PAOLO MAURIZI


VITA E OPERE DI
LIFE AND WORKS BY
LEBEN UND WERKE VON
LA VIE ET LES OEUVRES DE

FRANZ JOSEPH HAYDN



© PAOLO MAURIZI














LA VITA

GALLERIA DI IMMAGINI - 1

Franz Joseph Haydn nacque a Rohrau, villaggio della Bassa Austria, il 31 marzo 1732.
Oltre all’attività, dalla tradizione agricola e artigiana di famiglia il padre Mathias aveva ereditato anche un'etica del lavoro svolto con precisione e uno stile di vita ligio alle buone regole, che il figlio recepì sin dall'infanzia e poi tradusse nel proverbiale regime della sua condotta. Su analoghi valori stava intanto costruendo una propria dignità di classe la piccola borghesia del contado, delle arti e dei mestieri, ceto relativamente privilegiato in un'Austria depressa come le altre terre asburgiche tanto da vincoli alle libertà di commercio e impresa quanto dalla divisione fra servi della gleba e aristocrazia fondiaria, che amministrava giustizia e finanze del feudo, comandava l'esercito e influenzava politicamente la corte, affiancata da un clero ricco di terre, dei benefici della manomorta e delle cospicue donazioni per gli ordini mendicanti.
Di fronte ad un'Europa occidentale trasformata dallo sviluppo economico al punto di spingere molti nobili verso l'industria e il profitto, la parte orientale del continente soffriva dunque di una generale arretratezza; durante il primo 700', l'aristocrazia austriaca fu tuttavia più abile di quella boema e ungherese nel gestire le proprie ricchezze: merito anche dei conti Harrach, signori della zona di Rohrau, che offrivano spesso lavoro e incarichi amministrativi al padre di Haydn.
Le varie occupazioni non impedivano a Mathias di suonare l'arpa mentre la moglie cantava; accompagnandoli con spiccato senso del ritmo, il piccolo Franz manifestò ben presto un chiaro talento musicale ed ebbe modo di conoscere quel melos popolare che in seguito diverrà un tratto importante del suo stile. Nel 1737 Johann Mathias Franck, 'regens chori' alla chiesa di S. Giacomo di Hainburg, si offrì di provvedere all'educazione artistica del fanciullo e ad un'istruzione che gli avrebbe permesso di diventare prete. Con l'assenso della famiglia, più convinta forse da quest'ultima possibilità, si chiuse dunque una fase davvero serena e felice dell’infanzia di Haydn; ma i due anni di apprendistato ad Haimburg furono altrettanto significativi per la sua formazione: assorbito nel clima religioso e devozionale del tempo, si familiarizzò con lo spirito e le forme della musica sacra grazie all'ampio repertorio manoscritto di cui disponeva Franck, mentre lo colpiva la pompa sonora e visiva che in certi casi assumeva il culto, specie in occasione del Giubileo universale della Chiesa e delle trionfali celebrazioni per la pace con la Francia nel 1739.
In quello stesso anno si ebbe comunque la prima svolta fondamentale della sua nascente carriera di musicista con la visita di Georg Reutter, compositore di corte a Vienna e maestro di cappella a S. Stefano, che notò il bel timbro e la buona impostazione di Franz e decise quindi di reclutarlo combinando una rapida partenza per la capitale.





 

 

 

 





 


LA CASA NATALE DI F. J. HAYDN

 

