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PRESENTAZIONE

 

 

TOSCA

CENT'ANNI MA NON LI DIMOSTRA

Il 14 gennaio 1900 andava in scena la celebre opera di Puccini.
Ora l'opera di Zurigo la ripropone.

 

«Tosca», celeberrima opera di Giacomo Puccini, compie oggi 100 anni: la prima rappresentazione avvenne infatti a Roma il 14 gennaio 1900, in circostanze a dir poco inquietanti. Alcuni interpreti ricevettero misteriose lettere anonime; si temevano inoltre sabotaggi da parte dei detrattori di Puccini e addirittura attentati degli anarchici, poiché era risaputo che la Regina Margherita e alcuni membri del governo avrebbero presenziato alla prima. Questo clima di tensione ebbe un'influenza negativa sulla qualità dell'esecuzione e l'accoglienza sia da parte del pubblico, ma soprattutto da parte della critica non si poté certo definire calorosa, anche se non si trattò di un fiasco, come nel caso di «Madama Butterfly» quattro anni più tardi.

Ai giorni nostri «Tosca» è tra le opere più amate e rappresentate al mondo ed è quindi esposta da una parte ai rischi della routine, cioè dell'interpretazione teatrale e musicale sciatta, poco curata; dall'altra a rivisitazioni per così dire estreme che ne stravolgono il contesto storico e l'ambientazione. Arbasino, in un recente articolo, paragonava sarcasticamente queste regie troppo innovative o provocatorie alle ruspe che spianano monumenti, mosaici e affreschi per costruire parcheggi.

Sul piano musicologico, «Tosca» è variamente per non dire antiteticamente valutata: alcuni critici non esitano a definirla un capolavoro, altri la considerano invece un prodotto modesto del repertorio lirico, altri addirittura la stroncano inesorabilmente. Tra questi ultimi un nome molto illustre: Gustav Mahler. Pur riconoscendo a Puccini notevoli doti di orchestratore, il compositore boemo la riteneva un'opera detestabile, fondata su un realismo di pessimo gusto.

Anche tra i grandi direttori d'orchestra ci sono appassionati estimatori come Herbert von Karajan e Giuseppe Sinopoli che ne hanno offerto un'interpretazione di sconvolgente bellezza, ma anche non troppo impliciti detrattori, come Abbado o Boulez, che non la dirigerebbero nemmeno se supplicati.

Nonostante l'incalcolabile numero di rappresentazioni e di 'ferite' inferte da maestri, cantanti e registi di scarsa levatura, quest'opera non ha subito alcun logorio; anzi, nel corso degli anni si è talmente rinvigorita che è oggi ardua impresa trovar biglietti per uno spettacolo in cui essa è rappresentata, anche se sul podio non c'è un direttore di prestigio e i cantanti non sono rinomati.

In occasione del centenario, l'Opernhaus di Zurigo, come molti altri teatri nel mondo, tra cui la Scala, ha voluto rendere omaggio all'opera pucciniana, affidandone l'allestimento a un'équipe collaudatissima che fa capo al regista belga Gilbert Deflo, affiancato dallo scenografo Ezio Frigerio e dalla costumista Franca Squarciapino, già collaboratori di Giorgio Stehler. Tre prestigiosi nomi che di certo, per tornare alle audaci metafore di Arbasino, non faranno uso di ruspe per spianare i tre famosi luoghi romani in cui si svolge la tragica vicenda: la Chiesa di Sant'Andrea della Valle, Palazzo Farnese e Castel Sant'Angelo.

Elena Prokina debutterà nell'impervio ruolo della «celebre cantante» Floria Tosca, cavallo di battaglia dei grandi soprani drammatici del Novecento, dalla Callas alla Tebaldi, dalla Caballé alla Freni ecc.; Vincenzo La Scola impersonerà l'amante suo, il pittore Mario Cavaradossi. Il ruolo del perfido Scarpia sarà ricoperto nientemeno che da Ruggero Raimondi, memorabile interprete dello spietato capo della Polizia romana nella citata edizione diretta da Karajan. Sul podio uno dei più profondi conoscitori di questa partitura, il maestro Nello Santi (chi scrive ha avuto più volte l'occasione di ascoltare dal vivo le sue interpretazioni di «Tosca» e non esita a definirle al calor bianco).

Prima rappresentazione (esaurita) il 16 gennaio. Repliche il 20, 23, 26, 29 gennaio; il 3, il 5, il 10 e il 13 febbraio.

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