L'INCHIESTA DI AUGUSTEA


MARIO LABROCA

Quanto è avvenuto al Teatro Reale dell'Opera rivela una condizione di cose che va esaminata con la maggiore serietà.
Un impresario qualsiasi, che, fino a prova contraria, altro non deve fare che allestire gli spettacoli che una Commissione gli impone, si è permesso di offendere nel più sanguinoso dei modi un autore nostro tra i più rappresentativi d'Italia. Padrone il pubblico di protestare; ma nessun potere autorizzava un impresario qualsiasi a dichiarare che l'esecuzione doveva tenersi come non avvenuta agli effetti dell'abbonamento.
Quali conseguenze debbano trarsi da simile episodio è pacifico. L'impresario odia le novità: l'impresario è un industriale che vuole impiegare il suo danaro con le maggiori garanzie di sicurezza ed è suo interesse perciò di allestire soltanto opere di repertorio che fanno cassetta. Resurrezione di Alfano, malgrado il successo ottenuto, è stata replicata men che s'è potuto, le Sette Canzoni vengono radiate con un atto finemente elegante,la Judith di Hanneger verrà certamente sottratta al giudizio del pubblico.
Rimedi? Uno solo. La formazione di un Ente Autonomo. Il teatro Reale dell'Opera è straricco: una gestione autonoma non potrà che innalzarne il suo livello artistico.
Questo domandano tutti i musicisti: che l'Arte venga sottratta agli interessi dei privati.