UMBERTO BOCCIONI

LETTERE IV

Alla madre
Milano - Carceri di S. Vittore
[19 settembre 1914]

Carissima mamma,
sono da tre giorni nel carcere di Milano con Marinetti, due pittori, due artisti drammatici e due avvocati. Ci hanno arrestati in una dimostrazione e usciremo domani o dopodomani.
Sono in una cella a pagamento e il pranzo mi viene da fuori eccellente.
Dato il fatto di nessuna importanza il Sig. Direttore e il Capo sono stati con me di una grande gentilezza, mi hanno date tutte le agevolazioni possibili e una quindicina di bei volumi.
Mangio, bevo, dormo e leggo. Questo riposo ci voleva, però non durerà che qualche giorno.
Per questo è inutile che voi mi scriviate e tu non stare in pena perché non temere... sono al sicuro. Inutile che scriviate qui a me perché spero sortire subito.
Appena uscito vi scriverò.
Gli amici daranno una cena in nostro onore e sarà buffo essere andati in prigione per aver gridato: Viva l'Italia!
Credo che capirete di che si tratta, che non vi darete pensiero e ve la prenderete come noi allegramente. Altrimenti non vi avrei scritto! La mia amica mi circonda di cure e non mi fa mancar nulla.
Spero al massimo martedì di uscire e di riveder le stelle... La sensazione di riposo che ho è straordinaria. Faccio ginnastica mattina e sera. Ho candele e calamaio, posso scrivere per conto mio e dormire fino alla sazietà. Addio, scrivete alla mia amica.
Le giornate qui sono splendide, piene di sole e calde. Saluti alla zia e dille che al primo viaggio a Sacile, le parlerò a lungo delle mie prigioni... Baci a Guido, Amelia e a te un abbraccio e un bacio affet tuosi
Vostro aff .mo Umberto

Alla famiglia
martedi, 22
[settembre 1914]

Carissimi,
mi dispiace moltissimo che siate stati un poco in pena per me. In carcere mi era di sollievo l'idea che vi avevo avvertito il giorno stesso del mio arresto che io intuivo sicuro. Sono uscito ieri sera alle 7 in condizioni perfette ma con la barba lunga e alquanto scocciato. Come avrete saputo la dimostrazione fu organizzata da Marinetti e da me. Avevamo preparate otto bandiere austriache da bruciare e due italiane da sventolare. Non vi potete immaginare con che violenza fu condotta e che terribile tafferuglio. Un caffè, il Biffi, fu messo a gambe all'aria, poi tutti si misero a picchiare, poi avvenne l'arresto e la traduzione al Carcere la notte stessa...
Cimici, pulci e noia. L'affare delle bandiere ecc. bisogna tacerlo, perché tutto ora va finire in tacere, ma c'è il tentativo di processarci per attentato alle relazioni con uno Stato estero e bruciamento di bandiere estere. Tutto finirà in nulla, me lo ha detto lo stesso giudice istruttore, ma volevano premere su noi per il futurismo e per il terrore che si ripetessero le dimostrazioni.
È sottinteso che saremo assolti strada facendo e non se ne parlerà più poiché per processarci occorrerebbe una richiesta da parte... dell'Austria la quale ha altro da fare.
In carcere me la sono passata così così... Ho avuto libri, pranzi fino a due il giorno, cella a pagamento, candele ecc.
La mia amica è stata magnifica di slancio e di premure. Così tutti gli amici, avvocati ecc.
Due automobili ci attendevano alla porta con molta gente e fummo festeggiatissimi, così anche alla sera al Savini. Eravamo circondati, abbracciati e stretti da tutti.
Mi dispiace di nuovo che siate stati in pena, ma bisognava fare qual che cosa per questi vigliacconi di patriotti!
Appena uscito dal carcere (avevo una barba lunga...) sono andato a pranzo dalla mia cara Amica che mi ha circondato di tutte le premure. Ho fatto un bagno profumato ed ora sono a posto. Voglio lavorare ma l'ansia che tiene tutti me lo impedisce forse... Dovrei ritirarmi in campagna ma... e la guerra?
Come vanno gli affari? I miei così così ma non mi manca nulla. È un momento terribile! Scrivetemi tutto chiaramente e sinceramente.
Riceverete una mia lettera dal carcere scritta sabato, non so quando arriverà... Sarà multata perché non avevo francobollo.
Scrivetemi subito e spero che non temerete più nulla. Vi abbraccio affettuosissimamente.
Vostro Umberto

Telegramma a Soffici di Marinetti, Boccioni, Piatti e Russolo
[23 settembre 1914]

Ti sarò grato non accettare nessuna proposta Montecatini poiché la nostra condizione di libertà provvisoria vieta ai futuristi e al futurismo Italiano qualsiasi manifestazione di Teatro o di Piazza avverti Papini Tavolato ringrazioti anticipatamente ti abbracciamo
Marinetti Boccioni Piatti Russolo

A Vico Baer
Roma, 13 febbraio 1915

Carissimo Vico,
grazie infinite. Ricevute lire 150 e ritirate alla famosa Banca Commerciale... Ho letto in questi giorni un libro contro di essa. Esagerato forse ma impressionante. Bisogna reagire: lo conosci? Pensa che a Firenze tra gli ex amici di "Lacerba" si dice che il non avervi io collaborato contro la Germania dipenda dalle relazioni e interessi (grossi affari...) con tedeschi di Milano... e quindi Banca Commerciale... Una simile calunnia estetico- bancario-teutonica non me la sarei mai aspettata... Che ne dici? l'ho saputa da Aragno.
Io me la passo così... così... Sto nascosto ma non m'annoio troppo. Quanto starò in trincea? Ora m'hai rifornito di cartucce e ne faccio grande economia: non sparo che a colpo sicuro... Ma i giorni scorsi che penuria di rame quasi come la Germania...
Ti ringrazio con tutto il cuore ma tu mi hai abituato al tuo affetto e alla tua grandiosità. Mi dà pensiero mia madre ma è necessario ch'io rimanga lontano da Milano per qualche tempo. Voglio assolutamente liberarmi di un peso insopportabile che non ho cercato mi è venuto addosso... Ahimè! Sono quasi felice solo con i miei pensieri e i miei progetti.
Oggi sono invitato ad un the in onore del musicista russo Strawinsky. Vuol conoscermi e vuol fare qualche cosa con sistemi futuristi colore danza costume. Ci saranno i migliori nomi di Roma. Arriverò in segreto... e scomparirò. Ciò farà sensation...
Mi fa molto piacere constatare l'influenza del mio libro e in genere di tutta la mia attività: pittura e scultura. Tra qualche anno molti nemici si morderanno... i gomiti dalla rabbia. E io riderò! E tu con me che mi sei stato fratello e amico nella lotta.
Corruzione tedesca... Se sapessero le tue idee e le tue lotte in propo sito... ma, mio caro, mi diceva una notte un mio amico ubriaco ma inspirato... l'imbecillità umana è la sola cosa che dia l'idea dell'infinito!
Grazie amico! Saluta la tua gentile Signora e auguri per il pupo. Saluta le signore Baer e Ruberl. Ti farò sapere presto mie notizie e spero fuori dalla trincea. La prima volta che uscirò che furibondo attacco alla baionetta contro la luce e il mondo!
Ciao
Saluti affettuosi
Boccioni

A Emilio Cecchi
Milano, Galleria Vitt. Eman., 4 marzo 1915

Caro Cecchi,
abbiamo ieri con Casati deplorato l'articolo immondo di Papini. È un megalomane impotente che ha perso la testa.
Vi stringo la mano con affettuosa simpatia e vi auguro buon lavoro fecondo. Vi sarei grato (se potete) se mi inviaste il volume sulla letteratura inglese. Ne ho letto un saggio su l'Almanacco della "Voce" e desidero leggerlo.
Mi permetto rammentarvi che me lo prometteste durante la visita che vi feci e poi mi scordai di chiedervelo. Ci tengo anche per questo, ma se non ne avete lo compero.
Saluti alla vostra gentile signora e buon lavoro anche a lei. Le bambine vanno meglio?
Scrivetemi. Saluti a Cardarelli. Vi stringo nuovamente la mano.
Vostro
Boccioni

A Emilio Cecchi
Milano, [fine marzo 1915]

Carissimo Cecchi!
grazie del bellissimo suo volume ricevuto in questo momento. Me lo godrò subito... ma come pittore, basta.
I Signori di "Lacerba" devono avere ricevuto in questi giorni letterine poco lusinghiere sul loro atteggiamento grossolanamente traditore. Le mando una copia della lettera inviata da Russolo. So che qualcuno ha scritto a Papini e a Soffici stigmatizzando particolarmente il velenoso libello che la riguarda. Tra di noi, come le scrissi per me l'articolo ha provocato la nausea assoluta. Sono cose tali che sporcano chi le commette. Un creatore... poi come Papini è in malafede in tutto! Bisogna essere accecati di bile e d'invidia per accusare un critico di rubare... la materia sulla quale esercita la sua critica. Tra poco, vedrà, l'accuseranno di aver rubato agl'inglesi la poesia e la prosa inglesi che le hanno fatto costruire la critica sulla letteratura inglese...
Papini dovrebbe arrossire di aver superficialmente giornalisteggiato in un libro su Kant Nietzsche Hegel ecc. ecc.
Lavoro abbastanza e lei? Sono però allegrissimo e pieno di materia da costruire. Speriamo. Costruzione... è la parola che terrorizza quei poveri sanculotti impotenti.
Auguri per la sua famiglia e buon lavoro! Si potrebbe avere il numero della "Tribuna" nel quale lei ha risposto a Papini?
Ho ricevuto la sua cartolina al Savini spedisca pure Bastioni Romana 35. Affettuosamente suo
Boccioni

