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a cura di Laureto Rodoni |
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TRIBUTO A GIUSEPPE SINOPOLI
1. Appunti su Il Cavaliere della rosa di Richard Strauss: "il buio nella luce". intendeva dirigere Il Cavaliere della rosa. Perché il valzer è il cerchio della morte. e la negazione degli affetti. "con grandi ali di velluto nero". della cultura innovativa europea. con cinquant'anni di anticipo.
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P. I. TCHAIKOVSKY - SINFONIA N. 5 GIUSEPPE SINOPOLI - PIANO CONCERTO RICHARD STRAUSS - ALSO SPRACH ZARATHUSTRA ROBERT SCHUMANN - SINFONIA N. 2 ANTON BRUCKNER - SINFONIA N. 5 P. I. TCHAIKOVSKY - ROMEO E GIULIETTA RICHARD STRAUSS - DIE FRAU OHNE SCHATTEN SYMPHONIC FANTASY |
Blog di Sandro Cappelletto di Gianguido Mussomeli di Luca Menichetti
Prefazione di Cesare De Michelis
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La riscoperta di 'Lou Salomé' Aus dem Archiv von literaturkritik.de |
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VENEZIA MUSICA Giuseppe Sinopoli di Oreste Bossini Intorno alla Lou Salome di Mario Messinis La vocazione europea di Giuseppe Sinopoli di Dino Villatico Lothar Zagrosek sul podio della Fenice a cura di Mirko Schipilliti Ripa di Meana: "Un’installazione di ricordi e fantasmi" a cura di Ilaria Pellanda Margherita Palli "Una scenografia reale" a cura di Leonardo Mello Un convegno su Sinopoli a cura di Sandro Cappelletto di Ilaria Pellanda |
Il lavoro di Ulrike Kienzle, Giuseppe Sinopoli. Komponist Dirigent Archäologe (Würzburg, Königshausen & Neumann), si articola in due volumi: nel primo (Lebenswege) vengono ricostruiti i percorsi esistenziali dell’artista, nel secondo (Porträts) vita e l’opera sono documentate attraverso una serie di fotografie.
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di Laureto Rodoni UN UMANISTA D'ANTICO STAMPO Sinopoli's career was marked
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IL MODERNO CLASSICO DI SINOPOLI
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Zemlinsky? Affascinante. Si lasciava trascinare dalle fantasmagorie di Tagore, dalle sue dolcezze estenuanti e dai suoi tramonti psicologici. Nella sua musica c'è uno spegnimento che non è delirio, tragedia, interruzione violenta, ma passaggio. Questa accoppiata Zemlinsky - Tagore tocca profondamente. Dà da pensare e da sentire. |
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Gestire l’eredità culturale di Giuseppe Sinopoli è difficile perché è un’eredità complessa, ma stimolante. Insieme con i miei figli abbiamo raccolto in pieno il messaggio di mio marito e cerchiamo di trasmetterlo attraverso questo Festival che rappresenta un punto di partenza per aprire nuove strade nel campo della cultura. Per mio marito un concerto non è un evento mondano di semplice intrattenimento, ma un’occasione di arricchimento spirituale e culturale. Lui diceva sempre che nella musica si colgono messaggi umani così come nell’archeologia si coglie la memoria storica dei popoli. |
I vari rami del sapere, secondo Giuseppe Sinopoli, non potevano essere separati. E questo è ciò che si sta cercando di fare con il Festival di Taormina, dove si respira un’atmosfera forse un po’ antica di interdisciplinarietà culturale. La tragedia di oggi è che si è molto settoriali. Un archeologo sa tutto sul reperto di cui si occupa, ma di quello ritrovato a 100 metri di distanza non sa dire niente. Giuseppe invece raccoglieva reperti diversi, cercando gli elementi culturali comuni tra i popoli cui appartenevano quei frammenti. Per questo è importante trasmettere il suo messaggio attraverso un Festival come questo, voluto e curato nel migliore dei modi da Ninni Panzera, segretario generale di Taormina Arte e da Sandro Cappelletto direttore artistico del Sinopoli Festival. (Silvia Cappellini Sinopoli)
