono, lo
sono. - Ma alzati! Altrimenti
dovr
chiamare aiuto.
RECHA (che,
facendosi forza, si alza)
Ah,
perdonami! -
Il dolore
mi ha fatto scordare
chi sei. Le
lacrime, la disperazione
con Sittah
sono inutili; soltanto la ragione,
fredda e
calma, pu tutto su di lei.
Vince con
lei chi la sa adoperare.
SITTAH
E dunque?
RECHA
No,
un'amica, una sorella
non lo
permetter; non permetter
mai che mi
venga imposto un altro padre.
SITTAH
Importi un
altro padre? Cara, chi
pu farlo?
Chi pu solo volerlo?
RECHA
Chi? La mia
buona cattiva Daja pu
volerlo - e
vorrebbe poterlo. - Non conosci
la mia
buona, la mia cattiva Daja?
Ma che Dio
la perdoni - e la rimeriti.
Da lei ho
avuto tanto bene - e tanto
male.
SITTAH
Del
male a te? - Allora in lei di buono
c' ben
poco.
RECHA
Al
contrario; moltissimo,
moltissimo.
SITTAH
Chi
?
RECHA
Una
cristiana
che mi
accud quando ero una bambina.
E quanto! -
Da non crederci, - e non farmi
sentire la
mancanza di una madre. -
Dio la
rimeriti! - Ma quante paure,
quanti
tormenti mi ha inflitto.
SITTAH
Perch?
In che
modo?
RECHA
La
poverina, come ho detto,
una cristiana
- e deve tormentare
per amore.
- una delle sognatrici
che
vaneggiano di conoscere la via,
l'unica
vera via verso Dio.
SITTAH
Ora
capisco.
RECHA
E che si
sentono tenute a guidare
su quella
via chiunque non la segua. -
E come
potrebbero non farlo?
Se solo
quella la retta via,
potrebbero
guardare indifferenti
i loro
amici seguirne una diversa,
che va
verso l'eterna dannazione?
Solo se si
potesse amare e odiare
lo stesso
uomo nello stesso istante. -
Ma non
questo che adesso mi costringe
a dolermi
tanto di lei. I suoi sospiri,
gli
ammonimenti, le preghiere, le minacce
le avrei
sopportate ancora a lungo
di buon
grado. Mi ispiravano pur sempre
pensieri
buoni e utili. E chi,
in fondo,
non si sente lusingato
se
qualcuno, chiunque sia, ci d
tanto
valore da non sopportare
il pensiero
di perderci per sempre?
SITTAH
Verissimo.
RECHA
Per
- adesso troppo!
A questo
non posso opporre nulla,
n
riflessione n pazienza, niente!
SITTAH
A
che?
RECHA
A quel che
mi ha rivelato poco fa.
SITTAH
Rivelato?
Poco fa?
RECHA
S,
poco fa.
Venendo qui
ci avvicinammo ai ruderi
di un
tempio cristiano. Ed ecco, Daja
si ferma,
sembra lottare con se stessa,
guarda con
gli occhi umidi ora il cielo
e ora me.
Vieni, dice alla fine, andiamo,
per questo
tempio verso la via pi dritta!
Entra, la
seguo e il mio occhio percorre
con
ribrezzo rovine vacillanti;
poi si
ferma di nuovo, e io mi vedo
con lei
accanto ai gradini sepolti
di un
avanzo di altare. Ed ecco, allora
Daja mi
cade ai piedi singhiozzando,
torcendosi
le mani...
SITTAH
Buona
fanciulla!
RECHA
Nel nome
della dea che laggi, dice,
ud tante
preghiere, fece tanti miracoli,
con sguardi
di sincera compassione
mi
scongiura di aver misericordia
di me
stessa - o di perdonarla
almeno se
costretta a rivelarmi
i diritti
della sua chiesa su di me.
SITTAH
(Infelice!
- Lo immaginavo).
RECHA
Io
sarei
nata da
cristiani, e battezzata!
Non sono
figlia di Nathan, lui non
mio padre!
- Dio! - Non mio padre! - Sittah!
Guardami
ancora qui, ai tuoi piedi...
SITTAH
Recha!
No, alzati!
- Viene mio fratello. Alzati!
Scena
VII
Saladino
e le precedenti.
SALADINO
Cosa
succede, Sittah?
SITTAH
Dio!
fuori di s.
SALADINO
Chi?
SITTAH
Lo
sai...
SALADINO
La
figlia del nostro Nathan?
Che cos'ha?
SITTAH
Ritorna
in te, bambina. - Il sultano...
