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Scena prima II

 

Giunge il Primario: la quarta del vibrafono non è semplicemente il suono di un campanello (come si potrebbe intendere naturalisticamente in rapporto all'azione): in questo e in altri punti dell'opera diventa emblema dell'irrompere di momenti chiave nel gran girotondo della vicenda, cesura elementare di straordinaria efficacia. Inizia il «Melodram» (nel senso tedesco di recitazione con musica), dominato dallo «Hauptrhytmus» che conferisce agli eventi una rigidezza antinaturalistica, incalzandoli in un gioco di imitazioni della percussione. uesto ritmo, che percorre tutta l'opera, assume una funzione formale di rilievo molto maggiore nella scena successiva, alla morte del Pittore.
Sul cadavere del Primario Lulu intona una «Canzonetta», la prima delle brevi forme cantabili che sono proprie del suo personaggio. E il saxofono a introdurne la melodia le cui aggraziate movenze, stilizzazione di moduli di facíle orecchiabilità, non possono essere neppur lontanamente intaccate da quanto è accaduto. Le parole si piegano alle note secondo un criterio del tutto antinaturalistico (si noti lo stacco a metà parola: «auf ein - mal springt - er auf»).
Un breve recitativo (ove la parte di Lulu conserva un carattere piú pronunciatamente melodico di quella prosastica del Pittore) funge da transizione al duetto in cui il Pittore pone a Lulu le sue inutili domande, e in cui la «sonnambula dell'amore» ripete, dilatandolo di volta in volta in celestiali figurazioni, il suo «non lo so»; infine l'arioso tenorile ci propone, oggettivandola, I'immagine dello smarrimento del prossimo marito di LuIu di fronte a un'esperienza misteriosa, troppo piú grande di lui. Sulle ultime parole di Lulu cala il sipario, e l'interludio che collega la prima e la seconda scena riprende la canzonetta, il duetto, il canone, di nuovo la canzonetta, sviluppando sinfonicamente il materiale del quadro iniziale.
Paolo Petazzi, Alban Berg. La vita, l'opera, i testi musicati. Milano, Feltrinelli, 1977, pp. 135-136.