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Cultura
n. 158 del 28-06-05 pagina 20  
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Il problema umano di essere se stessi
Accanto a Hans-Georg Gadamer e a Luigi Pareyson, Paul Ricoeur è stato uno dei padri dell'ermeneutica filosofica della seconda metà del Novecento. Formatosi in Francia nel primo dopoguerra alla scuola del personalismo cristiano di Emmanuel Mounier e nel circolo filosofico di Gabriel Marcel, ha aderito nella giovinezza all'ideologia socialista, esito inevitabile, ai suoi occhi, di ogni autentico impegno cristiano.
Prigioniero nel corso della seconda guerra mondiale, al ritorno in patria si è dedicato in particolare allo studio della filosofia tedesca della prima metà del secolo.
Docente a Strasburgo dal 1948 al 1956, ha studiato la fenomenologia husserliana e le filosofie dell'esistenza di Karl Jaspers e di Martin Heidegger, approfondendo innanzitutto il problema del male e della colpa e, successivamente, il grande tema del rapporto che intercorre tra verità e storia. Ricoeur è rimasto fedele, in quegli stessi anni, sia all'impegno politico della giovinezza, sia all'ispirazione cristiana, con un particolare riferimento all'opera di Karl Barth e alla teologia dialettica del primo Novecento.
Collaboratore di Ésprit, membro autorevole della comunità personalistica, ha preso posizione pubblica contro la guerra d'Algeria, facendosi portavoce di una concezione severa e, al tempo stesso, aperta della «democrazia sociale».
Consacrato professore alla Sorbona nel 1957, nel successivo decennio si è dedicato in modo particolare allo studio di Freud, considerato da Ricoeur uno dei padri fondatori dell'ermeneutica, misurandosi peraltro in un confronto quotidiano con l'opera di Lacan, con lo strutturalismo e con il marxismo di Louis Althusser.
 
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