1879
Dal gennaio al marzo del 1879 la famiglia si sposta da Klagenfurt a Bolzano, da Trieste a Trento, ad Arco, a Rovereto: ovunque Ferruccio riesce ad entusiasmare il pubblico. Ma la sua salute è sempre più precaria a causa degli strapazzi. Nonostante ciò, egli non tralascia lo studio della composizione, unica cosa, in fondo, che gli sta veramente a cuore. Scrive infatti a Otto von Kapff, il 29 marzo (ma probabilmente la corrispondenza è tenuta dalla madre):

«Sebbene fossi malato e lo sia ancora, ho lavorato parecchio per quel che riguarda la composizione. In Tirolo ho composto, tra altre cose, un'intera messa (6 lunghi movimenti) a 4 voci nello stile antico del XVI secolo [inedita, KiV 103]. Inoltre due grandi pezzi per 2 pianoforti ['Capriccio per 2 pianoforti', op. 36 - inedito - KiV 104], un a solo per clarinetto ['Solo dramatique', inedito, op. 13, KiV 101] e altri pezzi minori per pianoforte. [La sola opera che ci è rimasta di questo periodo è lo 'Scherzo per pianoforte' op. 17, KiV 106.] Ora sto mettendo in musica 'Des Sängers Fluch' di Uhland per voce solista e orchestra, ma non l'ho ancora finito.»

Si tratta della "Ballata per voce di contralto e pianoforte" op. 39, KiV 98. La versione orchestrale (inedita) sarà conclusa il 13 aprile 1879.
L'11 aprile scrive ancora a von Kampff:

«Ti prego di ringraziare la sig.na Polko [scrittrice e giornalista] per il profilo che si propone di scrivere su di me; sii così gentile di farle fretta per quanto possibile, perché la cosa può avere grande valore per me. Anche il più grande critico italiano (all'incirca come qui Hanslik [sic]) ha scritto un feuilleton abbastanza lungo su di me, che ti manderò non appena lo ricevo. Ti prego di dire alla sig.na Polko di non omettere certi dettagli, per es.: ho scritto circa 150 pezzi (tra buoni e cattivi), tra cui 4 quartetti per archi, 4 sonate per pianoforte, un Concerto [Concerto in re minore per pianoforte e quartetto d'archi, op. 17 (1878).], una messa, una partitura abbastanza lunga (70-80 pagine) [Des Sänger Fluch?]; inoltre composizioni sacre più o meno lunghe, cori e Lieder, pezzi per clarinetto e per violino e diversi pezzi singoli per pianoforte. Di tutti questi lavori circa 50-60 sono da considerare buoni e senza errori, e quindi pronti per la stampa.
Sono nato il 1º aprile 1866, ho quindi 13 anni, ho già suonato in presenza di personaggi altolocati, per es. alla Corte austriaca per l'Imperatore del Brasile, per la Regina di Hannover, per l'Arciduchessa Elisabetta; sono stato esaminato da diverse personalità artistiche e musicali, tra cui Liszt, Rubinstein, Brahms, Goldmark ecc. e sempre con grande successo; ho dato in tutto dai 50 ai 60 concerti (il primo a 7 anni): pochi, perché ho dedicato la maggior parte del mio tempo allo studio, e ho studiato da solo e senza insegnante gran parte dell'armonia e del contrappunto e mi ci sono esercitato. Non credere che ti racconti tutto ciò per vanità, ma solo per il desiderio che il profilo contenga una biografia completa!»

In realtà l'elenco non è preciso: a quell'epoca le composizioni erano all'incirca 100; solo due Quartetti sono conclusi (KiV 38 e 42]; sono solo tre le Sonate per pianoforte: in do maggiore, op. 7 (1877), in re maggiore, op. 8 (1877) e in mi maggiore, op. 9 (in due movimenti, sempre 1877).

«Fin dai primissimi anni dell'infanzia Busoni considerò la composizione il mezzo più alto dell'espressione musicale e artistica, e nello stesso tempo una conquista, una strada in continua ascesa. Possedeva innato, e non si stancò mai di coltivare con lo studio (soprattutto di Bach e Mozart), il senso della forma, dell'architettura e della costruzione musicale simmetrica e ben proporzionata: in una parola, classica.» [SABLICH, p. 21]

Il 23 novembre Ferruccio dirige un suo "Stabat Mater" per soli, coro e orchestra d’archi (KiV 119). Il lavoro non incontra eccessivo favore ma raggiunge ugualmente il suo scopo: attirare l’attenzione sul giovane musicista, e mettere in evidenza la necessità di dargli un aiuto. Si forma un Comitato per cercare aiuti a Ferruccio e lezioni di pianoforte per Anna. A Graz si trova anche il maestro: il Dr. Wilhem Mayer, un didatta d’alta qualità, noto nell’anagramma di W. A. Remy, il quale impartisce a Ferruccio lezioni di armonia, di contrappunto, di composizione. Compone il primo "Quartetto d'archi in do minore", op. 19, KiV 208.
Madre e figlio avevano affittato poche camere in un alberguccio alla periferia di Graz e spesso Ferruccio doveva lavorare a letto per vincere il freddo. Fortunatamente il Maestro gli dava continua ospitalità, la signora Mayer gli faceva da seconda madre, e la figlia Melanie, di poco meno giovane di lui, gli si era affezionata come sorella.
In quel periodo poté anche assistere, al Teatro di Graz, a rappresentazioni del "Fidelio" e del "Guglielmo Tell".

Un passo delle memorie di Wilhelm Kienzl, ['Meine Lebenswanderung - Erlebtes und Erschautes' (cfr. BI, p. 32)] serve a completare il ritratto di Busoni tredicenne:

«Il ragazzo aveva composto a quel tempo tempo già 130 lavori, la maggior parte in stile polifonico, ivi compreso un quartetto d'archi, sebbene non avesse avuto il privilegio di un insegnamento sistematico. Improvvisò anche in modo sbalorditivo su temi che gli diedi. Seduto al pianoforte mostrava la più profonda serietà ed era interamente assorto nel suo compito. Poi, ridivenuto ragazzo, saltava per la stanza e giocava con la palla. Inoltre Ferruccio parlava già allora correntemente tre lingue e aveva una grafia quasi da adulto, completamente sviluppata.».

Compone il Lied der Klage, für Alt mit Pianoforte Begleitung, op. 38, KiV 94; le Danze antiche per pianoforte op. 11, KiV126 e l' Album vocale. Vier Kompositionen für Gesang mit Pianoforte-begleitung, op. 30, KiV 114 (su testi del padre, di Michele Buono, di Lorenzo Stecchetti e di Boito).

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