A Guido Callegari
Malcesine, 10 settembre 1915

Carissimo Guido,
grazie infinite di tutte le tue belle e buone cartoline. Le ho già ricevute tutte in un colpo! Grazie dei preziosi consigli che mi dai. La mia salute e il mio umore sono eccellenti. Resisto a tutto come chiunque. Dormire all'aria aperta è una vera gioia fisica per me e vi dormo da una ventina di giorni.
Sono stato in trincea per ora silenziosa come quella dei tedeschi davanti a noi.
Ogni notte vado a montare la guardia a un forte che guarda direttamente i tedeschi dormendo in tenda e all'aperto sulla spianata. Tutta la notte i fasci luminosi dei riflettori nostri percorrono il cielo traendo delle visioni di notte guerresca bellissima. Tutto però tace. Quando avverrà l'avanzata? Occorre che sulle montagne che ci dominano venga ultimato il piazzamento dei grossi pezzi e poi zang, tum, tum e noi andremo avanti!
Ci trasformiamo in alpini, cioè lascieremo le biciclette per far servizio in montagna dove parteciperemo alla prossima avanzata dalla nostra parte.
Mi occorrerà tutto un corredo da montagna compreso il bastone ferrato, e che spero di prendere a Milano in una prossima scappata di 24 ore.
Avrai già avuto notizie delle nostre care a quest'ora e sarai più tranquillo. Io ho scritto di te molte volte.
Io sono veramente felice e vedrai che l'Italia salirà ad altezze che nemmeno noi concepivamo.
Credi, caro Guido, che non vedo l'ora per quanto sia quasi certo che vi lascerò la pelle o parte di essa.
Sarò all'altezza del coraggio italiano? Spero! Avanti! e abbasso l'Au stria. Che cosa fate voialtri più fortunati? Scrivi qualche volta abbiti anche tu cura.
Chissà come sono in pena le nostre donne!
Speriamo che tu vada bene e che abbiamo la fortuna di vedere la certa Vittoria italiana. Ti abbraccio affettuosamente
tuo Umberto

A Sibilla Aleramo
[11 settembre 1915]

Gentile Amica,
grazie infinite del buono e costante ricordo che avete per me. La guerra procede meravigliosamente! Stanno trasformandoci in alpini e comincia l'allenamento. Andremo al fuoco prima, finalmente. Vivo sotto la tenda in faccia ai tedeschi attendendo da un giorno all'altro. La mia salute è ottima malgrado sforzi terribili. L'entusiasmo è moltiplicato sono felice! Lavorate? Io non lavoro non penso, faccio una vita rude e fisica che mi inebria! Saluti e buon lavoro vostro
Boccioni

A Francesco Balilla Pratella
12 settembre 1915

Caro Pratella,
grazie di tutto. Del buon ricordo del bel libro che leggerò subito delle buone parole per me.
Tu sei forse il solo futurista che unisce genio e serenità per ciò sei grande. Tutti gli altri, per mille ragioni che tu comprendi, tirano colpi al futurismo attraverso me.
Ti auguro buon lavoro e gioie in famiglia e gloria nel mondo. Io attendo nell'arte e nella vita.
Sembra che ci mandino avanti tra poco e allora si decideranno in me molte cose. Attendo la vera prova del fuoco.
Sono in eccellenti condizioni di spirito e fisicamente sopporto tutto come non mi aspettavo. Ma ho l'ansia di battermi! Mi sembra che da questo debba risultare una spiegazione luminosa a tanti problemi.
Ti voglio molto bene e ti abbraccio affettuosamente. Scrivi tuo
Boccioni

A Giacomo Balla
[Fronte di guerra, fine settembre 1915]

Caro Balla,
ho letto la cartolina a Marinetti. Benissimo! Se non ci lasciamo la pelle dopo faremo cose grandi. Tu le stai preparando col tuo formidabile coraggio futurista! Buon lavoro dunque e gloria! Saluti alla tua Signora e alla tua cara mamma. La mia si è mostrata coraggiosissima! Ci ha seguito in carrozza gridando w l'Italia! w i futuristi! w i volontari! Per ciò evviva i futuristi che lavorano e che si battono e che faranno grande l'Italia!
A proposito è vero che hai una piccola questione con quello scugnizzu di Cangiullo? Scrivimi perché e se vi siete già riappacificati. Io la credo una delle vostre celebri burle... è vero? Scrivimi caro maestro e amico e voglimi sempre bene come io te ne voglio. Sembra imminente l'avanzata al fuoco. Se avrò la fortuna di vedere i tedeschi in faccia tirerò un colpo gridando: questo per Balla! Ciao ti abbraccio
tuo Boccioni

A Vico Baer
[Fronte di guerra, metà ottobre 1915]

Caro Vico,
finalmente ho avuto il battesimo del fuoco. Prima una ricognizione con assalto alla baionetta. Due giorni dopo fucilate d'inferno e shrapnel... 17 ne ho contati. 4 scoppiati a pochi passi e ci hanno coperti di foglie e di terra. Marinetti ed io eravamo a terra per fortuna...
Ti scrivo ora perché stanotte alle due c'è la sveglia e si parte per un attacco decisivo. Salverò la pelle? Non so! Viva l'Italia!!
Ti scrivo, per questo, per quanto speri non accada nulla di grave in ogni modo farà caldo... Vorrei che in caso di mia morte tu potessi aiutare in qualche modo un mio amico artista (tutti fuori di Carrà) nell'organizzare una esposizione generale delle mie opere per potere ricavare del denaro per mia madre. Mia madre è il dolore mio in questo momento. Mi fa pena e vorrei vederle assicurato qualche cosa. Se io non tornassi vivrebbe con mia sorella e mio cognato, ma senza di me la sua esistenza è finita. Basta! il mio sogno di una grande Italia è più forte di tutto! sarà quel che sarà! Potresti incaricare o consigliarti con Balla di Roma via Paisiello 27. Con Notari Piazza Cavour 4, il quale è incaricato di avvertire la mia famiglia qualsiasi cosa accadesse.
Tutto questo naturalmente se Marinetti o Russolo dovessero cadere, perché in caso contrario loro penseranno a tutto e si metteranno in comunicazione con te. Ecco tutto. Mi faresti un favore a passare subito a casa mia dove tutti credono che io sia in giro per il lago di Garda a far servizi secondari. Sanno che non sono più a Peschiera. Guarda se occorre qualche cosa. Te ne sarò riconoscente sempre e se dovesse accadere qualche cosa penserò a te come all'amico più buono e più generoso ch'io abbia conosciuto. Te l'ho sempre detto!
Caro Vico sono le nove. Alle due di questa notte si parte. Da quattro giorni bombardano per prepararci la strada... È meraviglioso! Passano a cinquecento metri sulle nostre teste proiettili da 149 che danno l'impressione di treni direttissimi! È bello e terribile. Domani ci faremo avanti. Ti scriverò. Spero almeno...
Se scrivi alle Signore Betty e Ruberl dì loro che penso spesso a loro con affetto e dispiacere. Saluta affettuosamente la tua gentile Signora. Auguri per il tuo piccolo tesoro e a te un abbraccio affettuoso
sempre tuo U. Boccioni

A Guido Callegari
Malcesine, 22 ottobre 1915

Caro Guido,
siamo impegnati. Ho già fatto una ricognizione e fatto scappare una pattuglia austriaca con Marinetti, Sant'Elia e Bucci.
Due giorni dopo abbiamo avuto uno scontro con fucilate violentissime e gli austriaci ci hanno sparato 17 shrapnel... Quattro sono caduti tra noi per fortuna nascosti tra le rocce. Uno è passato sulla testa mia e di Marinetti a un metro ed è scoppiato poco lontano tanto che ci ha coperto di foglie e terra.
Sono in alta montagna. Dai comunicati di S. E. Cadorna capisci dove lavoriamo e quale investimento si prepara.
Ti scrivo da un baraccamento. Alle 2 di questa notte c'è la sveglia e si parte per un tentativo che credo e spero decisivo. A casa, mi sanno allontanato da Peschiera, ma mi credono sempre in servizio sul Garda al sicuro. Non sono affatto allarmato, anzi sono pieno di una gioia e di un entusiasmo indicibile. Sono orgoglioso e pronto a tutto. A domani.
Ci tengo però a dirti che l'unico mio dolore, se accadesse una disgrazia è di lasciare mammà. Tu e Amelia siete giovani e il vostro affetto vi darà forza, poi non vivete con me, non ci siete abituati. Ma se mancassi, per mammà sarebbe terribile e ciò mi fa male!
Ma il mio ideale futurista, il mio amore per l'Italia, il mio orgoglio infinito d'essere italiano mi spingono a fare irresistibilmente il mio dovere. E stai certo che lo farò.
... mi ha fatto molto soffrire, non mi ha compreso, le auguro ogni felicità. A te, a mammà, ad Amelia lascio, in caso, tutte le mie cose, libri e quadri. Lascierò istruzioni per fare in caso, una esposizione che potrà fruttare bene per mammà. Te la raccomando, te la raccomando con tutto il mio amore! Sii paziente con Amelia, e siate felici.
Vorrei che se... ti domandasse, senza mostrare questa lettera, tu le dicessi che ho pensato sempre a lei. Capisci? Inutile sappia che lei è la mia unica amarezza. Sono felice! Tutto andrà bene. Viva l'Italia! Notari è incaricato, nella carta che ho firmato al Battaglione, di comunicare a casa qualsiasi cosa accadesse.
Ma nulla avverrà, specialmente se è destino che io debba dipingere ancora. Dovevo scriverti per mammà che ti raccomando di nuovo. Vado di nuovo al fuoco felice! felicissimo! pieno di fede nella vittoria immancabile della Italia e con la coscienza di tutto il valore della mia vita! Viva l'Italia!...
Ti bacio, ti abbraccio con affetto, con tutta l'anima.
Ti scriverò subito. Addio
tuo Umberto
8° plotone
3a Compagnia
Battaglione Lombardo

A Vico Baer
Zona di guerra, [fine ottobre 1915]

