Cfr. GUERRINI, pp. 93 ss.: «Ma se la scolaresca, entusiasta com'è del Maestro, sopporta lietamente queste assenze, non così le tollera il Direttore, il quale già fin dall'inizio ha mal trangugiato le condizioni imposte dal Busoni. Un primo attrito è avvenuto fra i due, durante un consiglio dei Professori, sull'opportunità o meno di permettere l'auditorato nella Classe di Busoni (il quale è favorevole, mentre il Direttore è contrario); e disgraziatamente la maggioranza dei Professori si schiera a lato del collega. Nel febbraio dell'anno seguente [1908] Busoni, dovendo far fronte ad impegni concertistici preventivamente presi, fu costretto far sapere per lettera al Conservatorio che ancora una volta avrebbe ritardato le lezioni. E il Direttore colse l'occasione per comunicargli senz'altro che il Conservatorio riteneva scisso il contratto per inadempienza di clausole da una delle parti. La stampa si impossessa subito di questa comunicazione e la rende pubblica insieme alla notizia che il posto del Busoni verrà assunto da Godowsky, e ciò anche prima che il Maestro abbia avuto il tempo di ricevere la lettera ufficiale. La notizia è poi pubblicata l'indomani anche dai giornali di Berlino, che inviano un corrispondente dal Maestro per avere ragguagli. Busoni pubblica allora una lettera aperta, in cui chiarisce lo stato delle cose, insistendo specialmente sul fatto che non si trattava di scissione di contratto, in quanto l'assunzione alla Cattedra era stata fatta, per accordo bilaterale, "in prova per un anno"; e il fatto avvenne appunto allo scadere del termine prestabilito.

Intanto, in Conservatorio, altri episodi aggravavano la situazione. Il Direttore, approfittando dell'assenza di Busoni, si è permesso di interpellare gli allievi della Classe sulla partecipazione ad un Saggio pubblico. Una parte dei giovani ha accettato di suonare, senza nemmeno un nulla osta del Maestro, mentre l'altra parte è insorta a difesa. Si forma una coalizione a cui, infine, aderiscono tutti gli allievi in massa, e che pone un ultimatum alla Direzione del Conservatorio: o il Maestro viene richiamato o l'intera Classe si recherà a Berlino a completare gli studi presso Busoni. Si tratta di una scolaresca un po' eccezionale, (per la maggior parte sono pianisti già diplomati e di belle speranze), e costituita di giovani venuti a Vienna da diverse Nazioni e da vari Continenti, per studiare con Busoni e non con altri. Trattative laboriose. Proposte e controproposte. Ma la Direzione non cede, e allora il Maestro, per non danneggiare gli allievi e non obbligarli a spese per cambiamento di residenza, continua il corso a Vienna, nell'abitazione di una nipote della baronessa Todesco, la quale ha continuate le tradizioni di amicizia della zia verso il Maestro. Così il corso è portato alla sua conclusione. E fu questo l'ultimo tentativo didattico di Busoni. [...] Comunque, anche in questo caso, l'esperienza viennese non fu vana, e più che a lui fu vantaggiosa agli alunni suoi, alcuni dei quali, come Louis Closson, Leo Sirota e Teodoro Gruenberg, raggiunsero poi una bella notorietà. Quella che non ci guadagnò affatto, nella opinione del Maestro, fu la città di Vienna, la cui aria gli sembrò ancor più irrespirabile: 'Oh questa città! Se non sapessi che Beethoven vi ha scritto capolavori, penserei che qui non si può far nulla ! Ma forse gli elementi che compongono l'aria di Vienna si sono logorati o diluiti, a giudicare dalla scala discendente di BEETHOVEN, Brahms, Ugo Wolf'.»