Guida all'opera

Riassunto e florilegio

 

 

Atto primo

 

Sala nel castello di Windsor negli appartarmenti della regina. Il luogo è illuminato e animato. Alla corte di Enrico VIII regnano ansia e inquietudine. Si mormora che la regina, Anna Bolena, sia profondamente addolorata, poiché il volubile sovrano la trascura, si è già stancato di lei e si è innamorato di un'altra donna, una dama di corte che è anche la migliore amica della regina. Come, a suo tempo, si era innamorato di Anna Bolena, ripudiando Caterina d'Aragona. ora è Giovanna Seymour l'oggetto dei favori del re: essa però li teme, come teme lo sfavore della regina.
Ella di me, sollecita
Più dell'usato, ha chiesto.
Ella... perché?... qual palpito!
Qual dubbio in me si è desto!
Innanzi alla mia vittima
Perde ogni ardire il cor.
Sorda al rimorso rendimi,
O in sen t'estingui, amor.
Compare Anna Bolena con il suo seguito. Ancora ignara del suo destino, si stupisce nel leggere sul volto dei presenti il turbamento e cerca conforto proprio in Giovanna.
Sì taciturna e mesta
Mai non vidi assemblea...
[a Giovanna] Tu stessa un tempo
Lieta cotanto, richiamar non sai
Sul tuo labbro un sorriso!

Giovanna
E chi potria
Seren mostrarsi quando afflitta ei vede
La sua Regina?

Anna
Afflitta, è ver, son io...
Nè so perchè... Smania inquieta, ignota,
A me la pace da più giorni invola.

Anna quindi non conosce ancora il nome della nuova favorita del re. Per desiderio della regina il paggio Smeton canta una ballata che però non riesce a dissipare la tristezza.
Anna
(Come, innocente giovane,
Come m'hai scosso il core!
Son calde ancor le ceneri
Del mio primiero amore!
Ah! non avessi il petto
Aperto ad altro affetto
Io non sarei sì misera,
Nel vano mio splendor.)
[agli astanti]
Ma poche omai rimangono
Ore di notte, io credo.

Giovanna
L'alba è vicina a sorgere...
Anna Signori, io vi congedo.
È vana speme attendere,
Che omai più giunga il Re.
Andiam, Seymour. [Si appoggia a lei.]

Giovanna
Che v'agita?

Anna Legger potessi in me!
Non v'ha sguardo cui sia dato
Penetrar nel mesto core:
Mi condanna crudo fato
Solitaria a sospirar.
Ah! se mai di regio soglio
Ti seduce lo splendore,
Ti rammenta il mio cordogllo,
Non lasciarti lusingar.

La sala, in questo clima di turbamento, si sgombra. Rientra subito Giovanna, scossa dalle parole della regina. Pensa che la tresca sia stata scoperta, ma poi si tranquillizza: «Ah no; mi strinse teneramente al petto.» Ma la relazione segreta la addolora profondamente:
Potessi almen ritrarre
Da questo abisso il piede; e far che il tempo
Corso non fosse. Ahi!
La mia sorte è fissa...
Entra re Enrico. Giovanna è assalita dal rimorso e teme per la regina: «Ultimo sia questo colloquio nostro... ultimo, o Sire.» Il re, irritato dal fatto che Giovanna rifiuta di diventare la favorita reale, le promette di divorziare da Anna Bolena e di sposare lei: «avrai sposo e scettro e soglio». Per divorziare, Enrico, che è a conoscenza di un amore giovanile di Anna, la accuserà di amare ancora colui che aveva amato prima delle nozze reali: Lord Riccardo Percy.
Enrico
Diemmi un cor che suo non era...
M'ingannò pria d'esser moglie;
Moglie ancora m'ingannò.

Giovanna
E i suoi nodi?

Enrico
Il Re li scioglie.

Giovanna
Con qual mezzo?

Enrico
Io sol lo so.

Giovanna
Ah! qual sia cercar non oso...
Nol consente il core oppresso...
Ma sperar mi sia concesso
Che non fia di crudeltà.

Enrico
T'acqueta.

Giovanna
Non mi costi un regio sposo
Più rimorsi, per pietà!

Enrico
Rassicura il eor turbato,
Nel tuo Re la mente acqueta...
Ch'ei ti vegga omai più lieta Dell'amor che sua ti fa.

Enrico parte dalla porta segreta, mentre Giovanna s'inoltra negli appartamenti.
Parco nel castello di Windsor. E' giorno. Lord Riccardo Percy è stato richiamato in patria da re Enrico che l'aveva esiliato per allontanarlo da Anna. Ma, confida Percy al fratello di Anna Bolena, Lord Rochefort, il ritorno gli è più duro dell'esilio. Infatti Inghilterra, si trova più vicino alla causa del proprio dolore: il perduto amore di una donna.
Percy
Da quel clì che, lei perduta
Disperato in bando andai,
Da quel dì che il mar passai,
La mia morte cominciò.
Ogni luce a me fu muta,
Dai viventi mi divisi:
Ogni terra ov'io m'assisi
La mia tomba mi sembrò.

