Cfr. l’appunto di diario del 10.9.1914, n. 177, p. 263 e Leo Kestenberg, Bewegte Zeiten, Wolfenbüttel und Zürich 1961, p. 35, in cui l’autore evi-denzia la posizione dell’editore P. Cassirer (che fu in contatto con Busoni sia a Berlino, sia a Zurigo) nei primi anni della guerra: «Ich hatte lange nichts von Paul Cassirer gehört. Der Krieg hatte uns entfremdet, denn in den ersten beiden Kriegsjahren gehörte er, wie so viele andere, zu den Kriegsbegeisterten. Er gab auch eine kriegsbejahende Zeitschrift "Die Kriegszeit" heraus, an der viele bekannte Künstler mitarbeiten.» Infine, Stefan Zweig, Il mondo di ieri. Ricordi di un Europeo, Milano 1979, pp. 184 ss., in particolare p. 193: «[...] i militari e le alte cariche cercavano di pren-dere ai loro servizi di propaganda uomini di prestigio morale e spirituale affinché spiegassero, dimostrassero, confermassero e proclamassero che tutto il male era accumulato sull’altra sponda e tutta la verità e la giustizia apparteneva alla propria nazione.»
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