Carissimo Vico,
mia Madre mi ha scritto! Grazie di nuovo! Grazie sempre! Sono veramente commosso e ancora se ho qualche giorno di sollievo lo devo a te. Caro Vico sembra che tornerò presto perché pare sicuro lo scioglimento del Battaglione. Sembra che sia un tentativo per trasformarci in volontari alpini. Ma credo che rifiuterò per ragioni che ti dirò a voce.
Ti ho detto che le fatiche sono state terribili causa l'inesperienza e la mancanza d'allenamento all'alta montagna. Figurati che, malgrado i sette giorni di fuoco incrociato di tre o quattro forti austriaci, abbiamo avuto 1 morto sette feriti e un disperso. Appena scesi invece abbiamo avuto più di 100 ammalati dei quali 50 riformati... Una vera strage.
Io ho resistito, anzi l'aria mi confaceva... come in un sanatorio... Ma è stato terribile. La prima notte passata a trecento metri dalle postazioni austriache di Dosso... e Dosso... che poi furono prese, e alle quali eravamo giunti trascinandoci carponi per un pomeriggio intero, sarà per me una notte indimenticabile.
Il Battaglione non era stato mai al fuoco. L'effetto dell'allarmi! nel sonno nel freddo senza aver mangiato e bevuto era discretamente impressionante... Attendere nel buio con la baionetta il nemico, con la naturale proibizione di sparare perché la fiammella ci avrebbe denunciato ai forti austriaci, e sentir dire: attenti fermi sono a 200, a 100, a 50... E poi nulla, tutto giù di nuovo e questo quattro cinque volte nella notte... Eravamo senza coperte alcuni senza mantellina... Si dormiva con le gambe d'un amico tra le gambe e abbracciati per battere meno i denti. Eravamo giunti ad un punto tale che io tendevo l'orecchio sperando un contrattacco nemico e così potermi riscaldare. Pure rimpiango di non essere rimasto. Con un po' più di equipaggiamento ci sarei rimasto sei mesi. Ogni volta che pensavo in me stesso, sentivo un certo orgoglio per lo sforzo quotidianamente superato ed ero felice... Ma che freddo! ...
Spero, se non si torna su, o se tornando non ci lascio la pelle, di tornare a colazione da te e ti racconterò. E rideremo...
Sei contento ora? Come va lo stato d'animo? La tua Signora e la bimba stanno bene? Auguri! Auguri fervidissimi per la vostra felicità e vogliatemi sempre bene! Addio ti abbraccio e ti ringrazio con tutto il mio affetto. Marinetti qui presente ti saluta affettuosamente. Tuo
Boccioni

Alla signora Baer
[fine ottobre 1915]

Gentile Signora,
grazie infinite per il sontuoso pacco di lana! Sono stato invidiato da molti e qualche cosa ho regalato ma la maggior parte l'ho tenuta per me primo perché mi viene dalla sua preziosa amicizia secondo perché mi sarà utilissima! Grazie! grazie!
La prego di ringraziare anche Vico che è sempre un amico raro. Gli scriverò ma tra qualche giorno avrò quarantott'ore di permesso e spero ringraziarlo a voce.
Qui per ora si lotta contro il vento il duro... e gli insetti. Scusi ma la guerra, pare impossibile, è fatta anche di questo. Anzi quando si attende di battersi non è che questo: insetti + noia = eroismo oscuro...
Si attende che i grossi pezzi siano piazzati sul monte ai piedi del quale siamo accampati e che domina gli austriaci. Dopo zang-tum tum e avanti! Intanto si spara alle spie. Ovunque si vada Marinetti ed io siamo chiesti subito dagli ufficiali che c'invitano a pranzo e si riesce così a passare qualche serata. Ogni sera da un mese montiamo la guardia a un forte. La guardia consiste nell'andare a dormire vicino alle feritoie mentre gli artiglieri vegliano ai pezzi da 120 e alle mitragliatrici. Noi due passiamo la serata dal capitano comandante e con gli ufficiali. Accompagnati da un tenente che suona un pianoforte sequestrato, si cantano tutte le canzonette napoletane possibili... Si pensa alla vita... passata e a tante cose ormai lontane. Poi si va a dormire o sul cemento o sulla paglia e qui è tutto e le confesso che è terribile perché noioso.
È interessante lo spettacolo delle sentinelle disseminate che si vedono o s'intuiscono nell'oscurità. I cambi silenziosi delle guardie. I sardi che borbottano coi genovesi e i veneti. I contadini che gironzo lano mogi mogi guardati da noi con diffidenza, e le loro case dominate dai cannoni austriaci. Il silenzio e il deserto dalla parte nemica in attesa di cosa facciamo noi sapendo che stanno per essere circondati alle spalle. Il silenzio e l'oscurità interrotti ogni minuto dal ronzio del motore che lancia il fascio dei riflettori. Se appare un lume, una fucilata. E silenzio e attesa.
Sono stato in trincee comodissime, almeno per adesso che ancora non piove e non nevica.
Tutto questo col fuoco sarebbe una gioia, invece in questa inazione e con l'abitudine è cosa da morire. Ci trasformano in alpini. Abbiamo cominciato l'allenamento in montagna e riesco bene. Tutto andrà meglio pur che ci mandino avanti. Saluti affettuosissimi al caro Vico auguri per la sua bambina omaggi alla sua famiglia e a Lei signora la mia riconoscenza e i miei più caldi ringraziamenti.
Auguri e arrivederci presto.
Suo dev.mo
Boccioni

A Vico Baer
[Zona di guerra, fine ottobre 1915]

Caro Vico,
hai ricevuto una mia lettera alla vigilia del combattimento? Ti scrivo ora mentre sono col battaglione a riposo dopo fatiche indicibili. Ho il corpo dolorante. Ho marciato fino a venti ore senza mangiare senza bere e dormire. Terribile! Una vera tempesta di granate e shrapnel ci sono piovute addosso senza tregua. Bellissimo! I caduti venivano trascinati carponi senza una parola, e avanti sempre lentamente a balzi inesorabilmente. Giunta la notte o si era di pattuglia o si era di guardia o si lavorava fino alle due a rafforzarci portando terra e sassi.
Non mi sono lavato né mani né viso per dieci giorni, non mi son tolto nulla di dosso. Non potrai mai immaginare cosa vuoi dire essere nella notte in alta montagna, sentire l'allarmi, affacciarti al riparo battendo i denti dal freddo e dalla spossatezza e attendere nel buio il nemico per mezz'ora con la baionetta tesa e con l'ordine di non sparare. E sentirti dire vicino: Eccoli! sono a 200 a 100 a 50 a 25 metri e non vedere nessuno nel buio e attendere. Come avrai sentito dal comunicato di S. E. Cadorna il fuoco incrociato è stato terribile. Dalla mia parte sono caduti 240 shrapnel. Salute! Ma il più terribile è il freddo e il sonno e la fame e la sete!
Ci sono state delle crisi di pianto e molti sono stati i riformati. Ma in tutti i volontari si è mostrato un fegato magnifico! Uno spirito di sacrificio incredibile. Gli austriaci sono fuggiti lasciando di tutto. E tutta roba utile immediatamente adoperata. Perfino 17 caprette da latte terrorizzate. Non so quanto ci fermeremo. Tanto da rifornirci di scarpe e coperte e tornare.
Sono felice di aver visto finalmente qualche cosa. Sei stato a casa mia? Sono allarmato. Io ho scritto, ora che i giornali hanno parlato, vagamente di avanzata senza parlar di morti e feriti. Ho parlato di freddo... di fame... La tua roba di lana è stata preziosa. Grazie alla tua Signora grazie a te di tutto mio buon amico e ti abbraccio affettuosamente
Boccioni

A Vanna Piccini
[Zona di guerra, fine ottobre inizio novembre 1915]

Cara amica,
vivo in un rumore terribile. Sono stato al fuoco. Meraviglioso! Dieci giorni di marcia in alta montagna al freddo, fame, sete! I volontari ciclisti trasformati in alpini... Dormire all'aperto sotto la pioggia a 1400... Dall'Altissimo discesi con gli alpini e impadroniti di Dosso Casina. Dosso Remitt. Bottino importantissimo, necessario e subito utilizzato. Perfino diciassette capre da latte pazze dal terrore... Il nemico ha tentato di arrestarci con un fuoco incrociato terribile. S. E. Cadorna ne parla come avrà letto, nel bollettino del... non rammento più il giorno... Sul mio reparto sono caduti 240 shrapnel ... accolti da risate ironiche. I caduti venivano trasportati carponi in un silenzio impressionante! La guerra è una cosa bella, meravigliosa, terribile! In montagna poi sembra una lotta con l'infinito. Grandiosità, immensità, vita e morte! Sono felice! Ci riposiamo qualche giorno e poi si riprende. La fatale tenaglia attorno a Riva si stringe. Sono felice e orgoglioso di essere soldato semplice e umile cooperatore all'opera grandiosa "W l'Italia"
Boccioni

A Emilio Cecchi
[Fronte di guerra, inizio novembre 1915]

Caro Cecchi,
come va? Come sta la sua signora e le bambine? Auguri! Lavora? Io sono a riposo col battaglione dopo dieci giorni di avanzata in alta montagna con vento pioggia fame freddo e sete. Granate e shrapnel per sei giorni. Perdite lievi. Con gli alpini abbiamo conquistato con fuga austriaca Dosso... e Dosso... Bottino importantissimo utile e subito adoperato. Anche 17 capre da latte... Entusiasmo ma fatiche inenarrabili. Sofferenze fisiche terribili. Io ho resistito nemmeno una scalfittura altri purtroppo no. Ma cose lievi. Mi scriva! Mi creda sempre
suo aff .mo Boccioni

