COSÌ FAN TUTTE
Atto secondo

Scena 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16| 17 | 18 |

Scena prima

Camera in casa di Fiordiligi e Dorabella. Despina critica le padrone, consigliando loro di lasciarsi andare all'amore, tanto più che gli amanti sono nobili e ricchi. Per evitare le chiacchiere, dice di poter diffondere la notizia che i due vengono in casa per lei. Infine espone la sua teoria sulla donna, che già a 15 anni deve saper tuno quanto dell'amore e trovare sempre il suo vantaggio (fra sé, intanto, capisce di aver successo).

Scena seconda

Uscita lei, le fanciulle sono imbarazzate, Dorabella ha qualche ripensamento e sostiene che divertirsi non fa poi male a nessuno; Fiordiligi non vuole alcuna responsabilità e lascia fare. Infine, le due immaginano i piaceri del corteggiamento, e se Dorabella preferisce il pretendente brunettino Fiordiligi sceglierà il biondino. Quindi non sono piú tanto sicure del loro amore per i fidanzati lontani e si lasciano convincere a ricevere i nuovi pretendenti, quella sera stessa, in giardino. Fanno per uscire e

Scena terza

incontrano Don Alfonso le due fanciulle, che le chiama in giardino dove ci si sta divertendo molto,

 

Scena quarta

Giardino in riva al mare. Su una barca fastosamente addobbata giungono i due albanesi, che cantano alle loro belle accompagnati da un coro e da una banda strumentale. Don Alfonso e Despina li guidano presso le signore ammutolite dallo stupore rnentre la barca si allontana, ma siccome li vede imbarazzati, Don Alfonso prende per mano Dorabella, invita Despina a fare altrenanto con Fiordiligi e comincia a simulare un corteggiamento. I due tentennano, e allora Despina simula una risposta delle dame. Infine il filosofo e la cameriera si allontanano.

Scena quinta

Guglielmo si trova al braccio di Dorabella mentre Fiordiligi sta soltanto vicino a Ferrando. I quattro si mettono a parlare del più e del meno, sospirano, passeggiano due a due. Sul davanti stanno Guglielmo e Dorabella: lui si lagna di un certo rnalessere e intanto spia dove siano gli altri due, e lei sembra disponibile, tanto da aecettare il dono di un cuoricino. L'amore è sbocciato, Guglielmo cerca di mettere il cuore dove lei tiene il ritratto del primo amante, vi riesce compiangendo Ferrando, si tiene il ritratto, e infine i due, dopo aver cantato un appassionato duetto d'amore, ricco di doppi sensi, partono abbracciati.

Scena sesta

Rientrano Fiordiligi, agitatissima, e Ferrando che la segue mortificato. Lei gli intima di fuggirla, ma lui, comprendendo di essere contraccambiato, dapprima esulta ma poi si dispiace di vederla sempre riottosa.

Scena settima

Uscito lui, Fiordiligi smania, cerca di resistere agli attacchi di un amore scomodo e ardente, è acerbamente dibattuta tra il dovere e la tentazione, rimpiange Guglielmo, infine si dichiara pronta a difendere accanitamente il primo amore ed esce.

Scena ottava

Intanto Ferrando e Guglielmo si incontrano per narrarsi reciprocamente ciò che è accaduto: Guglielmo è felice che Fiordiligi non abbia ceduto all'amico, Ferrando si dispera per il tradimento di Dorabella, inequivocabilmente provato dal ritratto nelle mani di Guglielmo. Quasi perde il controllo di se stesso, e l'amico se la prende con tutte le donne che saranno belle e amabili ma sono anche ingannatrici.

Scena nona

Rimasto solo, Ferrando inveisce contro Dorabella, prevede l'ironia di Don Alfonso e pure sente sempre di amare chi l'ha tradito. L'ha ascoltato Don Alfonso, e lo compiange Guglielmo che comunque si crede più amorosamente meritevole dell'amico («Ti pare che una sposa / mancar possa a un Guglielmo?»). Ma Don Alfonso insiste che la giornata non è ancora finita.

Scena decima

Grande camera in casa delle sorelle. Dorabella racconta a Despina ciò che è avvenuto nel giardino e Despina si rallegra con lei per la saggezza della sua scelta. Sopraggiunge Fiordiligi che, disperatissima, confessa di amare il nuovo corteggiatore. Dorabella la invita a cedere alla prepotenza dell'amore. E Fiordiligi: «Ma non so come mai si può cangiar in un sol giorno un core». «Che domanda ridicola!» risponde Dorabella «Siam donne!»

Scena undicesima

Rimasta sola, Fiordiligi rientra in sé, decide di respingere le ulteriori profferte e mentre si vedono passare in fondo Ferrando, Guglielmo, tutto compiaciuto, e Don Alfonso, chiama Despina che le trovi subito due uniformi militari con le quali le due sorelle possano fuggire all'accampamento dei veri amanti.

Scena dodicesima

Fiordiligi si esalta all'idea di comparire davanti all'amante e perfino di combanere con lui, ma Ferrando si fa vedere, comincia a lamentarsi, dichiara tuno il suo amore e ha facile vittoria sulla povera donna con la quale poi se ne va.

Scena tredicesima

Guglielmo è afflitto, protesta e con Ferrando che ritorna medita una vendetta. Vendicarsene è sposarle, replica Don Alfonso, che per la sera stessa organizzerà un doppio matrimonio e in ogni modo si fa sempre difensore delle donne, che molto semplicemente fanno sempre tutte così.

Scena quattordicesima

Entra Despina, che comunica come le padrone siano disposte a sposarsi: «Non è mai senza effetto / Quand'entra la Despina in un progetto.»

Scena quindicesima

Sala con tavola apparecchiata. Il banchetto nuziale è pronto e la burla si avvia al suo epilogo. Despina impartisce ordini e Don Alfonso fa i complimenti e introduce le due coppie.

Scena sedicesima

Accolti dal coro e da una marcia orchestrale, i quattro avanzano solennemente e lietamente e, mentre il coro si ritira, si mettono a tavola, si vezzeggiano, brindano. Ma Guglielmo commenta: «Ah bevessero del tossico / Queste volpi senza onor!»

Scena diciassettesima

Don Alfonso annuncia il notaio, che è Despina travestita: con voce nasale legge il contratto fra le dame ferraresi e i nobili albanesi. Le due donne sottoscrivono (gli uomini no) e Don Alfonso afferra il contrano, ma d'improvviso si sente, di fuori, il coro che inneggia alla vita della milizia. Don Alfonso s'affaccia alla finestra e tutto spaventato annuncia che stanno tornando i due vecchi amanti. I servi e i suonatori escono, le dame agitatissime nascondono gli sposini in una camera (da dove escono per andare altrove) e Don Alfonso manda Despina in un'altra.

