MASSIMO CACCIARI SI ESPRIME SUL SIMBOLO EL CROCIFISSO - 22.10.2009

“Non si può capire l'arte occidentale senza partire dalla lettura teologica del segno della croce”: lo ha affermato il filosofo Massimo Cacciari intervenendo al convegno internazionale “Crossing worlds. La Croce e il mondo” in corso a Venezia. “La croce – ha spiegato Cacciari – è un segno diffuso in tutte le culture per indicare la connessione tra la dimensione verticale della trascendenza e quella orizzontale dell'essere”. Questo segno di “armonia universale” subisce con il cristianesimo “una violenta trasformazione”. Al centro della croce appare “il Crocifisso, l'uomo in carne e ossa che subisce il supplizio più infame” ma che tuttavia “non è derelitto” ma segno della relazione con Dio “perché mi hai abbandonato, 'tu'?” e con gli uomini “i due ladroni, gli opposti della risposta umana”. Come rappresentare tutto ciò? Secondo Cacciari “l'arte occidentale nasce dall'Incarnazione. La sua sfida e ciò che la mantiene viva – ne sia o meno consapevole – è misurarsi con il tentativo di mettere nella rappresentazione tutti i diversi timbri presenti nella crocifissione”. Nella croce “bisogna mostrare il paradosso “del grido dell'abbandonato e della massima prossimità”. Questo è il compito “della filosofia, della teologia e dell'arte, ma – ha concluso Cacciari – gli artisti hanno il mestiere più difficile”.