Rochefort
E venisti a tar peggiore
Il tuo stato a lei vicino?

Percy
Senza mente, senza core,
Cieco io seguo il mio destino.
Pur talvolta, in duol sì nero,
Mi sorride nel pensiero
La certezza che fortuna
I miei mali vendicò.

[...]

Ah! così ne' dì ridenti
Del primier felice amore,
Palpitar sentiva il core
Nel doverla riveder.
Di que' dolci e bei momenti,
Ciel pietoso, un sol mi rendi;
Poi la vita mi riprendi,
Perch'io mora di piacer.

Sopraggiungono il re e i cortigiani, pronti per una battuta di caccia; arrivano anche la regina e le sue damigelle. Il re accoglie benignamente l'esule Percy, ma, segretamente, dà l'ordine di sorvegliarlo. Percy e la regina sono emozionati poiché si amano ancora.
Percy
(Ah! pensava a me lontano:
Me ramingo non soffrìa:
Ogni affanno il core obblia:
Io rinasco, io spero o ancor.)
La corte si lancia nella caccia, mentre Anna si ritira con le damigelle.
Gabinetto nel castello, che mette all'interno delle stanze di Anna. Il paggio Smeton, solo, si aggira nell'appartamento della regina. Egli contempla un ritratto della regina, di cui è segretamente innamorato. Quando entrano Anna e di Rochefort, Smeton si nasconde dietro una tenda. Su invito di Rochefort, Anna Bolena acconsente a ricevere Percy, ma rifiuta, pur condividendolo, l'ardente amore del giovane anche se ella è consapevole che il re sta per ripudiarla.
Anna
Ricardo!
Sien brevi i detti nostri,
Cauti, sommessi. - A rinfacciarmi forse
Vieni la fè tradita? Ammenda, il vedi,
Ampia ammenda ne feci: ambiziosa
Un serto io volli, e un serto ebb'io di spine.

Percy
Io ti veggo infelice, e l'ira ha fine.
La fronte mia solcata
Vedi dal duolo: io tel perdono; io sento
Che, a te vicino, de' miei passati guai
Potrei scordarmi, come, giunto a riva,
Il naufrago nocchier i flutti obblìa.
Ogni tempesta mia
In te s'acqueta e vien da te mia luce...

Anna
Misero! e quale speme or ti seduce?
Non sai che moglie io sono?...
Che son Regina?...

 

Percy
Oh! non lo dir. Nol debbo,
Nol vo' saper. Anna per me tu sei
Anna soltanto. Ed io non son l'istesso
Ricardo tuo?... quel che t'amò cotanto...
Quel che ad amare t'insegnò primiero?...
E non t'abborre il Re...

Anna
Mi abborre, è vero.

Percy
S'ei t'abborre, io t'amo ancora,
Qual t'amava in basso stato:
Meco obblìa di sposo ingrato
Il disprezzo ed il rigor.
Un amante che t'adora
Non posporre a rio Signor.

Anna
Ah! non sai che i miei legami,
Come sacri, orrendi sono...
Che con me s'asside in trono
Il sospetto ed il terrore!... Ah! mai più, se è ver che m'ami,
Non parlar con me d'amor.

Percy
Ahi! crudele!

Anna
Forsennato! Fuggi, va... ten fo preghiera.

Percy
No, giammai.

Anna
Ne oppone ií fato
Invincibile barriera.

Percy
Io la sprezzo.

Anna
In Inghilterra
Non ti trovi il nuovo albor.

Percy
Ah! cadavere sotterra
Ei mi trovi... o teco ancor.

Anna
Per pietà del mio spavento,
Dell'orrore in cui mi vedi,
cedi ai preghi, al pianto cedi,
Ci divida e terra e mar
Cerca altrove un cor contento,
Cui non sia delitto amar.

Percy
Al tuo piè trafitto e spento
Io cadrò, se tu lo chiedi;
Ma ch'io resti mi concedi
Solamente a sospirar.
Presso te mi fia contento
Il soffrir ed il penar.

Anna (risoluta)
Parti, il voglio. Alcun potria
Ascoltarti in queste mura.

Percy
Partirò... ma dimmi pria, Ti vedrò?... prometti... giura.

Anna
No. Mai più.

Percy
Mai più! Sia questa
La risposta al tuo giurar
(snuda la spada per trafiggersi)

Anna
(gettando un grido)
Ah! che fai! Spietato!

Smeton, che ha assistito al segreto colloquio e che crede minacciata la regina, interviene. Mentre i due uomini stanno per combattersi, Anna sviene. Sopraggiunge il re con i cortigiani, fra i quali è Giovanna Seymour, la nuova favorita. Il re accusa Anna Bolena di adulterio, e la sua accusa è avvalorata dal ritratto di Anna posseduto dal paggio Smeton. Nel finale del primo atto il re destina Anna Bolena al tribunale («In separato carcere tutti costor sian tratti») mentre Percy è convinto di avere in Smeton un fortunato rivale nel cuore della regina:
(Cielo! un rivale in esso
Un mio rival felice!
E me l'ingannatrice
Volea bandir da sé?
Tutta ti sfoga adesso
Ira del fato, in me.