Alla signora L. F.
Zona di guerra, 9 novembre 1915

Gentile Signora,
sono da parecchi giorni a riposo col Battaglione dopo 14 giorni di lotte terribili contro tutto. Con gli alpini ci siamo impadroniti di Dosso... e di Dosso... Fuga austriaca ignominiosa! Bottino grande! Il Generale Cadorna lo enumera nel comunicato del... Anche 17 caprette terrorizzate... Siamo stati bombardati da un fuoco incrociato terribile per sei o sette giorni. Non so come ce la siamo cavata. Immagini che sul mio reparto in una mattina sono caduti 240 shrapnel e granate...
Ma tutto questo è nulla in confronto alle orribili sofferenze causate dal freddo, dalla fame e dalle marce prolungate fino a venti ore.
La trasformazione in alpini non era sufficientemente preparata essendo noi Battaglione Ciclisti Autonomo. Mancò tutto, dalle coperte al pane all'acqua.
le racconterò a voce.
Non credevo si potesse resistere a fatiche simili.
Ho resistito benissimo, ma su 400 ci furono 100 malati e 50 feriti... Nell'avanzata invece, avemmo un morto, sette feriti e un disperso... Il freddo è un nemico terribile!
Ora ci sciolgono e se nulla avviene di grave in questi venti giorni che restano, in dicembre sarò a casa.
Saluti al Signor F. e alla sua gentile figliuola.
A Lei un saluto affettuoso dal suo dev.mo
Boccioni
W L'Italia

A Emilio Cecchi
[Fronte di guerra, fine novembre 1915]

Caro Cecchi,
siamo congedati per il 1º dicembre! ... La sua cartolina mi ha raggiunto in alta montagna sotto la neve e la tenda.
Nessun combattimento ma tiro quotidiano di granate e di shrapnel. Ogni movimento nostro era sottolineato... I sassi di rimbalzo hanno bucato qualche tenda... e qui è tutto. Cosa farò? A Milano, senza "zona di guerra" potrò vivere? Vedremo. Tra noi c'è Marinetti Sironi Sant'Elia, Piatti. La salutano. Omaggi alla sua signora. Auguri

A Vindizio Nodari Pesenti
[Milano, 26 febbraio 1916]

Caro Vindizio (detto Pesenti) (nonché Nodari)
Verrò a tenere questa conferenza domenica nel pomeriggio. Bresciani crede migliori le ore 3 pom. Durerà circa un'ora.
Speriamo che il teatro non sia troppo grande (e vuoto...) per un oratore sulla pittura.
1° Appena riceverai questa sarà utile che tu faccia fare biglietti d'ingresso a lire una con la scritta che ti accludo.
2° Sarebbe bene fare affiches stradali.
3° Occorre che i giornali annuncino con gran rumore la conferenza per poter far venire gente malgrado il tempo ristrettissimo che ci separa dalla conferenza. La Conferenza sarà a beneficio PRO CROCE ROSSA se vuoi, se no a beneficio mutilati come la vostra mostra. Naturalmente dato il momento non posso fare a mie spese, quindi sull'incasso si preleverà quanto stabiliremo insieme.
Arriverò domani sabato 5 pom. con Bresciani. Lavora subito e bene l'ambiente.
Il biglietto che ti accludo serve a mostrarti le proporzioni dei caratteri. Per il testo ci pensi tu, quando avrai deciso a beneficio di chi si fa la conferenza.
L'Affiche stradale è bene mantenga la stessa dicitura.
Speriamo tutto vada bene e che s'interessino ad un'ora di chiacchiere sulla pittura.
Ti abbraccio e saluta gli amici
tuo
Boccioni
Bresciani da Gazzoldo
PRO...
Teatro Andreani
Domenica 25 ecc. ... il
PITTORE FUTURISTA
BOCCIONI
terrà una conferenza sulla
PITTURA FUTURISTA
Ingresso. . . . . . . . . .

A Francesco Balilla Pratella
[Pallanza, 16 giugno 1916]

Caro Balilla,
sono ospite in questa Villa. Lavoro molto e in parecchi sensi. Scrivevo a Marinetti che è terribile il peso di dovere elaborare in sé un secolo di pittura. Tanto più quando si vedono i nuovi arrivati al futurismo afferrare le idee inforcarle e correre a rotta di collo stroppiandole... Ti pare? Scrivimi. Boccioni Villa S. Remigio Pallanza. Lavori? Baci Auguri saluti alla tua famiglia.
tuo Boccioni

A Vico Baer
[15 luglio 1916]

Caro Vico,
sono stato fatto abile e sono stato assegnato all' Art. da Campagna!... Mia Madre mi crede territoriale e bisogna lasciarlo credere.
La mia classe ha ottenuto la licenza fino al 24 corrente. Domattina 16 parto per Pallanza. Torno ospite della Principessa di Teano che mostra per me una gentilezza che mi commuove. È una creatura straordinariamente superiore.
Sarò a Milano il 23, e il 24 mi presenterò. Non so se parto subito. Appartengo al distretto di Padova.
Ho scritto a Busoni raccomandandomi. Mi deve ancora le 500 del quadro e il compenso intero del ritratto. Forse vendo una delle impressioni fatte con la Signora Busoni. Dopo partito il Maestro ho fatto alcune cose sempre più sintetiche e serrate. C'è un paesaggio che credo ti piacerà e una testa di bambina e altro. È stata la Signora Sarfatti. Sironi e Russolo: sono sbalorditi dalla massa di lavoro... Questo richiamo sotto le armi è una specie di danno... pazienza!
Appena vieni ti prego di ritirare il disegno (pastello) di mia Madre che ti appartiene. Fallo montare, temo si guasti. Ti raccomando. Sono stato da Accardi per il mio orologio da polso che mi occorre. Non vi avevano fatto nulla e me lo daranno, in ordine, in questi giorni.
Parto come sempre in condizioni finanziarie un po' disastrose...
È il mio destino! Spero che Busoni non si faccia attendere ma è troppo umano e intelligente per non comprendere la situazione. Avrei da dirti tante cose. Una che ti interesserebbe e ti darebbe un'idea della mia linea ascensionale! Purché tutto non finisca con questa guerra... Speriamo e Viva l'Italia. Scrivimi qui a Milano se vieni se ci sarai per il 23.
Ti vorrei parlare di quelle 250 lire. Tira tira, sono sparite. Ho rimorso e questo mi pesa in questo mare di guai nel quale sono costretto a lottare per non essere sommerso! Ciao. Omaggi alla gentile Sig.a Lota auguri alla piccola ti abbraccio tuo
Boccioni

A Vico Baer
[Pallanza, Isola San Giovanni, circa 20 luglio 1916]

Caro Vico,
grazie della tua premura! Grazie come sempre! mio caro e impareggiabile amico! Le impressioni, salvo quelle di Busoni, sono a tua disposizione.
Ho ricevuto la tua cartolina qui presso la Principessa di Teano, alla quale l'ho letta e mi dice di dirti che sarebbe felice, se passi di qui, di averti a colazione. Le ho detto quanto tu conti nella mia vita e ormai ti conosce.
Io però vorrei restare qui fino al 23 sera. Se tu passi prima avvertimi e vieni qui all'Isolino.
D'altra parte io con le valige e il resto non so come starci nell'automobile.
Preferisco rimanere qui fino all'ultimo momento e poi prendere il treno.
Grazie in ogni modo caro Vico. Sarei felice di vederti! Qui tutto è magnifico. Ogni giorno faccio gite in automobile che mi mostrano cose mai viste.
La Marchesa di Casanova vuol venire a Milano per visitare la tua casa e vedere i miei quadri. Ho portato il mio album e le Tre donne hanno fatto furore!
Addio. Come sta la tua Signora? Auguri!!! Ti abbraccio affettuosamente tuo
Boccioni
Mi presento per la "vestizione"... il 24 mattina. Arrivo a Milano il 23 ma credo che mi lasceranno a Milano un giorno o due. Spero. Grazie di nuovo scrivimi subito ciao.

A Vico Baer
Sorte, 29 luglio 1916

Caro Vico!
Avanti! Qui la vita è terribile e l'istruzione rapida. Oggi istruzione al pezzo domani arrivano i cavalli. L'ultima volta che ci siamo visti mi hai fatto molta pena! Non ti turbare così caro amico mio, sii forte attendi tutto passerà! Col tuo carattere di lottatore, il tuo ingegno e la tua giovinezza, non puoi che superare tutto e trionfare. Attendi con pazienza non c'è altro da fare.
Riposati intanto.
Non puoi immaginare cosa voglia dire rifare il soldato a 34 anni e nelle mie condizioni e con quello che la vita mi stava per dare. Coraggio, ma è terribile. Dei momenti mi sento soffocare. Scrivimi. È una grande consolazione ricevere dagli amici una parola. Ieri mi hanno chiamato al Comando per mettermi per "deferenza" come mi han detto negli uffici. Ho cortesemente rifiutato dichiarando di voler fare il mio dovere in batteria. Anzi ho detto che per il prossimo sorteggio per bombardieri (qui tutti hanno il terrore di questo sorteggio...), tengano nota di me. Mi dissero con gentile premura di... non forzare il mio destino. La mia dichiarazione suscitò meraviglia e ammirazione. Ho fatto bene! Se vogliono utilizzarmi come disegnatore bene, ma come scrivano... non mi va.
Scrivimi e sta allegro. Se vai a casa mia non dire queste cose, naturalmente. Saluti affettuosi alla tua gentile Signora e da me un abbraccio dal tuo
Boccioni
29° Artiglieria da Campagna
5a Sezione 5a Squadra
Verona
Non sono proprio a Verona. Sono a Sorte a cinque chilometri dalla città che non vedo mai...

prima del 17 agosto 1916]

... Da quest'esistenza io uscirò con un disprezzo per tutto ciò che non è arte. Nulla è più terribile dell'arte. Tutto ciò che vedo al presente è un gioco di fronte a una buona pennellata, a un verso armonioso, a un giusto accordo. Tutto, in confronto a ciò, è una questione di meccanica, di abitudine, di pazienza, di memoria. C'è solo l'arte.

