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Alban Berg

Lettere alla moglie

A cura di Bernard Grun.
Introduzione di Luigi Rognoni.

Milano, Feltrinelli, 1976.

 

 

1934

 

Waldhaus, 22 febbraio 1934
Un'ora e mezza senza di te, e sento già un tale vuoto che devo scriverti subito. Credo che da domani in poi sentirò già la gioia di rivederti e così troverò la pace per poter lavorare [Berg stava lavorando alla sua Lulu] e sbrigare le faccende quotidiane.
Venerdì pomeriggio, 23.2.1934
Sei partita da ventiquattro ore e mi sembra già un'eternità! Nel frattempo avrai già ricevuto la mia lettera di ieri da Villach. Dunque alle sette sono partito da Villach e la sera sentivo radio Monaco. Un altro Gauführer, un po' più simpatico, ha parlato con traboccante gentilezza dei vantaggi di una riconciliazione tra Austria e Germania. Neppure una parola d'odio. Poi hanno suonato musiche della «terra natia del Führer»: veramente abile, perché erano autentiche musiche austriache. Di mattina ho sentito il giornale radio di Vienna: gli italiani sono infuriati contro Habicht [Theo Habicht, membro del Reichstag, fu nominato da Hitler ispettore del partito nazista austriaco] «questo piccolo Führer chiacchierone», e delle sue provocazioni criminali e della minaccia inaudita. Il nostro governo sembra completamente indifferente.
Il tempo è splendido. Di mattina c'erano due gradi, il lago coperto di ghiaccio è ancora bello (marezzato). Non ho visto nessun pettirosso anche se guardo spesso fuori ma molte cianciallegre pazzerelle e, pensa, perfino una azzurra. Questa mattina ho lavorato molto, poi ho pranzato e adesso, dopo aver riposato un po' sbrigo la corrispondenza. La lettera di Almschi, che ti unisco, ti farà piacere, quanto ne ha fatto a me. Ti prego di risponderle come sai fare tu, anch'io le risponderò oggi e le dirò che ti ho mandato la sua lettera. Le invierò anche l'articolo di Rufer che ho ricevuto oggi in due copie, voglio dirle, nel caso si sia costretti ad un'improvvisa fuga da qui (che però penso di poter escludere), che casa Mahler [la casa di Alma Mahler a Venezia] sarebbe il primo rifugio che prenderei in considerazione. Però prima vorrei suggerire che lei venisse un po' da noi. Andremmo a prenderla a Velden alle tre e potrà proseguire il giorno dopo per Venezia. Forse lo farà. Tu sarai già qui prima che arrivi.
I 159 scellini di ieri, della società degli autori, erano solo per le rappresentazioni in Inghilterra nel primo semestre del 1933. Magnifico! E tu cosa fai, mia Schnudoa? Scrivimi molto. Tu hai più tempo di me. Se ognuno di noi ricevesse ogni giorno una lettera dall'altro, la separazione sarebbe più sopportabile e il tempo passerebbe più in fretta. E - amami!
Sabato, 24 febbraio 1934
[...] Ho seguito tutte le tue istruzioni, non berrò più una goccia né di caffè, né di tè, anche se mi fa così poco male che a cinquant'anni ho l'aspetto di un quindicenne e l'energia di un bambino di 5 anni. [...] Questa mattina dopo aver riposato bene mi sono messo al lavoro, che è andato meglio di ieri. Ho visto il pettirosso sull'albero, molto vivace. Vedi di trovare, sull'onda 500, le campane del Parsifal, e quando le avrai trovate pensa che anch'io sono seduto davanti alla mia radio e l'ascolto, come se fossi vicino a me, mia adorata.
Domenica mattina a letto, 25 febbraio 1934
[...] Ieri sono stato a Klagenfurt, ma senza di te ero molto solo. Chiedendo in giro ho avuto l'impressione di una totale indifferenza per il 28 [la data del referendum, dove si decise se la Carinzia dovesse restare con l'Austria o no]. Radio Mosca invece inveisce in tedesco contro il governo (anche la Cecoslovacchia). :È vero, radio Monaco non è sulla lunghezza d'onda 500 ma 405. Ieri ho sbagliato. Spero di ricevere tue notizie, mia adorata. Un bacio domenicale da Floh.