La Vienna che accolse Haydn nel 1740 mostrava un fastoso volto barocco. All’ombra di palazzi riccamente decorati echeggianti di musica, la Colonna della Peste illustrava le radici teologiche del regno austro-boemo-ungherese destinato a vincere con la preghiera e la fede i mali della storia: celebrazione di un trionfo cattolico che, dopo la sconfitta dei protestanti, seguì alla riconquista militare dell'est contro i turchi e alla massima espansione territoriale degli Asburgo. La chiesa di S. Carlo simbolizzava gli antichi valori dell'impero universale, sogno vivo e tuttavia impossibile a causa dei nuovi equilibri di una più laica politica europea ma anche per il coma del Sacro Romano Impero, retto dal sovrano asburgico, e per l'amministrazione confusa dei suoi domini ereditari uniti solo dal collante dinastico; i pesanti costi pagati da Carlo VI al fine di consolidare quei domini tramite la Prammatica Sanzione avevano inoltre così indebolito il regno da provocare alla sua morte, proprio nel 1740, lo scoppio di una guerra di Successione in cui Francia, Baviera e Prussia misero a repentaglio la sopravvivenza dell'Austria. L’arrivo di Haydn a Vienna coincise tuttavia con l'alba di una nuova epoca dominata dalla figura di Maria Teresa, materna e rassicurante verso i sudditi quanto eroica e volitiva nel difendere pur con gravi perdite il suo trono.
La decadenza della Hofkapelle quale chiesa di corte, sostituita dal duomo di S. Stefano, accompagnava intanto il crepuscolo della grande stagione barocca di Schmelzer, Biber, Muffat, Caldara e Fux; autori come Tuma, Monn e lo stesso Reutter si stavano infatti aprendo alle novità dello stile 'galant'. Secondo compositore a palazzo, quest'ultimo trascurava l'educazione degli allievi e le musiche per il culto; Haydn ebbe quindi due misere lezioni di teoria e dovette imparare da solo i fondamenti dell'arte, scrivendo variazioni per i motetti che venivano eseguiti; ben conobbe però la musica sacra del tempo, essendo i cantori molto impegnati nelle feste, processioni, funerali, messe, vespri, e drammi in latino. Ma l'impiego di Reutter a corte prevedeva frequenti 'accademie' ovvero concerti cui Haydn, divenuto cantante solista, partecipava con gioia procurandosi cibo e denaro; si familiarizzò in tal modo con l'opera, la musica strumentale e con quella produzione tipicamente austriaca per gruppi di fiati costituita da minuetti, valzer e melodie tratte da canzoni popolari.
Haydn era un giovane particolarmente vivace, amava gli scherzi e soffriva l’austera disciplina; durante una delle consuete accademie, la stessa Maria Teresa lo redarguì per aver guidato i rumorosi compagni fra scale e ballatoi del castello di Schonbrunn. Questa effervescenza giovanile, assieme ad un orgoglio già spiccato, causò la brusca conclusione del suo servizio a S. Stefano; in seguito ad una muta di voce che gli aveva ormai precluso il ruolo di solista, dopo un diverbio con Reutter venne infatti espulso su due piedi dalla Cantoria nel novembre 1749. Haydn dimostrò allora notevole forza e chiarezza di idee, rifiutando la richiesta dei genitori di farsi prete e affermando invece di voler diventare musicista; dapprima ospite di Johann Spangler guadagnando qualche soldo come copista, prese quindi alloggio in una soffitta della Michaelerplatz. L'ambiente squallido, insalubre e le durissime difficoltà di lavoro gli fecero sfiorare la depressione; ma la sua tempra ottimista riuscì a superarla. Mentre insegnava il cembalo e suonava in piccoli complessi per sopravvivere, approfondì la teoria su testi di Kellner, Fux e iniziò a formare il suo stile seguendo gli autori contemporanei di maggior rilievo: Matthias Monn per il senso drammatico di certi passaggi sinfonici, Christoph Wagenseil per i contrasti, le soluzioni in modo minore e un cembalismo aggiornato all'ultimo grido del 'galant' italiano, C.P.E. Bach per il linguaggio appassionato, estroso e sperimentale conosciuto in alcune Sonate e negli esempi del suo 'Versuch' sull'arte della tastiera. Frequentando Metastasio incontrò Niccolò Porpora, dal quale ricevette lezioni di canto, italiano e composizione; divenne così accompagnatore delle sue allieve, mentre la sera andava per le strade eseguendo cassazioni e serenate con i propri colleghi. Quest'abitudine di musica all'aperto era l'eco popolare di una più vasta e articolata attività strumentale che aveva nel frattempo conquistato Vienna, dalle case private ai concerti quaresimali del Burgtheater, dove si potevano ascoltare compositori austriaci e boemi sia nei generi più classici che nel nuovo tipo di sinfonia concertante.
Grazie a una serenata eseguita per la moglie Haydn conobbe poi l'attore Kurz, rinomato interprete di quell'ulteriore versione popolare dell'arlecchinesco Hanswurst che era il personaggio di Bernardon; dal loro incontro nacque allora nel 1752 il Singspiel Der krumme Teufel. Mentre le riforme teresiane iniziavano a trasformare la società centralizzando lo stato, riordinando amministrazione e finanze, limitando l'autonomia degli Ordini privilegiati e incoraggiando la nascita di un primo capitalismo industriale, il grande successo di queste operine figlie della commedia dell'arte rifletteva significativi mutamenti anche in campo culturale: dopo la morte di Caldara la crisi del melodramma barocco venne infatti ricomposta da Metastasio, che seppe creare un genere adeguato ai tempi e alla nuova immagine del potere favorendo la collaborazione di Hasse e Bonno per lo stile napoletano vecchia maniera; ma nei teatri cittadini, già occupati dall'opera comica e da un pubblico borghese, accanto a Galuppi e Jommelli o autori locali come Gassmann e Wagenseil figuravano ingegni progressisti come Traetta e il giovane Gluck, impegnato in quella versione austriaca dell'opéra comique apprezzata dallo stesso Haydn che nacque in seguito alla promozione della cultura francese, voluta dal cancelliere Kaunitz per accompagnare l'amicizia fra Parigi e Vienna nell'ambito della cosiddetta politica di 'rovesciamento delle alleanze'.
La coalizione antiprussiana nata da questa politica portò nel 1756 allo scoppio della sanguinosa guerra dei Sette Anni, che coinvolse la vita e la coscienza dei popoli di un Sacro Romano Impero sempre più conteso fra la potenza asburgica e quella di Federico II. A differenza del precedente conflitto, Vienna sofferse in misura minore gli eventi bellici; Haydn poté quindi entrare nella cerchia degli Haugwitz come organista e partecipare in seguito ai concerti da camera del barone Furnenberg, che videro nascere nel 1757 i suoi primi Divertimenti per quartetto d'archi; da quell'anno al 1759 fu assunto come Kapellmeister dai conti Morzin, componendo le prime Sinfonie. Questo essenziale tirocinio favorì una maturazione stilistica, un'esperienza organizzativa e una consapevolezza dei gusti aristocratici che gli permise di rispondere alla chiamata del principe Paul Anton Esterhàzy, grazie al quale notoriamente la sua vita cambierà.
Nello stesso periodo, Haydn vide definirsi anche la sua vita sentimentale. Come per altri aspetti del carattere, già comunque limati dalla pratica di certi ambienti sociali, altrettanto vivace si stava dimostrando la sua sfera affettiva mossa da una forte carica di eros e passionalità. Nel 1756 conobbe Teresa Keller; cui dovette rinunciare essendo destinata al convento; i suoi interessi allora si spostarono sulla sorella Maria Anna con immediati progetti di matrimonio. Haydn confesserà nel 1781 le ragioni piuttosto deboli di questa decisione, sorta dal contrasto fra un impulso sessuale particolarmente sviluppato e la propria religiosità che gli impediva di sedurre le ragazze. Celebrate nel 1760, le nozze non apparvero quindi felici né tanto meno riuscite per mancanza di vero amore e stima reciproca, per la passione non ancora sopita verso Teresa e per i limiti culturali di Maria Anna che non comprendeva l'arte del marito; nel corso degli anni, Haydn imputerà quest'esito al carattere bigotto, iracondo e geloso della moglie, così come giustificherà con l'assenza di figli l'aver iniziato ben presto a frequentare altre fanciulle. I trent'anni di servizio presso gli Esterhàzy lo vedranno quindi cercare altrove una pienezza affettiva che a volte, cancellando quell'egoismo comunque manifestato nel matrimonio, saprà godere con autentico fuoco anche in tarda età.

A servizio dagli Esterhàzy (1760-1790). Nazione indipendente all'interno della monarchia asburgica, l'Ungheria era il paese socioeconomicamente più arcaico del mondo danubiano. Nel XVII secolo alcuni gruppi aristocratici avevano tentato di staccarla dall'Austria, ma la reazione imperiale prima e la cacciata dei Turchi poi ristabilirono un potere che stipulò coi nobili nuovi accordi, ricostruendo il paese e favorendo i magnati nell'accumulo di enormi ricchezze.