A Vico Baer
[senza data]

Carissimo Amico!
Mille affettuosi ringraziamenti... Sono un pochino indisposto, ma presto sarò all'ordine... Come ringraziare di tutta la sua premura? Lavorando? ...
Mi raccomando di avvertirmi appena tornato da Roma. Grazie e saluti affettuosissimi dal suo
Umberto Boccioni

A una signora]
[1911]

[...] Sento realmente di creare qualche cosa e il lavoro ora mi viene con una tal febbre che non so cosa pensare di tanti lavori passati fatti con fiacca e scoraggiamento. Il modo col quale lavoro ora si riallaccia al modo col quale ho lavorato in soli due o tre lavori in vita mia.
Ora comprendo la febbre, la passione, l'amore, la violenza delle quali si parla quando si dice: creare! Ma perché prima non era così? Forse ero così; ma i dolori e gli scoraggiamenti mi trattenevano a terra...
Oggi purtroppo mi duole la gamba ma spero di sgranchirla tra poco e scaraventarmi ancora più violentemente di ieri. Come comprendo le parole di Marinetti: nessun'opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro!
E mi sembra che il quadrone lo sia abbastanza. In grande, come sempre, ho moltiplicato l'ispirazione e il quadro è divenuto più popolato più violento di prima. La folla è aumentata e spero di dare in tutte anche alla più piccola figura quel senso di andare fatale che hanno le folle che lavorano. [...]

Alla famiglia
martedi, 22
[settembre 1914]

Carissimi,
mi dispiace moltissimo che siate stati un poco in pena per me. In carcere mi era di sollievo l'idea che vi avevo avvertito il giorno stesso del mio arresto che io intuivo sicuro. Sono uscito ieri sera alle 7 in condizioni perfette ma con la barba lunga e alquanto scocciato. Come avrete saputo la dimostrazione fu organizzata da Marinetti e da me. Avevamo preparate otto bandiere austriache da bruciare e due italiane da sventolare. Non vi potete immaginare con che violenza fu condotta e che terribile tafferuglio. Un caffè, il Biffi, fu messo a gambe all'aria, poi tutti si misero a picchiare, poi avvenne l'arresto e la traduzione al Carcere la notte stessa...
Cimici, pulci e noia. L'affare delle bandiere ecc. bisogna tacerlo, perché tutto ora va finire in tacere, ma c'è il tentativo di processarci per attentato alle relazioni con uno Stato estero e bruciamento di bandiere estere. Tutto finirà in nulla, me lo ha detto lo stesso giudice istruttore, ma volevano premere su noi per il futurismo e per il terrore che si ripetessero le dimostrazioni.
È sottinteso che saremo assolti strada facendo e non se ne parlerà più poiché per processarci occorrerebbe una richiesta da parte... dell'Austria la quale ha altro da fare.
In carcere me la sono passata così così... Ho avuto libri, pranzi fino a due il giorno, cella a pagamento, candele ecc.
La mia amica è stata magnifica di slancio e di premure. Così tutti gli amici, avvocati ecc.
Due automobili ci attendevano alla porta con molta gente e fummo festeggiatissimi, così anche alla sera al Savini. Eravamo circondati, abbracciati e stretti da tutti.
Mi dispiace di nuovo che siate stati in pena, ma bisognava fare qual che cosa per questi vigliacconi di patriotti!
Appena uscito dal carcere (avevo una barba lunga...) sono andato a pranzo dalla mia cara Amica che mi ha circondato di tutte le premure. Ho fatto un bagno profumato ed ora sono a posto. Voglio lavorare ma l'ansia che tiene tutti me lo impedisce forse... Dovrei ritirarmi in campagna ma... e la guerra?
Come vanno gli affari? I miei così così ma non mi manca nulla. È un momento terribile! Scrivetemi tutto chiaramente e sinceramente.
Riceverete una mia lettera dal carcere scritta sabato, non so quando arriverà... Sarà multata perché non avevo francobollo.
Scrivetemi subito e spero che non temerete più nulla. Vi abbraccio affettuosissimamente.
Vostro Umberto

Telegramma a Soffici di Marinetti,
Boccioni, Piatti e Russolo
[23 settembre 1914]

Ti sarò grato non accettare nessuna proposta Montecatini poiché la nostra condizione di libertà provvisoria vieta ai futuristi e al futurismo Italiano qualsiasi manifestazione di Teatro o di Piazza avverti Papini Tavolato ringrazioti anticipatamente ti abbracciamo
Marinetti Boccioni Piatti Russolo

A Vico Baer
Roma, 13 febbraio 1915

Carissimo Vico,
grazie infinite. Ricevute lire 150 e ritirate alla famosa Banca Commerciale... Ho letto in questi giorni un libro contro di essa. Esagerato forse ma impressionante. Bisogna reagire: lo conosci? Pensa che a Firenze tra gli ex amici di "Lacerba" si dice che il non avervi io collaborato contro la Germania dipenda dalle relazioni e interessi (grossi affari...) con tedeschi di Milano... e quindi Banca Commerciale... Una simile calunnia estetico- bancario-teutonica non me la sarei mai aspettata... Che ne dici? l'ho saputa da Aragno.
Io me la passo così... così... Sto nascosto ma non m'annoio troppo. Quanto starò in trincea? Ora m'hai rifornito di cartucce e ne faccio grande economia: non sparo che a colpo sicuro... Ma i giorni scorsi che penuria di rame quasi come la Germania...
Ti ringrazio con tutto il cuore ma tu mi hai abituato al tuo affetto e alla tua grandiosità. Mi dà pensiero mia madre ma è necessario ch'io rimanga lontano da Milano per qualche tempo. Voglio assolutamente liberarmi di un peso insopportabile che non ho cercato mi è venuto addosso... Ahimè! Sono quasi felice solo con i miei pensieri e i miei progetti.
Oggi sono invitato ad un the in onore del musicista russo Strawinsky. Vuol conoscermi e vuol fare qualche cosa con sistemi futuristi colore danza costume. Ci saranno i migliori nomi di Roma. Arriverò in segreto... e scomparirò. Ciò farà sensation...
Mi fa molto piacere constatare l'influenza del mio libro e in genere di tutta la mia attività: pittura e scultura. Tra qualche anno molti nemici si morderanno... i gomiti dalla rabbia. E io riderò! E tu con me che mi sei stato fratello e amico nella lotta.
Corruzione tedesca... Se sapessero le tue idee e le tue lotte in propo sito... ma, mio caro, mi diceva una notte un mio amico ubriaco ma inspirato... l'imbecillità umana è la sola cosa che dia l'idea dell'infinito!
Grazie amico! Saluta la tua gentile Signora e auguri per il pupo. Saluta le signore Baer e Ruberl. Ti farò sapere presto mie notizie e spero fuori dalla trincea. La prima volta che uscirò che furibondo attacco alla baionetta contro la luce e il mondo!
Ciao
Saluti affettuosi
Boccioni

A Emilio Cecchi
Milano, Galleria Vitt.
Eman., 4 marzo 1915

Caro Cecchi,
abbiamo ieri con Casati deplorato l'articolo immondo di Papini. È un megalomane impotente che ha perso la testa.
Vi stringo la mano con affettuosa simpatia e vi auguro buon lavoro fecondo. Vi sarei grato (se potete) se mi inviaste il volume sulla letteratura inglese. Ne ho letto un saggio su l'Almanacco della "Voce" e desidero leggerlo.
Mi permetto rammentarvi che me lo prometteste durante la visita che vi feci e poi mi scordai di chiedervelo. Ci tengo anche per questo, ma se non ne avete lo compero.
Saluti alla vostra gentile signora e buon lavoro anche a lei. Le bambine vanno meglio?
Scrivetemi. Saluti a Cardarelli. Vi stringo nuovamente la mano.
Vostro
Boccioni

A Emilio Cecchi
Milano,
[fine marzo 1915]

Carissimo Cecchi!
grazie del bellissimo suo volume ricevuto in questo momento. Me lo godrò subito... ma come pittore, basta.
I Signori di "Lacerba" devono avere ricevuto in questi giorni letterine poco lusinghiere sul loro atteggiamento grossolanamente traditore. Le mando una copia della lettera inviata da Russolo. So che qualcuno ha scritto a Papini e a Soffici stigmatizzando particolarmente il velenoso libello che la riguarda. Tra di noi, come le scrissi per me l'articolo ha provocato la nausea assoluta. Sono cose tali che sporcano chi le commette. Un creatore... poi come Papini è in malafede in tutto! Bisogna essere accecati di bile e d'invidia per accusare un critico di rubare... la materia sulla quale esercita la sua critica. Tra poco, vedrà, l'accuseranno di aver rubato agl'inglesi la poesia e la prosa inglesi che le hanno fatto costruire la critica sulla letteratura inglese...
Papini dovrebbe arrossire di aver superficialmente giornalisteggiato in un libro su Kant Nietzsche Hegel ecc. ecc.
Lavoro abbastanza e lei? Sono però allegrissimo e pieno di materia da costruire. Speriamo. Costruzione... è la parola che terrorizza quei poveri sanculotti impotenti.
Auguri per la sua famiglia e buon lavoro! Si potrebbe avere il numero della "Tribuna" nel quale lei ha risposto a Papini?
Ho ricevuto la sua cartolina al Savini spedisca pure Bastioni Romana 35. Affettuosamente suo
Boccioni

A Guido Callegari
Malcesine,
10 settembre 1915

Carissimo Guido,
grazie infinite di tutte le tue belle e buone cartoline. Le ho già ricevute tutte in un colpo! Grazie dei preziosi consigli che mi dai. La mia salute e il mio umore sono eccellenti. Resisto a tutto come chiunque. Dormire all'aria aperta è una vera gioia fisica per me e vi dormo da una ventina di giorni.
Sono stato in trincea per ora silenziosa come quella dei tedeschi davanti a noi.
Ogni notte vado a montare la guardia a un forte che guarda direttamente i tedeschi dormendo in tenda e all'aperto sulla spianata. Tutta la notte i fasci luminosi dei riflettori nostri percorrono il cielo traendo delle visioni di notte guerresca bellissima. Tutto però tace. Quando avverrà l'avanzata? Occorre che sulle montagne che ci dominano venga ultimato il piazzamento dei grossi pezzi e poi zang, tum, tum e noi andremo avanti!
Ci trasformiamo in alpini, cioè lascieremo le biciclette per far servizio in montagna dove parteciperemo alla prossima avanzata dalla nostra parte.
Mi occorrerà tutto un corredo da montagna compreso il bastone ferrato, e che spero di prendere a Milano in una prossima scappata di 24 ore.
Avrai già avuto notizie delle nostre care a quest'ora e sarai più tranquillo. Io ho scritto di te molte volte.
Io sono veramente felice e vedrai che l'Italia salirà ad altezze che nemmeno noi concepivamo.
Credi, caro Guido, che non vedo l'ora per quanto sia quasi certo che vi lascerò la pelle o parte di essa.
Sarò all'altezza del coraggio italiano? Spero! Avanti! e abbasso l'Au stria. Che cosa fate voialtri più fortunati? Scrivi qualche volta abbiti anche tu cura.
Chissà come sono in pena le nostre donne!
Speriamo che tu vada bene e che abbiamo la fortuna di vedere la certa Vittoria italiana. Ti abbraccio affettuosamente
tuo Umberto

