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Scena seconda

 

La seconda scena vede compiersi il destino del Pittore, e segna un momento decisivo anche in quello di Schön, che infatti ne domina la parte centrale con la «esposizione» del grande tempo in forma sonata legato al suo personaggio. Questa forma è determinante nella struttura della seconda e terza scena del primo atto, vi si infiltra «come un corpo estraneo, o anzi un tessuto aggressivo» (Bortolotto), definendo con la sua densa complessità il polo opposto alle brevi «forme chiuse» che lo circondano e interrompono. Vi si può scorgere emblematicamente fissata la contraddittoria impotenza del «Gewaltmensch», la cui prepotente pretesa di affermare il proprio codice filisteo cozza indarno contro una forza destinata a trascinarlo alla piú ridicola sconfitta, a esautorarne il profilo di «cattivo ibseniano» (Bortolotto) coinvolgendolo nel vano girotondo cui non è dato sottrarsi.
La scena inizia su tinte assai meno fosche di quelle introdotte da Schön, con un duettino dalle movenze bamboleggianti e quasi operettistiche, cui segue la prima «Kammermusik» («nonetto per fiati») all'ingresso di Schigolch. Questo personaggio, apparizione che sembra emergere da misteriose profondità infere, è avvolto in un'aura singolare e in certo modo grottesca, determinata soprattutto dal suo tortuoso e sgangherato cromatismo e dalle soluzioni timbriche cui danno vita i nove fiati accompagnati dagli archi pizzicati.
La quarta del vibratono segna una nuova cesura: entra Schön e inizia il tempo in forma sonata, di cui in questa scena si ascolta l'ampia e articolata doppia esposizione (sviluppo e ripresa sono rimandati alla terza scena). Per chiarezza ne riassumiamo lo schema indicandone le corrispondenze con la situazione scenica:

Primo tema (Allegro energico) batt. 533-553
Schön afferma perentoriamente la propria volontà di rompere con Lulu.

Transizione (Quasi allegretto) batt. 554-586
Lulu lamenta la totale cecità del pittore.

Secondo tema (Gavotta e Musette) batt. 587-614)
Si accenna al progetto matrimoniale di Schön e alla sua
pretesa di condurre la nuova sposa «sotto un tetto pulito»

Tema conclusivo (Coda) (Lento) batt. 615-24
Lulu parla del suo rapporto con Schön.

Ripetizione variata dell'esposizione: da batt. 625, alle parole di Schön «Lass mich aus dem Spiel!» ritorna il primo tema; dopo una transizione molto concentrata rispetto alla prima volta, riappare il secondo tema (batt. 650); quando si giunge al tema conclusivo l'ingresso del Pittore interrompe la pagina in forma sonata.

Nel primo gruppo tematico l'elemento determinante è ovviamente il tema di Schön, con l'incisiva aggressività del suo salto di decima la transizione (che Berg definisce in partitura «Überleitungsgruppe») è assai articolata e include diversi elementi tematici, tra cui il già noto tema di Lulu e quello delle quarte. L'ultima parte di questa sezione accentua il carattere di stilizzata irrealtà riprendendo un espediente tipico del duetto d'opera tradizionale: Lulu e Schön sovrappongono le proprie parole ripetendo il già detto in un «a parte» estraniato (Schön non si rivolge piú a Lulu, ma a sé o al pubblico) che sfocia nella Gavotta (anche in bocca al Capitano nella prima scena del «Wozzeck» questa danza si riferiva a un perbenistico atteggiamento «morale»). Una nuova dimensione stilistica arcaicizzante si aggiunge cosí, con inflessioni di derisoria ironia, alle molte già finora addensate nella «sonata». Il tema conclusivo, la «coda» dell'esposizione, rievoca un clima mahleriano, segna il placarsi in un momento lirico dell'aggrovigliato svolgimento dell'esposizione, e quasi una incantata contemplazione della bellezza di Lulu, e del fascino che rende impossibile a Schön staccarsi da lei.
Paolo Petazzi, Alban Berg. La vita, l'opera, i testi musicati. Milano, Feltrinelli, 1977, pp. 136-137.