Scena diciottesima

Sani, salvi e raggianti, ecco Ferrando e Guglielmo in abito militare che tornano alle fedelissime fidanzate, ma si stupiscono a vederle così meste. Facendo poi riporre un baule in una stanza vedono un uomo, un notaio, e ne chiedono la ragione. Non è un notaio, dice l'interessato, è Despina mascherata che torna da un ballo, ma intanto Don Alfonso lascia cadere il contratto che gli amanti raccolgono e leggono allarmati. Mentre le dame chiedono pietà e accusano Don Alfonso e Despina, Don Alfonso fa entrare i due nella camera affinché vedano coi loro occhi. Entrano, depongono gli abiti militari e riescono subito con gli abiti finti, facendo restare allibite Fiordiligi, Dorabella e la stessa Despina. L'inganno è tutto di Don Alfonso, che ha ingannato solo per disingannare e alla buon'ora unisce i quattro sposi. Tutti concordano che bisogna prendere le cose per il loro verso e lasciarsi sempre guidare dalla ragione: «Fortunato l'uom che prende / Ogni cosa pel buon verso, / E tra i casi e le vicende / da ragion guidar si fa». [Ambiguità del finale ]

LIBRETTO
SCENA PRIMA

Camera.
Fiordiligi, Dorabella e Despina.

DESPINA
Andate là, che siete
Due bizzarre ragazze!

FIORDILIGI
Oh, cospettaccio!
Cosa pretenderesti?

DESPINA
Per me nulla.

FIORDILIGI
Per chi dunque?

DESPINA
Per voi.

DORABELLA
Per noi?

DESPINA
Per voi:
Siete voi donne, o no?

FIORDILIGI
E per questo?

DESPINA
E per questo
Dovete far da donne.

DORABELLA
Cioè?

DESPINA
Trattar l'amore en bagatelle;
Le occasioni belle
Non negliger giammai; cangiar a tempo,
A tempo esser costanti;
Coquettizzar con grazia;
Prevenir la disgrazia, sì comune
A chi si fida in uomo;
Mangiar il fico e non gittare il pomo.

FIORDILIGI (fra sé)
Che diavolo!
(a Despina)
Tai cose
Falle tu, se n'hai voglia.

DESPINA
Io già le faccio.
Ma vorrei che anche voi
Per gloria del bel sesso,
Faceste un po' lo stesso. Per esemplo,
I vostri Ganimedi
Son andati alla guerra? Infin che tornano
Fate alla militare: reclutate.

DORABELLA
Il cielo ce ne guardi!

DESPINA
Eh, che noi siamo in terra, e non in cielo!
Fidatevi al mio zelo: già ché questi
Forastieri v'adorano,
Lasciatevi adorar. Son ricchi, belli,
Nobili, generosi, come fede
Fece a voi Don Alfonso; avean coraggio
Di morire per voi; questi son merti
Che sprezzar non si denno
Da giovani qual voi belle e galanti,
Che pon star senza amor, non senza amanti.
(fra sé)
Par che ci trovin gusto.

FIORDILIGI
Per Bacco, ci faresti
Far delle belle cose!
Credi tu che vogliamo
Favola diventar degli oziosi?
Ai nostri cari sposi
Credi tu che vogliam dar tal tormento?

DESPINA
E chi dice che abbiate
A far loro alcun torto?
(fra sé)
Amiche, siamo in porto!

DORABELLA
Non ti pare che sia torto bastante
Se noto si facesse
Che trattiamo costor?

DESPINA
Anche per questo
C'è un mezzo sicurissimo:
Io voglio sparger fama
Che vengono da me.

DORABELLA
Chi vuoi che il creda?

DESPINA
Oh bella! Non ha forse
Merto una cameriera
D'aver due cicisbei? Di me fidatevi.

FIORDILIGI
No, no; son troppo audaci,
Questi tuoi forastieri.
Non ebber la baldanza
Fin di chieder dei baci?

DESPINA (fra sé)
Che disgrazia!
(alle padrone)
Io posso assicurarvi
Che le cose che han fatto
Furo effetti del tossico che han preso:
Convulsioni, deliri,
Follie, vaneggiamenti.
Ma or vedrete come son discreti,
Manierosi, modesti e mansueti.
Lasciateli venir.

DORABELLA
E poi?

DESPINA
E poi...
Caspita, fate voi!
(fra sé)
L'ho detto che cadrebbero.

FIORDILIGI
Cosa dobbiamo far?

DESPINA
Quel che volete:
Siete d'ossa e di carne, o cosa siete?

N. 19 - Aria

DESPINA

Una donna a quindici anni
Dèe saper ogni gran moda,
Dove il diavolo ha la coda,
Cosa è bene e mal cos'è.

Dèe saper le maliziette
Che innamorano gli amanti,
Finger riso, finger pianti,
Inventar i bei perché.

Dèe in un momento
Dar retta a cento;
Colle pupille
Parlar con mille;
Dar speme a tutti,
Sien belli o brutti;
Saper nascondersi
Senza confondersi;
Senza arrossire
Saper mentire;
E, qual regina
Dall'alto soglio,
Col «posso e voglio»
Farsi ubbidir.
(fra sé)
Par ch'abbian gusto
Di tal dottrina.
Viva Despina
Che sa servir!
(parte)

SCENA SECONDA

Fiordiligi e Dorabella

FIORDILIGI
Sorella, cosa dici?

DORABELLA
Io son stordita
Dallo spirto infernal di tal ragazza.

FIORDILIGI
Ma credimi, è una pazza.
Ti par che siamo in caso
Di seguir suoi consigli?

DORABELLA
Oh, certo, se tu pigli
Pel rovescio il negozio.

FIORDILIGI
Anzi, io lo piglio
Per il suo verso dritto:
Non credi tu delitto,
Per due giovani omai promesse spose,
Il far di queste cose?

DORABELLA
Ella non dice
Che facciamo alcun mal.

FIORDILIGI
È mal che basta
Il far parlar di noi.

DORABELLA
Quando si dice
Che vengon per Despina!

FIORDILIGI
Oh, tu sei troppo
larga di coscienza! E che diran
Gli sposi nostri?

DORABELLA
Nulla:
O non sapran l'affare,
Ed è tutto finito;
O sapran qualche cosa, e allor diremo
Che vennero per lei.

FIORDILIGI
Ma i nostri cori?

DORABELLA
Restano quel che sono:
Per divertirsi un poco, e non morire
Dalla malinconia
Non si manca di fè, sorella mia.

FIORDILIGI
Questo è ver.

DORABELLA
Dunque?

FIORDILIGI
Dunque,
Fa un po' tu: ma non voglio
Aver la colpa se poi nasce un imbroglio.

DORABELLA
Che imbroglio nascer deve
Con tanta precauzion? Per altro ascolta:
Per intenderci bene,
Qual vuoi sceglier per te de' due Narcisi?

FIORDILIGI
Decidi tu, sorella.

DORABELLA
Io già decisi.

N. 20 - Duetto

DORABELLA
Prenderò quel brunettino,
Che più lepido mi par.

FIORDILIGI
Ed intanto io col biondino
Vo' un po' ridere e burlar.

DORABELLA
Scherzosetta ai dolci detti
Io di quel risponderò.

