La mostra
Nackte Männer
al Leopold Museum di Vienna


di Laureto Rodoni

Il Leopold Museum di Vienna presenta fino al 28 gennaio 2013 una mostra temporanea dal titolo Nackte Männer, dedicata al nudo maschile nelle varie arti: dalla pittura alla scultura, alla grafica, all’incisione, alla fotografia e ai nuovi media.
Sono esposte opere di grandi artisti come Cézanne, Füssli, Hodler, Klimt, Moser, Munch, Rodin, Rubens, Bacon, Warhol, Wotruba, Kirchner e altre*, pure molto importanti nella storia dell'arte (per lo più contemporanea), ma conosciute soprattutto dagli addetti dei lavori.
L'arco temporale in cui queste opere sono inserite abbraccia oltre due secoli: dall'Ottocento ai giorni nostri, con alcuni riferimenti a epoche più antiche, dall’antico Egitto all’illuminismo.
La mostra, curata in maniera esemplare da Tobias G. Natter, lumeggia i molteplici aspetti e le metamorfosi della rappresentazione dell'uomo nudo nel tempo, fino alle provocazioni che hanno suscitato molto scalpore negli anni Sessanta. Nel percorso espositivo si segue inoltre l’evoluzione del concetto di bellezza maschile e come questo sia stato tramandato attraverso l’arte in tutte le sue forme e i suoi stili. Un tema finora molto trascurato: secondo una recente statistica, infatti, l’83% dei nudi esposti nei musei e nelle gallerie del mondo rappresenta la donna. Appare quindi chiaramente confermata, anche statisticamente, la permanenza di un anacronistico rifiuto collettivo nei confronti della raffigurazione del corpo maschile rispetto a quello femminile.
Il poster che promuove la mostra (opera dei francesi Pierre & Gilles) affisso in 250 luoghi strategici della città ha destato infatti non poca indignazione nella Vienna conservatrice e aristocratica. Esso mostra tre giocatori di calcio francesi nudi (se si eccettuano calzettoni e scarpette) d'origine europea, araba e africana. Dopo qualche settimana di vandalici insulti sui genitali, il poster è stato censurato dalla Direzione stessa del Museo, non senza goffissime scuse alla città, con uno striscione rosso che nasconde le parti intime degli sportivi. Questo non sarebbe accaduto a Berlino o in altre città europee di tradizione libertaria.




Anche Mr. Big, la gigantografia trompe l'oeil di Ilse Haider che accoglie i visitatori al Leopold Museum e che riproduce un uomo nudo sdraiato, ha destato lo sdegno dei benpensanti, sconvolti dai ‘connotati immorali e corruttori’ dell’opera. Questa volta sono state inutili le proteste: l’opera è rimasta integra al suo posto.

Il settore più denso e interessante della mostra è senza dubbio quello dedicato ai pittori della Vienna d’inizio Novecento.
Richard Gerstl, nato nel 1883 e morto suicida nel 1908 è uno dei precursori dell’espressionismo viennese. Esposti tre autoritratti, tra cui due capolavori, l'Autoritratto nudo con tavolozza (1908, uno dei suoi ultimi dipinti) e l’Autoritratto con busto nudo (1904/05)


Richard Gerstl: "Selbstbildnis als Halbakt" (1904/05)


Richard Gerstl: "Selbstakt mit Palette" (1908)

in cui il pittore rappresenta il suo isolamento umano e artistico divenendo quasi una figura messianica, con motivi che rimandano al Cristo e che anticipano alcuni dipinti di Egon Schiele (II) Come Nudo virile seduto (1910, anno cruciale nell’evoluzione artistica del pittore), considerato tra i suoi autoritratti più asciutti, aspri, taglienti, che sembra appunto alludere alle rappresentazioni medievali del Cristo. La figura è come sospesa nel vuoto (la sedia su cui è seduta esiste solo nel titolo), emaciata e stravolta, talmente congestionata, allucinata e tesa allo spasimo da far pensare a una ribellione, contro se stesso o contro qualcosa che sembra apparire dinanzi ai suoi occhi. Ma i colori verdastri evocano anche la decomposizione e quindi la morte


Egon Schiele: "Sitzender Männerakt" (Selbstdarstellung, 1910)

E infatti ossessiva è la presenza della morte in gran parte dei quindici dipinti esposti a Vienna. Presenza che non può non evocare quell’«istinto di morte» sul quale Freud stava indagando proprio in quel periodo. Nella raffigurazione di se stesso Schiele sembra anche rappresentare quella forza da lui stesso definita «simile a un nemico che m’incatena e mi vuol costringere a una vita che non è la mia, che è impiegata ignobilmente e ha fini ignobili, senz’arte - senza Dio».

Di Anton Kolig (1886-1950), amico di Schiele e di altri esponenti dell’avanguardia viennese, sono esposte undici opere. Nel suo dipinto più celebre, Ragazzo seduto (Al mattino), risalente al 1919 (variazione sul tema, caro al pittore, del 'ragazzo dormiente') la figura maschile è antipodica rispetto a quella di Schiele e, per motivi diversi, anche rispetto a quelle di Gerstl, poiché da essa promanano calma interiore, spensieratezza adolescenziale, ma soprattutto un delicato erotismo omofilo. La figura è mollemente seduta col capo reclino in una mansarda inondata dalla luce del mattino. Un capolavoro, finalmente rivelato al grande pubblico.