Domenica pomeriggio, 25 febbraio 1934
Da molto tempo non ho avuto una gioia così grande come questa mattina, quando è arrivata la tua carissima lettera. Così mi piace e così trovo quella pace interiore, che mi rende capace di lavorare. [...] È stata una giornata tormentata perché sono rimasto fermo tutta la mattina su un passaggio molto breve, cercando una soluzione senza riuscire a trovarla, per cui adesso sono completamente depresso. Ma oggi la giornata mi ha portato qualcos'altro di piacevole oltre alla tua lettera. Per prima cosa Schonberg [Schönberg emigrò dalla Germania nell'estate 1933. Si recò negli Stati Uniti passando per la Francia. Si guadagnò da vivere come maestro di composizione a Boston e a New York] mi manda una lettera della biblioteca di Washington, che desidera avere il mio indirizzo perché vorrebbe acquistare la partitura del Wozzeck [La biblioteca del congresso di Washington comprò 3 volumi della partitura originale. Berg dovette cedere metà del prezzo di vendita alla U.E. Schönberg aveva agito da mediatore in queste trattative]. «Speriamo che quest'affare riesca». scrive Schönberg, lo spero anch'io!
[...] Kolisch scrive che ieri ha suonato la «Lyrische Suite» a Parigi e che in primavera la suonerà a Londra, all'Ambasciata austriaca... Reich mi comunica che la Gombrich [Dea Gombrich (1905) violinista e sorella di E. H. Gombrich storico d'arte] suonerà il mio Adagio per violino, dal Concerto da camera, alla Radio di Parigi. E infine c'è la lettera della zia, interessante. Te la accludo. Questa mattina, 2° sotto zero, c'era un tempo meravigliosamente limpido, ma poi il cielo si è coperto e temevo che nevicasse. Adesso, di pomeriggio, c'è di nuovo il sole, e così sono seduto in veranda a scrivere. Più tardi porterò la lettera a Velden perché non resti ferma fino a domani pomeriggio. Dopo continuerò a lavorare per uscire da questa depressione che mi ha «bloccato.»
Ho visto spesso il pettirosso, volava alla tua finestra, dove c'è sempre da mangiare per lui. Ma c'è anche una gran quantità di altri uccelli. [...]
Lunedì, 26 febbraio 1934
[...] Sono andato a letto presto e mi sono alzato presto per lavorare. Oggi il lavoro filava. Il metronomo di Reich (prestato) è arrivato oggi per posta, grazie a dio. Ero ancora nell'incertezza per i numeri metronomici sbagliati. [...] In politica niente di nuovo. Anche qui tutti sono tranquilli e fiduciosi e sembra veramente che per una volta tanto si resterà tranquilli. Anche per via dell'alleanza Italia-Austria-Ungheria che è sempre più solida. [...] [...]
Senza data [28 febbraio]
Mia Schnudoa,
Oggi posso riferirti una lettera interessantissima e persino piacevole:
«Gentilissimo signor Berg,
Vogliamo informarla che gli sforzi per ottenere per Ginevra la trasmissione del «Wozzeck» di Londra hanno avuto successo e che l'opera sarà probabilmente trasmessa da Radio Sottens (Svizzera Romanda). A Londra tutto è stato preparato, per quanto possibile, e, se la rappresentazione sarà buona, speriamo di avere buone prospettive - soprattutto per la rappresentazione dell'opera al Covent-Garden - l'anno prossimo»[
lettera dall'U.E. in data 26 febbraio 1934].