A Sibilla Aleramo
[11 settembre 1915]

Gentile Amica,
grazie infinite del buono e costante ricordo che avete per me. La guerra procede meravigliosamente! Stanno trasformandoci in alpini e comincia l'allenamento. Andremo al fuoco prima, finalmente. Vivo sotto la tenda in faccia ai tedeschi attendendo da un giorno all'altro. La mia salute è ottima malgrado sforzi terribili. L'entusiasmo è moltiplicato sono felice! Lavorate? Io non lavoro non penso, faccio una vita rude e fisica che mi inebria! Saluti e buon lavoro vostro
Boccioni

A Francesco Balilla Pratella
12 settembre 1915

Caro Pratella,
grazie di tutto. Del buon ricordo del bel libro che leggerò subito delle buone parole per me.
Tu sei forse il solo futurista che unisce genio e serenità per ciò sei grande. Tutti gli altri, per mille ragioni che tu comprendi, tirano colpi al futurismo attraverso me.
Ti auguro buon lavoro e gioie in famiglia e gloria nel mondo. Io attendo nell'arte e nella vita.
Sembra che ci mandino avanti tra poco e allora si decideranno in me molte cose. Attendo la vera prova del fuoco.
Sono in eccellenti condizioni di spirito e fisicamente sopporto tutto come non mi aspettavo. Ma ho l'ansia di battermi! Mi sembra che da questo debba risultare una spiegazione luminosa a tanti problemi.
Ti voglio molto bene e ti abbraccio affettuosamente. Scrivi tuo
Boccioni

A Giacomo Balla
[Fronte di guerra,
fine settembre 1915]

Caro Balla,
ho letto la cartolina a Marinetti. Benissimo! Se non ci lasciamo la pelle dopo faremo cose grandi. Tu le stai preparando col tuo formidabile coraggio futurista! Buon lavoro dunque e gloria! Saluti alla tua Signora e alla tua cara mamma. La mia si è mostrata coraggiosissima! Ci ha seguito in carrozza gridando w l'Italia! w i futuristi! w i volontari! Per ciò evviva i futuristi che lavorano e che si battono e che faranno grande l'Italia!
A proposito è vero che hai una piccola questione con quello scugnizzu di Cangiullo? Scrivimi perché e se vi siete già riappacificati. Io la credo una delle vostre celebri burle... è vero? Scrivimi caro maestro e amico e voglimi sempre bene come io te ne voglio. Sembra imminente l'avanzata al fuoco. Se avrò la fortuna di vedere i tedeschi in faccia tirerò un colpo gridando: questo per Balla! Ciao ti abbraccio
tuo Boccioni

A Vico Baer
[Fronte di guerra,
metà ottobre 1915]

Caro Vico,
finalmente ho avuto il battesimo del fuoco. Prima una ricognizione con assalto alla baionetta. Due giorni dopo fucilate d'inferno e shrapnel... 17 ne ho contati. 4 scoppiati a pochi passi e ci hanno coperti di foglie e di terra. Marinetti ed io eravamo a terra per fortuna...
Ti scrivo ora perché stanotte alle due c'è la sveglia e si parte per un attacco decisivo. Salverò la pelle? Non so! Viva l'Italia!!
Ti scrivo, per questo, per quanto speri non accada nulla di grave in ogni modo farà caldo... Vorrei che in caso di mia morte tu potessi aiutare in qualche modo un mio amico artista (tutti fuori di Carrà) nell'organizzare una esposizione generale delle mie opere per potere ricavare del denaro per mia madre. Mia madre è il dolore mio in questo momento. Mi fa pena e vorrei vederle assicurato qualche cosa. Se io non tornassi vivrebbe con mia sorella e mio cognato, ma senza di me la sua esistenza è finita. Basta! il mio sogno di una grande Italia è più forte di tutto! sarà quel che sarà! Potresti incaricare o consigliarti con Balla di Roma via Paisiello 27. Con Notari Piazza Cavour 4, il quale è incaricato di avvertire la mia famiglia qualsiasi cosa accadesse.
Tutto questo naturalmente se Marinetti o Russolo dovessero cadere, perché in caso contrario loro penseranno a tutto e si metteranno in comunicazione con te. Ecco tutto. Mi faresti un favore a passare subito a casa mia dove tutti credono che io sia in giro per il lago di Garda a far servizi secondari. Sanno che non sono più a Peschiera. Guarda se occorre qualche cosa. Te ne sarò riconoscente sempre e se dovesse accadere qualche cosa penserò a te come all'amico più buono e più generoso ch'io abbia conosciuto. Te l'ho sempre detto!
Caro Vico sono le nove. Alle due di questa notte si parte. Da quattro giorni bombardano per prepararci la strada... È meraviglioso! Passano a cinquecento metri sulle nostre teste proiettili da 149 che danno l'impressione di treni direttissimi! È bello e terribile. Domani ci faremo avanti. Ti scriverò. Spero almeno...
Se scrivi alle Signore Betty e Ruberl dì loro che penso spesso a loro con affetto e dispiacere. Saluta affettuosamente la tua gentile Signora. Auguri per il tuo piccolo tesoro e a te un abbraccio affettuoso
sempre tuo U. Boccioni

A Guido Callegari
Malcesine,
22 ottobre 1915

Caro Guido,
siamo impegnati. Ho già fatto una ricognizione e fatto scappare una pattuglia austriaca con Marinetti, Sant'Elia e Bucci.
Due giorni dopo abbiamo avuto uno scontro con fucilate violentissime e gli austriaci ci hanno sparato 17 shrapnel... Quattro sono caduti tra noi per fortuna nascosti tra le rocce. Uno è passato sulla testa mia e di Marinetti a un metro ed è scoppiato poco lontano tanto che ci ha coperto di foglie e terra.
Sono in alta montagna. Dai comunicati di S. E. Cadorna capisci dove lavoriamo e quale investimento si prepara.
Ti scrivo da un baraccamento. Alle 2 di questa notte c'è la sveglia e si parte per un tentativo che credo e spero decisivo. A casa, mi sanno allontanato da Peschiera, ma mi credono sempre in servizio sul Garda al sicuro. Non sono affatto allarmato, anzi sono pieno di una gioia e di un entusiasmo indicibile. Sono orgoglioso e pronto a tutto. A domani.
Ci tengo però a dirti che l'unico mio dolore, se accadesse una disgrazia è di lasciare mammà. Tu e Amelia siete giovani e il vostro affetto vi darà forza, poi non vivete con me, non ci siete abituati. Ma se mancassi, per mammà sarebbe terribile e ciò mi fa male!
Ma il mio ideale futurista, il mio amore per l'Italia, il mio orgoglio infinito d'essere italiano mi spingono a fare irresistibilmente il mio dovere. E stai certo che lo farò.
... mi ha fatto molto soffrire, non mi ha compreso, le auguro ogni felicità. A te, a mammà, ad Amelia lascio, in caso, tutte le mie cose, libri e quadri. Lascierò istruzioni per fare in caso, una esposizione che potrà fruttare bene per mammà. Te la raccomando, te la raccomando con tutto il mio amore! Sii paziente con Amelia, e siate felici.
Vorrei che se... ti domandasse, senza mostrare questa lettera, tu le dicessi che ho pensato sempre a lei. Capisci? Inutile sappia che lei è la mia unica amarezza. Sono felice! Tutto andrà bene. Viva l'Italia! Notari è incaricato, nella carta che ho firmato al Battaglione, di comunicare a casa qualsiasi cosa accadesse.
Ma nulla avverrà, specialmente se è destino che io debba dipingere ancora. Dovevo scriverti per mammà che ti raccomando di nuovo. Vado di nuovo al fuoco felice! felicissimo! pieno di fede nella vittoria immancabile della Italia e con la coscienza di tutto il valore della mia vita! Viva l'Italia!...
Ti bacio, ti abbraccio con affetto, con tutta l'anima.
Ti scriverò subito. Addio
tuo Umberto
8° plotone
3a Compagnia
Battaglione Lombardo

A Vico Baer
Zona di guerra,
[fine ottobre 1915]