FIORDILIGI
Sospirando i sospiretti
Io dell'altro imiterò.

DORABELLA
Mi dirà: «Ben mio, mi moro».

FIORDILIGI
Mi dirà: «Mio bel tesoro».

FIORDILIGI e DORABELLA
Ed intanto che diletto,
Che spassetto io proverò!

(partono e s'incontrano in Don Alfonso)

SCENA TERZA

Fiordiligi, Dorabella e Don Alfonso.

DON ALFONSO
Ah, correte al giardino,
Le mie care ragazze! che allegria!
Che musica! che canto!
Che brillante spettacolo! che incanto!
Fate presto, correte!

DORABELLA
Che diamine esser può?

DON ALFONSO
Tosto vedrete.

(partono)

SCENA QUARTA

Giardino alla riva del mare con sedili d'erba e due tavolini di pietra. Alla sponda una barca ornata di fiori.
Ferrando, Guglielmo, Despina, Fiordiligi, Dorabella, Don Alfonso, marinai e servi.
Ferrando e Guglielmo con una banda di suonatori e coro di marinai - cantatori e cantatrici - nella barca; Despina nel giardino; Fiordiligi e Dorabella, accompagnate da Don Alfonso, vengono da lato; servi riccamente vestiti.

N. 21 - Duetto (con Coro)

FERRANDO e GUGLIELMO
Secondate, aurette amiche,
Secondate i miei desiri,
E portate i miei sospiri
Alla Dea di questo cor.

Voi che udiste mille volte
Il tenor delle mie pene,
Ripetete al caro bene
Tutto quel che udiste allor.

CORO
Secondate, aurette amiche,
Il desir di sì bei cor.

(Nel tempo del ritornello di questo coro, Ferrando e Guglielmo scendono con catene di fiori; Don Alfonso e Despina li conducono
davanti le due amanti, che resteranno ammutite ed attonite)

DON ALFONSO (ai servi che portano bacili con fiori)
Il tutto deponete
Sopra quei tavolini, e nella barca
Ritiratevi, amici.

FIORDILIGI e DORABELLA
Cos'è tal mascherata?

DESPINA (a Ferrando e Guglielmo)
Animo, via, coraggio: avete perso
L'uso della favella?

(La barca s'allontana dalla sponda)

FERRANDO
Io tremo e palpito
Dalla testa alle piante.

GUGLIELMO
Amor lega le membra a vero amante.

DON ALFONSO (alle donne)
Da brave, incoraggiateli.

FIORDILIGI (agli amanti)
Parlate.

DORABELLA (agli amanti)
Liberi dite pur quel che bramate.

FERRANDO
Madama...

GUGLIELMO
Anzi, madame...

FERRANDO (a Guglielmo)
Parla pur tu.

GUGLIELMO (a Ferrando)
No, no, parla pur tu.

DON ALFONSO
Oh cospetto del diavolo,
Lasciate tali smorfie
Del secolo passato. Despinetta,
Terminiam questa festa,
Fa' tu con lei quel ch'io farò con questa.

N. 22 - Quartetto

DON ALFONSO
(prende per mano Dorabella, mentre Despina prende Fiordiligi)
La mano a me date,
Movetevi un po'.
(agli amanti)
Se voi non parlate,
Per voi parlerò.
(alle signore)
Perdono vi chiede
Un schiavo tremante;
V'offese, lo vede,
Ma solo un istante.
Or pena, ma tace...

FERRANDO e GUGLIELMO
(ripetono l'ultima parola con la stessa cantilena)
...Tace...

DON ALFONSO
Or lasciavi in pace...

FERRANDO e GUGLIELMO (c. s.)
...In pace...

DON ALFONSO
Non può quel che vuole,
Vorrà quel che può.

FERRANDO e GUGLIELMO
(ripetono i due versi interi con un sospiro)
Non può quel che vuole,
Vorrà quel che può.

DON ALFONSO (alle ragazze)
Su via rispondete,
Guardate e ridete?

DESPINA (mettendosi davanti alle due ragazze)
Per voi la risposta
A loro darò.

Quello che è stato è stato,
Scordiamci del passato.
Rompasi omai quel laccio,
Segno di servitù.

(Despina prende la mano di Dorabella, Don Alfonso quella di Fiordiligi; e fan rompere i lacci agli amanti, cui mettono al braccio dei
medesimi)

A me porgete il braccio,
Né sospirate più.

DESPINA e DON ALFONSO (a parte, sottovoce)
Per carità, partiamo:
Quel che san far veggiamo;
Le stimo più del diavolo
S'ora non cascan giù.

(partono)

SCENA QUINTA

Guglielmo a braccio di Dorabella, Ferrando e Fiordiligi senza darsi braccio. Fanno una piccola scena muta guardandosi, sospirando, ridendo etc.

FIORDILIGI
Oh che bella giornata!

FERRANDO
Caldetta anzi che no.

DORABELLA
Che vezzosi arboscelli!

GUGLIELMO
Certo, certo: son belli,
Han più foglie che frutti.

FIORDILIGI
Quei viali
Come son leggiadri.
Volete passeggiar?

FERRANDO
Son pronto, o cara,
Ad ogni vostro cenno.

FIORDILIGI
Troppa grazia!

FERRANDO (a Guglielmo, nel passare)
Eccoci alla gran crisi.

FIORDILIGI
Cosa gli avete detto?

FERRANDO
Eh, gli raccomandai
Di divertirla bene.

DORABELLA (a Guglielmo)
Passeggiamo anche noi.

GUGLIELMO
Come vi piace.
(Passeggiano. - Dopo un momento di silenzio)
Ahimè!

DORABELLA
Che cosa avete?

(gli altri due fanno scena muta in lontananza)

GUGLIELMO
Io mi sento sì male,
Sì male, anima mia,
Che mi par di morire.

DORABELLA (fra sé)
Non otterrà nientissimo.
(forte)
Saranno rimasugli
Del velen che beveste.

GUGLIELMO (con fuoco)
Ah, che un veleno assai più forte io bevo
In que' crudi e focosi
Mongibelli amorosi!

DORABELLA
Sarà veleno calido:
Fatevi un poco fresco.

(gli altri due entrano in atto di passeggiare)

GUGLIELMO
Ingrata, voi burlate
Ed intanto io mi moro!
(fra sé)
Son spariti:
Dove diamin son iti?

DORABELLA
Eh, via, non fate...

GUGLIELMO
Io mi moro, crudele, e voi burlate?

DORABELLA
Io burlo? io burlo?

GUGLIELMO
Dunque
Datemi qualche segno, anima bella,
Della vostra pietà.

DORABELLA
Due, se volete;
Dite quel che far deggio, e lo vedrete.

GUGLIELMO (fra sé)
Scherza, o dice davvero?
(forte, mostrandole un ciondolo)
Questa picciola offerta
D'accettare degnatevi.

DORABELLA
Un core?

GUGLIELMO
Un core: è simbolo di quello
Ch'arde, languisce e spasima per voi.

DORABELLA (fra sé)
Che dono prezioso!

