FERRUCCIO BUSONI

SUL «RONDÒ ARLECCHINESCO»

CFR. SABLICH
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In veste di toppe variopinte
un corpo guizzante
uno spirito capriccioso e saggio.
«La» [In tedesco «A», iniziale di «Arlecchino»] è la nota fondamentale, continuamente riaffermata. Il linguaggio di Arlecchino è versatile. Ora afferma sfrontato i suoi principi con la tromba; ora si ride del mondo con la voce dell'ottavino; minaccia coi bassi, languisce coi violoncelli, cerca spazio con sveltezza violinistica.
I tre pensieri del motto sono dunque da intendere in musica così:
«In veste di toppe variopinte»
riguarda la forma sciolta, per giustapposizioni;
«un corpo guizzante»
il tempo e il ritmo;
«uno spirito capriccioso e saggio»
il contenuto, nella misura in cui il capriccio e la saggezza del compositore lo permettono.
Più come immagine accompagnante che come programma, il compositore ha avuto presente alla fantasia questa sequenza di quadri:
1. Il ritratto del protagonista, due volte di profilo e una di faccia.
2. Lo stato contemplativo e quello amoroso di Arlecchino (donde nella partitura, di passaggio, il gesto della serenata).
3. La fuga, a cui dà occasione un colpo temerario, e grazie alla quale Arlecchino si salva dall'amoretto e dalla rissa.
4. Messo al sicuro dalla lontananza, Arlecchino fa ascoltare la sua voce a superiore derisione del mondo.