Anton Kolig: "Sitzender Jüngling (Am Morgen)" (1919)

Nel settore intitolato ‘Tristezza’ spicca uno dei dipinti più celebri del pittore francese Alfred Courmes (1898-1993) dedicati a San Sebastiano e risalenti al 1934. La figura del Santo (si tratta di un autoritratto), seminuda (vestita da marinaio nella parte superiore), con i genitali scoperti, è chiaramente omoerotica. Lo stile è al contempo sarcastico e surreale (non esente quindi da influssi del surrealismo). Trafitto da cinque frecce, il Santo, imperturbato dal dolore, rivolge uno sguardo al contempo languido e di compatimento alla sua sinistra, dalla parte opposta rispetto ai suoi torturatori. In questo dipinto realtà e meraviglioso, mitologia classica e iconografia moderna, tecnica tradizionale e invenzioni fantasiose si incontrano felicemente.


Alfred Courmes: "Heiliger Sebastian"
(Selbstbildnis, 1934)

Nelle ultime sale sono esposte opere di grande impatto emotivo. La polemica contro l’arretratezza e la chiusura della società austriaca (in cui la religione riveste un ruolo importante) negli anni Sessanta sfocia in fotografie altamente dissacranti e profanatorie (connesse tuttavia, sul piano culturale, alle provocazioni dell’espressionismo austriaco d’inizio Novecento in tutti i suoi aspetti) come quelle di Günter Brus (1938), esponente del Wiener Aktionismus.** In particolare: Patent Merde, in cui un pene è immerso in un bicchiere di birra accanto a un tulipano appassito,

o Patent Urinoir dove un ragazzo urina in una coppa di reggiseno.

Quast'ultima foto ricorda il 7 giugno 1968 (come indicato dall’artista stesso): quel giorno Oswald Wiener, che ebbe stretti contatto con l’Azionismo viennese, presentò il progetto Kunst und Revolution all'Università di Vienna. Un evento squassante per la società austriaca, in cui lo stesso Brus ebbe un ruolo di rilievo, profondamente dissacrante e masochistico. Per questo fu condannato a sei mesi di reclusione, minacciato di morte e in seguito costretto alla fuga dall’Austria (si stabilì a Berlino fino al 1970).
Menziono per concludere le fotografie di Annika von Hausswolf, Thomas Ruff, Robert Mapplethorpe nelle quali crolla la barriera artificiale fra arte e pornografia. Opere che se non inserite nel loro contesto socio-culturale, potrebbero suscitare nello spettatore ilarità oppure sdegno, disgusto o repulsione. Ma, come scrisse Oscar Wilde, l’Arte (a differenza della vita) non è mai immorale. Anche quando sconfina nella pornografia.

*
ACHILLE DE BENOUVILLE

LUCIAN FREUD

MARIANNE GREBER

MATTHIAS HERRMANN

ANGELIKA KAUFFMANN

ANTON KOLIG

ROBERT MAPPLETHORPE

HEIMO ZOBERNIG

EGON SCHIELE - MÄNNLICHER UNTERLEIBSTORSO (1910)

ALBIN EGGER-LIENZ - PIETÀ (1926)

ELMGREEN & DRAGSET - SHEPHERD BOY (TANK TOP) (2009)

WILHEM VON GLOEDEN - FLÖTENKONZERT (1905)

MARIA LASSNIG - WOOMAN LAOOKOON (1976)

BRUCE NAUMAN - FIVE MARCHING MEN (1985)

JOSEPH-DÉSIRÉ COURT - TOD DES HIPPOLYTOS (1828)




PRESSETEXT


INDICE DEL CATALOGO

EGON SCHIELE: COLUI CHE VEDE SE STESSO


EGON SCHIELE: DATENBANK DER AUTOGRAPHEN

RUDOLF LEOPOLD: INTRODIZIONE ALL'OPERA D EGON SCHIELE

LA PITTURA AUSTRIACA DELLA COLLEZIONE LEOPOLD

INTERVISTA A GÜNTER BRUS

** Gli Azionisti viennesi, erano un gruppo di artisti la cui arte si manifestava in "azioni" a volte molto violente ed oltraggiose per la morale del tempo. L'oscenità era nelle loro "azioni" usata come mezzo per lottare contro il conformismo ed il materialismo. Con Hermann Nitsch erano anche Rudolf Schwarzkogler, Günter Brus, Otto Muehl ed altri. Schwarzkogler morì suicida nel 1969 a soli ventinove anni lasciandosi alle spalle la leggenda che fosse morto evirandosi durante una performance.
In realtà si gettò dalla finestra dopo una lunga malattia mentale. Era da tempo afflitto da problemi psichiatrici come pure Heinz Cibulka e Schlögelhofer nello stesso gruppo di artisti. Probabilmente questo mito derivò dal fatto che nelle loro "azioni" questi artisti spesso si provocavano ferite come nel 1968 quando la SÖS (Associazione austriaca studenti socialisti) organizzò Kunst und Revolution (Arte e rivoluzione) a Vienna e Brus presentò la Körperanalyseaktion n. 33 (Analisi corporea n. 33) in cui si spogliò e si tagliò il petto e le cosce con un rasoio, urinò in un bicchiere, bevve la propria urina e si sparse feci addosso. Poi si masturbò cantando l'inno nazionale austriaco. Brus, Mühl e altri vennero condannati a sei mesi di reclusione. Anche nel 1966, la polizia aveva interrotto una delle loro "azioni" al "Destruction in Art Symposium" all'Istituto d'Arte Contemporanea di Londra. Muehl ha oggi 72 anni ed è in prigione, accusato di pedofilia. Nitsch è conosciuto principalmente per le sue "azioni" degli anni sessanta, nelle quali degli animali venivano uccisi, crocifissi e poi squartati in uno show rituale. Uomini e donne nudi poi davano vita ad una serie di azioni - a volte a sfondo sessuale - nel sangue e nelle interiora degli animali con l'accompagnamento di una coro. I suoi dipinti col sangue che sono esposti nelle maggiori gallerie d'arte del mondo.




LA REGIONE TICINO 14 DICEMBRE 2022