Ferruccio Busoni

LETTERA APERTA
ALLA VOSSISCHE ZEITUNG

orig. in tedesco in Lettere...


New York, luglio 1915

Stimatissima redazione,
un contratto americano, sottoscritto ancora in tempo di pace, mi ha obbligato a lasciare la Germania in un momento in cui sembrava che molte mie speranze stessero per realizzarsi, ma in cui, allo stesso tempo, ragioni di importanza suprema indirizzavano gli interessi del paese verso un unico fine.
Questo grande slancio di una nazione da cui ho avuto e a cui ho dato tanto per più di 20 anni, ha suscitato e suscita tutta la rnia partecipazione e la mia simpatia.
Perciò niente mi avrebbe trattenuto dal rientrare in Germania se nuovi avvenimenti non lo avessero effettivamente impedito: se avvenimenti e ostacoli non sussistessero ancora oggi, non resterei più a lungo in un paese che non è il paese di mia scelta, e non trascorrerei gli anni della mia vigorosa maturità da spettatore non partecipe, lontano da dove una profusione di stimoli promette una nuova giovinezza.
Ho cercato - e per quanto riguarda me stesso vi sono riuscito - di rimanere un artista indipendente, dedito ai miei compiti più specifici, pensando che la missione che mi spettava fosse quella di dedicarmi a un serio lavoro di pace e nella convinzione che, tra tutte le arti, la musica sia quella che ha meno a che fare con gli affari terreni.
Vengo a sapere da voci e da informazionì di amici che, ciò nondimeno, si è riusciti a spingermi nell'area delle questioni politiche. E mi è ben chiaro che, a causa della mia nazionalità, la mia posizione sia commentata più aspramente. Me ne rammarico veramente e capisco d'altronde che - in questi tempi - si esige una chiara presa di posizione.
Se è vostro desiderio avere una conferma di ciò che dovrebbe esservi noto da tempo, dichiaro di buon grado e apertamente che ho una grande ammirazione per la cultura tedesca, e che l'atteggiamento del vostro popolo suscita del pari la mia piena ammirazione.
Il vostro retto senso dell'onore non mi approverebbe certo se, a causa di tale riconoscimento delle virtù tedesche, io rinnegassi la mia origine; il fatto che rimango uomo e artista, e che sono ben incline e capace di riconoscere e stimare uomini e artisti dovunque mi pare di scorgerli, può soltanto accrescere il significato della mia stima per la Germania e dimostrare più che mai la sincerità delle mie parole.
Con questa convinzione vi mando i più cordiali saluti.

Vostro
Ferruccio Busonì


[Questa lettera fu pubblicata sulla «Vossische Zeitung» il 20 agosto 1915.]