RECHA (trascinandosi
in ginocchio ai piedi del Saladino, con il capo prostrato al suolo)
Non mi alzer
finch - non guarder
in viso il
sultano - non ammirer
nei suoi
occhi e sulla sua fronte
il riflesso
della giustizia eterna,
della bont
eterna, finch...
SALADINO
Alzati!
RECHA
Finch non
mi promette...
SALADINO
Su,
prometto...
Qualunque
cosa sia.
RECHA
N
pi n meno
che
lasciarmi a mio padre, e me a lui! -
Non so
ancora chi pretenda - chi possa
pretendere
di essere mio padre;
e non
voglio saperlo. Solo il sangue,
solo il
sangue fa il padre?
SALADINO
(rialzandola)
Ora
comprendo. -
Chi fu cos
crudele da insinuare
in te,
proprio in te un dubbio simile?
Ma del
tutto certo? dimostrato?
RECHA
S, poich
Daja dice di saperlo
dalla mia
balia.
SALADINO
La
tua balia!
RECHA
Che
morendo
sent il
dovere di confidarlo a lei.
SALADINO
Morendo
addirittura! - E forse vaneggiando? -
E anche se
fosse vero? - Appunto; il sangue,
solo il
sangue, non basta a fare il padre.
Neppure fra
le bestie. D al massimo il diritto
di provare
per primi a conquistarsi
questo
nome. - Non temere. - Anzi,
sai che
cosa ti dico? Se due padri
ti
contenderanno - lasciali entrambi e prendine
un terzo; -
prendi me come tuo padre!
SITTAH
Oh, fallo,
fallo!
SALADINO
Sar
un buon padre, un buon
padre
davvero. - Ma, aspettate! Ho un'idea
molto
migliore. - In fondo a che ti servono
dei padri?
E poi, quando moriranno?
Meglio
cercare per tempo intorno a noi
qualcuno
che possa vivere altrettanto.
Non conosci
nessuno...
SITTAH
Non
farla arrossire.
SALADINO
Ma
proprio ci che voglio. Il rossore
fa
diventare belle anche le brutte;
non render
le belle ancor pi belle? -
Ho chiamato
qui tuo padre Nathan
e anche
un'altra - anche un'altra persona.
Non
indovini? - Proprio qui. Sittah,
se
permetti...
SITTAH
Fratello!
SALADINO
E
davanti a lui
arrossisci
pi che puoi, cara fanciulla!
RECHA
Arrossire?
Davanti a chi?...
SALADINO
Piccola
finta ingenua!
Allora
impallidisci. - Come vuoi,
o come
puoi. -
Una
schiava entra e si avvicina a Sittah.
Sono
forse gi qui?
SITTAH (alla
schiava)
Va bene,
falli entrare. - S, fratello.
Scena
ultima
Nathan,
il templare e i precedenti.
SALADINO
Miei buoni,
cari amici! - A te, Nathan,
a te prima
di tutto devo dire
che puoi
far ritirare quando vuoi
il denaro
che mi hai prestato...
NATHAN
Sultano...
SALADINO
Ora sono io
pronto a servirti...
NATHAN
Sultano...
SALADINO
La carovana
qui, e sono ricco
come da
molto tempo non lo ero. -
Dimmi
quanto ti serve per dar vita
a una
grande iniziativa; neanche voi,
neanche voi
mercanti avete mai
denaro
liquido di troppo.
NATHAN
Perch
per prima
cosa queste inezie? - Vedo
laggi
degli occhi in lacrime, e asciugarli
mi sta
molto pi a cuore. (Si avvicina a Recha.)
Hai
pianto?
Che cos'hai?
- Sei ancora mia figlia?
RECHA
Padre
mio!...
NATHAN
Noi
ci comprendiamo,
e tanto
basta. - Sii serena e pronta a tutto.
Se il tuo
cuore ancora tuo, n altre
perdite lo
minacciano - tuo padre
non l'hai
perduto.
RECHA
Nessun'altra
perdita.
TEMPLARE
Nessun'altra?
- Allora mi sbagliavo.
Ci che noi
non temiamo di perdere
non
l'abbiamo mai creduto nostro,
mai
desiderato. - Bene. Bene. -
Questo,
Nathan, cambia tutto. - Saladino,
siamo qui
per tuo ordine, ma io
ti ho
indotto in errore. Non darti altra pena.
SALADINO
Che furia
di nuovo, giovanotto! -
Tutto deve
venirti incontro, tutto leggerti
nel
pensiero?
TEMPLARE
Ma
hai visto, hai sentito, sultano!
SALADINO
Come no. -
Peccato che del fatto tuo
tu non sia
pi sicuro.