Novità di Soma? [Soma Morgenstern, poeta ebreo e amico intimo dei Berg, lasciò l'Austria per la situazione politica]. Mi avevi detto che è già a Parigi. Ebbene, questa notizia non mi ha fatto piacere: abbiamo un amico in meno a Vienna. E dato che da lì (Vienna) arrivano solo brutte notizie, se potessi me ne andrei del tutto. Hai ragione, se sarà possibile, la prima della Lulu, non sarà a Vienna! Il ritorno a casa da Velden, a piedi, è stato molto faticoso, nonostante il bastone. La neve, vecchia di mesi è diventata fango ed è faticoso camminare, e per giunta cominciava a piovere. Ma la camminata mi ha fatto bene; sono arrivato a casa con una sete terribile (sete di birra), fame e anche un incredibile sonno. Il risultato è stato che stamattina il lavoro è andato benissimo. Non è arrivata nessuna lettera spiacevole. Al contrario la tua lettera mi ha ridato la gioia di vivere e di lavorare. E con questo sono arrivato di nuovo a Schnudoa, che abbraccio e bacio con tanto affetto!
Senza data [1° marzo?]
Fatta la passeggiata, questa volta breve. Di mattina ho lavorato come sempre. Oltre alle lettere sgradevoli di Almschi e della zia, ne ho ricevuta una piacevole da Stein: i «Frammenti» saranno eseguiti a Madrid e una lettera gentilissima del critico ginevrino Mooser con una critica magnifica (scritta in occasione della rappresentazione dei «Frammenti» a Ginevra e di quella che avrà luogo il 14). Alla fine della critica francese si dice: «il concerto è terminato con "Morte e Trasfigurazione". Non posso fare a meno di oppormi alla sua enfasi ed al suo leggero sentimentalismo, che - vicino al 'Wozzeck' - fanno un effetto ancora più penoso.» Questa bella frase, mi ha fatto piacere, anche se «Morte e Trasfigurazione» mi piace, ma non posso fare a meno di sentirmi lusingato, e così termino questa lettera perché voglio portarla alla posta. [...]
Senza data [1° marzo]
Oggi è una giornata triste. Nessuna lettera da Schnudoa. Sono come sospeso e tutta la gioia di vivere e di lavorare è svanita in un batter d'occhio. Ieri pomeriggio a Velden ho trovato un espresso importante: Jalowetz dirigerà a Parigi l'Adagio del Concerto da camera suonato dalla Gombrich. Questo mi fa piacere dato che i direttori francesi mi fanno paura [...] Ritornato a casa ho lavorato ancora fino all'ora di cena. Ho sentito la radio (notizie politiche, niente di importante) e poi la Prima di Mahler, molto importante, con Bruno Walter, a Praga. Stamattina ho lavorato molto.
Venerdì [2 marzo]
Mia adorata,
Questa mattina ho ricevuto una cara letterina e tutto mi è parso più luminoso, malgrado la fitta nebbia fuori [...] Ho fatto una lunga camminata. Tornato a casa ho lavorato e alle 8 e 30 ho ascoltato la «Lyrische Suite». Non puoi immaginare il piacere che mi dà l'idea di sapere anche te davanti alla radio. E come se la separazione fosse annullata. Ma come sarò felice quando sarà annullata realmente. Baci.
[...]
Senza data [3 marzo]
Forse riuscirò a farti avere la cartolina che ho scritto domenica mattina, in modo che non ci sia un'interruzione nella posta. Ora solo queste due righe tra l'alzarsi e l'andare al lavoro, tra il letto e il pianoforte, dov'è la scrivania che mi invita a chiacchierare con te, cosa che faccio più volentieri che far uccidere Alwa da quel negro [Lulu, III atto]. [...]
Lunedì, 5 marzo 1934
[...] Sono contento che Almschi si fermi da noi. Così potremo discutere di tutte le cose pratiche. Ad ogni modo le scriverò una cartolina per dirle il nostro piacere per la sua visita. Il tempo è nuvoloso, ma non brutto, 5 gradi. Ieri pomeriggio ho portato la lettera alla posta, poi ho camminato lungo la Bundestrasse (strada federale) da Velden fino alla fabbrica di minio di fronte a noi e ritorno. Camminando ho lavorato e a casa ho scritto un po' di musica. Poi ho cenato e ho ascoltato la «Lyrische Suite», trasmissione splendida. Le belle acute parole dell'introduzione mi hanno fatto un immenso piacere e anche l'esecuzione perfetta e l'immenso applauso. Spero che anche tu abbia potuto sentirla e rallegrartene. Oggi ci sarà la continuazione...
