UN BREVE PROFILO DI
ERMANNO WOLF-FERRARI

REPERTORIO DI
MUSICA SINFONICA

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La componente germanica della prima formazione di Wolf-Ferrari (figlio del pittore bavarese August Wolf e della veneziana Emilia Ferrari) è documentata da un gruppo di pagine cameristiche (sonate per violino e pianoforte, trii, un quintetto per archi e pianoforte), nate nel solco della tradizione classico-romantica e risalenti all'ultimo decennio del sec. XIX. L'accostamento al genere sinfonico si realizza nel 1895 con una trasparente Serenata per archi, che resta l'unico lavoro orchestrale prima che in Wolf-Ferrari si manifesti una precoce predilezione per la musica unita alla parola, nel teatro come nell'oratorio o nella cantata drammatica; è il caso, per esempio, de La vita nuova per baritono, coro e orchestra (1903) ispirata al testo dantesco.
L'attività di Wolf-Ferrari operista si svolse per oltre un trentennio e fu contrassegnata dal felice incontro con il teatro di Goldoni, del quale il compositore pose in musica alcuni dei testi più noti: da Le donne curiose (1903) a I quatro rusteghi (1906), forse il suo capolavoro; dal Ventaglio, elaborato con il titolo Gli amanti sposi (1925), a La vedova scatra (1931) e a Il campiello (1936). Si tratta di una ripresa, lieve e sorridente, dell'assunzione del Settecento a emblema ideale di equilibrio formale, di compostezza e intelligibilità. Così, mentre il canto può dipanarsi secondo modelli di esemplare eleganza e proprietà (non immemori della lezione di Falstaff, alieni dalla passionalità e dall'enfasi tipiche del melodramma verista in voga nei primi decenni del Novecento, l'orchestra si mantiene fedele a una discorsività briosa, arricchita da piccoli tocchi di garbata ironia, che colorano la vicenda senza mai travalicare i limiti della commedia brillante e un poco disimpegnata.
Sono frequenti le partiture operistiche di Wolf-Ferrari con squarci sinfonici che hanno continuato a vivere nelle sale da concerto, indipendentemente dall'opera stessa: come è il caso delle Donne curiose, del Segreto di Susanna (1909) e della Donna boba (1937), che presentano brillanti ouvertures; o come quello singolare de I gioielli della Madonna (1911), dove, come in Sly, Wolf-Ferrari si lascia tentare dal dramma verista a forti tinte, ambientato nel mondo della malavita napoletana, una prova poco felice, in cui tuttavia si segnalano per invenzione melodica (con recupero di stilemi popolari) alcuni brani sinfonici, quali il lirico Intermezzo del secondo atto, quello del terzo, e la Danza dei camonisti.
Negli ultimi anni, pur non abbandonando la scena lirica, Wolf-Ferrari si rivolse al repertorio sinfonico: in questo il musicista - quasi che le rivoluzioni del linguaggio musicale novecentesco, soprattutto della Scuola di Vienna, non l'avessero sfiorato - conferma le sue qualità di strumentatore elegante, il suo senso della forma e delle proporzioni, e un dettato melodico chiaro e spontaneo. Dopo La vedova scaltra videro la luce varie partiture, quasi sempre destinate a piccoli organici: particolarmente felici l'Idillio concertino per oboe, due corni e archi (1932), nel quale l'oboe è recuperato nella sua tipica caratterizzazione di strumento pastorale, e la Suite-concertino per fagotto, due corni e archi, dello stesso anno. Dopo Il campiello, estremo incontro con il mondo goldoniano, Wolf-Ferrari scrisse una Suite veneziana e un Trittico per orchestra (1936); all'anno seguente risale il Divertimento in re, mentre nel periodo bellico nascono Arabeschi (1940), il Concerto per violino e il Concerto per violoncello (1944). Gli ultimi lavori sinfonici sono Invocazione, del 1945, e il trasparente Piccolo concerto per corno inglese, due corni e archi, çomposto nel 1947, estremo, pacato omaggio al mondo e allo stile che avevano informato tutta la vita del musicista italo-tedesco.

BREVI BRANI SINFONICI


Il campiello, ritornello

Organico: 2 fl. (2 ott. ad lib.), 2 ob., 2 cl., 2 fg. / 4 cr. (III e IV ad lib.), 2 tb., 3 trb. (ad lib.) / tp. / archi. Durata: 3'. Su un accompagnamento pizzicato si dipana un cantabile d'impronta popolaresca, non dissimile da quello dell'Intermezzo dei Quatro rusteghi; il ritornello, scandito su un ritmo di danza, prosegue con brevissimi incisi dei legni, mentre gli archi si spingono verso l'acuto; poi, una sorta di parentesi: il movimento diviene più lento, l'intonazione del brano si fa più toccante, con gli interventi di alcuni strumenti solisti. La ripresa della melodia danzante è conclusa da un accordo finale in fortissimo, sul quale intervengono tutti gli strumenti dell'orchestra. Il campiello fu rappresentato la prima volta nel 1936 alla Scala di Milano, sotto la direzione di Gino Marinuzzi.


I quatro rusteghi, Intermezzo dell'atto secondo

Organico: 2 fl., 2 ob., 2 cl., 2 fg. / 3 cr. arpa / archi. Durata: 3'.

Sul pizzicato degli archi si distende un largo cantabile d'intonazione popolaresca, che dipinge la calma delle calli veneziane, mentre il vario rispondersi ed intrecciarsi degli strumentini soli evoca il chiacchiericcio delle comari. Nel finale la melodia assume contorni più toccanti; poi il tenue pizzicato si spegne in pianissimo, dietro le ultime riprese degli incisi dei fiati soli. I quatro rusteghi fu rappresentata la prima volta a Monaco, alla Hofoper, nel 1906, in lingua tedesca, sotto la direzione di Felix Josef Mottl.

Il segreto di Susanna, ouverture

Organico: ott., 2 fl., 2 ob., 2 cl., 2 fg. / 4 cr., 2 tb., 3 trb. / tp. / arpa / archi. ci Durata: 4'.

Un tema brillantissimo, svettante, enunciato da violini, flauti e ottavino all'unisono costituisce la sigla della sinfonia di questa leggera commedia, incentrata sul "segreto" di una signora della buona società, che è quello, innocuo, di fumate. Evidente l'ascendenza rossiniana, ma non sembra lontano neppure il tema di apertura della sinfonia de Le maschere di Mascagni; i caricaturali disegni dei legni annunciano il grottesco della vicenda, il rapido succedersi degli episodi; dopo varie riprese della sigla di apertura, nel finale riemergono - affidati a interventi dei soli - i principali temi della sinfonia, sopraffatti infine dal vitalistico pulsare del disegno ritmico. La prima rappresentazione dell'opera ebbe luogo nel 1909 all'Opera di Monaco, in fingua tedesca, sotto la direzione di F. J. Mottl.