MARIA SIMONE MONGIARDINO
LA FAVOLA DEL FIGLIO CAMBIATO

Opera in tre atti e cinque quadri di Gian Francesco Malipiero (1882-1973), su testo di Luigi Pirandello (1867-1936). Prima rappresentazione: Braunschweig, Landestheater, 13 gennaio 1934. Interpreti: Lotte Schrader, Gusta Hammer, Albert Weikenmeier. Direttore: Hans Simon.
I PERSONAGGI. La madre (soprano); il coro delle madri (soprani); l'uomo saputo (tenore); voci interne (coro misto); Vanna Scoma (contralto); primo contadino (baritono); secondo contadino (baritono); la sciantosa (mezzosoprano); l'avventore (baritono); la padrona dei caffè (soprano); tre sgualdrinelle (soprano); la regina e il suonatore di pianoforte (personaggi muti); il coro dei monelli; Figlio di re (tenore); i marinaretti; il principe (tenore); primo ministro (baritono); secondo ministro (baritono); il podestà (tenore); le donne (soprani); la folla.
LA TRAMA. In un villaggio una donna piange la sua tragedia: le streghe le hanno rubato il figlio sostituendolo con un esserino deforme. Le amiche la confortano e la conducono da Vanna Scoma, una fattucchiera la quale assicura che il bambino si trova ben sistemato in una reggia e consiglia di non cercarlo. Passa qualche anno e gli avventori di un caffè del villaggio commentano l'arrivo di un principe, venuto in quel luogo per ritrovare la salute. Mentre gli uomini stanno discorrendo entra un giovane ottuso e deforme, chiamato Figlio di re: è il ragazzo che le streghe avevano lasciato nel villaggio. Tra le risate generale il giovane dichiara la sua discendenza reale, ma sopraggiunge la madre che afferma di riconoscere nel principe appena arrivato il suo vero figlio. Intanto i ministri che sono al seguito del principe commentano le cattive notizie giunte dalla corte: il re è ammalato e il popolo è in rivolta. Arriva Vanna Scoma e dichiara di sapere che il re è morto; il principe deve subito tornare in patria. Il principe intanto si accorge di essere spiato dalla donna e le chiede il nome; ella gli risponde solo di avere avuto un figlio che gli assomigliava e che questo poi le è stato rapito. Sopraggiunge Figlio di re che si getta contro il principe cercando di ucciderlo, ma costui riesce a evitare il colpo. Accorrono i ministri e insistono perché il principe parta e torni in patria; la donna però indica nel ragazzo deforme il vero erede al trono e il principe, stanco della vita di corte, invita i ministri ad accettare Figlio di re come loro sovrano: quando il mostricciattolo avrà in testa la corona sembrerà un vero re. Egli resterà povero, ma felice, con la donna che lo crede suo figlio.
Nella vasta produzione teatrale di Malipiero La favola del figlio cambiato ha una sua collocazione ben precisa perché segna l'inizio di una nuova esperienza basata essenzialmente sulla riassunzione di un 'recitar cantando', che troverà sviluppi nelle successive opere teatrali. La realizzazione musicale ha uno stile serrato, ma al tempo stesso arioso. I canti e i lamenti della madre sono l'anima dell'azione musicale, così autentica e intensa che la staticità drammatica passa inavvertita.