FERRUCCIO BUSONI

DELLE PROPORZIONI

Von den Proportionen. B.357, H.54.



Berlino, settembre. 1922

Tre sono quelle predominanti:

1. delle misure nel tempo,

2. dei confronti nella sonorità,

3. dei rapporti nella modulazione;

e tre le subordinate:

1. del movimento,

2. della successione degli intervalli,

3. dello stato d'animo.

Su ognuna si potrebbe scrivere un capitolo particolareggiato, e sul tutto un libro, con l'aiuto di esempi tolti ad opere esistenti, o costruiti ad hoc. - Il capitolo sulla successione degli intervalli porterebbe direttamente alla teoria della melodia, e delineare questa teoria è uno dei miei progetti. - Già nel 1915, nella seconda parte del Clavicembalo ben temperato [S'intende, nell'edizione a cura di Busoni, presso Breitkopf und Härtel, Lipsia, della quale riproduciamo più oltre la prefazione e la conclusione. Il passo citato si trova alla pag. 78 dell'ed. stessa, a commento della Fuga in mi maggiore.] ho scritto: «Un libro sulla costituzione della melodia manca nella letteratura teorica, e sarebbe apparizione preziosa; anche se non a creare nuovi bei motivi, certo servirebbe a «riconoscere» la bellezza di quelli esistenti e - forse - a evitare la nascita di configurazioni melodiche dimostrabilmente errate, come ne compaiono alle volte - dopo Beethoven - persino nelle opere dei compositori tedeschi più apprezzati.
- È ammissibile comunque che in futuro un calcolato disegno, sviluppato al massimo, soppianti nell'arte quell'istinto che va a poco a poco offuscandosi, e a creare opere di qualità altrettanto vitale quanto quelle dell'ispirazione. Nella composizione musicale del futuro (da qualunque forza motrice sia originata) dovrà dominare, sola e suprema, la «melodia», e un'«ultima» polifonia vi apparirà nella sua forma perfetta.
Affinché questo calcolato disegno «si sviluppi al massimo» è necessario penetrare le leggi delle proporzioni. Viste come leggi, e in seguito sentite come raggiunto equilibrio, e trattate liberamente, esse conferiranno all'organismo cui servono quella durevolezza che l'ispirazione da sola non garantisce.
Invenzione è uguale a talento,
il modo di sentite dipende dal carattere,
la tendenza è un contrassegno dell'epoca.
Soltanto la forma eleva l'invenzione) il modo di sentire e la tendenza al rango dell'opera d'arte. E della forma la proporzione costituisce una delle esigenze più inflessibili e sentite.
Spero di incontrare di nuovo il lettore, in un prossimo volume dedicato a tali questioni.