ATTO I

ANALISI I

 

 

Sebbene, nello Zauberflöte, il compito di Mozart apparentemente fosse solo quello di comporre numeri musicali da inserire nel dramma recitato, egli scrisse un'ouverture completa, di grande importanza e solennità. Il tempo di base è un allegro, preceduto da quindici battute di adagio e interrotto una volta da tre battute di accordi solenni, ma è la solennità di questi passaggi adagio a pervadere l'intera ouverture. Non sono assolutamente in condizione di interpretare quello che molti commentatori chiamano simbolismo massonico qui e per tutta l'opera e spero di aver ben chiarito nella sezione precedente che non considero la conoscenza del rituale massonico essenziale al godimento ed alla comprensione dello Zauberflöte.
Ma, per quello che vale, passo doverosamente l'informazione che le prime tre battute dell'ouverture si dice rappresentino i tre colpi con cui i membri venivano o vengono ammessi alla cerimonia di iniziazione massonica. Che questo sia o non sia vero (e probabilmente lo è), quello che è più interessante è che essi si ricollegano al tentativo di Tamino, nell'opera, di entrare nel tempio di Sarastro.
La severità dell'ouverture ci prepara ad uno degli aspetti dell'opera, la sua serietà morale, ma non ci prepara per quello che si potrebbe chiamare l'elemento clownesco Schikanederiano che costituisce ugualmente una parte dello Zauberflöte.
Charles Osborne, Guida alle opere liriche di Mozart, Firenze, Sansoni, 1982, pp. 416-417.
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