[...] Alle 8 e 15 c'è il discorso introduttivo, poi le opere di Bach, Mozart, Bloch, Berg, Strauss; poi un intervallo con un resoconto sportivo, cosicché i «Frammenti» saranno già stati trasmessi alle 9 e 3/4 e potrai sentirli. E adesso, mia adorata, sto di nuovo studiando l'orario ferroviario, per vedere se è possibile venire a trovarti per un giorno. Cosa ne pensi? Non sarebbe magnifico? Potrei fermarmi a Gastein dalle 10 e 30 o dalle 2 e 30 fino alle 6 di sera. Dimmi di sì e sono pronto a farlo!!! Infiniti baci.
6 marzo 1934
Adesso lo sai! Dal giornale «Der Angriff» [il giornale di Goebbels, pubblicato a Berlino]: «la voce del sangue». «Chi è di sangue nordico oppure chi ha ancora in sé, una parte del patrimonio non solo fisico ma anche mentale e spirituale dell'animo nordico sarà sempre nemico dei Grandi Magazzini». Sono desolato che tu non abbia potuto sentire la «Suite lirica» e forse neanche i «Frammenti» che erano trasmessi sulla stessa onda. Ieri la trasmissione è stata perfino migliore dell'altro ieri. Così limpida, netta e fortissima che ho dovuto abbassare il volume. È stata un'esecuzione abbastanza buona e la voce cantante molto musicale e simpatica. L'applauso è stato ancora intenso e il lungo discorso introduttivo particolarmente bello. (L'oratore ha esaminato dettagliatamente i miei «Pezzi», come parte principale del concerto.) Ebbene, mia adorata, la prossima trasmissione, che Ginevra ha comprato da Londra, sarà il 14 (tra otto giorni da domani) e la sentirai certamente qui con me: l'intero «Wozzeck». Due giorni dopo sentiremo Parigi con la Gombrich. Oggi ho sentito che alla Biennale il Quartetto Kolisch suonerà la «Lyrische Suite». Ne sono contento e molto sollevato perché così non la suonerà un qualsiasi quartetto italiano.
L'articolo di Korngold è buono, quasi piacevole, ma, malgrado tutto, Vienna resta sempre Vienna. Adesso Rosé sta formando un nuovo quartetto d'archi, tutto di giovani, e qui tutto resta sempre uguale che sia nero o rosso, o marrone o giallo e nero, ecc. [I colori dei partiti politici austriaci: cristiano-socialista, socialista, nazional-socialista, monachico]. Sono sempre più preoccupato per l'Austria e la Germania. Nevica da te? È incredibile! Qui la neve si sta sciogliendo. Sono seduto al sole, in veranda - senza cappotto! Ogni tanto mi lavo! Ogni 3 o 4 giorni mi faccio la barba. Il pettirosso non si fa vedere. Ma c'è un altro uccellino, molto carina, una cinciallegra nana, quasi bianca e nera. [...] Oh, mia adorata, che nostalgia ho di te! Sono curioso di sapere se vuoi che venga. Quando pensi di ritornare? Quanti bagni hai fatto? Stamattina il lavoro è andato bene. Adesso vado alla posta. La primavera è alle porte e spero che anche il mio fagiano dorato torni presto.
