UN EROE DEL NOSTRO TEMPO

Romanzo di Michajl Jur'evic Lermontov (1814-1841).

Scritto tra il 1838 e il 1840, fu pubblicato a Pietroburgo nel 1840.

'Un eroe del nostro tempo' è Pecorin, il giovane ufficiale protagonista dei cinque racconti di cui si compone il romanzo. Le vicende del primo racconto, Bela, vengono narrate all'autore dal capitano Maksim Maksimyc, ex superiore di Pecorin in una fortezza del Caucaso. Qui Pecorin, invaghitosi di Bela, la splendida e selvaggia figlia di un principe caucasico, la fa rapire dal fratello di lei, promettendogli in cambio il cavallo di Kazbic, un impetuoso cosacco anch'egli innamorato di Bela. Pecorin tiene la fanciulla presso di sé, colmandola di attenzioni e di regali. Dopo quattro mesi di felicità e di amore, Pecorin appare annoiato e stanco di lei, e la lascia sovente sola per andare a caccia. Un giorno, mentre egli è assente, Kazbic riesce a rapire Bela, ma poi, vistosi inseguito, la pugnala a morte. Nel secondo racconto, Maksim Makstmyc, l'autore assiste all'incontro tra il capitano e Pecorin, dopo anni di lontananza. L'affetto e l'amicizia che Maksim Maksimyc ancora nutre per l'ufficiale si scontrano con la freddezza e l'indifferenza di questi, che, dopo un frettoloso saluto, parte, lasciando l'anziano capitano amareggiato e deluso.
La seconda parte del romanzo è costituita dal diario di Pecorin (dato da Maksim Maksimyc all'autore e da questi pubblicato) e si compone di tre racconti.

In Taman si narra di una giovane che, per proteggere Janko, un contrabbandiere di cui è innamorata e col quale poi fuggirà, è disposta a tutto: infatti tenta invano di uccidere Pecorin, che una notte ha casualmente assistito ad una consegna di merce sulla spiaggia.

La principessina Mary (Knjazna Meri) è una giovane e bella aristocratica che Pecorin, per puro divertimento, si propone di far innamorare di sé, fingendosi innamorato di lei, mentre il suo vero scopo e incontrarsi con una sua ex amante che frequenta la casa della principessa. Egli riesce nel suo intento, ma provoca così la gelosia di un altro corteggiatore che, ferito nel suo amor proprio, calunnia in pubblico la principessa e viene sfidato a duello e poi ucciso da Pecorin. In seguito a ciò questi viene trasferito e, accomiatandosi dalla principessina, ormai follemente innamorata di lui, le confessa di essersi preso gioco di lei.

Ne 'Il fatalista', per provare a Pecorin che esiste la predestinazione e che 'è stabilito per ognuno di noi il momento fatale', il tenente Vulic prende una pistola che non sa se sia carica e se la punta alla tempia: al primo colpo l'arma fa cilecca, ma poi, puntata su un berretto, spara regolarmente e colpisce il bersaglio. Vulic poi se ne va, ma in una strada buia si ferma e senza motivo rivolge la parola ad un cosacco ubriaco che, per tutta risposta, lo pugnala a morte. Quando poco dopo il cosacco viene accerchiato in una capanna, Pecorin decide di 'tentare il destino' come Vulic e con una rapida azione riesce da solo a catturare vivo l'assassino. 'Dopo tutto ciò, come si potrebbe non diventare fatalisti?'.

Primo esempio di romanzo psicologico russo, 'Un eroe del nostro tempo', 'un ritratto costituito dai vizi di tutta la nostra generazione', come Lermontov lo definì, ebbe un grande successo, non esente da critiche e polemiche, e una grande fortuna in Russia, dove nel disilluso tormentato ed egocentrico Pecorin si vide il più autentico fils du siecle, il più tipico rappresentante di quella gioventu 'superflua' che nella stagnante Russia di Nicola I non trovava altra via d'uscita che l'indifferenza e l'estraniamento.