Mio padre quando eravamo piccoli e ci stupivamo per certi fatti di cronaca, ce li spiegava attraverso il mito. Questa dimensione culturale fa ormai parte del mio bagaglio e l’ho riversata nel mio primo cortometraggio (Giovanni Sinopoli) L’amore per la musica è nato spontaneamente e l’eredità di mio padre sta nello scrupolo e nella meticolosità che metteva in tutto quello che faceva. Anche io cerco di fare musica con quello spirito di ricerca che per mio padre significava trovare il senso proprio delle cose. |
Seine Diskographie umfasst zahlreiche preisgekrönte Einspielungen wie Puccinis "Manon Lescaut", "Madame Butterfly" und "Tosca", Verdis "La Forza del Destino", Wagners "Tannhäuser" sowie Richard Strauss' "Salome" und "Elektra". Darüber hinaus entstanden hoch gelobte Einspielungen mit Orchestermusik, darunter Tschaikowskys "Symphonie Nr. 6", Mahlers "Symphonie Nr. 9" und die Schumann-Symphonien. Zu seinen jüngeren Veröffentlichungen zählen Aufnahmen mit Werken von Busoni, Liszt und Bruckner mit der Staatskapelle Dresden sowie Wagners "Fliegender Holländer" mit dem Chor und Orchester der Deutschen Oper Berlin. 1994 wurde Giuseppe Sinopoli für seine Verdienste um die Kultur und die Musik das Große Verdienstkreuz verliehen, die höchste Auszeichnung des Landes Italiens. | |
QUASI UNA LETTERA D'ADDIO... MESSAGGIO DI SINOPOLI AL PUBBLICO DI BERLINO
contenuto nel programma di sala della DEUTSCHE OPER ZU BERLIN: il maestro aveva accettato di tornare dopo dieci anni nella capitale tedesca per una rappresentazione dell'Aida in onore di Goetz Friedrich, il sovrintendente e regista improvvisamente scomparso nel dicembre scorso, al quale era legato da profonda amicizia. Ormai sembra un tempo indefinitamente lontano quel giorno di primavera di due anni fa, quando Götz venne a trovarmi a Roma. Non ci eravamo più visti da undici anni. Ciascuno aveva fatto un lungo tratto del cammino della vita da solo, sicuramente spesso ritornando col pensiero e con il cuore al tempo in cui sino a notte inoltrata si parlava di una regia di Wozzeck o di Ernst Bloch e del principio dell'Utopia o di quello, ormai così fragile, della speranza.
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Decidemmo per l'Aida; non pensammo affatto all'anno verdiano, ma forse il destino ci guidava verso quel momento sublime che chiude l'opera: «Oh terra addio, addio oh valle di pianti, sogno di gaudio che in dolor svanì». Eravamo felici di poter tornare a Berlino insieme, di respirare quella impalpabile tensione delle prove, dove si cerca di sperimentare quell'attimo in cui la musica, il teatro, diventano necessità, visione del mondo, massima espressione dionisiaca, nel senso nietzschiano, e nello stesso momento constatarne la «Vergänglichkeit» e il loro diventare memoria. Tutto ciò accadrà senza di lui, ma per lui. A Götz voglio dedicare quella spirale di sentimenti che mi avvolgerà quella sera nel teatro che ho amato e che mi ha amato, in cui ritorno perché Götz, prendendomi per mano, con affetto, mi ha chiesto non di dimenticare una parte della nostra vita, ma di ricordarne un'altra, più forte, più bella, più vera. Mentre Götz mi accompagna questa sera al podio mi sembrerà ripetermi con voce serena e suasiva quanto l'Edipo sofocleo disse alla gente di Colono, prima di abbandonare la scena: «... tu e questo paese... abbiate buona sorte, e nella prosperità ricordatevi di me, quando sarò morto, per sempre felici». |
IL PENSIERO MUSICALE SINOPOLI INTERPRETE PAROLE DI SILVIA CAPPELLINI SINOPOLI IN OCCASIONE DELL'INTITOLAZIONE DI UNA SALA AL MAESTRO SINOPOLI ALL'AUDITORIUM DI ROMA |
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LA TESTIMONIANZA
Ci sono molte cose strane in quello che è accaduto. Un mondo intero di presentimenti: da parte mia, da parte di Giuseppe. Parlava spesso della morte, negli ultimi tempi era quasi un'ossessione. Ne era atterrito, e anche per questo era divenuto uno studioso di egittologia. Quella degli egiziani, diceva, era stata la cultura che più aveva approfondito e preso sul serio il tema della morte. Esplorarla, per lui, era un modo di esorcizzare la paura.