GUGLIELMO
L'accettate?

DORABELLA
Crudele!
Di sedur non tentate un cor fedele.

GUGLIELMO (fra sé)
La montagna vacilla.
Mi spiace; ma impegnato
È l'onor di soldato.
(a Dorabella)
V'adoro!

DORABELLA
Per pietà...

GUGLIELMO
Son tutto vostro!

DORABELLA
Oh, Dei!

GUGLIELMO
Cedete, o cara!

DORABELLA
Mi farete morir...

GUGLIELMO
Morremo insieme,
Amorosa mia speme.
L'accettate?

DORABELLA
(dopo breve intervallo, con un sospiro)
L'accetto.

GUGLIELMO
(fra sé)
Infelice Ferrando!
(a Dorabella)
O che diletto!

N. 23 - Duetto

GUGLIELMO
Il core vi dono,
Bell'idolo mio;
Ma il vostro vo' anch'io,
Via, datelo a me.

DORABELLA
Mel date, lo prendo,
Ma il mio non vi rendo:
Invan mel chiedete,
Piùmeco ei non è.

GUGLIELMO
Se teco non l'hai,
Perché batte qui?

DORABELLA
Se a me tu lo dai,
Che mai balza lì?

DORABELLA e GUGLIELMO
È il mio coricino
Che più non è meco:
Ei venne a star teco,
Ei batte così.

GUGLIELMO
(Vuol metterle il core dov'ha il ritratto dell'amante)
Qui lascia che il metta.

DORABELLA
Ei qui non può star.

GUGLIELMO
T'intendo, furbetta.

DORABELLA
Che fai?

GUGLIELMO
Non guardar.
(Le torce dolcemente la faccia dall'altra parte, le cava il ritratto e vi mette il core)

DORABELLA (fra sé)
Nel petto un Vesuvio
D'avere mi par.

GUGLIELMO (fra sé)
Ferrando meschino!
Possibil non par.
(a Dorabella)
L'occhietto a me gira.

DORABELLA
Che brami?

GUGLIELMO
Rimira
Se meglio può andar.

DORABELLA e GUGLIELMO
Oh cambio felice
Di cori e d'affetti!
Che nuovi diletti,
Che dolce penar!

(Partono abbracciati)

SCENA SESTA

Fiordiligi e Ferrando.

(Entra Fiordiligi agitata, seguita da Ferrando)

FERRANDO
Barbara! Perché fuggi?

FIORDILIGI
Ho visto un aspide,
Un'idra, un basilisco!

FERRANDO
Ah, crudel, ti capisco!
L'aspide, l'idra, il basilisco, e quanto
I libici deserti han di più fiero,
In me solo tu vedi.

FIORDILIGI
È vero, è vero!
Tu vuoi tormi la pace.

FERRANDO
Ma per farti felice.

FIORDILIGI
Cessa di molestarmi.

FERRANDO
Non ti chiedo che un guardo.

FIORDILIGI
Pàrtiti.

FERRANDO
Non sperarlo
Se pria gli occhi men fieri a me non giri.
O ciel! Ma tu mi guardi, e poi sospiri?

N. 24 - Aria

FERRANDO
(lietissimo)
Ah, lo veggio, quell'anima bella
Al mio pianto resister non sa;
Non è fatta per esser rubella
Agli affetti di amica pietà.
In quel guardo, in quei cari sospiri
Dolce raggio lampeggia al mio cor:
Già rispondi a' miei caldi desiri,
Già tu cedi al più tenero amor.
(mesto)
Ma tu fuggi, spietata, tu taci
Ed invano mi senti languir?
Ah, cessate, speranze fallaci:
La crudel mi condanna a morir.
(parte)

SCENA SETTIMA

Fiordiligi sola.

FIORDILIGI
Ei parte... senti... ah no... partir si lasci,
Si tolga ai sguardi miei l'infausto oggetto
Della mia debolezza. A qual cimento
Il barbaro mi pose!... Un premio è questo
Ben dovuto a mie colpe!... In tale istante
Dovea di nuovo amante
I sospiri ascoltar? L'altrui querele
Dovea volger in gioco? Ah, questo core
A ragione condanni, o giusto amore!
Io ardo, e l'ardor mio non è più effetto
D'un amor virtuoso: è smania, affanno,
Rimorso, pentimento,
Leggerezza, perfidia e tradimento!
[ Guglielmo, anima mia! Perché sei tanto
ora lungi da me? Solo potresti...
ahimè! tu mi detesti,
mi rigetti, m'aborri... io già ti veggio
minaccioso, sdegnato; io sento
i rimproveri amari, e il tuo tormento. ]

N. 25 - Rondò

FIORDILIGI
Per pietà, ben mio, perdona
All'error di un'alma amante;
Fra quest'ombre e queste piante
Sempre ascoso, oh Dio, sarà!

Svenerà quest'empia voglia
L'ardir mio, la mia costanza;
Perderà la rimembranza
Che vergogna e orror mi fa.

A chi mai mancò di fede
Questo vano ingrato cor!
Si dovea miglior mercede,
Caro bene, al tuo candor.

(parte)

SCENA OTTAVA

Ferrando e Guglielmo.

FERRANDO (lietissimo)
Amico, abbiamo vinto!

GUGLIELMO
Un ambo o un terno?

FERRANDO
Una cinquina, amico: Fiordiligi
È la modestia in carne.

GUGLIELMO
Niente meno?

FERRANDO
Nientissimo. Sta' attento
E ascolta come fu.

GUGLIELMO
T'ascolto: di' pur su.

FERRANDO
Pel giardinetto,
Come eravam d'accordo,
A passeggiar mi metto;
Le dò il braccio, si parla
Di mille cose differenti; alfine
Viensi all'amor.

GUGLIELMO
Avanti.

FERRANDO
Fingo labbra tremanti,
Fingo di pianger, fingo
Di morir al suo piè...

GUGLIELMO
Bravo assai, per mia fè.
Ed ella?

FERRANDO
Ella da prima
Ride, scherza, mi burla...

GUGLIELMO
E poi?

FERRANDO
E poi
Finge d'impietosirsi...

GUGLIELMO
O cospettaccio!

FERRANDO
Alfin scoppia la bomba:
Pura come colomba
Al suo caro Guglielmo ella si serba;
Mi discaccia superba,
Mi maltratta, mi fugge,
Testimonio rendendomi e messaggio
Che una femmina ell'è senza paraggio.

GUGLIELMO
Bravo tu, bravo io,
Brava la mia Penelope!
Lascia un po' ch'io ti abbracci
Per sì felice augurio,
O mio fido Mercurio!

(si abbracciano)

FERRANDO
E la mia Dorabella?
Come s'è diportata?
(con trasporto)
Ah, non ci ho neppur dubbio! assai conosco
Quella sensibil alma.

GUGLIELMO
Eppur un dubbio,
Parlandoti a quattr'occhi,
Non saria mal, se tu l'avessi.

FERRANDO
Come?

