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Scena seconda II

 

Sul riapparire di questo tema la ripetizione dell'esposizione si interrompe, per lasciare il posto a una nuova «forma chiusa», che Berg definisce «Monoritmica»: qui infatti lo Hauptrhytmus già menzionato piú volte domina da protagonista l'intera scena, nelle sue varie forme aumentate e diminuite. L'articolazione è assai piú ampia rispetto alla allucinata concisione dell'«invenzione su un ritmo» del «Wozzeck»: la «Monoritmica» è costruita in sezioni che delineano un accelerando (minuziosamente definito nella sua implacabile gradualità) fino al momento in cui viene trovato il cadavere del Pittore suicida (batt. 842), e da lí percorrono un graduale ritardando. Dal «Grave» iniziale diciotto diverse indicazioni metronomiche determinano questo accelerando, che culmina nell'episodio puramente «ritmico-rumoristico» del gesto suicida, nel materismo delle percussioni che, sole, disegnano qui un serrato canone ritmico.

Segue l'ingresso di Alwa, la scoperta del cadavere; poi il ritardando avviene in forma continua con un passaggio uniforme, non «a tappe» come era stato costruito l'accelerando. Dunque una forma inesorabilmente chiusa e compatta, che sembra stringere gli avvenimenti in una morsa serrata, seguendo il crescente smarrimento del Pittore, procedendo implacabile: in ció peraltro si rivela assai piú «oggettiva» rispetto alla scena del «Wozzeck» in cui il ritmo era emblema delle allucinate ossessioni del protagonista, del suo incubo. Qui il ferreo controllo esteso su quasi trecento battute trasferisce la morte del Pittore in una sfera quasi surreale, un momento tra gli altri, del fatale girotondo (il sangue del suicida, come dice Lulu nelle ultime battute, «non lascia tracce»).

Nel corso della «Monoritmica» altri elementi, ovviamente, sono entrati negli ingranaggi della costruzione ritmica: i temi di Schön e di Lulu, il cromatismo di Schigolch, gli «accordi del ritratto»; alla fine, dopo che Lulu ha affermato trionfalmente che Schön la sposerà, ritorna il motivo lirico della Coda della sonata (un motivo la cui struttura ritmica è determinata, anch'essa dallo Hauptrhytmus), e viene sinfonicamente sviluppato nell'interludio, in uno squarcio quasi mahleriano, al quale si accosta bruscamente un elemento totalmente estraneo, il Rag-time con cui inizia la terza scena.

Paolo Petazzi, Alban Berg. La vita, l'opera, i testi musicati. Milano, Feltrinelli, 1977, p 138.