TEMPLARE
Ora
lo sono.
SALADINO
Chi si fa
forte del bene che ha fatto
se lo
riprende. Ci che tu hai salvato
non tua
propriet. Altrimenti il ladro
che si
getta nel fuoco per rubare
sarebbe un
eroe quanto te.
Andando
verso Recha, per condurla vicino al templare.
Vieni,
cara!
Non
prenderlo troppo sul serio. Se fosse
diverso,
meno orgoglioso e ardente,
non ti
avrebbe salvata. Devi compensare
una cosa
con l'altra. - Su, sverggnalo!
Fai tu ci
che toccherebbe a lui.
Dichirati,
confessa che lo ami.
Se rifiuta,
se non capisce che cos
tu fai per
lui infinitamente di pi
di quanto
lui fece per te... In fondo,
cosa ha
fatto per te? Ha respirato
un po' di
fumo. Grande impresa! - Allora
non ha
nulla di mio fratello Assad.
Ne porta la
maschera, ma non ne ha il cuore.
Vieni,
cara...
SITTAH
Vai,
cara, vai! ancora
poco,
niente, per la gratitudine
che tu
senti.
NATHAN
Saladino,
Sittah, fermi!
SALADINO
Anche tu?
NATHAN
C'
un altro che deve parlare...
SALADINO
Chi lo
nega? - S, Nathan, anche il padre
adottivo
potr dire la sua.
E per
primo, se vuoi. - Come vedi
so tutto
della cosa.
NATHAN
Tutto
no. -
Non parlo
di me stesso, Saladino.
Ma c'
un'altra persona che ti prego
di
ascoltare prima di me.
SALADINO
Chi?
NATHAN
Suo
fratello.
SALADINO
Di
Recha?
NATHAN
S.
RECHA
Mio
fratello?
Ho un
fratello?
TEMPLARE
(uscendo di colpo dal suo mutismo risentito e assorto)
E
dov', dov'
questo
fratello? Non ancora qui?
Non dovevo
incontrarlo qui?
NATHAN
Pazienza!
TEMPLARE
(con tono amarissimo)
Gi
le ha dato
un falso padre - non trover per lei
anche un
fratello?
SALADINO
Mancava
solo questo!
Cristiano!
Un sospetto cos infame
non sarebbe
mai apparso sulle labbra
di Assad. -
Bravo, continua cos!
NATHAN
Perdonalo!
-
Io lo
perdono volentieri. - Al posto suo,
chi sa cosa
avremmo pensato alla sua et.
Avvicinandosi
amichevolmente al templare.
naturale.
- Il sospetto segue alla sfiducia. -
Se mi
aveste detto subito il vostro
vero
nome...
TEMPLARE
Come?
NATHAN
Voi
non siete uno Stauffen.
TEMPLARE
E chi sono?
NATHAN
Non
vi chiamate Curd von Stauffen.
TEMPLARE
E come mi
chiamo?
NATHAN
Leu
von Filnek.
TEMPLARE
Come?
NATHAN
Vi
sorprende?
TEMPLARE
Direi!
E chi lo afferma?
NATHAN
Io.
E posso
dirvi anche di pi. Ma non vi accuso
di aver
mentito.
TEMPLARE
No?
NATHAN
Pu
darsi, infatti,
che abbiate
diritto anche a quel nome.
TEMPLARE
Lo credo
bene! - (Dio gliel'ha suggerito).
NATHAN
Infatti
vostra madre - era una Stauffen.
Suo
fratello - lo zio che vi educ
in
Germania, poich i genitori,
respinti
dal suo clima inospitale,
vi affidarono
a lui per ritornare
qui - si
chiamava Curd von Stauffen, e forse
vi adott
come figlio. - molto tempo
che siete
arrivato qui con lui?
ancora
vivo?
TEMPLARE
Che
cosa devo dire? -
vero,
Nathan. - cos. Mio zio
morto.
Soltanto con gli ultimi rinforzi
del nostro
Ordine io sono giunto qui. -
Ma - il
fratello di Recha cosa c'entra
con tutto
ci?
NATHAN
Vostro
padre...
TEMPLARE
Come?
Conoscete
anche lui?
NATHAN
Era
mio amico.
TEMPLARE
Vostro
amico? possibile...
NATHAN
Il
suo nome
era Wolf
von Filnek; ma non era un tedesco...
TEMPLARE
Sapete
anche questo?
NATHAN
Spos
solo
una
tedesca, e segu per breve tempo
vostra
madre in Germania...
TEMPLARE
Basta,
vi prego. -
Ma il
fratello di Recha? Il fratello di Recha...
