AMBIGUITÀ DEL FINALE
Devo confessare che non comprendo quest'ultimo verso dl Ferrando e Guglielmo: «ma la prova io far non vo'»

[FIORDILIGI e DORABELLA
Idol mio, se questo è vero,
Colla fede e coll'amore
Compensar saprò il tuo core,
Adorarti ognor saprò.

FERRANDO e GUGLIELMO
Te lo credo, gioia bella,
Ma la prova io far non vo'.]

Quale prova? ehe le donne effettivamente sappiano «adorarli», con fedeltà? Ma allora le nozze proposte da don Alfonso non hanno luogo? E, se hanno luogo, come vengono formate le coppie? Come all'inizio, con il mustacchioso Guglielmo fornito di «merti» indubitabili unito all'intensa, appassionata Fiordiligi; e con il meno dotato (mustacchiosamente parlando) ma più genuino e ingenuo Ferrando unito alla focosa insaziabile Dorabella? Oppure le coppie vengono formáte nell'altro, secondo modo? Con l'unione dei terrestri Guglielmo e Dorabella e degli spirituali Ferrando e Fiordiligi? Don Alfonso - e Da Ponte, e Mozart - non ci dicono nulla in proposito e sta a noi decidere: e se vogliamo assumere per un momento la sentenzlosità di don Alfonso, dobbiamo accettare la primitiva formulazione, rifacendoci alla «coincidentia oppositorum». Ma esiste, comunque anche l'altra possibilità, che don Alfonso potrebbe chiamare «attraetio eleetiva».

Ma possiamo anche cercare, nelle coppie, altri motivi di collegamento, di natura vocale. L'appassionata Fiordiligi è un soprano che ama gli sbalzi di tessitura, e lascia un certo spazio al virtuosismo; e potrebbe stare molto bene insieme al tenore Ferrando, con il suo canto che è morbidamente amoroso ma a volte tende alla lucente fiorettatura.
Dorabella è invece un soprano di scrittura più centrale che non ama gli sbalzi (può essere affidato a un mezzosoprano), e in questo si collega a Guglielmo, un basso ehe predilige quella zona medio-acuta che sarà poi del baritono ottocentesco. Ma anche qui, dal punto di vista della vocalità, come formare le coppie? Per analogia o per contrapposlzione?
Insomma, dobbiamo concludere che in quest'opera tutto è molto ambiguo; lo sono le proposte di Lorenzo Da Ponte, lo sono le soluzioni musicali. E Mozart, dal canto suo, non è ambiguo sempre, e ovunque?

Eduardo Rescigno, [Commento al libretto] in «Così fan tutte», Programma di Sala Stagione 1982-1983, Teatro alla Scala Milano, p. 77.