Cfr. Paul Gilbert Langevin, F. Busoni et son oeuvre symphonique, «Disclub» 22/23, anno IV, settembre-dicembre 1966, p. 12. A proposito del «véritable danger», basti por mente alla violenza con cui Hans Pfitzner attaccò Busoni nel pamphlet "Pericolo futurista" (pubblicato in S. Sablich, Busoni, Torino 1982, pp. 279-302). Quanto al categorico rifiuto di esibirsi in qualità di pianista nei paesi belligeranti, si ricordi l’infamante calunnia diffusa da M. Kufferath che lo ferì profondamente: secondo il musicologo belga, egli avrebbe suonato per i militari tedeschi a Bruxelles. Su questo, cfr. la lett. a José Vianna da Motta, n. 247, p. 347; Dent, pp. 232-233; Guido Guerrini, Ferruccio Busoni. La vita, la figura, l’opera, Firenze 1944, pp. 136-137. Infine sul disprezzo per il denaro, cfr. la lett. n. 9 nell’appendice di questo articolo "Una dozzina di lettere dell’esilio"
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