GUGLIELMO
Dico così per dir!
(fra sé)
Avrei piacere d'indorargli la pillola.

FERRANDO
Stelle! Cesse ella forse
Alle lusinghe tue? Ah, s'io potessi
Sospettarlo soltanto!...

GUGLIELMO
È sempre bene
Il sospettare un poco in questo mondo.

FERRANDO
Eterni Dei! favella: a foco lento
Non mi far qui morir... ma no, tu vuoi
Prenderti meco spasso: ella non ama,
Non adora che me.

GUGLIELMO
Certo! Anzi in prova
Di suo amor, di sua fede,
Questo bel ritrattino ella mi diede.
(gli mostra il ritratto che Dorabella gli ha dato)

FERRANDO (furente)
Il mio ritratto!
Ah, perfida!
(Vuol partire)

GUGLIELMO
Ove vai?

FERRANDO (c.s.)
A trarle il cor dal scellerato petto
E a vendicar il mio tradito affetto.

GUGLIELMO
Fermati!

FERRANDO (risoluto)
No, mi lascia!

GUGLIELMO
Sei tu pazzo? Vuoi tu precipitarti
Per una donna che non val due soldi?
(fra sé)
Non vorrei che facesse
Qualche corbelleria.

FERRANDO
Numi! Tante promesse,
E lagrime, e sospiri, e giuramenti,
In sì pochi momenti
Come l'empia obliò?

GUGLIELMO
Perbacco, io non lo so.

FERRANDO
Che fare or deggio?
A qual partito, a qual idea m'appiglio?
Abbi di me pietà, dammi consiglio.

GUGLIELMO
Amico, non saprei
Qual consiglio a te dar.

FERRANDO
Barbara! Ingrata!
In un giorno!... In poche ore!...

GUGLIELMO
Certo, un caso quest'è da far stupore.

N. 26 - Aria

GUGLIELMO
Donne mie, la fate a tanti,
Che, se il ver vi deggio dir,
Se si lagnano gli amanti
Li comincio a compatir.

Io vo' bene al sesso vostro,
Lo sapete, ognun lo sa:
Ogni giorno ve lo mostro,
Vi dò segno d'amistà;

Ma quel farla a tanti e tanti
M'avvilisce in verità.

Mille volte il brando presi
Per salvar il vostro onor,
Mille volte vi difesi
Colla bocca, e più col cor.

Ma quel farla a tanti e tanti
È un vizietto seccator.

Siete vaghe, siete amabili,
Più tesori il ciel vi diè,
E le grazie vi circondano
Dalla testa sin ai piè;

Ma la fate a tanti e tanti,
Che credibile non è.
Che, se gridano gli amanti,
Hanno certo un gran perché.
(parte)

SCENA NONA

Ferrando solo; poi Guglielmo e Don Alfonso.

FERRANDO
In qual fietro contrasto, in qual disordine
Di pensieri e di affetti io mi ritrovo?
Tanto insolito e novo è il caso mio,
Che non altri, non io
Basto per consigliarmi... Alfonso, Alfonso,
Quanto rider vorrai
Della mia stupidezza!
Ma mi vendicherò: saprò dal seno
Cancellar quell'iniqua... cancellarla?
Troppo, oddio, questo cor per lei mi parla.
(qui capita Don Alfonso con Guglielmo, e sta a sentire)

N. 27 - Cavatina

FERRANDO

Tradito, schernito
Dal perfido cor,
Io sento che ancora
Quest'alma l'adora,
Io sento per essa
Le voci d'amor.

DON ALFONSO (avvicinandosi a Ferrando)
Bravo, questa è costanza!

FERRANDO
Andate, o barbaro!
Per voi misero sono.

DON ALFONSO
Via, se sarete buono
Vi tornerò l'antica calma. Udite:
(mostrando Guglielmo)
Fiordiligi a Guglielmo
Si conserva fedel, e Dorabella
Infedel a voi fu.

FERRANDO
Per mia vergogna.

GUGLIELMO
Caro amico, bisogna
Far delle differenza in ogni cosa.
Ti pare che una sposa
Mancar possa a un Guglielmo? Un picciuol calcolo,
Non parlo per lodarmi,
Se facciamo tra noi... Tu vedi, amico,
Che un poco più di merto...

DON ALFONSO
Eh, anch'io lo dico.

GUGLIELMO
Intanto mi darete
Cinquanta zecchinetti.

DON ALFONSO
Volentieri.
Pria però di pagar, vo' che facciamo
Qualche altra esperienza.

GUGLIELMO
Come!

DON ALFONSO
Abbiate pazienza; infin domani
Siete entrambi miei schiavi, a me voi deste
Parola da soldati
Di far quel ch'io dirò. Venite, io spero
Mostrarvi ben che folle è quel cervello
Che sulla frasca ancor vende l'uccello.
(partono)

SCENA DECIMA

Camera con diverse porte, specchio e tavolini.
Dorabella e Despina; poi Fiordiligi.

DESPINA
Ora vedo che siete
Una donna di garbo.

DORABELLA
Invan, Despina,
Di resister tentai: quel demonletto
Ha un artifizio, un'eloquenza, un tratto
Che ti fa cader giù se sei di sasso.

DESPINA
Corpo di Satanasso!
Questo vuol dir saper! Tanto di raro
Noi povere ragazze
Abbiamo un po' di bene,
Che bisogna pigliarlo allor ch'ei viene.
(entra Fiordiligi)
Ma ecco la sorella.
Che ceffo!

FIORDILIGI
Sciagurate!
Ecco per colpa vostra
In che stato mi trovo!

DESPINA
Cosa è nato,
Cara madamigella?

DORABELLA
Hai qualche mal, sorella?

FIORDILIGI
Ho il diavolo che porti
Me, te, lei, Don Alfonso, i forestieri
E quanti pazzi ha il mondo.

DORABELLA
Hai perduto il giudizio?

FIORDILIGI
Peggio, peggio...
Inorridisci: io amo, e l'amor mio
Non è sol per Guglielmo.

DESPINA
Meglio, meglio!

DORABELLA
E che forse anche tu se' innamorata
Del galante biondino?

FIORDILIGI (sospirando)
Ah, purtroppo per noi.

DESPINA
Mo' brava!

DORABELLA
Tieni
Settantamila baci:
Tu il biondino, io il brunetto,
Eccoci entrambe spose!

FIORDILIGI
Cosa dici?
Non pensi agli infelici
Che stamane partir? Ai loro pianti,
Alla lor fedeltà tu più non pensi?
Così barbari sensi
Dove, dove apprendesti?
Sì diversa da te come ti festi?

DORABELLA
Odimi: sei tu certa
Che non muoiano in guerra
I nostri vecchi amanti? E allora entrambe
Resterem colle man piene di mosche.
Tra un ben certo e un incerto
C'è sempre gran divario!

FIORDILIGI
E se poi torneranno?

DORABELLA
Se torneran, lor danno!
Noi saremo allor mogli, noi saremo
Lontane mille miglia.

FIORDILIGI
Ma non so come mai
Si può cangiar in un sol giorno un core.