NATHAN
Siete voi.
TEMPLARE
Io?
Io suo fratello?
RECHA
Lui
mio fratello?
SITTAH
Fratelli!
SALADINO
Loro
- fratelli!
RECHA (fa
per andare verso di lui)
Ah,
fratello mio!
TEMPLARE
(ritraendosi)
Suo
fratello!
RECHA (si
ferma e si volge verso Nathan)
Non
pu essere! Il suo cuore
non gli
dice nulla. - Siamo degli impostori. Dio!
SALADINO
(al templare)
Impostori?
Lo pensi? Puoi pensarlo?
Tu sei un
impostore! Volto, voce, passo,
tutto in te
contraffatto. Niente tuo.
Non
riconoscere questa sorella! Vattene!
TEMPLARE
(avvicinandosi a lui con umilt)
Non
fraintendere anche tu questo stupore,
sultano. In
un frangente in cui non hai
mai visto
il tuo Assad non disconoscere
insieme lui
e me. (Andando in fretta verso Nathan.)
Mi
togliete moltissimo,
Nathan, e
mi date moltissimo. - Ma no!
Mi date di
pi, infinitamente di pi.
Gettando
le braccia al collo di Recha.
Ah, sorella
mia! Sorella mia!
NATHAN
Blanda
von Filnek.
TEMPLARE
Blanda?
Blanda? - Non Recha?
Non pi la
vostra Recha? - Dio! La ripudiate,
ridandole
il suo nome di cristiana.
La
ripudiate per causa mia, Nathan.
Perch
farle pagare questo prezzo?
NATHAN
Come? - Oh,
figli, figli miei! -
Il fratello
di mia figlia non sar
anche mio
figlio, se vorr?
Mentre
egli si unisce al loro abbraccio, Saladino si avvicina alla sorella, sorpreso e
agitato.
SALADINO
Sorella,
cosa dici?
SITTAH
Sono
commossa...
SALADINO
E
io - io temo quasi
di abbandonarmi
a una commozione
anche
maggiore. Preparati meglio che puoi.
SITTAH
Cio?
SALADINO
Nathan,
una parola. Una parola. -
Mentre
Nathan si avvicina, Sittah si unisce ai due fratelli per partecipare alla loro
gioia. Nathan e Saladino parlano sottovoce.
Ascolta,
Ascolta, Nathan. Non dicesti
poco fa -
NATHAN
Cosa?
SALADINO
Che
il loro padre
non era
nato in Germania, non era
tedesco?
Dov'era nato, allora? Che cos'era?
NATHAN
Non ha mai
voluto confidarmelo.
Dalla sua
bocca non lo seppi mai.
SALADINO
Non era un
franco? Un occidentale?
NATHAN
No; e non
nascondeva di non esserlo.
Parlava di
preferenza persiano...
SALADINO
Persiano?
Cosa voglio
di pi? - lui! Era lui!
NATHAN
Chi?
SALADINO
Mio
fratello! Certamente. Il mio Assad.
Certamente!
NATHAN
Se
tu stesso lo credi -
ricevine la
conferma in questo libro.
Gli
porge il breviario.
SALADINO
(aprendolo con impazienza)
La sua
mano! Riconosco la sua mano!
NATHAN
Non sanno
ancora nulla. E a te solo
sta
decidere se farglielo sapere.
SALADINO
(sfogliando il libro)
Non dovrei
riconoscere i figli
di mio
fratello? I miei nipoti - i miei figli?
Non
riconoscerli, e lasciarli a te?
(Di
nuovo a voce alta.)
Sono loro, Sittah!
Sono loro!
Sono i
figli di mio - di tuo fratello!
Corre
ad abbracciarli.
SITTAH (seguendolo)
Che sento!
- Ma poteva essere altrimenti? -
SALADINO
(al templare)
Ora,
testardo, anche tu dovrai amarmi!
(A
Recha.) Ci che
avevo offerto, ora lo sono,
che tu lo
voglia o no.
SITTAH
Anch'io,
anch'io!
SALADINO
(di nuovo al templare)
Figlio mio!
Mio Assad! Figlio del mio Assad!
TEMPLARE
Io sangue
del tuo sangue! - Allora i sogni
che
cullarono la mia fanciullezza -
erano pi
che sogni. (Cade ai suoi piedi.)
SALADINO
(rialzandolo)
Ah,
lo scellerato!
Ne sapeva
qualcosa, ma voleva
fare di me
il suo assassino. Guai a lui!
Mentre
tutti si abbracciano ancora una volta senza parole, cala la tela.