TERZO TEMPO
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5. Scena e aria

 




Cézanne: Arlecchino
COLOMBINA [entra in scena]
Capitano, perdonate...

ARLECCHINO [le volge le spalle. Con voce alterata]
Madama?

[fra sè]

Che tosto
il ciel mi fulmini
se questa non è
la voce di mia mogìie.

COLOMBINA
Capitano, una donna tradita proteggete.

ARLECCHINO [come sopra]
Madama, sarebbe vano. Proteggetevi voi stessa.

COLOMBINA
Ascoltate...

[Arlecchino si volge improvvisamentc. Colombina lo riconosce].

Ah, Sei ritornato,
avventuriero, infame,
ingrato e menzognero.
Camuffato sei?
Qual nuova trama ordisci?
Dove sei stato ancora?
I giorni, le notti
t'attendo in pianto.

[fra sè]

Sconvolta son certo.

[Estrae dalla borsetta lo specchietto e il piumino e ritocca in fretta la faccia].
ARLECCHINO
Sei ben graziosa

COLOMBINA
Taci!
Mi soppianti lì per lì
per qualunque femmina.
Ogni gonna fa per te.
Ma non basta ancora.
Tu fai continue beghe,
gabelli gente onesta, semini liti ognor,
combini mille guai.
Sì, traditore,
tu tradisci tutti
e più degli altri
tradisci me.

ARLECCHINO
Madama, la fedeltà è la frattura della gamba al primo passo, l'ingiustizia a danno di terzi, l'arco che scocca una sola freccia, la nave che si ancora in un solo porto, il sole che illumina un solo pianeta. Io non sono un suo amico e lo dimostro con le parole e coi fatti a chiunque, e alla luce del giorno. Per questo mi sento con la coscienza a posto e dormo il mio sonno innocente come un bambino. Dormiste bene, Madama?

COLOMBINA
Parlare odioso il tuo!

ARLECCHINO
Fiorito eloquio,
è una dote
che purtroppo mi manca.

COLOMBINA [mutando sapientemente di tono]:
el tuo ingegllo sottile,
la tua prestanza e intelligenza,
l'aspetto tuo virile
dalle donne invidiata sono.
Le sciocche!
A che ti servono?
O mio Arlecchino caro,
lo sai,
di tutto core t'amero,
se resti a me fedele.

[Arlecchino da segni d'impazienza]

Io ballo, suono il tamburello e canto,
so prepararti i piatti piu squisiti,

[gli si stringe contro]

ti so curar, ed assestar la casa...
Arlecchino! Arlecchino!
ARLECCHINO [fra sè]:
Una disputa franca fra uomini, sta bene, ma queste moine m'attediano.

[dissimulando, a voce alta]

Mia Colombina, vedi tu quella stella? Fissala belle, fissala a lungo. Anche se fosse una cometa funesta, non saprei salvarmi più in fretta di così.

[Mentre Colombina fissa il cielo, Arlecchino scappa]

COLOMBINA
Sì, Arlecchino

[Si volge e rimane di stucco]

È scappato. Gli uomini... che vigliacchi! Certo in questa casa egli voleva carpire qualche colombella, il ladro. Altrimenti, che se ne stava a far davanti all'uscio? Voglio sapere...

[Bussa prima a colpi misurati, poi con violenza. Nessuno le risponde. Da una strada nascosta giunge intanto ulla svenevole voce di tenore e un suon di liuto. Colombina è rimasta dapprima indifferente, ma poi si fa attenta e arretra un poco, per uscire al momento buono nell'atteggiamento di chi sí senta sopraffatto dalla commmozione].
 

6. Scena a due e poi a tre

 

a] Romanza

VOCE [interna]:

Con il liuto, con la spada
va solingo il trovatore.
Gli rischiara la sua strada
il sorriso dell'amore.
Franco cuor, baldi pensieri
son le doti del cantor;
il doman somiglia al ieri
se fedel ei segue amor.

[Alle ultillle parole il cavaliere Leandro entra in scena spavaldo e va verso Colombilla. Non molto snello, nè giovane, con berretto piumato, lo spadino e il liuto, egli rappresenta il tipo del tenore d'opera di vecchio stampo].

LEANDRO
O Colombina,
per te dischiusi l'aurato forziere
dei miei sogni innamorati,
e per te il fonte artesiano del mio cuore
sprizza al cielo
e stilla poi dolcezza sulle aiole
del tuo florido giardino.

[prende un accordo]

O Colombina.

COLOMBINA
Vi buclate d'un infelice?