DORABELLA
Che domanda ridicola! Siam donne!
E poi, tu com'hai fatto?

FIORDILIGI
Io saprò vincermi.

DESPINA
Voi non saprete nulla.

FIORDILIGI
Farò che tu lo veda.

DORABELLA
Credi, sorella, è meglio che tu ceda.

N. 28 - Aria

DORABELLA
È amore un ladroncello,
Un serpentello è amor;
Ei toglie e dà la pace,
Come gli piace, ai cor.

Per gli occhi al seno appena
Un varco aprir si fa,
Che l'anima incatena
E toglie libertà.

Porta dolcezza e gusto
Se tu lo lasci far,
Ma t'empie di disgusto
Se tenti di pugnar.

Se nel tuo petto ei siede,
S'egli ti becca qui,
Fa' tutto quel ch'ei chiede,
Che anch'io farò così
(Dorabella e Despina partono)

SCENA UNDICESIMA

Fiordiligi sola; poi Ferrando, Guglielmo e Don Alfonso in altra camera; indi Despina.

FIORDILIGI
Come tutto congiura
A sedurre il mio cor! Ma no... si mora
E non si ceda... errai quando alla suora
Io mi scopersi, ed alla serva mia.
Esse a lui diran tutto, ed ei più audace,
Fia di tutto capace... agli occhi miei
Mai più non comparisca... a tutti i servi
Minaccerò il congedo.
(Ferrando, Guglielmo e Don Alfonso entrano in un'altra camera che si vede per la porta della prima)
Se lo lascian passar... veder nol voglio,
Quel seduttor.

GUGLIELMO (agli amici)
Bravissima!
La mia casta Artemisia! La sentite?

FIORDILIGI
Ma potria Dorabella,
Senza saputa mia... Piano... un pensiero
Per la mente mi passa: in casa mia
Restar molte uniformi
Di Guglielmo e di Ferrando... ardir!...
Despina! Despina!

DESPINA (entrando)
Cosa c'è?

FIORDILIGI
Tieni un po' questa chiave, e senza replica,
Senza replica alcuna,
Prendi nel guardaroba e qui mi porta
Due spade, due cappelli e due vestiti
De' nostri sposi.

DESPINA
E che volete fare?

FIORDILIGI
Vanne, non replicare.

DESPINA (fra sé)
Comanda in abrégé donna Arroganza!
(parte)

FIORDILIGI
Non c'è altro, ho speranza
Che Dorabella stessa
Seguirà il bell'esempio. Al campo, al campo:
Altra strada non resta
Per serbarci innocenti.

DON ALFONSO (fra sé)
Ho capito abbastanza.
(a Despina, che ritorna)
Vanne pur, non temer.

DESPINA (a Fiordiligi)
Eccomi.

FIORDILIGI
Vanne.
Sei cavalli di posta
Voli un servo a ordinar... di' a Dorabella
Che parlar le vorrei...

DESPINA
Sarà servita.
(fra sé)
Questa donna mi par di senno uscita.
(parte)

SCENA DODICESIMA

Fiordiligi, poi Ferrando; Guglielmo e Don Alfonso nell'altra camera.

FIORDILIGI
L'abito di Ferrando
Sarà buono per me; può Dorabella
Prender quel di Guglielmo. In questi arnesi
Raggiungerem gli sposi nostri, al loro
Fianco pugnar potremo
E morir se fa d'uopo. Ite in malora,
(si cava quello che tiene in testa)
Ornamenti fatali!... Io vi detesto.

GUGLIELMO (agli amici)
Si può dar un amor simile a questo?

FIORDILIGI
Di tornar non sperate alla mia fronte
Pria ch'io qui torni col mio ben; in vostro
Loco porrò questo cappello... oh, come
Ei mi trasforma le sembianze e il viso!
Come appena io medesma or mi ravviso!

N. 29 - Duetto

FIORDILIGI
Fra gli amplessi in pochi istanti
Giungerò del fido sposo,
Sconosciuta a lui davanti
In quest'abito verrò.
Oh, che gioia il suo bel core
Proverà nel ravvisarmi!

FERRANDO (a Fiordiligi, entrando)
Ed intanto di dolore
Meschinello io mi morrò.

FIORDILIGI
Cosa veggio! Son tradita.
Deh, partite!

FERRANDO
Ah no, mia vita!
(prende la spada dal tavolino, la sfodera, ecc)
Con quel ferro di tua mano
Questo cor tu ferirai,
E se forza oddio non hai
Io la man ti reggerò.
(s'inginocchia)

FIORDILIGI
Taci, ahimè! Son abbastanza
Tormentata ed infelice!

FIORDILIGI e FERRANDO
Ah, che omai la mia/sua costanza
A quei sguardi, a quel che dice,
Incomincia a vacillar!

FIORDILIGI
Sorgi, sorgi...

FERRANDO
Invan lo credi.

FIORDILIGI
Per pietà, da me che chiedi?

FERRANDO
Il tuo cor, o la mia morte.

FIORDILIGI
Ah, non son, non son più forte...

FERRANDO
Cedi, cara!
(le prende la mano e gliela bacia)

FIORDILIGI
Dei, consiglio!

FERRANDO
Volgi a me pietoso il ciglio:
In me sol trovar tu puoi
Sposo, amante, e più se vuoi.
(tenerissimamente)
Idol mio, più non tardar.

FIORDILIGI (tremando)
Giusto ciel!... Crudel... hai vinto,
Fa' di me quel che ti par.
(Don Alfonso trattiene Guglielmo che vorrebbe entrare)

FERRANDO e FIORDILIGI
Abbracciamci, o caro bene,
E un conforto a tante pene
Sia languir di dolce affetto,
Di diletto sospirar!
(partono)

SCENA TREDICESIMA

Guglielmo e Don Alfonso; poi Ferrando.

GUGLIELMO
Oh poveretto me! cosa ho veduto,
Cosa ho sentito mai!

DON ALFONSO
Per carità, silenzio!

GUGLIELMO
Mi pelerei la barba,
Mi graffierei la pelle,
E darei colle corna entro le stelle!
Fu quella Fiordiligi! la Penelope,
L'Artemisia del secolo! Briccona!
Assassina... furfante... ladra... cagna...

DON ALFONSO (lieto, fra sé)
Lasciamolo sfogar.

FERRANDO (entrando)
Ebben!

GUGLIELMO
Dov'è?

FERRANDO
Chi? La tua Fiordiligi?

GUGLIELMO
La mia Fior... fior di diavolo, che strozzi
Lei prima e dopo me!

FERRANDO (ironicamente)
Tu vedi bene:
V'han delle differenze in ogni cosa...
Un poco di più merto...

GUGLIELMO
Ah, cessa amico,
Cessa di tormentarmi
Ed una via piuttosto
Studiam di castigarle
Sonoramente.

DON ALFONSO
Io so qual è: sposarle.

GUGLIELMO
Vorrei sposar piuttosto
La barca di Caronte!

FERRANDO
La grotta di Vulcano.

