Deluso dall'esperienza didattica in Russia, decide di accettare un posto di insegnante a Boston, procuratogli dalla Casa Steinway.

Cfr. GUERRINI, p. 64: «In agosto s'imbarca insieme alla moglie, sperando ancora una volta di risolvere finalmente il problema dell'esistenza. Ma anche Boston in breve lo disillude. La vita musicale non vi è superiore a quella di Helsinki e l'organizzazione del Conservatorio si rivela anche più meschina. In Finlandia almeno, un Direttore comprensivo gli aveva dato mano libera. Qui invece gran parata di mezzi, a celare un fondo di vacuità completa. Secondo l'uso americano, gli alunni venivano ammessi al Conservatorio anche se totalmente sprovvisti di talento musicale. Quel che importava al Consiglio di Amministrazione era di aver molti alunni che pagassero delle buone tasse. [...] Busoni vi resiste un anno, poi rassegna le dimissioni. Ora è di nuovo in strada, in un paese che non conosce. Di più ha sulle spalle un figlio, natogli a Boston: Benvenuto. Non resta che tentare la via di New York, dove le possibilità per un virtuoso saranno forse maggiori.»

Cfr. anche DENT, pp. 91 ss. ma soprattutto ROBERGE, Ferruccio Busoni in the United States, in «American Music: A Quarterly Journal...», autunno 1995, pp. 297 ss.