7 marzo 1934
[...] Ho orrore di Vienna... Il «Carlo V» [l'opera di Krenek «Karl V» era stata accettata dall'Opera di Stato di Vienna e le prove erano iniziate. Per motivi politici la prima fu rimandata] è stato cancellato per motivi politici! E alla frase «molto da parlare» vedo già il momento meraviglioso in cui saremo seduti assieme prima in macchina, e poi nella stanza verde, a chiacchierare, e dalle 9 in poi ascolteremo - - - come sono felice! Non riuscirò a consolarmi tanto in fretta che tu non abbia potuto sentire la «Lyrische Suite» e i «Frammenti». E si sentiva così bene! Sono già felice pensando che sarai qui il 14, anche se è ancora lontano. Sono felice dopo che per tutto questo tempo non lo sono stato affatto. [...]
Waldhaus, 8 marzo 1934
Oggi non è arrivata nessuna lettera. Sono triste! Forse arriverà di pomeriggio. Ho molte cose da raccontarti. Ieri pomeriggio sono stato a Velden, alla posta. Stamattina lavoro e corrispondenza. Purtroppo è molta! Stein, sei pagine solo di affari, Ansermet, Dent. [...] [...] Gerhart Hauptmann sta scrivendo le sue memorie, e della sua gioventù dice: «Anche se sono stato vicino al socialismo, non mi sono mai sentito un socialdemocratico». Come è meravigliosamente semplice questa osservazione, che si adatta tanto anche a me! Oggi non mi viene in mente nient'altro, perciò (da lontano) senza essermi lavato, né aver fatto la barba o pulito i denti bacio la bocca della mia adorata.
Waldhaus, 9 marzo 1934
[...] Tornando a casa in autobus ho lavorato. (Questa Geschwitz [la contessa lesbica innamorata di Lulu] che del resto non mi piace molto - anche se devo rispettarla - mi dà più da fare di tutti gli altri «satelliti» della Lulu. Ma mi sembra di aver trovato le note giuste per i suoi due Lieder.) [...] Probabilmente Stein farà la riduzione per pianoforte. Mi scrive anche per l'esecuzione della «Lulu» in un concerto. Ho risposto che ci sarà la Prima dell'opera in Germania, preferisco aspettare per il concerto. Nei paesi stranieri amici (USA, Inghilterra, Olanda, Belgio, Francia e Cecoslovacchia) le esecuzioni dei concerti possono iniziare subito. I paesi stranieri ostili (Austria) possono aspettare! [...] Ma quante cose abbiamo da dirci! Da raccontarci, ma soprattutto da riferire su ciò che abbiamo pensato e maturato nella solitudine. E la primavera sta arrivando! Anche la nostra stradina del Waldhaus nel frattempo sarà asciutta. Adesso si può solo saltare. Chi sa se Almschi verrà veramente. Sarebbe bello. Per una notte dovremo dar loro [Alma Mahler aveva sposato in terze nozze Franz Werfel] la nostra stanza. Hai pensato se ti conviene prendere il direttissimo come ti avevo proposto? Ecco che penso di nuovo al tuo ritorno! Vivo quasi solo con questa speranza. E come sono felice! Ma prima di allora riceverai ancora 4 lettere. Baci entusiastici da Floh.
Waldhaus, sabato pomeriggio, 10 marzo 1934
Hai ragione, mia adorata, ad avere nostalgia del nostro Waldhaus e di questa terra benedetta da Dio. Che magnifico sole dopo tre giorni orribili! Sto seduto in veranda, dove ci sono 15 gradi, e scrivo al mio fagiano dorato e sono pazzo di gioia al pensiero che presto potrà di nuovo scaldare al sole le sue piume, per mesi, fino a quando cercheremo l'ombra dell'altra veranda, per poi tornare di nuovo al sole, in autunno, e poi nel mondo, carichi di una difficile partitura. Pensa a questi 8 mesi, la cui bellezza non potrà sfuggirci e durante i quali non ci sarà nessun inverno, e allora potrai sopportare più facilmente questi pochi giorni che passi ancora a Hofgastein per i tuoi bagni. Del resto se proprio non vuoi più restare, basta una cartolina: «Arrivo a Villach!» E ci saranno abbracci a non finire. Se dipendesse da me ti manderei oggi stesso un telegramma: «Ritorna subito». Ma se penso che ogni singolo bagno in più ti garantisce una settimana di benessere, allora mordo di nuovo volentieri la mela acerba della solitudine, che qui nel bosco si sente doppiamente. Persino andare a Klagenfurt da solo, come ho fatto ieri, è noiosissimo... Invece che al caffè, dopo sono andato al cinema. Un interessante documentario di attualità e un film geografico favoloso sul Canada, Chicago e le cascate del Niagara. Quest'America, indescrivibilmente grandiosa! Dunque, mia adorata, se non ce la fai, smetti! Altrimenti consolati, giorno per giorno, con la bellezza del Waldhaus che ti aspetta e che ti farà ancora più piacere quando sarai guarita. Che gioia sarà per me!
