1881
Alla fine del corso, nel marzo del 1881, ottenuto dal Maestro un lungo ed elaborato certificato, Ferruccio dà un concerto d’addio (organizzato dal suo Comitato protettore), in cui esegue il Concerto di Schumann, l'op. 111 di Beethoven e, di sua composizione, il Quartetto in do minore (op. 56), un Preludio e Fuga per pianoforte (op. 57), e il Salmo LXVII, su testo tedesco, per coro e orchestra.
Busoni lascia Graz nell’aprile del 1881. Nell’estate, mentre Ferdinando riprende il suo vagabondaggio come clarinettista, ritorna a Trieste con sua madre, dal nonno: qui lavora al pianoforte, compone sempre e disegna vedute architettoniche di Trieste. Scrive al padre il 29 maggio:

«Ho cominciato mio schizzo del 'Tuba mirum' [dell'incompiuto 'Requiem'] che credo che non adoprerò. Ma credo che in qualche giorno mi verrà una meglio [sic] idea. Ho guardato di nuovo il 'dies irae' che mi pare benissimo ed anche bene istrumentato. Ho anche ricominciato i studi di piano su un piano che però non mi va a genio (non mi consta), e aspetto con impazienza il nostro Schnabel [Michael, costruttore di pianoforti] che è assai migliore... Mi alzo presto per approfittare del fresco della mattina per uscire, dove disegno delle 'vedute' di Trieste. Oggi ho cominciato di copiare la Chiesa dei [sic] Schiavoni che è un bellissimo edificio in stile mauro (morescho) e forse anche uno dei più bei capi d'architettura di Trieste»

Dopo un concerto dato a Trieste in ottobre, i due Busoni si recano in Italia per un giro di concerti.
Compone i 24 Preludi per pianoforte, op. 37, KiV 181, dedicati a Luigi Cimoso e il Preludio e fuga in do maggiore, op. 36, KiV 180.
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