GUGLIELMO
La porta dell'inferno.

DON ALFONSO
Dunque, restate celibi in eterno.

FERRANDO
Mancheran forse donne
Ad uomin come noi?

DON ALFONSO
Non c'è abbondanza d'altro.
Ma l'altre che faran, se ciò fer queste?
In fondo, voi le amate
Queste vostre cornacchie spennacchiate.

GUGLIELMO
Ah pur troppo!

FERRANDO
Pur troppo!

DON ALFONSO
Ebben pigliatele
Com'elle son. Natura non potea
Fare l'eccezione, il privilegio
Di creare due donne d'altra pasta
Per i vostri bei musi; in ogni cosa
Ci vuol filosofia. Venite meco;
Di combinar la cosa
Studierem la maniera.
Vo' che ancor questa sera
Doppie nozze si facciano. Frattanto
Un'ottava ascoltate:
Felicissimi voi, se la imparate.

N. 30 - Andante

DON ALFONSO
Tutti accusan le donne, ed io le scuso
Se mille volte al dì cangiano amore;
Altri un vizio lo chiama ed altri un uso,
Ed a me par necessità del core.
L'amante che si trova alfin deluso
Non condanni l'altrui, ma il proprio errore;
Già che giovani, vecchie, e belle e brutte,
Ripetetel con me: «Così fan tutte!»

FERRANDO, GUGLlELMO e DON ALFONSO
Così fan tutte!

SCENA QUATTORDICESIMA

Ferrando, Guglielmo, Don Alfonso e Despina.

DESPINA (entrando)
Vittoria, padroncini!
A sposarvi disposte
Son le care madame; a nome vostro
Loro io promisi che in tre giorni circa
Partiranno con voi. L'ordin mi diero
Di trovar un notaio
Che stipuli il contratto; alla lor camera
Attendendo vi stanno.
Siete così contenti?

FERRANDO, GUGLIELMO e DON ALFONSO
Contentissimi.

DESPINA
Non è mai senza effetto
Quand'entra la Despina in un progetto.
(partono)

SCENA QUINDICESIMA

Sala ricchissima illuminata. Orchestra in fondo. Tavola per quattro persone con doppieri d'argento ecc.
Despina, servitori, servette e suonatori; poi Don Alfonso.

N. 31 - Finale
DESPINA

Fate presto, o cari amici,
Alle faci il fuoco date
E la mensa preparate
Con ricchezza e nobiltà.

Delle nostre padroncine
Gli imenei son già disposti.
(ai suonatori)
E voi gite ai vostri posti,
Finché i sposi vengon qua.

CORO DI SERVI e SUONATORI
Facciam presto, o cari amici,
Alle faci il fuoco diamo
E la mensa prepariamo
Con ricchezza e nobiltà.

DON ALFONSO (entrando)
Bravi, bravi! Ottimamente!
Che abbondanza! che eleganza!
Una mancia conveniente
L'un e l'altro a voi darà.
(mentre Don Alfonso canta, i suonatori accordano)
Le due coppie omai si avanzano,
Fate plauso al loro arrivo,
Lieto canto e suon giulivo
Empia il ciel d'ilarità.

DESPINA e DON ALFONSO
(sottovoce, partendo per diverse porte)
No, più bella commediola
Non s'è vista, o si vedrà!

SCENA SEDICESIMA

Fiordiligi, Dorabella, Ferrando, Guglielmo, servi e suonatori.

CORO
Benedetti i doppi coniugi
E le amabili sposine!
Splenda lor il ciel benefico
Ed a guisa di galline
Sien di figli ognor prolifiche,
Che le agguaglino in beltà.

FIORDILIGI, DORABELLA, FERRANDO e GUGLIELMO
Come par che qui prometta
Tutto gioia e tutto amore!
Della cara Despinetta
Certo il merito sarà.

Raddoppiate il lieto suono,
Replicate il dolce canto,
E noi qui seggiamo intanto
In maggior giovialità.

(Gli sposi si mettono alla tavola)

CORO
Benedetti i doppi coniugi
E le amabili sposine!
Splenda lor il ciel benefico
Ed a guisa di galline
Sien di figli ognor prolifiche,
Che le agguaglino in beltà.

(il coro parte: restano quattro servitori per servire gli sposi)

FERRANDO e GUGLIELMO
Tutto, tutto, o vita mia,
Al mio fuoco or ben risponde.

FIORDILIGI e DORABELLA
Pel mio sangue l'allegria
Cresce, cresce e si diffonde.

FERRANDO e GUGLIELMO
Sei pur bella!

FIORDILIGI e DORABELLA
Sei pur vago!

FERRANDO e GUGLIELMO
Che bei rai!

FIORDILIGI e DORABELLA
Che bella bocca!

FERRANDO e GUGLIELMO
Tocca e bevi!
(toccano i bicchieri)

FIORDILIGI e DORABELLA
Bevi e tocca!

FIORDILIGI, DORABELLA e FERRANDO
E nel tuo, nel mio bicchiero
Si sommerga ogni pensiero.
E non resti più memoria
Del passato ai nostri cor.
(le donne bevono)

GUGLIELMO (fra sé)
Ah, bevessero del tossico,
Queste volpi senza onor!

SCENA DICIASSETTESIMA

Fiordiligi, Dorabella, Ferrando, Guglielmo e Don Alfonso; poi Despina in veste di notaio.

DON ALFONSO (entrando)
Miei signori, tutto è fatto.
Col contratto nuziale
Il notaio è sulle scale
E ipso facto qui verrà.

FIORDILIGI, DORABELLA, FERRANDO e GUGLIELMO
Bravo, bravo! Passi subito.

DON ALFONSO
Vo a chiamarlo: eccolo qua.

DESPINA (entrando, con voce nasale)
Augurandovi ogni bene
Il notaio Beccavivi
Coll'usata a voi sen viene
Notarile dignità.

E il contratto stipulato
Colle regole ordinarie
Nelle forme giudiziarie,
Pria tossendo, poi sedendo,
Clara voce leggerà.

FIORDILIGI, DORABELLA, FERRANDO e GUGLIELMO
Bravo, bravo in verità!

DESPINA
Per contratto da me fatto,
Si congiunge in matrimonio
Fiordiligi con Sempronio,
E con Tizio Dorabella
Sua legittima sorella,
Quelle, dame ferraresi,
Questi, nobili albanesi.
E, per dote e contradote...

FIORDILIGI, DORABELLA, FERRANDO e GUGLIELMO
Cose note, cose note,
Vi crediamo, ci fidiamo:
Soscriviam, date pur qua.

DESPINA e DON ALFONSO
Bravi, bravi in verità!
(la carta resta in mano di Don Alfonso. Si sente un gran suono di tamburo e canto lontano)

CORO (di dentro)
Bella vita militar!
Ogni dì si cangia loco,
Oggi molto e doman poco,
Ora in terra ed or sul mar.

FIORDILIGI, DORABELLA, DESPINA, FERRANDO e GUGLIELMO
Che rumor! che canto è questo!