Cattolici sempre fedeli alla corona, particolari privilegi ottennero appunto gli Esterhàzy grazie alla ridistribuzione di terre dei protestanti boemi, al conferimento della carica di Palatino - sorta di reggente dell'imperatore - e infine a quella di principi del Sacro Romano Impero. Ebbe per primo questo titolo il barone Paul, fondatore del castello di Eisenstadt

ed anche, come autore dell’Harmonia coelestis, espressione illustre del tradizionale amore del casato per la musica. Principe regnante dal 1734, Paul Anton a sua volta raccolse numerose partiture grazie ai suoi viaggi diplomatici in Italia e Germania; si ritirò quindi nel castello di famiglia dove aveva fatto costruire un teatro, ingaggiò diversi musicisti per formare un'orchestra, e fu così che nel 1761 assunse anche Haydn come vice Kapellmeister alle dipendenze di Gregor Werner, che ricopriva la suprema carica dal 1728.
L'anno seguente, tuttavia, accadde un evento decisivo per il suo futuro: Paul Anton morì e a lui successe il fratello Nicolaus, eccentrica figura di nobile promotore tanto della più effimera quanto di una tra le più alte espressioni culturali del suo tempo, che consegneranno il suo casato alla grande storia del XVIII secolo. Se infatti la ricca e bizzarra dimora di Esterhàza nascerà e morirà con lui, la sua grande intelligenza musicale permetterà a Haydn di sfidare quella del pubblico aristocratico con brani complessi e rivoluzionari che determineranno gli sviluppi dello stile classico europeo, inaugurando forse prima di Mozart e Beethoven quell'immagine di compositore borghese che ottiene riconoscimento e autonomia con il valore della propria arte. I due contratti da lui stipulati testimoniano questa progressiva trasformazione da musicista di corte a libero professionista, maturata durante il suo lungo servizio: nel primo (1761) Haydn doveva mantenere un comportamento esemplare con orchestrali e cantanti, da trattarsi con indulgenza e onestà ma mai con amicizia; doveva quindi risolvere tutti i loro problemi e scrivere ogni musica richiesta dal principe, il quale ne avrebbe mantenuto la proprietà esclusiva non permettendo commissioni altrui; circa eventuali esecuzioni, doveva infine attendere ordini ogni mattina nell'anticamera del suo signore. Nel secondo (1779), oltre alla scomparsa di alcune clausole che oggi sembrerebbero umilianti, gli viene permessa la pubblicazione delle proprie opere e l'accoglienza di commissioni dall'esterno. Ma già da tempo Haydn era stato capace di annullare quei divieti senza bisogno di firme; lo dimostrano i vari contatti editoriali che prepararono l'importante e duratura collaborazione con Artaria, nonché gli incarichi per la cantata Applausus nel 1768 e nel 1771 per Il ritorno di Tobia. La sua nuova idea di musicista emerge anche dai rapporti con gli orchestrali: Haydn era certo piuttosto largo quanto a disciplina, ma otteneva comunque assoluta obbedienza in esecuzioni puntigliose grazie alla fiducia che si era saputo conquistare; nel 1765 si scontrò con Rahier, militaresco braccio destro di Nicolaus, protestando per l'arresto, la severa detenzione e il licenziamento del flautista Siegl, fino a scrivere al principe qualificando il comportamento del suo intendente come mero esercizio di potere. Episodi simili dimostrano dunque una solidarietà, rivelata poi dalla sua musica secondo ulteriori valenze: tanto la Sinfonia degli addii quanto altri brani che hanno quale soggetto l'orchestra medesima, illustrano infatti come Haydn estendesse a quel gruppo di virtuosi-esecutori la sua inedita coscienza di artista, ritenendolo una microsocietà portatrice di specifici valori e degna pertanto di adeguata considerazione.
Paradossalmente, tali espressioni d'avanguardia maturarono nel contesto che sembrerebbe il meno adatto alla loro realizzazione. Sin dal 1762, per sostituire Eisenstadt con una nuova residenza, il principe Nicolaus aveva iniziato a costruire nella zona isolata e malsana di Suttor un castello che avrebbe dovuto incarnare la superiorità dello spirito sulla materia; sorse così Esterhàza, aristocratico 'hortus conclusus' trasformato in universo estetico ed eloquente metafora di un'Ungheria separata nel tempo e nello spazio dal resto d'Europa, corroso perciò da un anacronismo che influirà sulla sua forma splendida quanto sul suo effimero destino. Terminati gli ultimi ritocchi nel 1784, il complesso decadde e si estinse infatti nel 1790 con la morte di chi lo creò. Molti viaggiatori descrissero il luogo: circondato da campagne i cui abitanti versavano in condizioni miserevoli, comprendeva riserve di caccia, un padiglione cinese, una casa del caffé, un tempio di Venere e uno della Fortuna, un roseto, uno zoo, un teatro d'opera e un altro per marionette; nel castello vero e proprio si potevano ammirare oggetti di ogni paese, una pinacoteca di valore e una numerosa collezione di orologi.

