Mi sono svegliato stamattina, a Heidelberg, con la mente chiara e di buon umore: - ma in compenso sarà necessario che faccia il viaggio fin laggiù senza interruzioni. Ho letto una storia di furto di gioielli e mi è saltato agli occhi, come mai finora, che «possesso» è un concetto vuoto e senza senso.
Queste pietre famose che hanno un nome e una storia, vengono ereditate, regalate, rubate, portate, conservate nella cassaforte - ma tutt'al più sono loro a possedere le persone con la responsabilità e il pericolo di cui le caricano; generazioni scompaiono e le pietre sono indistruttibili, non vanno mai perdute ed esse visitano, per così dire, a turno, la gente.
Lo stesso avviene col «possesso» fondiario e con i castelli; la gente vi cammina, vi entra e vi esce, ma deve lasciarli; fondi e castelli continuano ad esistere.
Se le pietre visitano gli uomini, fondo e casa ricevono le persone che si credono i proprietari. Hauptmann cerca di rendere palpabili questi pensieri in Schluck und Jau. Ma l'unico che riesce proprio a possedere è l'Ebreo di Hebbel che inghiotte il diamante.
Rückert dice della moneta d'oro:

A chi la possiede, non serve a nulla;
e colui, al quale servirebbe, vi rinunzia.

È immaginazione da parte del dott. Von Hase se crede di possedere la casa Breitkopf & Härtel. La casa lo possiede tutto intero, egli ne è prigioniero.
Al proprietario appartiene solo il diritto negativo, di poter distruggere e anche questo unicamente nel caso che le conseguenze riguardino lui solo...
Tutto considerato, questa è l'epoca migliore della mia vita, guardo con fermezza e giocondità verso il futuro e sono felice che tu partecipi a tutto.-
Aspetto dalla libreria «Atlantic» la nuova edizione del «Nouveau monde»... A giudicare dal prospetto, il libro tratta purtroppo dell'America e non (come ci si potrebbe aspettare da Villiers) di un mondo ideale ...
(Sono curioso dove andranno a prendere una nuova «Aida» per l'apertura del Canale di Panama!) ...
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