GAETANO GUADAGNI
Gaetano Guadagni, contraltista e poi sopranista (Lodi, o Vicenza, ca. 1725 - Padova, novembre 1792). Esordì a Parma nel 1747. L'anno successivo si recò a Londra con una compagnia di «burletta» e, guadagnatosi la stima di Händel, interpretò nel «Messia» e nel «Sansone» le parti scritte originariamente per la Cibber. Nel 1751-52 si produsse con grande successo a Dublino nel 1754 a Parigi (Concert Spirituel) e Versailles, e nei '55 andò a Lisbona, dove tra l'altro si perfezionò con il famoso Gioacchino Conti, detto Gizziello Tornato in Italia nel 1757, cantò nei teatri più importanti riscuotendo ovunque grandi successi.
Nel 1762 interpretò la parte del protagonista nell'«Orfeo» di Gluck a Vienna e nel '65 fu protagonista del «Telemaco», opera che Gluck aveva scritto appositamente per lui. Nel 1769 si recò nuovamente a Londra, ma ben presto tornò in Italia, stabilendosi a Padova. Successivamente cantò a Verona, a Venezia (nel 1772 a S. Marco e nel '76 nell'«Orfeo» di Bertoni a Potsdam (nel 1776). Nel 1777 abbandonò il teatro diventare cantore nella Basilica di S. Antonio a Padova. [DEUMM]
Gaetano Guadagni fu uno degli artefici del rinnovamento vocale. In lui il virtuosismo era lungi dall'essere una delle risorse maggiori. Tutto il fascino di questo virtuoso dalla superba voce di contralto stava nella finezza, nella dignità, nella sobrietà e nell'espressività del canto e della presenza scenica. Haendel aveva riscritto per lui un'aria del «Messia» e composto il suo «Foundling Hospital Anthem». Ma Gluck più di ogni altro gli offrì su un piatto d'argento la partitura del rinnovamento per eccellenza, con il ruolo di Orfeo, tutto semplicità ed emozione contenuta. Uno dei grandi castrati del XVIII secolo diveniva così l'artefice di una riforma che alla fine non avrebbe tardato ad allontanare dalle scene i suoi simili. [BARBIER, p. 95]

Di tutti i cantanti con cui Haendel fu in rapporti (in genere piuttosto burrascosi!) Guadagni fu quello che lo affascinò di più; Haendel ne apprezzò l'intelligenza nell'accostarsi a una parte, la semplicità della sua arte e la modestia verso il creatore dell'opera, atteggiamento assai raro all'epoca! Un accordo sincero si stabilì tra il sessantaquattrenne maestro e il giovane castrato di ventiquattro anni; Haendel scrisse per lui la splendida aria del Foundling Hospital Anthem e accettò di cambiare un'aria del «Messia». Guadagni fu dunque il castrato che collaborò meno a lungo con Haendel, ma anche quello che, musicalmente ed emotivamente, segnò maggiormente il compositore, a dieci anni dalla sua morte. [BARBIER, p. 163-164]