1871

Nella primavera del 1871, sia per incompatibilità di carattere, sia per ragioni familiari e finanziarie, sia infine per il desiderio, da parte del marito, di maggiore libertà, i due genitori decidono di separarsi.

«L’incertezza di questa vita (incertezza che per lui durò da ora in avanti immutabile) e l’istinto allora ancor buono di risparmiar a mia madre gli incomodi che quella esistenza avventuriera recava in sé, lo indussero a separarsi dalla moglie.» [«Due frammenti...», BII, p. 162]

Anna può così tornare a Trieste presso il padre (che non tollerava la presenza del genero) e continua a seguire il figlio nello studio della musica che è divenuta la sua occupazione principale.

«A quell'epoca mio nonno settantenne viveva nel suo vasto appartamento [...] in concubinato con una serva Matilde. Questa pessima donna tiranneggiava la casa e seppe frapporsi tra mia madre ed il nonno in modo che questa moltissimo ne sofferse. [...] Di mio nonno ebbi una falsa idea fino al momento che cominciai a formarmi i miei propri giudizi. L'impressione di quell'epoca e le continue maldicerie di mio padre sul suo conto, avevano affatto svisato in me il vero concetto d'un uomo, che doveva essere contemplato e giudicato da tutt'un altro punto di vista. Egli fu di fermissimo carattere, fino alla testardaggine, onestissimo, coscienzioso e dotato di molti talenti. Abbandonato dal suo proprio padre all'età di soli 13 anni, e collocato come mozzo su un bastimento del Levante, mio nonno dovette tutto a sé solo ed alla sua natura energica e diritta. Riuscì a conquistare un'onoratissima posizione a Trieste, dove approdò in età matura, a sposare una signorina di eccellente famiglia, ed a mantenersi nella riputazione acquistata, senza una macchia, fino all'età di quasi 93 anni, quando serenissimamente, senza malattia né sofferenza, si spense.» [IBI, pp. 162-163]
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