Molto onorevole Direzione,
Senza fare il menomo tentativo di addivenire a una spiegazione mi avete scaraventato addosso, senza preavviso, un licenziamento. Senza considerare la possibilità di una risposta da parte mia, avete resa pubblica una questione non ancora risolta e l'avete fatto in forma unilaterale, a me sfavorevole e quasi lesiva della mia onorabilità! E siete andati ancora più in là, nominando - sempre pubblicamente - un successore. Il sig. Direttore Bopp - invece di rivolgersi a me - ha esaminato e scelto i miei scolari per un saggio pubblico, scavalcando in pieno le mie proposte e le mie opinioni, le sole valide in questo caso.
A tutto ciò mi permetto di osservare:
Credo che il Vostro interesse per il corso di perfezionamento, ammesso che questa sia stata l'origine del Vostro malumore, si sarebbe manifestato nel modo più efficace se, prima di procedere a una decisione di forza, aveste tentato un accordo con me, significandomi il desiderio o anche la precisa richiesta di modificare il piano di lavoro da me comunicato.
Questo sarebbe stato il primo passo per promuovere le sorti di codesta istituzione. E mi avreste trovato pronto ad aderire a un accordo del genere, secondo le mie forze e le mie possibilità, e tanto più, in quanto lo sviluppo artistico dei miei scolari mi stava molto a cuore ed era ben lungi da me l'intenzione di mancare ai doveri assuntimi.
Sostengo tuttora fermamente che non è assolutamente possibile rompere il contratto prima della fine dell'anno scolastico - (sono sempre stato e sono fermamente deciso a portare a termine il numero d'ore convenuto e a rispondere del risultato artistico) - e una parola amichevole e accomodante da parte Vostra sarebbe stata in grado di limitare le irregolarità che si sono verificate contro il mio volere.
Per il buon esito di questo anno scolastico questo sarebbe stato - lo ripeto - il mezzo più opportuno, più umano, più corretto.
A questi attributi non ha corrisposto di certo la pubblicazione a mezzo della stampa della Vostra decisione assolutamente prematura; a prescindere dallo svisamento dei fatti, aggiuntovi dalle pubbliche dicerie e contro cui non ho potuto difendermi qui, in paese lontano.
Dopo tutto quanto ho ricordato fin qui, la nomina di un successore è stata una mancanza di tatto.
Pertanto proclamo che sono stato io a subire un torto contro il quale protesto fermamente.
Tuttavia - per il profondo interesse che porto ai miei scolari, cui mi sono molto affezionato, e per la difesa della mia dignità - faccio ancora il tentativo di proporVi un accomodamento in via amichevole, e cioè che da parte Vostra mi sia concesso di continuare e di portare a termine questo anno scolastico.
Sono convinto che questo è il solo modo di tutelare i Vostri stessi interessi, di promuovere il bene degli scolari e di riparare in parte al torto fattomi.
In questo caso verrei a Vienna il 14 marzo per una settimana e mi dedicherei al mio ufficio ininterrottamente dal 21 aprile in poi fino alla fine dell'anno scolastico.
Vi prego di volermi telegrafare qui il 6 o il 7 di questo mese.
Con osservanza.
BUSONI, «Lettere alla moglie», pp. 116-117.