BACH - BUSONI
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Busoni fu sospinto a Bach da quella che a lui stesso parve una « misteriosa disposizione del destino»:
Debbo a mio padre la fortuna d'essere stato molto severamente spinto, nella mia fanciullezza, allo studio di Bach; e questo in un'epoca e in un paese, in cui il maestro non era valutato molto più di un Carl Czerny. Quale sano istinto abbia portato mio padre, semplice virtuoso di clarinetto (a cui piaceva suonare fantasie sul Trovatore e sul Carnevale di Venezia), uomo di educazione musicale insufficiente, italiano e amatore del belcanto - quale istinto abbia portato proprio un uomo simile, animato dall'ambizione che coltivava per suo figlio a indovinare la sola strada giusta: mi sembra una misteriosa disposizione 1el destino. Mio padre mi educò così a un musicista « tedesco » mi indicò la strada che non ho mai più abbandonato del tutto; senza che con ciò io mi sia scrollata di dosso la latinità compartitami dalla natura. Così s'impara per tempo che siano costruzione, armonia, logica: le solide fondamenta su cui ognuno, secondo il talento assegnatogli, può costruire in altezza: libero e senza capogiri, sorretto dalla struttura propria. [Da «Due frammenti autobiografici», pubblicati in «Lo sguardo lieto».]
Come pianista, Busoni fu riconosciuto unanimemente, e assai presto, «Ein Bach-Spieler von Gottes Gnaden» [Adolf Paul], «un esecutore di Bach per grazia di Dio»: le sue interpretazioni di Bach fecero epoca, in anni in cui Bach non era ancora considerato un autore da concerto. Lo suonò sovente anche in programmi monografici, fino a che arrivò a imporlo agli altri così come lo vedeva e lo voleva lui; solo da allora Bach scomparve a poco a poco dai suoi concerti. Ma mai come in questo caso la radice di un atteggiamento interpretativo fra i più moderni e fecondi nella storia stessa dell'interpretazione va ricercata al di fuori della mera prassi esecutiva.
Due sono le grandi edizioni che raccolgono l'opera di Busoni sotto diverse forme improntata a Bach. La Bach-Busoni gesammelte Ausgabe (Edizione Bach-Busoni), vera e propria summa di un lavoro che si estende Eno agli ultimi anni della vita di Busoni, consta di sette volumi, due comprendenti la revisione del «Clavicembalo ben temperato», gli altri cinque revisioni, rielaborazioni, trascrizioni, studi e composizioni pianistiche originali di Busoni da Bach; la cosiddetta Busoni-Ausgabe (Edizione Busoni), invece, raccoglie in 25 volumi unicamente opere di Bach per la tastiera, rivedute e trascritte per il pianoforte moderno in parte da Busoni stesso, in parte dai suoi collaboratori Egon Petri e Bruno Mugellini: di questa, la parte compiuta da Busoni fu poi incorporata nell'altra e ben più importante raccolta. La Edizione Busoni fu pubblicata all'inizio del 1916; nella breve prefazione, scritta a Zurigo il 20 ottobre 1915, alla monumentale opera, che è tutta sua nello spirito anche se non nella realizzazione, Busoni riassumeva in una sola frase il suo pensiero su Bach:
Nella produzione musicale l'arte di Bach conserva ancora oggi una posizione centrale tra la preistoria e l'epoca presente.
SABLICH, pp. 100-101