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E aveva una tale fame di vita e di progetti! Diceva che 200 anni non gli sarebbero bastati. Mi pare talmente ingiusto che se ne sia andato tanto presto. Ho passato la notte nel suo studio: la sua bacchetta è poggiata sulla partitura di 'Der Rosenkavalier', che avrebbe dovuto dirigere a Torino, e su un tavolo è aperta la partitura di 'Turandot', che avrebbe fatto alla Scala. Giuseppe è così presente che la sua morte non mi sembra vera, non la focalizzo. Ho visto la sua mano, prima che chiudessero la bara: le dita stringevano ancora un'invisibile bacchetta. E negli orecchi ho sempre quel tonfo, l'ho sentito bene quand'è caduto sul podio. Un tonfo orribile, che mi martella come un supplizio e mi toglie il sonno. |
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PAOLO ISOTTA LA MUSICA DEL SILENZIO DINO VILLATICO CON LA SUA MUSICA INTERPRETAVA LA PSICHE UMANA ENZO SICILIANO LA BACCHETTA SPEZZATA ARMANDO TORNO INCANTAVA CON LA SUA MUSICA |
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Sinopoli e Wolfgang Wagner
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Sergio Sablich, che aveva condiviso con lui, tra il 1998 e il 1999, del Teatro dell’Opera di Roma ricorda Giuseppe Sinopoli La brama, la tremenda brama parsifaliana. Questo avrebbe comunque ucciso un giorno Giuseppe Sinopoli. Con lui ho condiviso fraternamente l’esperienza più amara della mia vita, e forse anche della sua, poco avvezza alle sconfitte: il fallimento all’Opera di Roma. Die Wunde, la ferita, la chiamavamo scherzosamente tra noi. Anche se si credeva Parsifal, portava insanabile in sé la piaga di Amfortas: una visione radicale dell’esistenza, senza compromessi, senza condizioni, senza pietà per gli altri, ancor meno per se stesso. Era un impuro folle, ma tutt’altro che inconsapevole di sé, per intelligenza e cultura. Personaggio difficile, ispido, contraddittorio, curioso e a volte pauroso miscuglio di acribia razionale e di violenza istintiva, di energia positiva e di distruttiva negatività, Sinopoli si distingueva non soltanto per la sua statura intellettuale ma anche per la sua capacità di vedere in ogni cosa un simbolo, in ogni compito, anche il più insignificante, una meta superiore. Questa intransigenza, questa determinazione, questo affrontare sempre le cose come se si trattasse di una questione di vita o di morte, costituivano il suo fascino e la sua scomodità, la
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E ciò spiega perché da alcuni fosse amato, da altri detestato. Quando dirigeva, sembrava voler cercare oltre le note, per cogliere un’essenza fatta di associazioni remote, stratificate nel tempo e nello spazio, tendenti idealmente a ricostituire una totalità scomparsa: in questo, anche come compositore, aveva veramente lo spirito dell’archeologo, del ricercatore, dell’analista. Si capisce che elettivamente fosse a suo agio nelle albe e nei crepuscoli, e che inconsciamente rimpiangesse la luce piena del giorno. Elaborare la perdita era il suo motto preferito. La città del sole il suo miraggio. Nel suo strenuo impegno, nella disciplina mostruosa, nel suo fanatismo contagioso verso l’assoluto si metteva continuamente in gioco, fingeva cinismo e disprezzo, ma sapeva che in fondo ogni pienezza, se esiste, è vanità e affanno. E se, come dice il Poeta, la vita è solo un’illusione, che cosa di più può essere la morte? |
STEPHANE HAICK |
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Every once in a while Opera Chic thinks about a story she heard about the late Giuseppe Sinopoli: how once he met a fan just before the show started, and the fan was a carpenter who had made a baton as a gift for the maestro. Sinopoli, deeply touched, took the baton in his hand and said: "This is the baton I will use to conduct tonight, then". And thanked the music-loving carpenter profusely. This grace, this warmth, are not the only reasons why he is missed so much, almost eight years after his passing (even if it's hard to think of a more civilized, polite conductor less into the whole divo thing than Sinopoli), but they are indeed part of what still makes Sinopoli's music so special -- because with all due respect no conductor, at least in modern times, has matched Sinopoli's brilliance and boundless intellectual curiosity -- Darmstadt-educated composer, musicologist, licensed medical doctor, amateur archaeologist who got himself a doctorate in it, criminal anthropologist... Such awesome intellectual firepower and Sinopoli's humanity made him -- despite some evident technical limitations, nobody here is defending his stick technique as the most flawless ever seen by an orchestra, but then if the merciless precision and clarity of the beat is all you need to be a great conductor, Toscanini has been the greatest conductor who'll ever live, period, and he obviously isn't -- one of the most interesting conductors Opera Chic has ever had the privilege to listen to. |
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