Carissimo Vico,
mia Madre mi ha scritto! Grazie di nuovo! Grazie sempre! Sono veramente commosso e ancora se ho qualche giorno di sollievo lo devo a te. Caro Vico sembra che tornerò presto perché pare sicuro lo scioglimento del Battaglione. Sembra che sia un tentativo per trasformarci in volontari alpini. Ma credo che rifiuterò per ragioni che ti dirò a voce.
Ti ho detto che le fatiche sono state terribili causa l'inesperienza e la mancanza d'allenamento all'alta montagna. Figurati che, malgrado i sette giorni di fuoco incrociato di tre o quattro forti austriaci, abbiamo avuto 1 morto sette feriti e un disperso. Appena scesi invece abbiamo avuto più di 100 ammalati dei quali 50 riformati... Una vera strage.
Io ho resistito, anzi l'aria mi confaceva... come in un sanatorio... Ma è stato terribile. La prima notte passata a trecento metri dalle postazioni austriache di Dosso... e Dosso... che poi furono prese, e alle quali eravamo giunti trascinandoci carponi per un pomeriggio intero, sarà per me una notte indimenticabile.
Il Battaglione non era stato mai al fuoco. L'effetto dell'allarmi! nel sonno nel freddo senza aver mangiato e bevuto era discretamente impressionante... Attendere nel buio con la baionetta il nemico, con la naturale proibizione di sparare perché la fiammella ci avrebbe denunciato ai forti austriaci, e sentir dire: attenti fermi sono a 200, a 100, a 50... E poi nulla, tutto giù di nuovo e questo quattro cinque volte nella notte... Eravamo senza coperte alcuni senza mantellina... Si dormiva con le gambe d'un amico tra le gambe e abbracciati per battere meno i denti. Eravamo giunti ad un punto tale che io tendevo l'orecchio sperando un contrattacco nemico e così potermi riscaldare. Pure rimpiango di non essere rimasto. Con un po' più di equipaggiamento ci sarei rimasto sei mesi. Ogni volta che pensavo in me stesso, sentivo un certo orgoglio per lo sforzo quotidianamente superato ed ero felice... Ma che freddo! ...
Spero, se non si torna su, o se tornando non ci lascio la pelle, di tornare a colazione da te e ti racconterò. E rideremo...
Sei contento ora? Come va lo stato d'animo? La tua Signora e la bimba stanno bene? Auguri! Auguri fervidissimi per la vostra felicità e vogliatemi sempre bene! Addio ti abbraccio e ti ringrazio con tutto il mio affetto. Marinetti qui presente ti saluta affettuosamente. Tuo
Boccioni

Alla signora Baer
[fine ottobre 1915]

Gentile Signora,
grazie infinite per il sontuoso pacco di lana! Sono stato invidiato da molti e qualche cosa ho regalato ma la maggior parte l'ho tenuta per me primo perché mi viene dalla sua preziosa amicizia secondo perché mi sarà utilissima! Grazie! grazie!
La prego di ringraziare anche Vico che è sempre un amico raro. Gli scriverò ma tra qualche giorno avrò quarantott'ore di permesso e spero ringraziarlo a voce.
Qui per ora si lotta contro il vento il duro... e gli insetti. Scusi ma la guerra, pare impossibile, è fatta anche di questo. Anzi quando si attende di battersi non è che questo: insetti + noia = eroismo oscuro...
Si attende che i grossi pezzi siano piazzati sul monte ai piedi del quale siamo accampati e che domina gli austriaci. Dopo zang-tum tum e avanti! Intanto si spara alle spie. Ovunque si vada Marinetti ed io siamo chiesti subito dagli ufficiali che c'invitano a pranzo e si riesce così a passare qualche serata. Ogni sera da un mese montiamo la guardia a un forte. La guardia consiste nell'andare a dormire vicino alle feritoie mentre gli artiglieri vegliano ai pezzi da 120 e alle mitragliatrici. Noi due passiamo la serata dal capitano comandante e con gli ufficiali. Accompagnati da un tenente che suona un pianoforte sequestrato, si cantano tutte le canzonette napoletane possibili... Si pensa alla vita... passata e a tante cose ormai lontane. Poi si va a dormire o sul cemento o sulla paglia e qui è tutto e le confesso che è terribile perché noioso.
È interessante lo spettacolo delle sentinelle disseminate che si vedono o s'intuiscono nell'oscurità. I cambi silenziosi delle guardie. I sardi che borbottano coi genovesi e i veneti. I contadini che gironzo lano mogi mogi guardati da noi con diffidenza, e le loro case dominate dai cannoni austriaci. Il silenzio e il deserto dalla parte nemica in attesa di cosa facciamo noi sapendo che stanno per essere circondati alle spalle. Il silenzio e l'oscurità interrotti ogni minuto dal ronzio del motore che lancia il fascio dei riflettori. Se appare un lume, una fucilata. E silenzio e attesa.
Sono stato in trincee comodissime, almeno per adesso che ancora non piove e non nevica.
Tutto questo col fuoco sarebbe una gioia, invece in questa inazione e con l'abitudine è cosa da morire. Ci trasformano in alpini. Abbiamo cominciato l'allenamento in montagna e riesco bene. Tutto andrà meglio pur che ci mandino avanti. Saluti affettuosissimi al caro Vico auguri per la sua bambina omaggi alla sua famiglia e a Lei signora la mia riconoscenza e i miei più caldi ringraziamenti.
Auguri e arrivederci presto.
Suo dev.mo
Boccioni

A Vico Baer
[Zona di guerra,
fine ottobre 1915]

Caro Vico,
hai ricevuto una mia lettera alla vigilia del combattimento? Ti scrivo ora mentre sono col battaglione a riposo dopo fatiche indicibili. Ho il corpo dolorante. Ho marciato fino a venti ore senza mangiare senza bere e dormire. Terribile! Una vera tempesta di granate e shrapnel ci sono piovute addosso senza tregua. Bellissimo! I caduti venivano trascinati carponi senza una parola, e avanti sempre lentamente a balzi inesorabilmente. Giunta la notte o si era di pattuglia o si era di guardia o si lavorava fino alle due a rafforzarci portando terra e sassi.
Non mi sono lavato né mani né viso per dieci giorni, non mi son tolto nulla di dosso. Non potrai mai immaginare cosa vuoi dire essere nella notte in alta montagna, sentire l'allarmi, affacciarti al riparo battendo i denti dal freddo e dalla spossatezza e attendere nel buio il nemico per mezz'ora con la baionetta tesa e con l'ordine di non sparare. E sentirti dire vicino: Eccoli! sono a 200 a 100 a 50 a 25 metri e non vedere nessuno nel buio e attendere. Come avrai sentito dal comunicato di S. E. Cadorna il fuoco incrociato è stato terribile. Dalla mia parte sono caduti 240 shrapnel. Salute! Ma il più terribile è il freddo e il sonno e la fame e la sete!
Ci sono state delle crisi di pianto e molti sono stati i riformati. Ma in tutti i volontari si è mostrato un fegato magnifico! Uno spirito di sacrificio incredibile. Gli austriaci sono fuggiti lasciando di tutto. E tutta roba utile immediatamente adoperata. Perfino 17 caprette da latte terrorizzate. Non so quanto ci fermeremo. Tanto da rifornirci di scarpe e coperte e tornare.
Sono felice di aver visto finalmente qualche cosa. Sei stato a casa mia? Sono allarmato. Io ho scritto, ora che i giornali hanno parlato, vagamente di avanzata senza parlar di morti e feriti. Ho parlato di freddo... di fame... La tua roba di lana è stata preziosa. Grazie alla tua Signora grazie a te di tutto mio buon amico e ti abbraccio affettuosamente
Boccioni

A Vanna Piccini
[Zona di guerra, fine ottobre
inizio novembre 1915]

Cara amica,
vivo in un rumore terribile. Sono stato al fuoco. Meraviglioso! Dieci giorni di marcia in alta montagna al freddo, fame, sete! I volontari ciclisti trasformati in alpini... Dormire all'aperto sotto la pioggia a 1400... Dall'Altissimo discesi con gli alpini e impadroniti di Dosso Casina. Dosso Remitt. Bottino importantissimo, necessario e subito utilizzato. Perfino diciassette capre da latte pazze dal terrore... Il nemico ha tentato di arrestarci con un fuoco incrociato terribile. S. E. Cadorna ne parla come avrà letto, nel bollettino del... non rammento più il giorno... Sul mio reparto sono caduti 240 shrapnel ... accolti da risate ironiche. I caduti venivano trasportati carponi in un silenzio impressionante! La guerra è una cosa bella, meravigliosa, terribile! In montagna poi sembra una lotta con l'infinito. Grandiosità, immensità, vita e morte! Sono felice! Ci riposiamo qualche giorno e poi si riprende. La fatale tenaglia attorno a Riva si stringe. Sono felice e orgoglioso di essere soldato semplice e umile cooperatore all'opera grandiosa "W l'Italia"
Boccioni

A Emilio Cecchi
[Fronte di guerra,
inizio novembre 1915]

Caro Cecchi,
come va? Come sta la sua signora e le bambine? Auguri! Lavora? Io sono a riposo col battaglione dopo dieci giorni di avanzata in alta montagna con vento pioggia fame freddo e sete. Granate e shrapnel per sei giorni. Perdite lievi. Con gli alpini abbiamo conquistato con fuga austriaca Dosso... e Dosso... Bottino importantissimo utile e subito adoperato. Anche 17 capre da latte... Entusiasmo ma fatiche inenarrabili. Sofferenze fisiche terribili. Io ho resistito nemmeno una scalfittura altri purtroppo no. Ma cose lievi. Mi scriva! Mi creda sempre
suo aff .mo Boccioni

Alla signora L. F.
Zona di guerra,
9 novembre 1915

Gentile Signora,
sono da parecchi giorni a riposo col Battaglione dopo 14 giorni di lotte terribili contro tutto. Con gli alpini ci siamo impadroniti di Dosso... e di Dosso... Fuga austriaca ignominiosa! Bottino grande! Il Generale Cadorna lo enumera nel comunicato del... Anche 17 caprette terrorizzate... Siamo stati bombardati da un fuoco incrociato terribile per sei o sette giorni. Non so come ce la siamo cavata. Immagini che sul mio reparto in una mattina sono caduti 240 shrapnel e granate...
Ma tutto questo è nulla in confronto alle orribili sofferenze causate dal freddo, dalla fame e dalle marce prolungate fino a venti ore.
La trasformazione in alpini non era sufficientemente preparata essendo noi Battaglione Ciclisti Autonomo. Mancò tutto, dalle coperte al pane all'acqua.
le racconterò a voce.
Non credevo si potesse resistere a fatiche simili.
Ho resistito benissimo, ma su 400 ci furono 100 malati e 50 feriti... Nell'avanzata invece, avemmo un morto, sette feriti e un disperso... Il freddo è un nemico terribile!
Ora ci sciolgono e se nulla avviene di grave in questi venti giorni che restano, in dicembre sarò a casa.
Saluti al Signor F. e alla sua gentile figliuola.
A Lei un saluto affettuoso dal suo dev.mo
Boccioni
W L'Italia