LEANDRO
Io? Burlarmi?
COLOMBINA
Me triste! Son tradita!

LEANDRO

Oh; tradita?
Ah, ah, ah, ah!
Quel traditore
dovrà saggiar
della mia lama l'implacabil punta.
Ei muoia!

COLOMBINA [ride]
Ah, ah, ah, ah!

LEANDRO [squaina la spada e intona melodrammaticamente]

Contro l'empio traditore
la vendetta compirò,
gioia mia, per il tuo amore
il malvagio ucciderò.

COLOMBINA
Guai a voi se l'oltraggiate,
l'amo e sempre l'amerò.
Sì, ci furono scenate,
ma la colpa è mia, lo so!

LEANDRO
Di quel sanglle traditore
la mia spada arrosserò.

[Sorridendo fa un inchilno al pubblico colla mano al cuore].

O Colombina,
già le labbra desiose
bruciar mi sento
d'un amoroso fuoco.
Io t'amo, sono ricco,
ti vo' protegger.
COLOMBINA [misurandolo con occhio esperto]
Ah, potessi ancor
creder a un uomo.

LEANDRO
Avrai le gemllle che portavano le mie ave,
sarai nobildama,
Donna Colombina!

COLOMBINA
Donna Colombina!

LEANDRO
Nell'antisala i servi,
e nelle scoderie i valletti
già pronti ad obbedir al vostro'cenno.

COLOMBINA
Ma dite proprio il vero?

LEANDRO
Lo giuro
sulla tomba d'un'ava
che morì assassinata! [inorridisce]

COLOMBINA [che e rimasta del tutto indifferente, fra sè]
Se così potessi indispettir Arlecchino.
LEANDRO
Parlate!

COLOMBINA
Qual fretta!

LEANDRO
Parlate!

COLOMBINA [gli dà la mano]:
E se trovaste poi che sono un po' incostante?

LEANDRO
Ah, mia gioia immensa!
Dunque voi consentite?
La mia speranza
s'inciela al fine.
Amor, squillin le note
del tuo trionfo.
Sospirate,
melodie dell'ebrezza profonda.
Venere in ciel serena...

COLOMBINA
Mio Dio, che bufla scena.

LEANDRO
Il suo fulgor c'invia...

COLOMBINA
Ma cio vi sembra proprio cli buon gusto?
LEANDRO
O sì, di gusto eletto e sopraffino.
Amor, fanciullo capriccioso,
ferisce sorridendo il cuor.

COLOMBINA [ride]:
Gaglioffa assai
diventa questa arietta...

LEANDRO
Ora vien la stretta
con il do finale.
Mai laudato a sufficienza
sei tu, Amore, dio immortale.
Fan due cuori d'una ardenza
un incendio celestial.

[spezza in chiusa la nota acuta]

COLOMBINA
Che vecchiume
qual scemenza. [ride]
Basta, non ne posso più.

[Arlecchini nel suo solito costaule sotto il mantello nero, sta da qualche tempo osservando con l'occhialino la coppia. Ora s'avanza arditamente].

ARLECCHINO
Madama, mi accorgo che vi state educando alla mia scuola. I progressi dell'allieva sono l'orgoglio del maestro. Mi congratulo con voi e con me.
LEANDRO
Chi osa portare la dissonanza
nell'amoroso accordo?

ARLECCHINO
Con te, mio nobile' musicofilo, mi sbrigo subito in due parole. Voi, madama, attendetemi in quella locanda dove mi permetterete d'accompagnarvi.

[Le offre il braccio e la conduce davanti all'oster ia. Colombilna entra e Arlecchino la lascia con un inchino].

[A Leandro]

Io sono il marito di quella... dama.
Fuori la spada!

LEANDRO
Siete un mio pari?

ARLECCHINO
Se rifìuti di batterti, ti batto io.

LEANDRO
Se non siete cavaliere, non dovrei.

ARLECCHINO
Potrei esser figlio d'un duca,
non si sa mai. In guardia
o t'infilo come un topo.
LEANDRO
Lo faccio per legittima difesa.

ARLECCHINO [indicando il liuto]:
La tua preziosa raganella
potrebbe venir danneggiata.
Levala.

[Leandro con nobile gesto getta il liuto lontano da sè].

ARLECCHINO
A noi!

[Al primo assalto Arlecchino fa cadere di mano la spada al cavaliere e lo colpisce. Il cavaliere cade come morto].

Arlecchino grida con forza:

Aiuto!

e fugge nella casa del sarto prima che sopraggiunga qualcuno].
 

QUARTO TEMPO