L'appellativo di 'Magnifico' il principe se l'era comunque guadagnato già nel 1763, a seguito dei festeggiamenti per il matrimonio di suo figlio con la contessa Erdody, che avevano previsto tre giorni di spettacolo a base di artiglieria, giocolieri, funamboli, balli mascherati, pranzi di gala e scorpacciate di salumi offerti al popolo, nonché l'immancabile appuntamento operistico comprendente un'opera buffa italiana e la ‘festa teatrale’ Acide composta da Haydn. L'amore di Nicolaus per simili feste durò fin quando la sua forte passione per la lirica, di genere comico in particolare, non dette vita ad una lunga serie di autentiche stagioni operistiche. Da quando era a servizio, Haydn aveva sino allora scritto per le scene in occasione di eventi particolari: Lo speziale (1768) per l'inaugurazione del teatro di Esterhàza, Le pescatrici per le nozze Lamburg-Poggi, L'infedeltà delusa per la visita di Maria Teresa (1773), durante la quale l'apertura del teatro di marionette vide la prima del suo Philemon und Baucis; dal 1776 dovette invece impegnarsi in una produzione continua, iniziata con Il mondo della luna e conclusa con l'Armida del 1783. L'attività in questo campo venne parimenti assorbita dalle mansioni di direttore del teatro che implicavano la stesura del cartellone, la scrittura dei cantanti, la messinscena e la stessa esecuzione. Il repertorio formatosi nel corso degli anni comprendeva autori fra i più rappresentativi dell'opera comica italiana, (Anfossi, Piccinni, Paisiello, Cimarosa), assieme a francesi come Grétry (Zémire et Azor, 1782) e ad alcuni capolavori viennesi, quali nel 1776 Orfeo ed Euridice di Gluck e nel 1790 probabilmente sia le Nozze di Figaro che l'Axur di Salieri; dal 1783, col Giulio Sabino di Sarti s'impose gradualmente anche il genere serio, proseguendo con Traetta, Zingarelli, Cimarosa ed altri minori. Sul giudizio circa il valore dell'operismo haydniano pesa comunque la perdita di numerosi titoli, per i diversi incendi che devastarono la sua casa di Eisenstadt e distrussero nel 1779 il teatro di Esterhàza, la cui ricostruzione fu appunto celebrata da Haydn con la FeuerSymphonie n.70.
Dedito alla composizione ed ai quotidiani impegni organizzativi, Haydn non svolgeva probabilmente una vita ricca di eventi personali. La sua corrispondenza nel periodo di Esterhàza è molto asettica e testimonia certo un carattere riservato; ma i suoi stessi destinatari non erano adatti a ricevere confidenze, svolgendo perlopiù compiti istituzionali, nè qualche visitatore avrebbe potuto raccoglierle non avendo con Haydn alcun legame di amicizia. Ciò non esclude che, senza lasciar tracce, varie forme di relazione con i residenti si siano comunque sviluppate; lo dimostrano i rapporti frequenti con diverse figure femminili, data la ben nota crisi matrimoniale di Haydn e la sua propensione verso il gentil sesso, peraltro calorosamente ricambiata. Tutt'altro che fuggevole, in seguito all'arrivo nel 1779 del violinista Antonio Polzelli, fu invece la storia con la sua giovane moglie Luigia: una passione intensa, bruciante, che divenne per Haydn autentico amore nell'ultimo decennio passato al servizio del principe Nicolaus, quando il suo lavoro godeva ormai di tale libertà da permettergli di trascorrere lunghi periodi a Vienna.
Il rientro di Haydn nella capitale coincise ancora una volta con un'epoca di profondi mutamenti. Nello stesso 1780 scompariva infatti con Maria Teresa un assolutismo protettivo e pragmatico, sostituito da quello del figlio Giuseppe II che nel decennio turbinoso del suo regno apparirà invece, a torto o a ragione, come un autarca che riforma senza compromessi gli istituti dei vari paesi dell'Impero e sovverte le tradizionali gerarchie sociali, cercando di unire organicamente le classi nel corpo laico di una nazione il cui bene collettivo, curato da una burocrazia centralizzata, diviene valore primario. Avendo concesso la libertà di stampa, Vienna fu invasa da innumerevoli pamphlet che criticavano qualsiasi cosa: costumi, preconcetti e la stessa figura del papa. La città mostrava dunque un volto dinamico e vivace, grazie anche ad intellettuali come Sonnenfels, eclettico riciclatore di svariati motivi illuministi e consigliere di Giuseppe II, le cui riforme abolirono la servitù della gleba, trasformarono i contadini in liberi proprietari, animarono industrie e commercio, cancellarono la pena di morte e liberalizzarono la didattica universitaria.
Altrettanto effervescente era la vita musicale. Oltre alle piccole società di concerti e alla fiorentissima attività domestica, erano presenti ben cinque orchestre; selezionando i migliori strumentisti fino a superare il centinaio di elementi, la più famosa veniva radunata dalla Tonkunstler Societat per eseguire oratori monumentali, proseguendo così un'illustre tradizione e commissionando molti fra i più grandi capolavori del genere scritti a quell'epoca. Nel repertorio strumentale, oltre ovviamente a Mozart, spiccavano i nomi di boemi e austriaci come Vanhal, Hoffmann, Albrechtsberger e soprattutto Dittersdorf, per i suoi schemi che avevano anticipato qualche aspetto di Haydn già negli anni 60' e per sinfonie di vivace coloratura pittorica come quelle ispirate alle Metamorfosi di Ovidio (1780); assieme al mozartiano Ratto dal Serraglio, specie con Doktor und Apoteker (1786) egli fu inoltre l'unico a sostenere concretamente il fallito tentativo giuseppino di creare tramite il 'Singspiel' un'opera comica nazionale svincolata dai modelli italiani e di germanizzare la cultura austriaca. Amante del contrappunto e della fuga, Giuseppe II stimava Dittersdorf anche per i suoi pareri; il compositore stesso riferisce infatti di un colloquio nel corso del quale l'imperatore giudicò negativamente Haydn per essere a volte troppo serio ed esagerato nella musica da camera mentre altre volte scriveva stupidaggini, concordando infine sul suo possedere una bellezza evidente al primo sguardo mentre Mozart richiederebbe più ascolti per essere compreso. Simili giudizi, sostenuti già negli anni 70' da un gusto che lo accusava di mischiare il serio al comico e ignorare le regole, impedirono il successo di Haydn a corte; ma la sua presenza pur saltuaria a Vienna fu invece bene accolta dal crescente numero di ammiratori fra l'alta borghesia e la piccola nobiltà; egli potè dunque introdursi agevolmente in circoli e ambienti nei quali si respirava l'aria della nuova cultura, cercando di colmare un vuoto prodotto dal lungo isolamento ad Esterhàza.
Sarebbe invece riduttivo limitare al bisogno di conoscenze e di carriera la sua iscrizione nel 1785 alla Massoneria, rifiorita in Austria durante gli anni 80’ grazie al legame fra le logge e la borghesia che, assieme all'aristocrazia liberale, sosteneva le riforme giuseppine. Illuminista muratore, il consigliere aulico Greiner indirizzò Haydn nella scelta di testi dei suoi primi lieder; ma, a differenza di Mozart, le tracce massoniche nella sua musica sono piuttosto labili e ipotetiche. Significativa appare comunque la scelta della loggia "La Vera Concordia", diretta da un Ignaz von Born legato agli Illuminati di Baviera che, rispetto alla corrente moderata del Sonnenfels, rappresentavano l'ala massonica più progressista; contro l'egemonia dei preti e la superstizione sosteneva infatti la tolleranza, lo sviluppo del commercio, una sana amministrazione dello stato e una scienza che indagasse la natura intesa come un Tutto dove misteriosamente si passa dalla materia all'immateriale, promuovendo infine un ritorno alle origini libere e eguali della razza umana riscoprendo l'autentica moralità che distingue il vero cristianesimo. L'orizzonte massonico era tuttavia segnato da profonde lacerazioni: quella fra Illuminati e teosofi occultisti avversari dei Lumi, e quella tra Sonnenfels e Born - nemico di ogni dispotismo - circa la posizione assunta dall'imperatore verso le logge. Convinto che il genere umano fosse immaturo per camminare con le proprie gambe e che quindi libertà ed emancipazione dovessero venir amministrate dall'alto, Giuseppe II decise infatti nel 1785 di appoggiarsi alla Massoneria ma di controllarla strettamente grazie ad una Gran Loggia centrale, all'eliminazione di ogni segretezza e all'affiliazione di numerosi funzionari del governo. Nonostante questo giro di vite, Haydn si iscrisse alla nuova loggia "Zur Wahreit"; ma se il suo cammino massonico si arrestò al primo grado iniziatico, la causa non fu un qualche disinteresse bensì il forzato ritorno ad Esterhàza per la stagione d'opera, mentre negli ulteriori soggiorni a Vienna giocò forse la preferenza data ai contatti personali rispetto al frequentare un'istituzione che i decreti dell'imperatore avevano nel frattempo mandato profondamente in crisi.
Decisivo nel convincerlo a diventare massone, Mozart conobbe Haydn nel 1783 e subito nacque una profonda amicizia. Sia per affetto che per riconoscenza dopo averlo lungamente studiato, Mozart gli dedicò i Quartetti k387/465; Haydn, dal canto suo, coglieva ogni occasione per esaltare l'opera del più giovane autore, avendone compresa tutta la grandezza e insieme la colpevole indifferenza del pubblico. Mozart agì dunque su di lui come l'abbagliante rivelazione di un nuovo mondo musicale, il cui apprezzamento indusse tuttavia una mente sempre lucida nei giudizi sugli altri e su di sé a sminuire il valore della propria produzione, fin quasi ad assumere un implicito atteggiamento di totale reverenza. Paradossalmente, l'equivoco che ancor oggi vizia la storiografia sul classicismo viennese penalizzando la figura di Haydn sembra nascere già da questa sua singolare posizione, troppe volte spiegata in seguito con la proverbiale modestia del compositore.
La fama di Haydn si era nel frattempo espansa in Germania, Francia, Spagna e l’Inghilterra aveva richiesto la sua presenza per la stagione concertistica 1782/83; ma il compositore declinò l’invito, forse anche a causa del principe Nicolaus che non voleva lasciarlo partire: sempre forti erano i legami di affetto e di riconoscenza con un padrone che, dal canto suo, sapeva opporre dinieghi con sensibile diplomazia. Si moltiplicavano comunque i rapporti con diversi editori stranieri, assieme ad importanti commissioni come quella della massonica Loge Olympique, per la quale tra il 1785/86 e il 1788/92 Haydn comporrà le Sinfonie Parigine; per l'impresario londinese Salomon,