Waldhaus, 11 marzo 1934 domenica pomeriggio
La posta di oggi mi ha messo in un grosso dilemma. Una cartolina di Erich Kleiber, che mi chiede categoricamente, al più presto possibile, perché è nell'interesse di tutti, il libretto definitivo della Lulu. Non posso rimandare fino a quando avrò terminato la composizione e devo mettermi subito al lavoro e scrivere da 50 a 100 pagine a macchina. Per molte cose devo ancora trovare il modo giusto, ma non ancora la forma definitiva per il libretto stampato. Volevo rivederlo con tranquillità una volta composto, e modificare ancora qualche cosa. Dunque doppio lavoro! Devo dormirci sopra. Oggi e domani comporrò ancora. Prima devo procurarmi la carta per la macchina da scrivere. Sono piuttosto nervoso, ma «il tempo porta consiglio». Forse una piccola interruzione prima dello sforzo finale sarà positiva per l'ispirazione, che è già fiacca! Ho appena aperto la radio per sentire della musica, ed ecco la grande aria della «Turandot». A Pferscherl farebbe piacere [...]
Senza data [11 marzo]
[...] Vorrei venire a prenderti a Villach e se possibile al direttissimo delle 5 e 10. Non voglio che tu debba scendere da sola con la borsa pesante, e in fretta, dato che il treno sarà in ritardo. Quando saremo finalmente a casa non credere che potremo riposare! Devo raccontarti una cosa importante, interessante e difficile, che, proprio per la sua difficoltà, non si può raccontare per iscritto. Anche perché si è acutizzata solo adesso. Comunque penso che la mia idea che tu prenda l'espresso per Villach sia giusta. Il viaggio sarebbe più piacevole e degno di te. Dato che la sera del 14 faremo tardi (il concerto alla radio comincia soltanto alle 9 e penso che finirà alle undici e mezzo o alle dodici) sarebbe una giornata faticosa per te, se tu partissi di mattina presto. D'altra parte avresti la possibilità di fare ancora un bagno a Hofgastein, la mattina; poi, la possibilità di riposare un paio d'ore, dopo; terza cosa, di pranzare alla solita ora e prendere il treno alle 2 e 30; quarto: potresti dormire un po' in treno; quinto: un viaggio più breve; sesto: un'ora più piacevole per l'arrivo a Villach, e arriveresti riposata al Waldhaus. Passeremo il tempo chiacchierando e carezzandoci fino all'ora del concerto [...]
Lunedì, 12 marzo 1934
Le lettere più splendide sono quelle dove non si parla d'altro che del nostro incontro e di tutto il resto. Scrivo a macchina perché tu possa leggere meglio e per esercitarmi. [...] Dunque arriverai col treno viaggiatori e ti aspetterò alla stazione di Velden. Ora tutto è chiaro e resterà soltanto la gioia dell'attesa. Purtroppo questa gioia è un po' offuscata dal fatto che nei prossimi giorni dovrò scrivere moltissimo a macchina. Ieri è stata una domenica desolata; di pomeriggio, sul tardi, sono andato a Velden per spedire le lettere e prendere un caffè. Questa mattina ho lavorato e sono arrivato a un buon punto con la partitura prima di interrompere il lavoro di composizione. Poi ho avvertito Kleiber per il libretto e ho scritto questa penultima lettera a Pferscherl. Basta, cigno mio! Presto nuoterai tra le braccia del tuo Flohdi. Con Pferscherl arriva la primavera! Il ghiaccio sul lago si è rotto.
