«Ciò che la musica ha di comune con tutte le altre arti sono la forma e le proporzioni. Su questo riguardo essa specialmente si assimila all'architettura, per quanto che un confronto superficiale delle due arti non riescirebbe a persuadercene. Non so a quale spiritoso osservatore si debba il motto: 'che l'architettura è musica ghiacciata', motto in cui bizzarria si accoppia a verità, come deve riconoscere ognuno che abbia data un'occhiata più profonda alla costruzione formale della musica. Una delle forme più semplici: Menuetto-Trio-Menuetto rammenta immediatamente l'edificio architettonico con le due ali, e la regola del 'taglio aureo' (tolta dalle proporzioni del corpo umano ed applicata sinora nelle arti plastiche) può venire adattata anche alla forma della sonata, dacché gli esperimenti fatti con delle sonate classiche hanno confermato la giustezza di questa teoria. Una stessa cifra può servire di base alle proporzioni d'un edifizio e d'una composizione: in quello si riferisce a spazio, in questa a tempo. Questa parentela si conferma anche nei più minuti dettagli, nella costruzione del motivo, del periodo, degli ornamenti ecc., ed i paralleli si possono tracciare senza fine.» [9 luglio 1885, BII, pp. 519-520]