 

 

anch’egli massone, scriverà la cantata Miseri noi e nel 1789 la Sinfonia "Oxford", dopo aver accettato nel 1786 da Cadice l’incarico de Le ultime sette parole del nostro Salvatore sulla croce per accompagnare con brani sinfonici la liturgia del Venerdì Santo. Tra il 1786 e il '90 comporrà infine graziosissimi Notturni e Concerti per lira organizzata, il singolare strumento preferito dal re Ferdinando IV che sperava in tal modo di convincere Haydn a trasferirsi a Napoli. In quest'abile attività manageriale emerge una dote precipua del suo carattere, molto attento a costruirsi una sicurezza economica sapendo individuare le collaborazioni e le occasioni giuste nonché le mosse appropriate da compiere per vendere le proprie opere; lungi dall'avarizia o dall'attaccamento al danaro di cui talvolta é stato accusato, in questo comportamento bisognerebbe dunque scorgere quella sagacia negli affari e quell'oculata praticità tipica del borghese austriaco che gli permise anzi di esprimere con maggior concretezza il suo altruismo. Lo testimonia il comportamento nel corso della lunga e appassionata relazione con la Polzelli, dalla quale probabilmente era nato il figlio Antonio: tanto verso di lui quanto verso il primogenito di lei Pietro, Haydn dimostrerà infatti paterna premura pensando sempre al loro avvenire ed aiutando per quanto gli era possibile la madre, anche quando il rapporto si era ormai andato esaurendo e aveva iniziato a prendere una piega piuttosto interessata. Restano d'altronde avvolte nel mistero le ragioni per le quali, nonostante la favorevole legislazione giuseppina, Haydn non abbia mai deciso di chiedere a sua moglie il divorzio.
Esteriormente, la sua vita sembrava dunque appagata e felice grazie al successo e numerose attività; ma in alcune lettere, specie all'amica pianista dilettante Maria Anna Genzinger cui dedicherà nel 1790 la splendida Sonata n.59, affiora un senso di profonda depressione causata soprattutto dall'esistenza ad Esterhàza ormai divenuta per lui un'insopportabile schiavitù e dalla nostalgia dell'ambiente più salubre, vivace e cortese di Vienna. Il problema tuttavia si risolse quando gli giunse la notizia della morte improvvisa del principe Nicolaus il 28 settembre 1790; il suo successore principe Anton, privo di sensibilità musicale, congedò l'orchestra, gli attori e la troupe dell'opera, aumentando di altri 400 la pensione di 1000 gulden annuali assegnata ad Haydn dal defunto fratello, con la clausola di mantenersi al servizio degli Esterhàzy per eventuali incarichi pur abitando a Vienna. Appresi questi fatti, Salomon si precipitò subito da Haydn e in brevissimo tempo trovò con lui l'accordo per un suo ingaggio a Londra. Con ogni probabilità le mutate condizioni storiche degli ultimi anni influirono su questa decisione: offesi da riforme imposte con la forza, i Paesi Bassi austriaci erano in rivolta mentre, rifiutando l'abolizione della servitù della gleba e di ogni potere locale, la nobiltà ungherese era scesa in campo contro Giuseppe II, coinvolto nel frattempo in una sciagurata guerra nei Balcani. Era dunque davvero tempo di partire, e così il 15 dicembre, dopo una commovente cena d'addio durante la quale salutò Mozart con le lagrime agli occhi, Haydn lasciò Vienna e il 1 gennaio 1791 attraversò la Manica.