Waldhaus [senza data, luglio]
Mia cara Pferscherl, Soltanto due righe perché tu abbia mie notizie già il primo giorno. [Hélène era andata a Vienna con suo fratello Franz] (Le stesse vecchie parole, ogni volta che ci separiamo.) Spero che tu abbia fatto buon viaggio, e abbia avuto un buon arrivo ed una buona notte. Mandami una cartolina se non mi hai ancora scritto. Le notizie alla radio erano rassicuranti. La posta mi ha portato finalmente da Washington [La somma che fu pagata dalla Biblioteca del Congresso di Washington per la partitura originale del «Wozzeck»] le cose che desideravo. Di' a tutti che non sappiamo ancora chi dirigerà a Venezia Per piacere chiedi a Reich se dobbiamo fare qualcosa per la riduzione del 70% per il viaggio in treno e se la concedono anche se si parte per Venezia solo dopo l'inizio del festival [La Biennale di Musica a Venezia doveva eseguire i «Tre frammenti» dal «Wozzeck». Per l'insistenza dei nazisti la rappresentazione fu rimandata e la nomina di Berg come membro onorario del comitato fu ritirata. Egli protestò e ottenne soddisfazione, cosicché il suo nome apparve di nuovo nell'elenco e la musica fu eseguita] Comunque lo vedrò venerdì a Velden. Se saprai qualcosa di definitivo sul nostro viaggio e sull'albergo, diglielo. Solo dopo la tua partenza, mi sono accorto che non avevi portato con te le cinghie e avevi preso soltanto l'ombrello vecchio [...] Per piacere chiedi a Krenek se vengono a Venezia. Infiniti baci da Floh.
27 luglio 1934, venerdì pomeriggio
Mia Pferscherl, che giorni terribili! [Il 25 luglio il Cancelliere austriaco Dollfuss fu assassinato dai nazisti. Sembrò che i nazisti fossero diventati i padroni in Austria. Parte di questa lettera sembra cifrata, poiché Berg era molto preoccupato e temeva che Hélène non potesse uscire da Vienna e tornare al Waldhaus.] Se fossi qui con me! Fa veramente molto caldo, forse più caldo che a Vienna, ma questo cielo terso e questo silenzio estivo sul lago e nel bosco sono grandiosi. In casa fa fresco se si sa come regolarsi. Ad esempio, mentre sulla mia veranda ci sono 27 gradi all'ombra e 35 al sole, in tutta la casa sono 17 gradi. Quanti ce ne saranno a Vienna? Hai parlato di un caldo tropicale. Ne soffri? Mi dispiace molto. Dovevi trovarti a Vienna proprio i due o tre giorni più caldi di tutto l'anno! L'acqua del lago è caldissima, potresti fare il bagno. Spero che tu torni presto.
Non restare a Vienna un'ora in più per mettere a posto la casa a meno che non sia per Franz. Come ti ho già detto non badare a questi lavori. Sono tanto ansioso di sapere come sta Franz. Nelle tue due cartoline non dici niente. Dato che non ho ricevuto un telegramma penso che non arriverai oggi, domani forse??!! Oh, come sarebbe bello! Vorrei telefonarti per sapere cosa c'è. Vorrei piangere all'idea che tu perdi questi giorni meravigliosi qui. Per il resto lavoro moltissimo. Ho dormito bene e alle 6 ho fatto colazione. Di mattina lavoro. Nel frattempo è arrivato il tuo espresso, cui ho risposto subito e un'ora più tardi è arrivata la tua seconda cartolina da cui deduco che una delle chiavi che ti ho mandato doveva essere quella giusta [...] Heinsheimer mi ha raccontato che adesso Filadelfia rappresenta di nuovo le opere e che faranno di nuovo anche il «Wozzeck». Grazie a dio l'estero comincia a muoversi [...]
1935