DON ALFONSO
State cheti; io vo a guardar.
(va alla finestra)
Misericordia!
Numi del cielo!
Che caso orribile!
Io tremo, io gelo!
Gli sposi vostri...

FIORDILIGI e DORABELLA
Lo sposo mio...

DON ALFONSO
In questo istante
Tornaro, oddio!
Ed alla riva
Sbarcano già!

FIORDILIGI, DORABELLA, FERRANDO e GUGLIELMO
Cosa mai sento!
Barbare stelle!
In tal momento
Che si farà?
(i servi portano via la tavola, e i suonatori partono in fretta)

FIORDILIGI e DORABELLA (agli amanti)
Presto partite!

FERRANDO, GUGLIELMO, DESPINA e DON ALFONSO
Ma se ci/li veggono?

FIORDILIGI e DORABELLA
Presto fuggite!

FERRANDO, GUGLIELMO, DESPINA e DON ALFONSO
Ma se ci/li incontrano?
(Don Alfonso conduce Despina in una camera)

FIORDILIGI e DORABELLA
Là, là, celatevi,
Per carità!
(conducono gli amanti in un'altra camera. Essi ne escono non veduti e partono)
Numi, soccorso!

DON ALFONSO
Rasserenatevi...

FIORDILIGI e DORABELLA
Numi, consiglio!

DON ALFONSO
Ritranquillatevi...

FIORDILIGI e DORABELLA (quasi frenetiche)
Chi dal periglio
Ci salverà?

DON ALFONSO
In me fidatevi,
Ben tutto andrà.

FIORDILIGI e DORABELLA
Mille barbari pensieri
Tormentando il cor mi vanno.
Se discoprono l'inganno,
Ah di noi che mai sarà?

SCENA ULTIMA

Fiordiligi e Dorabella; Ferrando e Guglielmo con mantelli e cappelli militari; Despina in camera; Don Alfonso.

FERRANDO e GUGLIELMO
Sani e salvi, agli amplessi amorosi
Delle nostre fidissime amanti
Ritorniamo, di gioia esultanti,
Per dar premio alla lor fedeltà.

DON ALFONSO
Giusti numi, Guglielmo! Ferrando!
Oh, che giubilo, qui, come, e quando?

FERRANDO e GUGLIELMO
Richiamati da regio contrordine,
Pieno il cor di contento e di giolito,
Ritorniamo alle spose adorabili,
Ritorniamo alla vostra amistà.

GUGLIELMO (a Fiordiligi)
Ma cos'è quel pallor, quel silenzio?

FERRANDO (a Dorabella)
L'idol mio perché mesto si sta?

DON ALFONSO
Dal diletto confuse ed attonite
Mute mute si restano là.

FIORDILIGI e DORABELLA (fra sé)
Ah, che al labbro le voci mi mancano,
Se non moro un prodigio sarà.

(I servi portano un baule.)

GUGLIELMO
Permettete che sia posto
Quel baul in quella stanza.
(esce dalla porta per la quale è uscita Despina, e rientra immediatamente)
Dei, che veggio! Un uom nascosto?
Un notaio? Qui che fa?

DESPINA (rientrando, ma senza cappello)
No, signor, non è un notaio;
È Despina mascherata
Che dal ballo or è tornata
E a spogliarsi or venne qua.

FERRANDO e GUGLIELMO (fra sé)
Una furba uguale a questa
Dove mai si troverà?

DESPINA
Una furba che m'agguagli
Dove mai si troverà?

(Don Alfonso lascia cadere accortamente il contratto sottoscritto dalle donne)

FIORDILIGI e DORABELLA
La Despina? La Despina?
Non capisco come va.

DON ALFONSO (sottovoce agli amanti)
Già cader lasciai le carte,
Raccoglietele con arte.

FERRANDO (raccogliendo il contratto)
Ma che carte sono queste?

GUGLIELMO
Un contratto nuziale?

FERRANDO e GUGLIELMO (alle ragazze)
Giusto ciel! Voi qui scriveste;
Contradirci omai non vale:
Tradimento, tradimento!
Ah si faccia il scoprimento
E a torrenti, a fiumi, a mari
Indi il sangue scorrerà!
(vanno per entrare nell'altra camera; le donne li arrestano)

FIORDILIGI e DORABELLA
Ah, signor, son rea di morte
E la morte io sol vi chiedo.
Il mio fallo tardi vedo:
Con quel ferro un sen ferite
Che non merita pietà!

FERRANDO e GUGLIELMO
Cosa fu?

FIORDILIGI e DORABELLA (additando Don Alfonso e Despina)
Per noi favelli
Il crudel, la seduttrice!

DON ALFONSO
Troppo vero è quel che dice,
E la prova è chiusa lì.
(Accenna la camera dov'erano entrati prima gli amanti)

FIORDILIGI e DORABELLA (fra sé)
Dal timor io gelo, io palpito;
Perché mai li discoprì!

(Ferrando e Guglielmo entrano un momento in camera, poi sortono senza cappello, senza mantelli e senza mustacchi, ma
coll'abito finto ecc. e burlano in modo ridicolo le amanti e Despina)

FERRANDO (a Fiordiligi)
A voi s'inchina,
Bella damina,
Il cavaliere
Dell'Albania!

GUGLIELMO (a Dorabella)
Il ritrattino
Pel coricino
Ecco io le rendo,
Signora mia.

FERRANDO e GUGLIELMO (a Despina)
Ed al magnetico
Signor dottore
Rendo l'onore
Che meritò!

FIORDILIGI, DORABELLA e DESPINA
Stelle, che veggo!

FERRANDO, GUGLIELMO e DON ALFONSO
Son stupefatte!

FIORDILIGI, DORABELLA e DESPINA
Al duol non reggo!

FERRANDO, GUGLIELMO e DON ALFONSO
Son mezze matte.

FIORDILIGI e DORABELLA (accennando Don Alfonso)
Ecco là il barbaro
Che c'ingannò.

DON ALFONSO
V'ingannai, ma fu l'inganno
Disinganno ai vostri amanti,
Che più saggi omai saranno,
Che faran quel ch'io vorrò.
(li unisce e li fa abbracciare)
Qua le destre, siete sposi.
Abbracciatevi e tacete.
Tutti quattro ora ridete,
Ch'io già risi e riderò.

FIORDILIGI e DORABELLA
Idol mio, se questo è vero,
Colla fede e coll'amore
Compensar saprò il tuo core,
Adorarti ognor saprò.

FERRANDO e GUGLIELMO
Te lo credo, gioia bella,
Ma la prova io far non vo'.

DESPINA
Io non so se veglio o sogno,
Mi confondo, mi vergogno.
Manco mal, se a me l'han fatta,
Che a molt'altri anch'io la fo.

TUTTI
Fortunato l'uom che prende
Ogni cosa pel buon verso,
E tra i casi e le vicende
Da ragion guidar si fa.

Quel che suole altrui far piangere
Fia per lui cagion di riso,
E del mondo in mezzo ai turbini
Bella calma proverà.