Haydn in Inghilterra (1791 - 1795). Londra era una città musicalmente attivissima, grazie all'aumento del consumo lungo l'arco dell'intero '700 da parte di un ricco ceto borghese che aveva favorito la nascita di varie associazioni. Dopo la morte di Handel, Arne aveva mediato il passaggio dal barocco allo stile galante mentre l'affermazione del classicismo fu opera degli Abel Concerts, che dal 1765 conquistarono i londinesi con l'essenziale chiarezza e cantabilità del sinfonismo di J.Ch. Bach, capace negli anni '80 di aprirsi al linguaggio di Mozart e Haydn. L'arrivo di quest'ultimo, incrementando una già forte colonia tedesca nel 'melting pot' europeo che l'Inghilterra musicale aveva prodotto, fu dunque preparato non solo dalla conoscenza diretta delle sue opere ma anche dalla locale ricezione del suo stile, coincidendo inoltre col passaggio di consegne e di supremazia concertistica dai Bach-Abel ai Concerti Solomon.
Impressionato dalla maestosità dell'oceano durante la traversata, Haydn restò parimenti colpito dall'animazione di Londra in piena rivoluzione industriale, dal rumore dei mercati e, come ogni buon illuminista, ammirò anche le sue istituzioni democratiche. Oltre ad aver garantito libertà del singolo e di stampa, la separazione dei poteri e la sovranità del Parlamento, l'aristocrazia e l'alta borghesia britannica conservavano una rinomata tradizione nel proteggere lettere ed arti; non fu dunque difficile per Haydn entrare in società e farsi numerosi amici anche fra quella classe media che sentiva come la più vicina alla sua natura.