A Emilio Cecchi
[Fronte di guerra,
fine novembre 1915]

Caro Cecchi,
siamo congedati per il 1º dicembre! ... La sua cartolina mi ha raggiunto in alta montagna sotto la neve e la tenda.
Nessun combattimento ma tiro quotidiano di granate e di shrapnel. Ogni movimento nostro era sottolineato... I sassi di rimbalzo hanno bucato qualche tenda... e qui è tutto. Cosa farò? A Milano, senza "zona di guerra" potrò vivere? Vedremo. Tra noi c'è Marinetti Sironi Sant'Elia, Piatti. La salutano. Omaggi alla sua signora. Auguri

A Vindizio Nodari Pesenti
[Milano, 26 febbraio 1916]

Caro Vindizio (detto Pesenti) (nonché Nodari)
Verrò a tenere questa conferenza domenica nel pomeriggio. Bresciani crede migliori le ore 3 pom. Durerà circa un'ora.
Speriamo che il teatro non sia troppo grande (e vuoto...) per un oratore sulla pittura.
1° Appena riceverai questa sarà utile che tu faccia fare biglietti d'ingresso a lire una con la scritta che ti accludo.
2° Sarebbe bene fare affiches stradali.
3° Occorre che i giornali annuncino con gran rumore la conferenza per poter far venire gente malgrado il tempo ristrettissimo che ci separa dalla conferenza. La Conferenza sarà a beneficio PRO CROCE ROSSA se vuoi, se no a beneficio mutilati come la vostra mostra. Naturalmente dato il momento non posso fare a mie spese, quindi sull'incasso si preleverà quanto stabiliremo insieme.
Arriverò domani sabato 5 pom. con Bresciani. Lavora subito e bene l'ambiente.
Il biglietto che ti accludo serve a mostrarti le proporzioni dei caratteri. Per il testo ci pensi tu, quando avrai deciso a beneficio di chi si fa la conferenza.
L'Affiche stradale è bene mantenga la stessa dicitura.
Speriamo tutto vada bene e che s'interessino ad un'ora di chiacchiere sulla pittura.
Ti abbraccio e saluta gli amici
tuo
Boccioni

Bresciani da Gazzoldo
PRO...
Teatro Andreani
Domenica 25 ecc. ... il
PITTORE FUTURISTA
BOCCIONI
terrà una conferenza sulla
PITTURA FUTURISTA
Ingresso. . . . . . . . . .

A Francesco Balilla Pratella
[Pallanza, 16 giugno 1916]

Caro Balilla,
sono ospite in questa Villa. Lavoro molto e in parecchi sensi. Scrivevo a Marinetti che è terribile il peso di dovere elaborare in sé un secolo di pittura. Tanto più quando si vedono i nuovi arrivati al futurismo afferrare le idee inforcarle e correre a rotta di collo stroppiandole... Ti pare? Scrivimi. Boccioni Villa S. Remigio Pallanza. Lavori? Baci Auguri saluti alla tua famiglia.
tuo Boccioni

A Vico Baer
[15 luglio 1916]

Caro Vico,
sono stato fatto abile e sono stato assegnato all'Art. da Campagna!... Mia Madre mi crede territoriale e bisogna lasciarlo credere.
La mia classe ha ottenuto la licenza fino al 24 corrente. Domattina 16 parto per Pallanza. Torno ospite della Principessa di Teano che mostra per me una gentilezza che mi commuove. È una creatura straordinariamente superiore.
Sarò a Milano il 23, e il 24 mi presenterò. Non so se parto subito. Appartengo al distretto di Padova.
Ho scritto a Busoni raccomandandomi. Mi deve ancora le 500 del quadro e il compenso intero del ritratto. Forse vendo una delle impressioni fatte con la Signora Busoni. Dopo partito il Maestro ho fatto alcune cose sempre più sintetiche e serrate. C'è un paesaggio che credo ti piacerà e una testa di bambina e altro. È stata la Signora Sarfatti. Sironi e Russolo: sono sbalorditi dalla massa di lavoro... Questo richiamo sotto le armi è una specie di danno... pazienza!
Appena vieni ti prego di ritirare il disegno (pastello) di mia Madre che ti appartiene. Fallo montare, temo si guasti. Ti raccomando. Sono stato da Accardi per il mio orologio da polso che mi occorre. Non vi avevano fatto nulla e me lo daranno, in ordine, in questi giorni.
Parto come sempre in condizioni finanziarie un po' disastrose...
È il mio destino! Spero che Busoni non si faccia attendere ma è troppo umano e intelligente per non comprendere la situazione. Avrei da dirti tante cose. Una che ti interesserebbe e ti darebbe un'idea della mia linea ascensionale! Purché tutto non finisca con questa guerra... Speriamo e Viva l'Italia. Scrivimi qui a Milano se vieni se ci sarai per il 23.
Ti vorrei parlare di quelle 250 lire. Tira tira, sono sparite. Ho rimorso e questo mi pesa in questo mare di guai nel quale sono costretto a lottare per non essere sommerso! Ciao. Omaggi alla gentile Sig.a Lota auguri alla piccola ti abbraccio tuo
Boccioni

A Vico Baer
[Pallanza, Isola San Giovanni,
circa 20 luglio 1916]

Caro Vico,
grazie della tua premura! Grazie come sempre! mio caro e impareggiabile amico! Le impressioni, salvo quelle di Busoni, sono a tua disposizione.
Ho ricevuto la tua cartolina qui presso la Principessa di Teano, alla quale l'ho letta e mi dice di dirti che sarebbe felice, se passi di qui, di averti a colazione. Le ho detto quanto tu conti nella mia vita e ormai ti conosce.
Io però vorrei restare qui fino al 23 sera. Se tu passi prima avvertimi e vieni qui all'Isolino.
D'altra parte io con le valige e il resto non so come starci nell'automobile.
Preferisco rimanere qui fino all'ultimo momento e poi prendere il treno.
Grazie in ogni modo caro Vico. Sarei felice di vederti! Qui tutto è magnifico. Ogni giorno faccio gite in automobile che mi mostrano cose mai viste.
La Marchesa di Casanova vuol venire a Milano per visitare la tua casa e vedere i miei quadri. Ho portato il mio album e le Tre donne hanno fatto furore!
Addio. Come sta la tua Signora? Auguri!!! Ti abbraccio affettuosamente tuo
Boccioni
Mi presento per la "vestizione"... il 24 mattina. Arrivo a Milano il 23 ma credo che mi lasceranno a Milano un giorno o due. Spero. Grazie di nuovo scrivimi subito ciao.

A Vico Baer
Sorte, 29 luglio 1916

Caro Vico!
Avanti! Qui la vita è terribile e l'istruzione rapida. Oggi istruzione al pezzo domani arrivano i cavalli. L'ultima volta che ci siamo visti mi hai fatto molta pena! Non ti turbare così caro amico mio, sii forte attendi tutto passerà! Col tuo carattere di lottatore, il tuo ingegno e la tua giovinezza, non puoi che superare tutto e trionfare. Attendi con pazienza non c'è altro da fare.
Riposati intanto.
Non puoi immaginare cosa voglia dire rifare il soldato a 34 anni e nelle mie condizioni e con quello che la vita mi stava per dare. Coraggio, ma è terribile. Dei momenti mi sento soffocare. Scrivimi. È una grande consolazione ricevere dagli amici una parola. Ieri mi hanno chiamato al Comando per mettermi per "deferenza" come mi han detto negli uffici. Ho cortesemente rifiutato dichiarando di voler fare il mio dovere in batteria. Anzi ho detto che per il prossimo sorteggio per bombardieri (qui tutti hanno il terrore di questo sorteggio...), tengano nota di me. Mi dissero con gentile premura di... non forzare il mio destino. La mia dichiarazione suscitò meraviglia e ammirazione. Ho fatto bene! Se vogliono utilizzarmi come disegnatore bene, ma come scrivano... non mi va.
Scrivimi e sta allegro. Se vai a casa mia non dire queste cose, naturalmente. Saluti affettuosi alla tua gentile Signora e da me un abbraccio dal tuo
Boccioni
29° Artiglieria da Campagna
5a Sezione 5a Squadra
Verona
Non sono proprio a Verona. Sono a Sorte a cinque chilometri dalla città che non vedo mai...

[prima del 17 agosto 1916]

... Da quest'esistenza io uscirò con un disprezzo per tutto ciò che non è arte. Nulla è più terribile dell'arte. Tutto ciò che vedo al presente è un gioco di fronte a una buona pennellata, a un verso armonioso, a un giusto accordo. Tutto, in confronto a ciò, è una questione di meccanica, di abitudine, di pazienza, di memoria. C'è solo l'arte.

A Vico Baer
[senza data]

Carissimo Amico!
Mille affettuosi ringraziamenti... Sono un pochino indisposto, ma presto sarò all'ordine... Come ringraziare di tutta la sua premura? Lavorando? ...
Mi raccomando di avvertirmi appena tornato da Roma. Grazie e saluti affettuosissimi dal suo
Umberto Boccioni

[A una signora]
[1911]

[...] Sento realmente di creare qualche cosa e il lavoro ora mi viene con una tal febbre che non so cosa pensare di tanti lavori passati fatti con fiacca e scoraggiamento. Il modo col quale lavoro ora si riallaccia al modo col quale ho lavorato in soli due o tre lavori in vita mia.
Ora comprendo la febbre, la passione, l'amore, la violenza delle quali si parla quando si dice: creare! Ma perché prima non era così? Forse ero così; ma i dolori e gli scoraggiamenti mi trattenevano a terra...
Oggi purtroppo mi duole la gamba ma spero di sgranchirla tra poco e scaraventarmi ancora più violentemente di ieri. Come comprendo le parole di Marinetti: nessun'opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro!
E mi sembra che il quadrone lo sia abbastanza. In grande, come sempre, ho moltiplicato l'ispirazione e il quadro è divenuto più popolato più violento di prima. La folla è aumentata e spero di dare in tutte anche alla più piccola figura quel senso di andare fatale che hanno le folle che lavorano. [...]