Accolto dalla notizia del suo arrivo su tutti i giornali, incontrò diverse persone già conosciute come il compositore boemo A. Gyrowetz, il pianista J.L. Dussek e Muzio Clementi. Tramite un ballo a corte il 18 gennaio 1791 per il compleanno della regina, fu introdotto nell'alta società e divenne talmente popolare da venir ospitato in diverse residenze di campagna durante i week end. Nel maggio assistette al monumentale festival handeliano di Westminster, entusiasmandosi per lo spirito religioso e la dimensione corale di una musica che influirà moltissimo su di lui. Nel luglio, grazie all'amico Charles Burney, ricevette dall'Università di Oxford il titolo onorario di dottore in musica che gli diede ulteriore accesso agli ambienti più importanti. La vita nella capitale si dimostrò subito frenetica, sia per gli impegni nei concerti che per la produzione compositiva: l'11 marzo 1791 iniziò infatti la stagione Solomon, dove Haydn per la prima volta si trovò davanti ad un pubblico numeroso ed eterogeneo in luogo della ristretta cerchia degli ascoltatori di Esterhàza, mentre nel 1792 giunse Ignace Pleyel, suo ex allievo e imitatore, chiamato dai dirigenti del Professional Concert per contrastarne il successo; accettando con bonomia la sfida, Haydn fu dunque costretto a lavorare molto di più componendo fra l'altro la Sinfonia n.94, il cui colpo di timpani avrebbe dovuto sorprendere la platea in modo ben più brillante degli effetti di Pleyel. Oltre alla produzione cameristica e strumentale, che culminò con gli ultimi Trii per pianoforte e le celebri Sinfonie Londinesi, Haydn ebbe modo di dedicarsi nuovamente all'opera. La musica teatrale prettamente inglese si esprimeva in drammi interamente cantati come Artaxerxes e Comus di Arne, pantomime accompagnate da orchestra con canzoni e ensembles e nella 'ballad opera', parlata ma con brevi canzoni popolari, il cui maggior successo fu The beggar's opera. Haydn si mosse invece sul versante italiano a lui familiare, componendo nel 1791 un'interessantissima Anima del filosofo dagli esiti purtroppo sfortunati giacché un decreto reale ne proibì subito la rappresentazione; da qui l'odierna difficoltà incontrata nel ricostruire la partitura, avendo Haydn l'abitudine di dare alle sue opere veste definitiva durante le prove, che appunto in questo caso non riuscì neanche ad iniziare.
In campo affettivo, centrale rimase il legame con la Polzelli; nelle lettere a lei indirizzate affiora però uno stato diffuso di malinconia del quale lo stesso Haydn non sa darsi risposta. Nel frattempo trovò comunque il modo d'innamorarsi a sessant'anni suonati con grande slanciò e passionalità di Rebecca Schroeter. Quando il principe Esterhàzy gli rifiutò il permesso di restare a Londra per un'altra stagione, scrivendo il 17 settembre 1791 all’amica viennese Frau Genzinger, palesò un acuto rammarico confessando di gustare ancor più la libertà ora che in Austria avrebbe dovuto tornare per non perdere il lavoro. In una successiva lettera, esprimendo incredulità e profondo turbamento per la morte di Mozart, affermò di non detestare Londra pur essendo sicuro di non poterci mai vivere: troppo forte era la nostalgia per la casa e gli amici, unita ad un'incipiente vecchiaia che non gli avrebbe permesso di mantenere a lungo certi ritmi di vita.
Nel luglio del 1792 Haydn tornò dunque in patria, passando per la Germania. A Bonn conobbe il giovane Beethoven e prese accordi con lui per dargli lezioni a Vienna; a Francoforte, dove si eleggeva Francesco II imperatore del Sacro Romano Impero, subì invece il rimprovero del principe Esterhàzy per l'eccessivo ritardo e per le forti somme che in sua assenza la necessità di musica lo aveva costretto a sborsare. L'Austria era nel frattempo nuovamente mutata: Leopoldo, fratello e successore di Giuseppe, era riuscito a risolvere i problemi esterni e interni del paese ripristinando gran parte dei privilegi aristocratici ma puntando sempre ad una monarchia rappresentativa che avrebbe potuto in seguito riattivare il processo di riforme sociali. La sua morte improvvisa l’1 marzo 1792 interruppe tuttavia questo percorso, mentre l'ancor viva coscienza politica di certa borghesia ebbe a sua volta uno choc davanti alla svolta reazionaria del suo successore, che si riconciliò con l'aristocrazia e la chiesa cattolica, censurò la stampa, epurò l'amministrazione e reintegrò la polizia segreta, mettendo sotto sorveglianza caffè e salotti privati. Era inoltre scoppiata la guerra con la Francia rivoluzionaria, che permise a Francesco II di rafforzare con un falso patriottismo la sua dittatura esteriormente paternalista e borghese. In questa atmosfera Haydn diede a Vienna qualche concerto, ma il clima bellico non sembrava propizio alla musica; nulla comunque giustificava la forte indifferenza con la quale venne accolto il suo ritorno, dal silenzio dei giornali a quello della corte, ignorando successi e onorificenze internazionali. Non avendo alcuna ragione di restare nella capitale, passò quindi gran parte del tempo ad Eisenstadt dove il principe Anton si era trasferito dopo la chiusura del castello di Esterhàza. Nel 1793 iniziò l'istruzione di Beethoven che, orientato sin dal 1787 a studiare con Mozart, non considerava il suo nuovo maestro un sostituto adeguato; Haydn sapeva dare buoni consigli ma - come osservò Anton Schindler - non aveva la stoffa del pedagogo, trascurando inoltre la tecnica e il contrappunto cui Beethoven teneva invece moltissimo. Il carattere orgoglioso, testardo e prevenuto dell'allievo contribuì d'altro canto a rendere la convivenza piuttosto difficile, come dimostra la discussione circa il suo Trio op.1 n.3: esaminandolo, Haydn ne apprezzò lo stile e i contenuti ma consigliò di raggiungere una certa notorietà prima di scrivere brani così audaci e sperimentali; non criticava dunque supposte infrazioni di regole ma raccomandava solo accortezza strategica, mentre Beethoven interpretò questo giudizio come un'espressione di gelosia nei suoi confronti, provocando uno screzio abbastanza profondo che lasciò lungamente il segno nei loro rapporti.
Il principe Esterhàzy, che non manifestava alcuna comprensione per la sua arte, si convinse finalmente a lasciare Haydn libero di tornare in Inghilterra nel gennaio 1794. Alle calorose accoglienze londinesi seguì subito il grande successo della Sinfonia n.100 "Militare", il cui movimento centrale esprime una piena coscienza dell'estrema gravità dell'ora evocando gli orrori della guerra di massa scoppiata tra la Francia rivoluzionaria e diversi stati europei; non a caso il 'Morning Chronicle' parlò di "sublime che incute terrore", usando quei canoni estetici definiti dal famoso Enquiry di Burke e dal pensiero del tardo '700 verso i quali lo stesso Haydn dimostrerà un significativo interesse. Con un'Inghilterra ormai coinvolta nella guerra e vigile al suo interno contro ogni manifestazione filofrancese, il melomane lord Abingdon tentò a sua volta di convincere Haydn a scrivere un oratorio sulla potenza navale britannica, basato sul poema di J. Selden Mare Clausum; ma di questo progetto restano solo alcuni pur suggestivi abbozzi iniziali. Nel frattempo, anche a causa delle ristrettezze economiche dovute allo sforzo bellico, Salomon aveva unito le proprie forze con quelle dell'Opera in una nuova stagione di ‘Opera Concerts’; per la grande orchestra gestita da Viotti Haydn scrisse le ultime tre sinfonie, culminando la propria attività londinese con l'invito a palazzo da parte dei reali inglesi e con un memorabile concerto il 4 maggio 1795.
La morte del principe Esterhàzy sembrò cancellare ogni residuo motivo per un suo ritorno in Austria, ma le intenzioni di riorganizzare l'orchestra da parte del successore Nicolaus II lo indussero nuovamente a riprendere il suo impiego. L'affetto e la riconoscenza verso la famiglia giocarono come al solito un ruolo importante in questa decisione; ma cominciava ormai a pesargli il ritmo frenetico degli impegni londinesi, mentre in parallelo stava prendendo corpo il progetto di una vita tranquilla dedicata a nuovi progetti artistici, frutto dell'enorme apertura spirituale maturata in Inghilterra. Haydn comprendeva inoltre che gli Esterhàzy lo avrebbero sempre assistito mentre a Londra, una volta a riposo e fuori dal ciclo produttivo, nessuno si sarebbe occupato di lui. Dopo aver ammesso che quello inglese fu comunque il periodo più felice della sua vita, il 15 agosto 1795 tornò definitivamente in patria.

Gli ultimi anni a Vienna (1796 - 1809). A differenza dei suoi predecessori, Nicolaus II amava vivere a Vienna; la dimora, con gli interventi del pittore Roesler e di Canova, testimoniava il suo gusto per le belle arti. Anche Haydn si stabilì nella sua casa viennese di Gumpfendorf, alloggiando ad Eisenstadt solo durante l'estate. Oltre alla ricostituzione dell'orchestra, suo unico incarico fino al 1802 fu quello di comporre ogni anno una Messa per l'onomastico della moglie del principe Maria Ermenegilda. Tale scarsezza di impegni ha purtroppo un motivo: Nicolaus II preferiva infatti la musica sacra più convenzionale e baroccheggiante dell'epoca, dimostrando incomprensione verso gli autori contemporanei; considerava quindi molto poco la musica di Haydn, che all'inizio ebbe con lui rapporti particolarmente tesi, vedendosi trattato come un lacché e respingendo con forza le indebite intromissioni del principe in varie questioni musicali.
Altrettanto difficile e contraddittorio continuava ad essere il rapporto con Beethoven. In lui Haydn scorgeva un creatore capace di sottomettere ogni regola alla propria volontà, esprimendo idee mai concepite grazie ad uno spirito composto da più anime, dissociate fra loro, in forza del quale belle immagini si legano sempre con stranezza a passaggi inquietanti. Per contro, come informa L.F. Drouet nel 1816 circa un colloquio avuto con altri su questo argomento, Haydn si considerava un carattere sempre gioviale che come in Shakespeare accoppia serietà e allegria: autoritratto corrispondente ad un'effettiva ricchezza di contenuti, la cui sostanziale unità profila uno spirito che ha espresso come nessun altro sul piano musicale il senso più autentico dell'anima settecentesca.
In questo periodo Haydn conduce una vita quanto mai regolare, disponendo con kantiana precisione le sue varie attività durante le ore del giorno: compone, legge, segue allievi come Kalkbrenner e Reicha. Gli ambienti viennesi erano al contrario in fibrillazione: il popolo dimostrava forte ostilità verso la Francia, che aveva giustiziato il re e Maria Antonietta, chiedendo la condanna a morte per i filogiacobini austriaci; nel 1797 le dichiarazioni antiasburgiche di Napoleone infiammarono ulteriormente gli animi, e la visita diplomatica di Bernadotte finì con l'assalto alla sua casa e la bandiera bruciata dalla folla. In simili frangenti che sembravano preludere ad uno scontro armato, ispirandosi all'inglese God save the King che giudicava la migliore espressione di unità nazionale, Haydn compose allora quel Volkslied che appunto diverrà l'inno austriaco. Resta difficile definire se il brano testimoni un semplice amor di patria o significhi avversione per la Francia rivoluzionaria, per Napoleone o anche adesione alla politica di Francesco II; ciò che senza dubbio resta nella storia é la sua splendida elaborazione strumentale nell'op.76, una serie di quartetti per archi commissionatagli dal conte Erdody che si aggiunse ai Quartetti op.71/74 per il conte Appony e ai Quartetti op.77 per il principe Lobkowitz..
Non potendo i nobili permettersi tanto facilmente un'orchestra, sostituita da complessi di fiati che spesso suonavano trascrizioni operistiche, la musica da camera godeva d'altronde di una crescente considerazione; i più importanti concerti pubblici restavano pertanto quelli pasquali e natalizi della Tonkunstler Societat, istituzione dedita soprattutto al grande oratorio, genere verso il quale Haydn iniziò a concentrarsi nell'ultimo scorcio del secolo. Sia la versione corale delle Sette ultime parole che La creazione e Le stagioni nascono appunto fra il 1795 e il 1801, con Gottfried van Swieten come librettista, riscuotendo un grande successo del quale tuttavia solo Die Schöpfung acquisterà le dimensioni di vero trionfo internazionale. La sottoscrizione necessaria per finanziarne la composizione, la stampa e l'esecuzione vide infatti tra i primi firmatari i reali d'Austria e d'Inghilterra nonché la crème aristocratica di entrambi i paesi; nel 1800 Pleyel fu mandato a Vienna dall'Opéra per invitare Haydn in occasione della prima francese, ma alla frontiera gli austriaci non lo fecero passare nonostante gli sforzi dell'editore Artaria e dello stesso Haydn, che si sarebbe volentieri recato a Parigi dove la sua musica continuava ad essere molto amata.
Nello stesso anno, con la morte della moglie, si concluse la sua triste vicenda coniugale; l'ultima apparizione di una Polzelli da tempo in ombra riuscì a strappargli una promessa di matrimonio, ma dopo qualche ulteriore invio di danaro anch’essa scomparve. Lo stesso anno, durante la visita dell'ammiraglio Nelson e della moglie al principe Esterhàzy, l'interesse dimostrato verso di lui dagli illustri ospiti confermò quanto la sua fama fosse ancora viva in Inghilterra; ma dopo il successo de La creazione e della Harmoniemesse, tutta la nobiltà austriaca iniziò finalmente a riconoscerne la grandezza e ad onorarne il merito.
Ormai vecchio, stanco e prostrato da un decadimento psicofisico che accentuerà via via gli stati malinconici e depressivi, Haydn si ritirò nel 1803 a vita privata lasciando a Hummel il suo posto presso gli Esterhàzy. Sovente negli ultimi tempi aveva ribadito come la musica dovesse consolare il dolore e la sofferenza degli animi sensibili: questa era sempre stata la sua missione di musicista, tale da motivare la fatica e le ansie del comporre. Ma di fronte ai grandi mutamenti che stavano radicalmente trasformando l'orizzonte nel quale si era mosso per tutta la vita, Haydn non aveva più le energie sufficienti per rispondere con un'altra grande opera di testimonianza e riconciliazione universale. Nel 1804 Francesco II aveva deposto la carica di sovrano del Sacro Romano Impero divenendo imperatore d'Austria; nell'anno seguente le vittorie francesi di Ulm ed Austerlitz portarono all'occupazione di Vienna. Accolta dal disprezzo del popolo per la boriosa pompa di nobili parvenus, la presenza nemica nella capitale degenerò in attriti e risse continue; la prima beethoveniana della Leonore fu disertata dai cittadini e avvenne quindi alla sola presenza di ufficiali francesi. Nel 1806 la neonata Confederazione del Reno cancellò infine per sempre il secolare Impero tedesco, mentre la Prussia andava incontro ad una cocente disfatta nel corso della quarta coalizione.
Lasciando incompiuto l'oscuro Quartetto op.103 l'attività di Haydn acquista ora il tono del ripiegamento e dei bilanci di una lunga vita, consegnata nei ricordi e nelle impressioni ai colloqui con il biografo Greisinger. Il 27 marzo 1808, in occasione del suo settantasettesimo compleanno, compì la sua ultima apparizione in pubblico assistendo ad un'esecuzione grandiosa della Schöpfung: partitura che dimostrerà un'ultima volta il suo fortissimo impatto sovranazionale quando nel 1809, dopo la sconfitta austriaca di Wagram e durante l'assedio di Vienna, alla casa di Haydn presidiata da una napoleonica guardia d'onore bussò il maresciallo Sulémy per visitarlo e cantare un'aria tratta da quel capolavoro, commovendo il vecchio musicista fino alle lacrime. L'ultima melodia intonata da Haydn fu comunque l'inno austriaco, che suonò più volte assieme ai domestici sotto il fuoco dell'ultimo attacco francese; quindi, sfinito dai bombardamenti, chiuse gli occhi per sempre il 31 maggio 1809.

 

 

 
























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